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giuseppe esposito

Erri De Luca, i No Tav e gli scrittori che scodinzolano

Partirei da una riflessione di Loredana sul caso No Tav-Erri De Luca:

Dunque Erri De Luca verrà denunciato. Non so su quanti quotidiani troverete la notizia, ma Ltf, la società che si occupa degli studi e della progettazione della Torino-Lione, ha deciso di portare lo scrittore in tribunale. I motivi? Ansa li riporta così:

“L’iniziativa è legata alle recenti prese di posizione di De Luca in favore delle azioni di ‘’sabotaggio” contro il cantiere.
L’ex di Lotta Continua in alcune interviste aveva legittimato ”cesoie e sabotaggi” nella protesta contro la realizzazione della Torino-Lione”.

A parte la definizione (l’ex di Lotta Continua. Come se la biografia di Enrico Letta fosse riassumibile in “l’ex presidente dei Giovani Democristiani”. Ops, dite che in questo caso sarebbe legittimo?), forse occorrerebbe  leggere l’intervista a De Luca all’Huffington Post, che trovate  qui. E poi leggete le reazioni NoTav:  qui e qui.
Comunque la pensiate in proposito, ribadisco, mi sembra evidente che sul No Tav esiste ormai una campagna mediatica che criminalizza e non informa. Se persino il rettore della Statale di Milano annuncia con rullo di tamburi  l’adozione dei tornelli per impedire l’accesso all’università a “persone molto pericolose” facendo indiretto ma evidente riferimento ai NoTav, credo che il cerchio si stia chiudendo.
Allora, fatevi un favore. Procuratevi il libro di quel pericolosissimo personaggio che è Luca Rastello (giornalista, specializzato in economia criminale e relazioni internazionali, è stato direttore di «Narcomafie» e del mensile «L’Indice», e ha lavorato come inviato per il settimanale «Diario») e Andrea De Benedetti. Si chiama Binario morto, e un paio di chiarimenti sull’Alta Velocità li fornisce eccome. Con buona pace di tutti coloro che sono pronti a utilizzare il termine Cattivi Maestri come un marchio d’infamia.

Non chiedete ai grandi scrittori italiani (ma vale anche per gli autori teatrali o i “teatranti civili”) di essere contemporanei nelle prese di posizione. Non chiedete mai agli “intellettuali” (si vabbè, magari) di esprimere un’opinione. Se un collega (piacerebbe essere colleghi di De Luca, a molti) viene travolto da un’esondazione per presa di posizione tutti gli altri stanno nemmeno sull’argine ma nell’entroterra a festeggiare o (i più buoni) a pensare ad altro. La chiama, sempre Loredana Lupperini “la scarsissima propensione del mondo letterario italiano a esprimere solidarietà ai membri più famosi del medesimo. E la felicità perversa che nutre nel massacrarli” ma sembra piuttosto il solito opportunismo in polvere.

Io non so perché in questo Paese bisogna essere archeologici per sembrare opportuni ma un fronte comune almeno sulla questione del boicottaggio promosso da Giuseppe Esposito (PDL) sarebbe stato bello, opportuno per chi scrive un po’ anche nelle azioni oltre che sui libri.

Ma il coraggio non si impara, nemmeno con tanto tanto (e pubblicizzatissimo) talento.

Io, da amico fiero di Gian Carlo Caselli, difendo un testimone e coltivatore di bellezza come Erri nelle sue belle e limpide posizioni.

30 euro al voto

Succede a Milano. Con di mezzo la camorra:

polizia-arrestoMaxi operazione dei carabinieri di Monza tra la Lombardia e la Campania per smantellare un’organizzazione camorristica che aveva stretti rapporti con ambienti della politica brianzola. L’indagine, denominata ‘Briantenopea’, ha avuto inizio nel 2010, da una rapina a un punto Snai a Gorgonzola nel mese di maggio, a cui sono seguiti altri due simili episodi a Brugherio ed Arcore, che hanno permesso, con intercettazioni e pedinamenti, di mettere in evidenza l’operatività di una “radicata associazione per delinquere composta, prevalentemente, da soggetti italiani di origine campana di elevato spessore criminale, in contatto con esponenti di clan camorristici del napoletano come Gionta e Mariano. Il nome più in evidenza è quello di Giuseppe Esposito, detto ‘Beppe ‘u curtu’. 

I carabinieri del gruppo di Monza hanno eseguito 43 ordinanze di misura cautelare, di cui 35 in carcere e 8 arresti domiciliari, nelle province di Monza, Milano, Lecco, Padova, Napoli, Avellino, e Salerno. Tra gli arrestati c’è anche l’ex assessore all’Ambiente e al Patrimonio del Comune di Monza, Giovanni Antonicelli (Pdl), a cui è stato contestato il reato di associazione a delinquere, come ad altri 20 soggetti. In sostanza, in cambio di voti, l’ex assessore avrebbe favorito gli affari del clan. Proprio sulla compravendita dei voti l’organizzazione avrebbe addirittura stilato un tariffario che andava dai 30 euro per il singolo ai 50 euro per il voto di un’intera famiglia. 

Due i fronti sui quali la magistratura di Monza, coordinata dal sostituto procuratore Salvatore Bellomo, ha concentrato le attenzioni nei confronti dell’ex assessore Antonicelli. Il primo è relativo alla manutenzione degli alloggi Aler, incarico affidato alla Pmg; il secondo riguarda la raccolta dei rifiuti nel capoluogo brianzolo, da anni affare della Sangalli. A giugno, la guardia di finanza si era presentata in Comune per acquisire materiale proprio sugli appalti delle case popolari e della raccolta rifiuti. Un passo a cui si era arrivati dopo che i carabinieri di Monza avevano messo in relazione una serie di scenari anomali su tutto il territorio. Scenari che hanno portato gli inquirenti a parlare di una vera e propria ‘enclave’ camorristica sul territorio di Monza in grado di respingere perfino tentativi di espansione della ‘ndrangheta.

I reati contestati in generale vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di gravi delitti quali rapine, estorsioni, usura, furti, ricettazione, al riciclaggio, spaccio di banconote false, detenzione illecita di sostanze stupefacenti e di armi e di reati contro la pubblica amministrazione. Citato ma non indagato, anche un ex consigliere comunale milanese del Pdl Renzo De Biase, in carica nella scorsa legislatura.