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Giuseppe Giulietti

Legge bavaglio: di cosa stiamo parlando

Perché siamo tutti d’accordo (vero?) che informarsi prima di indignarsi (giustamente) è un obbligo morale. E perché agli attacchi insulsi della corporazione dei servi ignoranti sarebbe bello rispondendo nel merito.

DA LEGGIOGGI

Oggi – giorno in cui Google compie 13 anni – riprende il suo iter in Italia – alla Camera, dopo un anno di stop a causa delle polemiche – il ddl1415-C, soprannominato, tra le tante, “anti-intercettazioni“, “anti-blog“, “ammazza-internet“, “legge-bavaglio“.

Si tratta di un disegno di legge già approvato dai deputati, poi modificato in Senato, che ora torna in terza lettura all’attenzione dei deputati.

Oggi verranno esaminate e votate le questioni pregiudiziali di costituzionalità di merito presentate.

Il ddl, dal titolo “Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche“, potrebbe formare oggetto di una questione di fiducia posta dal Governo, tesa a scavalcare il dibattito parlamentare ed approvare in tempi rapidissimi le nuove norme.

Il 29 settembre – giorno in cui si prevede da più parti la presentazione della questione di fiducia da parte del Governo – è stata indetta una manifestazione in piazza del Pantheon a Roma, dalle 15 alle 18.

Due opinioni intanto, tra le tantissime che in queste ore vengono espresse sulla Rete:

“Bendare tutti per salvarne uno. Questo sembra essere ormai l’unico criterio che guida la maggioranza nella riproposizione della legge bavaglio, perché di bavaglio si tratta, come confermano le critiche dei magistrati e dei cronisti, i veri destinatari della legge, quelli che dovranno essere ‘ammanettati’ per impedire loro l’accertamento degli illeciti e soprattutto per oscurare il diritto ad essere informata della pubblica opinione” (Giuseppe Giulietti, Articolo 21).

Sarebbe davvero una sciagura per la libertà di parola sul web se, preoccupato di assecondare l’urgenza della maggioranza nell’approvazione del ddl, il Parlamento licenziasse il testo nella sua attuale formulazione” (Guido Scorza, Istituto per le Politiche dell’Innovazione)

E per finire, i testi, quelli su cui (non) si discuterà in Parlamento, in attesa che venga posta dal premier la questione di fiducia:

Il testo del ddl anti-intercettazioni e anti-blog come approvato dal Senato il 10 giugno 2010

Il testo del ddl approvato dal Senato confrontato con il testo approvato in prima lettura dalla Camera

 

 

Martirio in scatola per la telepromozione

marmellatasanguePrimo punto inossidabile e scritto. Condanna all’atto folle di un’inciviltà criminale anche se malata.

Quando esce sangue gocciola anche il pelo e la parte peggiore di un paese. Siamo un paese che si è abituato a bere sangue di tutti i gusti, da sempre, con questa nostra sciagurata abitudine ad abituarci a tutto per sopravviverci ferendosi di seguito. Abbiamo bevuto sangue di chi ci hanno detto che comunque alla fine se l’è cercato,  abbiamo bevuto sangue in ampolla da via D’Amelio che non ci hanno nemmeno lasciato il gusto, abbiamo mangiato sangue di rivolte e rivoltosi condannati al sugo, abbiamo pulito sangue con la pelle di daino mentre si riscrivevano i processi; eppure il sangue in vasetto messo in promozione per la televendita politica è una vetta solo recente. L’atto contro Silvio Berlusconi è puzzolente e orrido come qualsiasi atto dalla tela criminale; la confettura che coagula in un grumo (bipartisan?) per tirare voti giù dal buco del water è l’estrema campagna pubblicitaria di una politica pronta a comprarsi uno stacco per non lasciare invenduta nemmeno l’estrema unzione della dignità.

Un sangue sleale, nemmeno qui giù, si era mai visto.

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“Un monopolista delle Tv che si dichiara vittima della informazione di sinistra puo’ dire e soprattutto fare qualsiasi cosa anche la piu’ estrema. Sara’ davvero il caso di mettersi subito al lavoro per realizzare quella vasta convergenza democratica tra tutte le forze che credono nel patriottismo repubblicano e nella revisione dei poteri architrave della nostra Costituzione. La lotta politica tuttavia non puo’ e non deve mai degenerare in rissa, in aggressioni che non debbono trovare giustificazione alcuna”

Giuseppe Giulietti, di Articolo 21