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Grande Aracri

Calabria, tutti attaccano Morra: così, però, non si parla più dell’arresto di Tallini

Possiamo tornare al punto, gentilmente? Perché l’arresto di Mimmo Tallini e il quadro indiziario che emerge dall’ordinanza del gip Giulio De Gregorio (che ha accolto la richiesta della Direzione distruttale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri) disegna un contesto, al di là di quello che dirà l’eventuale processo, su cui varrebbe la pena riflettere. Perché ora sotto la lente dei Ros ci sono anche le comunali di Catanzaro del 2017, le politiche del 2018 e le elezioni regionali del 2020. Nelle carte di legge del Consorzio Farma Italia e della collegata Farmaeko che sono tenute in pugno dalla cosca Grande Aracri di Cutro, nate e subito fallite, come immagine di una regione in cui la malapianta continua a raccogliere frutti.

“Tutto ciò avverrà – scrive il gip De Gregorio – perché l’enorme profittabilità prospettata inizialmente non era riferita a particolari capacità imprenditoriali dei criminali che la dovevano governare, ma allo sfruttamento dei contatti con politica ed economia, all’accesso a risorse finanziarie illecite senza dover corrispondere interessi, alla sostanziale irregolarità delle condizioni di lavoro, ai metodi truffaldini di approvvigionamento”.

C’è un antennista vicino alla cosca come Domenico Scozzafava, legato a Grande Aracri ma anche a Pierino Mellea, il nuovo boss dei Gaglianesi, che votava e faceva votare Domenico Tallini: uno che andava in giro a piazzare bottiglie incendiarie con un pistola con matricola abrasa ed è diventato uomo vicino al presidente del consiglio regionale Tallini. Sono le solite commistioni che raccontano di funzionari in regione che se non eseguono gli ordini del politico di turno vengono rimossi in favore di qualcuno più accondiscendente. L’abbraccio perverso tra economia, politica e ‘ndrangheta è un tema che, al di là degli esiti giudiziari, esce con forza dal punto di vista etico.

Quindi, al di là del caso Morra e della sua infelice uscita, cosa hanno da dire su questo i leader del centrodestra? Oltre alle parole del grillino hanno qualcosa da dirci su un politico già segnalato dalla commissione antimafia diventato così facilmente presidente del consiglio regionale? Salvini che ora lo scarica sa che sono i suoi alleati con cui governa la Calabria? Giorgia Meloni, tutta ordine e disciplina, che ne pensa della fotografia che emerge? Perché tra poco in Calabria si vota e dalle parti del centrodestra qualcuno ha il coraggio di pensare al sindaco di Catanzaro Sergio Abramo come candidato, un uomo vicinissimo proprio a Mimmo Tallini.

Leggi anche: ‘Ndrangheta, arrestato presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini

L’articolo proviene da TPI.it qui

Caro PD, il sindaco di Brescello è un ignorante colpevole. Avvisatelo.

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C’è questa intervista di Marcello Coffrini a Il Resto del Carlino che grida vendetta. Marcello Coffrini, per intendersi, è quel sindaco di Brescello smascherato dai bravissimi ragazzi di Cortocircuito che in un documentario ebbe la bella idea di spendere parole d’elogio per il boss Francesco Grande Aracri (trovate tutto qui) scusandosi poi dicendo che “non sapeva”, “non voleva” e ripetendo il solito mantra “il paese non è mica mafioso”.

Insomma, Marcello Coffrini è il tipico sindaco del nord che fa pagare la propria ignoranza in tema di criminalità organizzata ai propri cittadini. Per questo leggendo la sua intervista in cui si promette di non dimettersi e restare sindaco “per difendere il paese” dimentica il concetto più importante: è incapace e inetto nella difesa del suo paese. Ce l’ha dimostrato la sua storia recente. Diteglielo.

(Ah, il discorso ovviamente vale anche per Rosa Capuozzo a Quarto e per le decine di sindaci pericolosamente ingenui che infestano l’Italia)

Eppure gli emiliani andavano a fare campagna elettorale a Cutro (e dei viaggi di Delrio). Seconda puntata.

Ne avevo scritto qui e qualcuno si era offeso. Quindi vale la pena tornare sul tema con il (bel) pezzo di Mario Portanova e David Marceddu:

Graziano Delrio
Graziano Delrio

Il viaggio a Cutro nel 2009 nella cittadina del boss Nicolino Grande Aracri, e soprattutto l’incontro con il prefetto antimafia insieme ai rappresentanti della comunità cutrese. Era il 17 ottobre 2012 quando i pm della Dda di Bologna sentivano, come persona informata sui fatti, Graziano Delrio, allora sindaco di Reggio Emilia, nell’ambito della maxi-inchiesta della procura di Bologna sulla ‘ndrangheta che ha portato all’arresto di 117 persone a fine gennaio. L’attuale sottosegretario alla presidenza del consiglio, braccio destro del presidente del Consiglio Matteo Renzi era stato convocato perché chiarisse i suoi rapporti con la vasta comunità calabrese trapiantata nel reggiano, originaria in prevalenza dal paese in provincia di Crotone, il ruolo dei cutresi nell’economia e nella politica cittadina e il loro atteggiamento rispetto alle pressioni della ‘ndrangheta sulle attività economiche.

Delrio, va sottolineato, non è indagato nell’inchiesta Aemilia. Dai verbali emerge però alcuni tentennamenti da parte dell’attuale sottosegretario nell’affrontare il tema e – stando a quanto dichiara – una conoscenza approssimativa del fenomeno che cozza un po’ con la sua fama di sindaco consapevole e attivo sul fronte dell’antimafia. Era stata proprio la sua amministrazione a commissionare a Enzo Ciconte, uno dei massimi esperti di criminalità organizzata, lo studio “Le dinamiche criminali a Reggio Emilia“, pubblicato nel 2008 e ancora oggi disponibile sul sito del Comune, dove lo studioso citava diversi elementi poi confermati dall’inchiesta Aemilia; l’ascesa criminale di Nicolino Grande Aracri e la penetrazione nell’economia e in particolare nell’edilizia: “Gli ‘ndranghetisti sono stati in grado di condizionare vita ed attività economica di altri imprenditori e commercianti”, scriveva Ciconte sette anni fa, “di costituire società edili in grado di raccogliere appalti da altri imprenditori e di mettere in piedi un sofisticato sistema di false fatturazioni”.

Durante l’audizione i pm vogliono sapere di più sull’incontro in Prefettura con esponenti della comunità cutrese, avvenuto, probabilmente nel 2011. Da alcuni mesi il prefetto Antonella De Miro aveva iniziato a colpire con provvedimenti interdittivi le imprese considerate infiltrate dalla ‘ndrangheta, che quindi perdevano commesse. Delrio racconta di avere raccolto i timori di alcuni esponenti della comunità cutrese su una criminalizzazione della loro gente. “Li ho accompagnati perché il prefetto potesse spiegare le ragioni…”, si legge nel verbale di quella audizione, “perché avessero garanzie che in tutto questo non c’era una vena anti-meridionalista o discriminatoria nei confronti della comunità”. Poi aggiunge una curiosa precisazione sul fatto che tutto gli appariva “superfluo perché il prefetto viene dalla Sicilia”. Nell’inchiesta Aemilia, alcuni degli imprenditori calabresi arrestati sono stati accusati di aver organizzato una campagna di stampa contro lo spesso prefetto, basata proprio sulla presunta discriminazione dei calabresi, e per questo è finito in carcere un giornalista ritenuto compiacente, Marco Gibertini di Telereggio.

L’allora sindaco Pd di Reggio Emilia non ricorda con certezza chi erano gli esponenti della comunità con lui in quell’occasione. Sicuramente c’era l’allora consigliere Pd Salvatore Scarpino. Poi, ma senza certezza, Delrio fa il nome di Antonio Olivo, altro consigliere comunale del Pd. E ancora cita, ma anche in questo caso senza sicurezza, Rocco Gualtieri, consigliere comunale del Pdl. Gualtieri era tra i presenti all’ormai famosa cena organizzata dalla comunità calabrese al ristorante “Antichi Sapori”, durante la quale i il capogruppo Pdlin Provincia Giuseppe Pagliani, poi arrestato nell’operazione Aemilia, incontrò personaggi indicati come capi della organizzazione mafiosa.

Altro argomento toccato dai magistrati, il viaggio di Delrio a Cutro, avvenuto poche settimane prima delle elezioni comunali 2009, quando il primo cittadino uscente si era ricandidato per un secondo mandato. Già ai tempi tra gli oppositori politici ci fu chi vide in quella trasferta in terra di ‘ndrangheta un viaggio per influenzare i voti delle migliaia di cutresi emigrati da decenni a Reggio. Delrio però fin da allora aveva sempre parlato solo di un viaggio istituzionale. Così fa anche coi pm: “Sono andato a Cutro nel 2009 in occasione della festa del Santo Crocefisso che è una festa religiosa molto importante a Cutro. Noi abbiamo un gemellaggio”. Per Delrio niente di strano, tanto che spiega ai magistrati che probabilmente ci sarebbe tornato anche l’anno successivo. A questo punto però i pm fanno notare all’attuale numero due di Palazzo Chigi che Cutro è la città di Nicolino Grande Aracri. “So che esiste Grande Aracri. Nicola non… non lo avevo realizzato”. Poi Delrio prosegue: “Non sapevo che era originario di Cutro. Sapevo che era calabrese, ma non sapevo che fosse originario di Cutro. Perché abita lì nel centro di Cutro? No, io non lo sapevo”. Una più attenta lettura della relazione commissionata dal suo stesso Comune avrebbe colmato la lacuna su un personaggio considerato da anni incontrastato numero uno della ‘ndrangheta in Emilia.

Il sostituto procuratore della direzione nazionale antimafia Roberto Pennisi (che assieme, a procuratore di Bologna Roberto Alfonso e al sostituto Marco Mescolini, ha condotto le indagini) subito ribatte: “Che tutta diciamo così, la criminalità organizzata proveniente da Cutro oggi si ispiri a Nicola Grande Aracri, penso che lo sappia anche lei se ha letto i giornali relativi agli interventi del prefetto”. All’osservazione del pm Pennisi, Delrio sembra tentennare: “Sì, no, però io ho risposto alla sua domanda. Se lei mi chiede: ‘Sa che Francesco Grande Aracri è nativo di Cutro?’ La mia risposta è non lo so, non ne sono sicuro, cioè non lo ricordo francamente. So che è collegato alla ‘ndrangheta legata … diciamo… anche a Cutro”.

Quando i pm chiedono se parlasse mai con la comunità cutrese del clima di omertà che c’era sui temi della criminalità organizzata, Graziano Delrio spiega di averlo detto ripetutamente e di avere spiegato ai cutresi che il rischio di non denunciare può portare a pericolose generalizzazioni. Tuttavia, spiega Delrio, “c’è una specie di reticenza a denunciare e a esporsi, come le ho detto prima, io ne sono consapevole che c’è questa reticenza”.

I pm incalzano Delrio i diversi passaggi, ma agli atti gli riconoscono di avere reagito “in modo duro e molto chiaro” in occasione della pubblicazione di articoli che tendevano a sminuire il problema della ‘ndrangheta a Reggio. Nonostante questo, venerdì 6 febbraio il Movimento 5 stelle in parlamento chiederà le dimissioni da sottosegretario di Delrio perché da sindaco avrebbe dimostrato “sottovalutazione e leggerezza nell’affrontare un tema così delicato”.

Soldi a forma di case, in un momento in cui nessuno compra case

In Emilia la ‘ndrangheta faceva soldi con il mattone, investendo nei cantieri denaro proveniente dagli affari illeciti delle cosche. È aSorbolo, paese parmense a una manciata di chilometri da Brescello, che secondo gli investigatori la “lunga mano” del boss Nicolino Grande Aracri aveva trovato una fonte di guadagno nel mercato immobiliare, con una rete di società che negli ultimi anni ha realizzato palazzi e condomini per un valore di circa 20 milioni di euro. L’obiettivo era produrre ricchezza per poi rimandare i proventi delle operazioni alla casa madre. I soldi viaggiavano da sud a nord e viceversa grazie all’aiuto di autisti compiacenti sugli autobus di linea nelle tratte dalla Calabria all’Emilia. Come si legge negli atti dell’inchiesta Aemilia della Dda di Bologna che il 28 gennaio ha portato all’arresto di 117 affiliati alla ‘ndrangheta, nell’“affare Sorbolo” il modello imprenditoriale seguito era quello emiliano, ma le modalità riproponevano “l’imprinting mafioso”, con l’imposizione di subappalti a ditte vicine alla ‘ndrangheta e di uomini e materiali con cui lavorare.

Tra via Genova e via Marmolada, nel quartiere che mercoledì mattina è stato svegliato dal rumore degli elicotteri e dai fari puntati delle forze dell’ordine, ora una quarantina di appartamenti è sotto sequestro. Le persone che abitano da anni nella zona dicono che si sapeva da tempo che la ‘ndrangheta faceva affari in paese: “Colpa dello Stato, di chi ha dato i permessi, di chi non ha vigilato su queste persone”. Il sindaco Nicola Cesari, da otto mesi alla guida del Comune, ha rassicurato i suoi abitanti e si dice pronto a “collaborare con la giustizia, a vigilare insieme alla comunità per contrastare in futuro qualsiasi forma di illegalità”, ma intanto in pochi hanno voglia di parlare della vicenda: “Non dico nulla, non vorrei che poi mi accoppassero”, mormora un uomo guardando le case sequestrate.

Secondo l’accusa, l’affare fruttava a Grande Aracri 30-40mila euro al mese. E i soldi viaggiavano tra la Calabria e l’Emilia sui bus di linea

Secondo gli inquirenti, a foraggiare i cantieri nell’area ai margini del paese con i soldi dei cutresi era Romolo Villirillo, emissario di Grande Aracri in Emilia, che dall’affare Sorbolo riusciva a fruttare dai 30mila ai 40mila euro al mese. Il sodalizio ruotava intorno al nome di Francesco Falbo, imprenditore sorbolese originario di Cutro che nel 2007 entra in contatto con i fratelli Giulio e Giuseppe Giglio, tutti coinvolti nell’inchiesta. In quel periodo l’imprenditore ha acquistato un lotto di terra per 800mila euro e i due gli si propongono come soci per offrirgli liquidità per cominciare i lavori. Con loro arrivano anche Giuseppe Pallone e Salvatore Cappa, presentato come “socio occulto”, colui che “mette il nero nell’affare”, e Salvatore Gerace, con la funzione di “cassiere” per il gruppo, che nelle amministrative del 2012 aveva tentato la scalata del Comune di Parma come candidato consigliere nelle file dell’Udc dopo un passato da consigliere di quartiere in città. Aurora Building, K1, Gea Immobiliare, Tanya Costruzioni Srl, Medea Immobiliare Srl, Pilotta Srl, Azzurra Immobiliare e Sorbolo Costruzioni sono le società edili con sede tra Sorbolo, Parma e Reggiolo con cui, ricostruiscono gli investigatori, la ‘ndrangheta porta avanti fino all’inizio del 2014 le operazioni immobiliari attraverso soci e prestanome.

Di Sorbolo si interessano anche elementi considerati di spicco nelle cosche emiliane, tra cui Alfonso Diletto, Michele Bolognino e Nicola e Gianluigi Sarcone. Lo stesso boss Nicolino Grande Aracri se ne occupa personalmente grazie al tramite dei suoi affiliati che fanno la spola dall’Emilia a Cutro e Isola di Capo Rizzuto tra riunioni e movimenti di denaro. È proprio la provenienza dei finanziamenti che a un certo punto comincia a destare dei sospetti in Falbo, che rifiuta gli assegni provenienti da Cappa: “Ascolta, a me gli assegni di Cutro per favore, giri strani io non li voglio, ‘sti assegni te li riprendi e mi dai gli assegni come si deve! Ma non so neanche di chi sono!”. L’uomo però subisce le decisioni dei soci: è costretto a pagare una mazzetta di 100mila euro come percentuale per gli appalti ottenuti con le sue imprese e gli vengono imposti mezzi e uomini attraverso Giglio:“Giglio diceva: ‘Allora l’intonaco lo fa lui, la ghiaia la portiamo noi, il materiale te lo compriamo noi’”. A Falbo viene ordinato di assumere due operai affiliati alle cosche con un passato di atti malavitosi, e di affidare gli appalti a imprese “amiche”, ingaggiando per esempio degli imbianchini a un compenso più alto di quello che avrebbe fatto con la sua stessa ditta. In cantiere arriva anche materiale di dubbia provenienza: gru, gasolio “scontato al 30 per cento”, ma anche porte e piastrelle, e perfino camion di ghiaia scadente, mista a terra, tanto che il geometra di Falbo li rimanda indietro. “Il mio geometra li mandava via – racconta l’imprenditore ai pm – ma arrivava la telefonata di Giglio, fai scaricare i camion, la ghiaia così com’è va bene… E in effetti dopo abbiamo avuto dei problemi sulla strada, abbiamo dovuto fare dei rappezzi”.

Quando Falbo si ribella a queste imposizioni, nei suoi confronti cominciano le minacce, fino al recapito di una busta con quattro proiettili: “Guarda che noi le cose le risolviamo alla calabrese, non pensare che tu te le risolvi alla parmigiana! Stai attento a quello che fai!”, e ancora: “C’abbiamo tutti delle famiglie! Attenzione!”. Con la crisi del mercato immobiliare la situazione precipita e Falbo, tra continue intimidazioni, viene estromesso dalla gestione delle società ed è costretto a dimettersi dai suoi incarichi, a cedere quote per 7 milioni di euro e un terreno dal valore di 850mila euro, fino a quando le sue ditte non vengono dichiarate fallite. Quando si decide a denunciare la situazione, per lui comincia l’isolamento, diventa “l’infame che collabora con la giustizia”, anche se per i pm l’imprenditore, coinvolto nell’indagine, non è sprovveduto e vanta appoggi nella consorteria criminale, come la conoscenza dei Sarcone, a cui si rivolge per farsi aiutare nel braccio di ferro con i suoi soci. La sua posizione è da chiarire, anche se per ora risulta non avere avuto vantaggi, ma soltanto perdite dall’operazione.

(fonte)

‘Ndrangheta a Reggio Emilia: 10 milioni sequestrati

La Guardia di finanza di Reggio Emilia ha sequestrato beni per oltre 10 milioni di euro a un imprenditore residente a Montecchio che si ritiene legato alla cosca della ‘ndrangheta dei Grande Aracri. Terreni, fabbricati, aziende, auto e conti corrente che dal cuore dell’Emilia arrivano fino al profondo sud della Calabria, tutti di proprietà di Palmo Vertinelli e della sua famiglia, anche se il 54enne di origine cutrese residente a Montecchio, nel reggiano, dichiarava redditi sulla soglia dell’indigenza. Il provvedimento, emesso ai sensi della normativa antimafia dal Tribunale di Reggio su proposta del procuratore capo Giorgio Grandinetti, riguarda l’imprenditore e i suoi famigliari. Dalle prime ore di mercoledì 21 gennaio i finanzieri del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle stanno mettendo sotto sequestro beni riconducibili all’uomo, che sono collocati nel territorio reggiano, parmense, e nella zona di Crotone.

Il sequestro è scattato dopo un’approfondita attività di indagine su Vertinelli da parte degli uomini della Guardia di Finanza, che hanno riscontrato una “conoscenza interessata” di ambienti associativi criminali. Il nome dell’imprenditore era già noto agli inquirenti per la sua vicinanza al clan dei Grande Aracri. Il 54enne era apparso in un’inchiesta antimafia nel 2003, anche se allora venne escluso un suo coinvolgimento con le organizzazioni criminali. A suo carico ci fu anche una denuncia per dichiarazione fraudolenta per un giro di false fatture e infine venne colpito da un’interdittiva della prefettura di Reggio per le sue frequentazioni con la famiglia Grande Aracri, ma anche con altri pericolosi esponenti di Cutro e di Isola di Capo Rizzuto.

Dagli accertamenti della Guardia di finanza è emerso come l’imprenditore dichiarasse redditi molto bassi, quasi sulla soglia dell’indigenza, che gli investigatori hanno definito “neppure sufficienti a coprire la spesa media annua individuata dall’Istat e quindi di far fronte alle normali necessità di sostentamento”, a fronte di un patrimonio personale che è risultato essere molto cospicuo. Da qui la decisione di far scattare il provvedimento. I finanzieri hanno sequestrato quote societarie dell’Impresa Venturelli srl, Edilizia Costruzioni Generali srl, Mille Fiori srl, Bar Tangenziale Nord-Est Sas. Numerosi anche i beni immobili sotto sequestro, tra cui un complesso immobiliare costituito da nove appartamenti e un’autorimessa a Isola di Capo Rizzuto, un terreno a Crotone. A Montecchio (Reggio Emilia) sono stati sequestrati un complesso immobiliare da dieci appartamenti, due autorimesse e un magazzino, due appartamenti e un complesso immobiliare di otto appartamenti e tre autorimesse. Sempre nel reggiano, a Gattatico, è stato posto sotto sequestro un complesso immobiliare costituito tra tre appartamenti e tre autorimesse. Altri sequestri hanno riguardato anche il parmense, dove i sigilli sono stati messi a un complesso immobiliare di tre appartamenti e tre autorimesse e un terreno a Montechiarugolo, a un complesso immobiliare costituito da un appartamento e tre autorimesse a Soragna, e a un appartamento a Busseto.

Scemenze parrocchiali a Brescello

Avevo scritto qualche giorno fa del bel documentario dei ragazzi di “Cortocircuito” in cui il sindaco di Brescello Marcello Coffrini (PD) spende parole carezzevoli per il boss Francesco Grande Aracri. Va anche detto che il Partito Democratico (insieme ad ampi pezzi dell’associazionismo e della società civile) ha preso una posizione netta sulla questione e questa è una buona notizia. Poi ci sono state le difese d’ufficio che, come spesso succede, hanno raggiunto vette di stupidità e ignoranza incalcolabili ma il primo premio lo riceve il parroco del paese. E attenzione: a Brescello, mica in Calabria.

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L’edilizia ‘ndranghetista a Reggio Emilia

La Dia di Firenze e Bologna, insieme ai carabinieri di Reggio Emilia, ha sequestrato mercoledì mattina il patrimonio della famiglia di imprenditori edili Sarcone. Originari di Cutro, in provincia di Crotone, legati – secondo gli investigatori – alla cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri, i fratelli Sarcone hanno investito da tempo nella zona di Reggio Emilia, attraverso la holding Sarcone Group, attiva nel campo delle costruzioni.

Complessivamente la Dia ha posto sotto sequestro preventivo, su disposizione del Tribunale di Reggio Emilia, un patrimonio di 5 milioni di euro, tra conti correnti, quote societarie e immobili. Tanti sono gli elementi raccolti negli ultimi anni dai magistrati sulla vicinanza dei fratelli Sarcone con la cosca Grande Aracri. Giuseppe Grande Sarcone è stato segnalato dalla Dda di Bologna fin dal 1996. “Durante le indagini di quegli anni emersero numerosi contatti telefonici intercorsi con Grande Aracri Nìcolìno e altri sodali alla cosca”, ricorda il Tribunale di Reggio Emilia nel provvedimento di sequestro. Una vicinanza con il gruppo di ‘ndrangheta poi confermata con una condanna in primo grado. Anche recentemente l’imprenditore di Reggio Emilia è stato segnalato per “frequentazioni con soggetti gravati da pregiudizi di polizia e condanne”.

Il fratello Nicolino Sarcone è stato a sua volta condannato il 25 gennaio del 2013 a otto anni di reclusione per associazione mafiosa, a conclusione del processo nato dall’operazione “Scacco Matto”. Uscito dal carcere nel 2001, si era occupato di reperire risorse finanziarie per i detenuti legati ai gruppi di ‘ndrangheta, attraverso estorsioni e fatture emesse per operazioni inesistenti. Secondo i magistrati questo compito gli era stato affidato direttamente dalla moglie del capo cosca Grande Aracri.

Il terzo fratello Gianluigi Sarcone ha due precedenti per usura, estorsione, appropriazione indebita e riciclaggio. Per i magistrati negli anni scorsi ha investito nella azienda di famiglia Sarcia srl il ricavato proveniente da diverse truffe commesse ai danni di un’altra azienda di Siracusa.

Il quarto fratello, infine, Carmine Sarcone era già stato coinvolto da indagini dell’antimafia, che avevano documentato il suo rito di affiliazione ai Grande Aracri di Cutro. La Dia ha analizzato i redditi ufficiali dei quattro fratelli Sarcone, rilevano notevoli incongruenze patrimoniali. Durante le indagini gli investigatori hanno intercettato i tentativi di alcuni familiari dei fratelli Sarcone di far sparire una parte del patrimonio, con richieste alle banche di prelievi in contanti per diverse centinaia di migliai di euro e la vendita di alcuni titoli. Il sequestro ha colpito, oltre ai conti correnti, le quote societarie della New essetre srl, della Sarcia srl, della World House srl e della Terre Matildiche srl, tutte ditte operanti nel campo delle costruzioni nella zona di Reggio Emilia. Sono stati sequestrati anche diversi immobili in Emilia Romagna, Umbria e Calabria.

(fonte)

9 anni al figlio del boss Valle

Condanna a 9 anni di reclusione per Carmine Valle, figlio di Francesco Valle, uno degli ‘storici’ capi della ‘ndrangheta in Lombardia. E’ quanto ha stabilito il gup di Milano, Andrea Salemme, che ha emesso anche altre 4 condanne fino a 10 anni e mezzo di reclusione, e ha applicato anche a 3 imputati, tra cui lo stesso Valle, la misura della liberta’ vigilata per 3 anni a pena scontata. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere di stampo mafioso, usura ed estorsione.

Nel luglio del 2010, pochi giorni prima del maxi-blitz ‘Infinito’ contro la ‘ndrangheta con oltre 170 arresti in Lombardia, erano state eseguite le misure di custodia in carcere nei confronti degli affiliati alla cosca dei Valle che, attraverso estorsioni e usura, controllava il territorio dell’hinterland milanese. In quell’operazione era finito in carcere anche il ‘patriarca’ Francesco Valle, 73 anni. Per lui, che aveva costruito un vero e proprio bunker con telecamere nel suo ristorante ‘La Masseria’, e per altri e’ ancora in corso il processo con rito ordinario. Carmine Valle, invece, ha scelto l’abbreviato.

Difeso dall’avvocato Maria Teresa Zampogna, in un interrogatorio davanti al gup ha preso le distanze dalla sua famiglia e il pm Paolo Storari ha chiesto per lui 7 anni e 4 mesi con le attenuanti generiche, portando i verbali con le sue dichiarazioni come prova d’accusa nel processo ordinario. Il giudice, pero’, ha deciso di non concedere a nessuno degli imputati le attenuanti e ha condannato Valle a 9 anni, Bruno Saraceno a 10 anni e 6 mesi (7 anni e 4 mesi la richiesta del pm) e Matteo Fazzolari a 6 anni e 5 mesi (per lui il pm aveva chiesto 10 anni considerandolo inattendibile). Altri due imputati, Francesco Aloe e Francesco Resta, sono stati condannati a 2 anni e 5 mesi.9 anni

Mantova, la città calabrizzata che brucia

Sarà forse che è bastato ai (troppo pochi) volenterosi dare un letta veloce all’operazione Infinito per avere pagato dazio con la propria coscienza antimafia e potersi dichiarare tranquilli con il proprio attivismo e con la propria coscienza o sarà che in fondo anche quando si parla di mafie siamo portati ad essere milanocentrici per esigenze di notiziabilità e di classifiche ma le province lombarde continuano a godere del condono migliore: la memoria e l’attenzione. Così succede che i frammenti scivolano tra i trafiletti più bassi delle pagine locali e galleggiano giusto qualche minuto per ipotizzare davanti al caffè. Poi spariscono nella nebbia.

Mantova è la città calabrizzata lombarda degli ultimi dieci anni: in un articolo de La Cronaca di Mantova del 2 marzo 2007 si parlava di diecimila calabresi (allora) in crescita continua. Sono calabresi (a Mantova come nel resto di Lombardia) i più noti costruttori della provincia. E, fin qui, si rimane nelle statistiche. A Mantova (anzi, a Viadana) fino al 2005 risultava residente Giovanni Abramo, genere o di Grande Aracri Nicolino (capo dell’omonima famiglia di Cutro) e indicato nelle carte degli investigatori come “in collegamento con ambienti criminali calabresi” durante la sua permanenza. Nella provincia di Mantova, nel quadro di una articolata operazione condotta dalla Squadra Mobile di Crotone e dallo S.C.O. e coordinata dalla DDA di Catanzaro, si è proceduto al sequestro preventivo di un immobile di grandi dimensioni insistente nel comune di Dosolo (MN) e intestato al Sig. Monti Francesco, nato a Crotone il 26.03.1972, ritenuto elemento di spicco della cosca crotonese dei “Papaniciari”. Poco tempo fa sono state sequestrate quote societarie e beni aziendali di “Villa Azzurra S.r.l.” di Borgoforte (MN), in passato appartenuti alla famiglia Faldetta di Palermo collegata alla figura criminale di Pippo Calò. La stessa società che ha costruito, negli anni scorsi, nel territorio del Comune, una moderna casa di riposo (da tempo convenzionata con la Regione Lombardia) con 146 posti letto per degenti.

Non si può insinuare (è vero) senza accertamenti sugli episodi singolari che avvengono in provincia: pochi giorni fa le fiamme hanno divorato le lamiere brillanti dell’Audi A5 di Gaetano Muto, figlio del noto costruttore Antonio, mentre era parcheggiata in strada a Buscoldo. Ma Antonio Muto non ha dubbi: “si è trattato di un corto circuito, senz’altro”.

Senz’altro saranno anche casuali gli incendi in località Curtatone capitati (quasi contemporaneamente) a due furgoni di artigiani di origini calabresi che risultarono essere colleghi. Uno dei due disse macché rogo: la scia di benzina rimasta sull’asfalto c’è perché è fuoriuscita quando il furgone ha cominciato a bruciare. Senz’altro.

Senz’altro sarà un caso l’incendio avvenuto un mese prima a Levata: con una tanica di benzina avevano dato fuoco ad una Mercedese Classe A e ad una Smart di un commerciante di carni. Senz’altro.

Eppure i numeri non sono un’opinione: secondo i Vigili del Fuoco di Mantova in un anno gli incenti dolosi delle auto si sono quadruplicati. Quadruplicati. Nell’anno della coscienza antimafia a posto con i convegni e i libri sull’operazione Infinito.

I bravissimi e impegnati membri dell’Associazione Spezziamo l’Indifferenza (fronte culturale antimafia mantovano, nonostante a Mantova la mafia non esista) hanno messo in fila le schegge degli ultimi anni e le hanno messe in fila. Leggerle è una vertigine. Memorizzarle ed esercitare una memoria non a intermittenza in Lombardia, evidentemente, è un lusso. Appoggiamoli, stiamogli vicino, difendiamoci. Senz’altro.

TITOLI DELLA GAZZETTA DI MANTOVA 1990-2011

“Oggi la ‘ndrangheta non è solo l’organizzazione più compatta e meno visibile sul territorio, ma è anche quella più pericolosa e più pervasiva”

“Fratelli di sangue” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, edizioni Mondadori.

 

17.6.1990 Le disposizioni antimafia creano difficoltà nei cantieri mantovani

 

Mantova. Un convegno dell’Ance, l’associazione dei costruttori dell’associazione industriali di Mantova, prende le distanze dalla nuova legislazione antimafia nel campo edile. Giampietro Martinotti, il presidente dell’ance mantovana dichiara che “la nuova disciplina si concilia a fatica con le logiche organizzative”. Si manifestano dubbi sulla reale efficacia della legge soprattutto in materia di controlli.

 

5.8.1990 Sull’asse Mantova-Genova sequestrata cocaina per un miliardo e mezzo

 

Mantova. Commerciante originario di Reggio Emilia con residenza a Desenzano ricercato da otto anni viaggiava sotto falso nome brasiliano mentre trasportava coca dal Brasile. Primo scalo a Genova destinazione Mantova per rifornire il mercato tra il Garda, Verona e la città virgiliana.

 

8.8.1990 Dopo il sequestro di tre chili di “coca” scattano le manette per un reggiano

 

Mantova. Un artigiano di Campagnola (RE) è stato arrestato per traffico internazionale di droga in relazione all’episodio del 5 agosto.

 

1.11.1990 Gettano eroina dall’auto: arrestati a Guastalla tre mantovani.

 

Guastalla. Monica Botti, varesina, abitante a Gonzaga, Davide Bartolini pure di Gonzaga e Pasquale Diletto cutrese e abitante a Suzzara vengono arrestati dai carabinieri di Guastalla per detenzione di sostanze stupefacenti finalizzate allo spaccio.

 

8.3.91 Stroncato dai carabinieri imponente traffico internazionale di auto rubate

 

Mantova. Quattro gli arrestati: Nicola Adduce teramano di Borgoforte, Vanni Avanzi di San Giorgio, Alberto Mondini di Mantova e Valerio Ferrari di Bergamo. Adduce e Avanzi sono soci nella gestione della filiale Alisur di Borgoforte. Trafficavano auto di grossa cilindrata rubate, modificate ed esportate nei paesi dell’Est europeo che con la dissoluzione del blocco sovietico si sono trasformati in un nuovo mercato da colonizzare.

 

7.4.1991 Droga nei marmi condannato l’intermediario del traffico

 

Mantova. Processato a Modena Gianfranco Tirelli per traffico internazionale di eroina.

 

La droga partiva da Bagheria (PA), dalla famiglia mafiosa di Rosario Russo, per giungere a Mantova. Qui il Tirelli con sodali la nascondeva in blocchi di marmo per poi inviarla a Livorno per prendere la via degli Stati Uniti.

 

12.9.1991 “La mafia è una metastasi nazionale Mantova non deve abbassare la guardia”

 

Mantova. Due giovani industriali mantovani, Gianluigi Coghi e Paolo Avaltroni sono a Palermo per esprimere la solidarietà degli industriali mantovani all’iniziativa antimafia dell’imprenditore Libero Grassi in Sicilia. Viene sottolineato il pericolo d’infiltrazione anche a Mantova e vengono avanzate proposte e descritti i pericoli d’infiltrazione.

 

29.2.92 La sfida al crimine Nizza, caricavano coca su TIR mantovani

 

Nizza. Traffico internazionale di droga con destinazione Italia. Stavano per importare 64 kg di cocaina dalla Colombia via Brasile, Olanda e Parigi. Traffico controllato dalle ‘ndrine reggine.

 

23.6.92 Blitz contro la droga Mantova, 5 arrestati e 6 denunciati La banda trafficava con i calabresi

 

Mantova. Pochi grammi di eroina e cocaina sono bastati per portare alla luce un gruppo di mantovani e un clan di cutresi dediti allo spaccio di stupefacenti.

 

26.9.92 Cocaina, si cerca il basista

 

Mantova. Arrestato corriere tedesco con 2 kg di cocaina. Si cerca il compratore mantovano.

 

27.9.92 Coca, preso il basista

 

Curtatone (Levata). È un mercante di smeraldi il compratore mantovano della coca boliviana.

 

29.9.92 Due mantovani nell’operazione “Green ice”

 

Mantova. Insospettabili arrestati per riciclaggio di denaro sporco proveniente da un traffico internazionale di droga: USA, Bolivia, Brasile, Svizzera e Napoli.

 

14.10.92 Viadana, scoperta una bisca

 

Viadana. Bische clandestine nel Casalasco. Scoperta e chiusa una a Viadana.

 

17.10.92 Falsi finanzieri: 11 a giudizio

 

Mantova. Rifilavano a nome della GdF abbonamenti a riviste tributarie specializzate. Sgominata gang che operava a Meropaca, Reggio Calabria, con sede in centro a Mantova. Stimata truffa per 2,5 miliardi di lire.

 

23.10.92 Apre la porta e gli sparano Muratore calabrese ucciso da falsi carabinieri

 

Brescello (RE). Giuseppe Ruggiero viene assassinato in casa. Suo fratello maggiore fu assassinato nell’89 a Cutro. Nel giugno scorso assassinato suo parente Rosario Ruggiero. Il 14 agosto a Cutro viene giustiziato Paolino La Grotteria conosciuto a Reggio Emilia per il fallito incendio ad un night club. Infine Dramore Ruggiero assassinato il 6 settembre scorso con Antonio Muto entrambi originari di Cutro.

 

7.11.92 Una fuga durata 40 giorni

 

Mantova. Arrestato in Pennsylvania mantovano ricercato in operazione “Green ice” per traffico internazionale di droga, riciclaggio di denaro in relazione col cartello boliviano di Calì.

 

7.11.92 Parenti di un boss calabrese arrestati per droga a Viadana

 

Viadana. Indagine tra Isola Capo Rizzuto e Crotone porta agli arresti marito e moglie di origine calabresi per detenzione, spaccio e associazione per delinquere di stampo mafioso.

 

8.11.92 La mafia uccide a Viadana

 

Viadana. Domenico Scida, cutrese, e Maurizio Puca, napoletano assassinati a colpi di pistola in pieno centro a Viadana.

 

8.11.92 Operazione “Green ice”

 

Mantova. Il mantovano coinvolto nel traffico internazionale di droga del cartello di Calì sarà estradato dagli USA entro un mese.

 

9.11.92 Legami con i delitti di Brescello e Cremona?

 

Viadana. Si sospetta un regolamento di conti tra gruppi crotonesi presenti tra Reggio Emilia, Cremona e Mantova. A Brescello assassinato Giuseppe Ruggiero, a Cremona Dramore Ruggiero e Antonio Muto.

 

10.11.92 Si sono accorti dell’agguato

 

Viadana. Gli inquirenti insistono sul collegamento tra gli omicidi di Viadana, quello di Brescello e quelli di Cremona.

 

11.11.92 Viadana-Brescello Gli uccisi erano amici

 

Viadana. Domenico Scida e Maurizio Puca erano legati da amicizia sin dall’infanzia a Cutro.

 

14.11.92 Brescello, arriva l’antimafia

 

Viadana. Dramore Ruggiero 29 anni, Antonio Muto 39 anni, Giuseppe Ruggiero 34 anni, Domenico Scida 24 anni tutti di Cutro. La DDA di Bologna interviene perché è chiaro che si tratta non di un semplice regolamento di conti.

 

17.11.92 Legame Viadana-Brescello

 

Viadana. La Procura trasmette gli atti alla DDA di Bologna. Si conferma la faida nel crotonese e i suoi riflessi al Nord.

 

21.11.92 L’antimafia sbarca a Viadana

 

Viadana. La DDA di Brescia assume le indagini relative al duplice omicidio di Viadana. Confermati legami con omicidi di Brescello e Cremona.

 

8.12.92 Viadana arrestato presunto mafioso

 

Viadana. Muratore crotonese arrestato a Viadana. Nel mandato di cattura figurano nomi importanti delle ‘ndrine di Crotone e Papanice quali Bonaventura e Vrenna.

 

13.3.93 Catturato trafficante di droga

 

Virgilio (Cerese). Giuseppe Nocera, 39enne di Gela, latitante e appartenente al clan Madonna viene arrestato a Cerese. Il sindaco afferma che ha chiesto la residenza ma che si tratta di un fatto episodico.

 

15.6.93 Trovato avvolto in un tappeto nel Po ad Occhiello (RO)

 

Mantova. Rinvenuto a Occhiobello verso la foce del Po il cadavere di un uomo tatuato, accoltellato e avvolto in un tappeto.

 

16.9.93 Si tratta di Nicola Adduce pregiudicato di Romanore Riconosciuto dai tatuaggi sul corpo

 

Borgoforte (Romanore). Pregiudicato di origine teramana assassinato con 35 colpi di coltello e torturato. Si indaga nel suo passato.

 

18.9.93 Torturato per ore

 

Borgoforte (Romanore). I carnefici volevano farlo parlare. Si sospetta la presenza del racket.

 

5.1.94 Calabresi d’origine, in vacanza a Cutro con una 7.65 dalla matricola abrasa

 

Mantova. Due giovani cutresi residenti a Mantova e Gonzaga arrestati a Cutro per detenzione di arma illegale mentre erano in vacanza.

 

8.1.94 Un anno e 4 mesi per armi

 

Castiglione delle Stiviere. Accusato di omicidio un castiglionese patteggia la pena per la detenzione di una Beretta calibro 40 con matrice abrasa.

 

23.1.94 Killer di Falcone a Castel d’Ario Gioachino La Barbera, detto Gino, aveva amicizie in paese

 

Castel d’Ario. Conduceva un’impresa per il movimento terra a Modena. La Barbera stava lavorando alla posa dei cavi telefonici tra Cerea e Nogara in subappalto. Si tratta di colui che diede ordine, col cellulare, di far saltare l’auto di Falcone. La sua presenza a Castel d’Ario risale al 92.

 

20.3.94 Droga in USA, arrestato

 

Mantova. Partiva dalla “Edilman”, ditta edile sita in via Brennero, il carico di eroina destinato negli USA ma prodotta a Palermo. Coinvolti imprenditori reggiani.

 

24.3.94 Stroncata gang dell’eroina

 

Mantova. La filiera per lo spaccio di eroina portata alla luce dalle questure di Mantova e Milano. Otto i mantovani arrestati. In testa alla filiera un catanzarese appartenente alla ‘ndrangheta. Le connessioni portano ad un traffico internazionale di droga tra la Germania e Milano per poi diramarsi in territorio lombardo

 

12.4.94 Preso il boss della droga

 

Asola. Catturato con altri cento malviventi organizzavano un giro miliardario di cocaina ed eroina. L’arresto dell’asolano è avvenuto nel milanese. Alla testa una cosca siciliana.

 

23.4.94 Lavorava a Revere l’uomo dilaniato

 

Revere. Imprenditore edile salta in aria su una Porche per un attentato dinamitardo. Operava nel mantovano e a cavallo con Emilia e Veneto. L’auto gli era stata prestata da un amico.

 

15.6.94 Blitz antidroga, due arresti Anche due mantovani nell’operazione “Arena”

 

Monzambano. Duecento persone arrestate in tutta Italia per traffico di droga, armi ed estorsione. Legami con cosche calabresi e siciliane. Nella rete anche due mantovani di Monzambano e Castiglione.

 

16.6.94 I fratellini della ‘ndrangheta

 

Asola. Nell’operazione “I fiori della notte di san Vito” arrestate in tutto il Paese 370 persone. Due fratelli ristoratori di origine calabrese residenti ad Asola e Castiglione tra gli arrestati ed appartenenti al clan Mazzaferro di Mesoraca nel crotonese.

 

2.7.94 Altro mantovano nella gang mafiosa

 

Castiglione delle Stiviere. Mantovano di origine calabrese si aggiunge alla quota mantovana degli arresti dell’operazione “I fiori della notte di san Vito”.

 

30.8.94 Mafia, manette a Cicognara

 

Viadana. Arrestato muratore a Isola Capo Rizzuto residente a Cicognara, una frazione di Viadana. Nell’ambito dell’operazione “Atollo” viene arrestato Giuseppe Pullano componente della potente ‘ndrina degli Arena. Il suo compito costruire una filiale in terra mantovana. Dopo due mesi viene scarcerato perché caso di omonimia.

 

17.2.94 Sedici mesi a viadanese. Aveva due pistole con matricola cancellata

 

Viadana. Una “Continental” calibro 6.35 della Browning e una Beretta 7.65 con relative munizioni e matricole abrase hanno fruttato la condanna a viadanese originario di Catania.

 

8.2.95 Il boss nascosto a Suzzara

 

Suzzara. Ritenuto boss di spicco della “Sacra corona unita” brindisina viene catturato nella cittadina della Bassa nell’ambito dell’operzione “Puma II”.

 

6.6.95 Truffa carni, arrestati i Boccia

 

Mantova. Arrestato capofamiglia e 4 figli di origine campana. Truffa sull’IVA su scala nazionale e conseguente alterazione del mercato della carni. Inquirenti sospettano il racket.

 

11.6.95 A Castiglione già dentro per omicidio Dieci anni per mafia e spaccio

 

Castiglione delle Siviere. Vincenzo de Moro era affiliato alla ‘ndangheta. L’arresto rientra nell’0perazione “ I fiori nella notte di san Vito” in cui sono state arrestate tra il milanese e Reggio Calabria 370 persone.

 

23.9.95 “Ero” nel marmo, condannati

 

Mantova. Il tribunale di Mantova ha condannato i due italoamericani Italo Scaduto e Andrea Aiello per il traffico di eroina prodotta a Bagheria e inviata negli Usa via Mantova e Livorno.

 

13.12.95 Presi mandante e Killer. Adduce è stato ucciso per uno sgarro ai “soci”

 

Borgoforte (Romanore). Arrestati dai carabinieri l’amico della vittima di Villanova de Bellis e un muratore calabrese di Bergamo. Vanni Avanzi e Pasquale Le Fosse arrestati in quanto mandante ed esecutore materiale del delitto. Saranno condannati dal tribunale di Mantova.

 

13.12.95 Un supertestimone e spunta l’ombra della ‘ndrangheta

 

Borgoforte (Romanore). Pasquale Le Fosse ha legami con la ‘ndrina Scoppellitti di Reggio Calabria. All’origine dell’omicidio di Nicola Adduce il traffico di droga e le auto rubate.

 

4.2.96 Mafia nel mantovano? La questura indaga.

 

Mantova. La denuncia è fatta dall’onorevole Tiziana Parenti, ex membro del pool di “mani pulite”, presidente della commissione antimafia della Camera dei Deputati. Nel mantovano ci sono seri problemi d’infiltrazione della ‘ndrangheta soprattutto nel Basso e nell’Alto mantovano.

 

18.2.96 In galera per estorsione è accusato di far parte di una cosca nel catanzarese

 

Sabbioneta. Imprenditore edile arrestato nell’ambito dell’operazione “Sikelon” della DDA di Catanzaro appartenente alla ‘ndrina della famiglia Procopio.

 

23.3.96 Riciclaggio, parte l’indagine L’ipotesi: denaro sporco per ristoranti e aziende agricole.

 

Mantova. Su iniziativa del Ministero dell’Interno vasta operazione di verifica sul territorio per controllare lo stato delle proprietà delle aziende soprattutto per quanto riguarda i prestanome.

 

9.5.96 Preso boss della ‘ndrangheta Si fingeva turista a Mantova In Calabria è ritenuto capo zona

 

Mantova. Santo Crucitti catturato nei pressi di Porto Catena, un quartiere sulla sponda sinistra del lago Inferiore, a bordo di una grossa Mercedes. Era latitante da almeno un anno, rientrava nei mandati di cattura dell’operazione “Olimpia” inerenti le ‘ndrine del reggino.

 

20.7.96 Mafia, in manette imprenditore

 

Gonzaga. Nell’ambito dell’operazione “Eclisse” arrestato Alberico Filosa imprenditore edile originario di Melissa (CZ) nella sua residenza di Gonzaga. Incensurato, accusato assieme ad altre 98 persone in seguito alla strage di Casabona, un quartiere di Crotone. S’indaga su 56 omicidi frutto della guerra tra ‘ndrine, 40 dei quali nel Nord del Paese. Per il fratello si tratta di bugie di qualche pentito.

 

21.7.96 Mafia, altri nomi nel mirino In vista ulteriori sviluppi mantovani dell’operazione “Eclisse”

 

Gonzaga. Pare che non finisca con l’arresto dell’imprenditore edile domiciliato a Gonzaga il coinvolgimento del mantovano con la ‘ndrangheta per quanto riguarda l’operazione “Eclisse”.

 

24.7.96 Interrogato per mafia: “non dico niente”

 

Gonzaga. L’imprenditore edile arrestato a Gonzaga si avvale della facoltà di non rispondere.

 

3.8.96 “Accuse inesistenti”, scarcerato

 

Gonzaga. Dopo due settimane di cella Alberico Filosa rilasciato per l’inconsistenza delle accuse nei suoi confronti.

 

1.9.96 Asola, l’autopsia su Cavicchia Piacenza, ricercati un siciliano e un calabrese

 

Asola. Irmanno Cavicchia assassinato durante un incontro per motivi di droga e presumibilmente per un regolamento di conti tra cosche nel piacentino. Sospettati un siciliano e un calabrese.

 

5.9.96 In carcere presunto killer

 

Asola. Arrestato il siracusano ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio di Irmanno Cavicchia. La presenza delle cosche è scontato.

 

14.9.96 Nel TIR coca per 15 miliardi

 

Castiglione delle Siviere. Arrestati 4 castiglionesi per traffico internazionale di droga. La via parte dalla Colombia per proseguire per la Spagna, l’Olanda ed approdare nel bresciano e mantovano. Arresti nell’ambito dell’operazione “Hidra” rivolta prevalentemente verso la camorra napoletana.

 

21.11.96 Preso col bottino del ricatto In curriculum camorra e omicidi

 

Mantova. Catturato in flagranza di reato Achille Lauri 48enne napoletano mentre estorce 300 milioni ad imprenditore mantovano.

 

25.9.96 Marito e moglie sgozzati in casa Un’esecuzione. Agguato mafioso o una rapina.

 

San Giorgio (Villanova de Bellis). Si tratta del duplice omicidio dei coniugi Lalli di cui è stato condannato un personaggio particolare, Carmelo Borruto ex poliziotto e imprenditore che gestisce l’impresa acquistata dai coniugi Lalli. Nello sviluppo delle indagini è sempre stata presente l’ombra di “quelli di giù”: tutti i testimoni ne hanno sempre fatto riferimento. Ad un certo punto del processo il dott. Rosina, il magistrato mantovano che seguiva la vicenda, fu messo sotto protezione. Il movente dell’omicidio è stato subito identificato in ragioni economiche.

 

17.1.97 Sequestro per oltre due miliardi

 

Sabbioneta. Per ordine del tribunale di Catanzaro arrestato imprenditore edile calabrese residente a Sabbioneta. Raffaele Barbieri 34 anni, apparterrebbe alla cosca di Salvatore Procopio attiva nella zona di Noverato. Sequestrato, nell’ambito dell’operazione “Sikelon”, il cantiere di Sabbioneta con otto villette in costruzione.

 

18.1.97 L’ombra di cosa nostra L’accusa: a Mantova società del boss Calò

 

Borgoforte. Due società sequestrate per mafia gestiscono Villa Azzurra clinica per anziani a Borgoforte. La DIA: ripuliscono a Mantova i soldi di Pippo Calò.

 

19.1.97 Lavoro nero: tre zone a rischio Castiglione, Suzzara e Viadana

 

Mantova. Luigi Tosi sindacalista della Cisl segnala che “molti operai del comparto edile sono costretti a licenziarsi e ad iscriversi come artigiani”. Il fenomeno più esteso a Viadana.

 

22.4.97 Importavano cocaina per i clan

 

Castiglione delle Siviere. Quattro castiglionesi nel traffico che riforniva di droga la camorra. Tra gli altri arrestati esponenti dei clan camorristici Mariano e Nuvoletta.

 

10.5.97 E’ allarme “Caporalato”

 

Mantova. Luigi Tosi sindacalista della Cisl denuncia il proliferare di imprese edili individuali che amplificano il lavoro nero. Fenomeno concentrato tra il viadanese e l’alto mantovano.

 

21.8.97 Scoperto racket usura: 4 arresti

 

Mantova. Prestavano soldi con un interesse fino al 400%. Gli organizzatori risiedono ed agiscono tra Mantova, Reggio Emilia e Modena. Si tratta di una rete che si muove a livello nazionale. Qui operavano prevalentemente nella Bassa verso piccoli imprenditori.

 

12.1.98 Operaio in manette per mafia Ostiglia, nuovo arresto per 38enne siciliano

 

Ostiglia. Ritorna in carcere operaio di Ostiglia originario di Siracusa dopo aver scontato 4 anni per lo stesso reato di associazione di stampo mafioso e spaccio di droga.

 

16.1.98 Usura, Mantova quarta in Lombardia

 

Mantova. Un’indagine del Csp della polizia di Stato classifica Mantova quarta nelle realtà lombarde per la denuncia di atti di usura. Veniamo in ordine dopo Milano, Brescia e Bergamo.

 

12.1.98 La coca arrivava per posta Il giro dal cuore del crimine organizzato

 

Mantova. Gioia Tauro, Bovalino, Rosario, San Luca tutte località calabresi per l’alta concentrazione di criminalità per i delitti di ‘ndrangheta. Da lì partiva la coca per Mantova per essere distribuita nel bresciano, nel veronese e sul Garda. La novità sta nel fatto che Mantova da luogo di consumo al dettaglio si è trasformata in vendita all’ingrosso.

 

3.3.98 Il giovane affittò un mini appartamento in centro per alloggiare l’amico ricercato Ospitava un latitante di mafia Patteggia 28enne calabrese Diciotto mesi, ma in carcere non tornerà

 

Mantova. Patteggia per aver favorito la latitanza a un mafioso prendendo in affitto un appartamento nel centro della città.

 

10.4.98 In fiamme una discoteca nel reggiano Aperta un’inchiesta, uno dei gestori del locale abita a Curtatone

 

Curtatone. Incendio doloso appiccato alla discoteca Mirò di Sant’Ilario (RE). Tra i proprietari un cittadino di Curtatone. Mai ricevute minacce. Gli investigatori sospettano un “racket delle discoteche”.

 

3.6.98 Mafia lontana da Mantova Però tenta d’infiltrarsi

 

Mantova. Rapporto Scico della GdF ritiene che le cosche di stampo mafioso siano ancora lontane da Mantova, ma vi sono segnali che fanno intendere che la volontà d’infiltrazione è ben presente.

 

19.12.98 Le indagini da Reggio Emilia dove negli ultimi dieci giorni ci sono stati due sanguinosi attentati Mafia, perquisizioni a Mantova Operazione delle forze dell’ordine all’alba Blitz a casa di cinque calabresi

 

Viadana. Perquisite le case di cinque calabresi originari di Cutro residenti nel basso e medio mantovano.

 

17.4.99 Cocaina, in 7 davanti al giudice

 

Mantova. A processo per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, associazione per delinquere soggetti provenienti da San Luca, Gioia Tauro e Napoli.

 

23.8.99 Ucciso da un commando killer imprenditore edile di Gonzaga Assassinato nel crotonese

 

Gonzaga. Antonio Simbari imprenditore edile originario di Cutro e residente da 10 anni a Gonzaga viene assassinato dopo aver partecipato alle cerimonie per il matrimonio della sorella. L’omicidio effettuato da un gruppo di fuoco di almeno due persone con mitraglietta è stato compiuto nei pressi di Crotone. Fratelli dell’imprenditore operano in provincia di Reggio Emilia sempre nel settore edile. Antonio Simbari si configura come un omicidio atipico dato che il suo nome non risulta legato a qualche ‘ndrina.

 

24.8.99 Imprenditore ucciso, pista mantovana

 

Gonzaga. Antonio Simbari era conosciuto in paese come don Antonio per la sua azienda lavoravano diversi piccoli imprenditori artigiani cutresi della Bassa. Gli investigatori ritengono che l’omicidio abbia trovato le sue ragioni qui al Nord in terra mantovana e nel reggiano dove svolgeva la sua attività.

 

25.8.99 La rivalità tra i cutresi, pista per l’omicidio Gli inquirenti indagano anche sulla concorrenza tra imprenditori del settore

 

Gonzaga. Si conferma la convinzione che l’omicidio è maturato nell’ambito mantovano e commissionato al braccio armato della ‘ndrangheta al Sud.

 

2.9.99 Delitto Simbari, altri due omicidi Tra Emilia e mantovano le trame delle cosche calabresi

 

Cutro. Raffaele Dragone, figlio di Antonio boss dell’omonima ‘ndrina, e Tommaso De Mare sono stati assassinati nello stesso luogo in cui è stato ucciso Antonio Simbari. Continua la guerra tra ‘ndrine del crotonese che da anni insanguinano Crotone, Reggio Emilia, Parma, Cremona e Mantova. “In carcere, Raffaele Dragone, fu accusato, processato e condannato anche per gli omicidi di Nicola Vasapollo e Giuseppe Ruggiero, uccisi alla fine del 92”.

 

5.10.99 40 milioni per uccidere

 

Monzambano. Cuoco di origine calabrese trovato in possesso di una pistola con matrice abrasa e silenziatore. Svolgeva doppia vita: cuoco sul Garda e killer alla bisogna. L’obiettivo, non realizzato, un imprenditore edile residente in provincia di Reggio Emilia.

 

9.1.2000 Muratore ucciso a colpi di pistola e pugnale Ucciso nel crotonese viveva in città in viale Fiume con la famiglia

 

Mantova. Muratore 30enne in vacanza a Mesoraca in provincia di Crotone, Bruno Saporito, è stato assassinato in circostanze non chiare: questioni di famiglia o racket? Questo è l’interrogativo degli inquirenti.

 

3.11.2000 La Finanza scopre il racket Una dozzina i taglieggiati

 

Suzzara. Rappresentanti delle associazioni del commercio dichiarano la presenza del racket dell’usura in cui sono incappati una dozzina di commercianti.

 

15.1.2001 Nuovo rogo nel club a luci rosse

 

Pomponesco. Per la seconda volta preso di mira dal racket il club “Titanic” di Pomponesco, l’incendio anche questa volta è di natura dolosa.

 

3.4.2001 Torna dall’Albania con tre chili di eroina

 

Volta Mantovana. Imprenditore mantovano arrestato al porto di Bari con tre chili di eroina. La Dia ritiene si tratti di un corriere insospettabile legato alla criminalità organizzata.

 

27.5.2001 Muratore e killer, in manette un 21enne Lavorava in un cantiere mantovano

 

Mantova. Fermato nel reggiano, Sant’Ilario, è sospettato di aver ucciso un pescivendolo in Calabria per conto della ‘ndrangheta. Era ospite a Reggio Emilia di un imprenditore edile di origine calabrese che lavora anche nel mantovano. Salito al nord per far perdere le tracce, faceva parte di un gruppo di fuoco della ‘ndrangheta presente a Feudo Caraffa in provincia di Catanzaro.

 

29.7.2001 Racket dell’usura, quattro arresti. Prestiti nel settore dell’edilizia smascherata una gang

 

Mantova. Operazione che ha visto impegnati contemporaneamente le stazioni dei carabinieri di Mantova, Gonzaga e Brescello. Tutto partì dai colpi di pistola esplosi contro un furgone di una piccola azienda edile di Gonzaga il cui proprietario è un partenopeo.

 

31.7.2001 Sui quattro arrestati l’ombra della ‘ndrangheta

 

Mantova. Quattro imprenditori edili di origine cutrese residenti a Brescello, Parma e Reggio Emilia arrestati. Grazie alla collaborazione dell’usurato è stato possibile risalire all’organizzazione ‘ndranghetista. Le indagini sono state assunte dal DDA di Catanzaro e il testimone è stato messo sotto protezione.

 

9.8.2001 Inchiesta racket, 16 aziende nel mirino

 

Mantova. Nel proseguio delle indagini vengono alla luce altre 16 aziende edili. Si registra un comportamento disinvolto delle banche.

 

19.8.2001 Attentato incendiario a Marmirolo Appiccato il fuoco alla porta di casa di un imprenditore edile

 

Marmirolo. Un imprenditore edile di origini crotonesi residente in Marmirolo da almeno un decennio preso di mira dal racket.

 

6.10.2001 Camorra, una pista porta a Mantova

 

Mantova. Un pentito di camorra indica in Oronzio Palma il referente locale dell’area compresa tra il Garda e Mantova.

 

11.10.2001 Presta 20 milioni e ne vuole 70 Imprenditore patteggia usura

 

Viadana. Imprenditore edile di Viadana patteggia la pena per il reato di usura.

 

23.12.2001 Molotov contro porta

 

Viadana. Bersaglio, la casa di un agente immobiliare locale, il futuro presidente della CCIA Ercole Montanari. Ne parlerà successivamente in occasione di analoghi attentati tra Brescello e Viadana.

 

21.6.2001 Chiusa centrale del riciclaggio Negozio di Marmirolo copriva l’attività di una cosca calabrese

 

Marmirolo.”Style Moda srl” questa la ragione sociale di una rete di negozi distribuiti sul territorio nazionale dediti al riciclaggio di denaro proveniente dal traffico di armi, droga e truffe su fallimenti. La cosca di riferimento dell’area di Taurianova riunisce le famiglie Raso-Gullace-Albanese.

 

21.3.2002 Muratori arrestati per estorsione Presi a Reggio mentre incassavano 1500 € per la protezione

 

Suzzara. Muratori originari di Cutro e Crotone residenti a Reggio Emilia e Suzzara arrestati in flagrante mentre cercavano di estorcere una commerciante nella città emiliana.

 

15.5.2002 Dietro due rapine la ‘ndrangheta

 

Gonzaga. Un aderente alla n’drina degli Amato della piana di Gioia Tauro arrestato perché coinvolto nelle rapine agli uffici postali di Motteggiana e Bondanello di Moglia. Soggetto presente sul territorio dal 1997 con il compito di radicare la ‘ndrina di riferimento.

 

14.08.2002 Chiedevano il pizzo, due arresti Un 19enne di Viadana e un 32enne di Brescello

 

Viadana. Entrambi pregiudicati sono finiti in carcere a Parma, un cutrese e un leccese, colti in flagrante per estorsione verso un imprenditore edile. I carabinieri cercano legame con il racket.

 

20.11.2002 Blitz antimafia, in manette due bozzolesi

 

Bozzolo. Operazione “Grande Drago” promossa dalla DDA di Bologna. Arrestati artigiano bozzolose e muratore di origine cutrese per un giro di droga tra la Lombardia e l’Emilia. Il cutrese ritenuto un pesce piccolo della ‘ndrina Grande Aracri è Francesco La Manna. Quest’ultimo coinvolto nel duplice omicidio di Dramore Ruggiero e Antonio Muto del ’92. Operazione che mette sotto pressione le ‘ndrine del crotonese.

 

22.8.2003 Imprenditore ucciso in un agguato

 

Marcaria. Si tratta di Salvatore Arabia titolare col fratello Pasquino della piccola azienda “Artedile” di Mantova. Assassinato sulla spiaggia di Cutro risiedeva a Reggio Emilia. Aveva fondato a Mantova un consorzio di piccoli imprenditori edili che poi è fallito. Legato alla ‘ndrina dei Dragone in contrapposizione con i Grande Aracri di Cutro.

 

22.8.2003 Testimone chiave in un processo della ‘ndrangheta

 

Marcaria. Storia di Salvatore Arabia testimone nel processo che riguarda le cosche Dragone e Grande Aracri in conflitto nel crotonese. Si tratta della più nota operazione “Scacco Matto” di primaria grandezza nella trama delle ‘ndrine cutresi.

 

23.8.2003 A Marcaria una base del boss

 

Marcaria. A Pilastro aveva sede la “Artedile” anche residenza del fratello Pasquino. Sconosciuto a livello locale quasi si trattasse di un’impresa fantasma.

 

9.9.2003 Alla base dell’omicidio una lite sull’affitto

 

Curtatone (San Silvestro) Domenico Cennamo ex collaboratore di giustizia di camorra uccide a martellate e ferisce gravemente il padrone di casa l’agricoltore Vittorio Bramini e il figlio Luca. Abitava con la compagna a Villaggio Eremo.

 

24.9.2003 La vicenda

 

Brescello. Titolare del bar “Don Camillo” denuncia minacce mafiose ed estorsioni. Il sindaco la prende per matta e la minaccia di ritirarle la licenza perché un tale atteggiamento danneggia l’immagine del paese di Don Camillo e Peppone.

 

24.9.2003 “A Viadana non c’è il racket”

 

Viadana. Sindaco, carabinieri e presidente camera commercio confermano che non esiste criminalità organizzata e men che meno che abbia penetrato il tessuto sociale ed economico di Viadana.

 

29.10.2003 Auto esplosa, è caccia al mandante

 

Mantova. Arrestato Francesco Spagnolo 32enne muratore di Suzzara originario del crotonese per aver fatto saltare con esplosivo l’auto di un assicuratore a Belfiore, un quartiere di Mantova. Pare abbia agito per conto di un ex collaboratore dell’assicuratore anch’esso di origine calabrese.

 

22.12.2003 Torna l’incubo del fuoco agli Angeli

 

Mantova. Distrutto un escavatore in un cantiere di borgo Angeli in via Pilla. L’incendio è doloso e si sospetta la mano del racket. Non è il primo.

 

6.3.2004 Era un bene della mafia, confiscata Villa Azzurra

 

Borgoforte. L’imprenditore Luigi Faldetta riconosciuto uomo di fiducia di Pippo Calò e quindi appartenente all’omonima cosca mafiosa. Da qui il sequestro del bene immobile da parte della DIA di Palermo.

 

30.4.2004 Operaio arrestato per mafia, droga e armi

 

Curtatone (Levata) Giuseppe Lo prete, 59 anni, operaio edile e ospite di amici a Levata è stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Restauro” in quanto presunto appartenente ad una ‘ndrina di Mesoraca nel crotonese.

 

17.8.2004 Rogo doloso, distrutti tre automezzi

 

Viadana. Distrutti tre automezzi di un’impresa edile di Michele Pugliese di Isola Capo Rizzuto in un parcheggio di Viadana. Episodi analoghi registrati nel reggiano.

 

17.8.2004 Pavesi: non si tratta di malavita locale

 

Conferma che il tessuto economico locale resta sano ma che ci sono ragioni di preoccuparsi.

 

18.8.2004 Rogo, sentito in Calabria il titolare dell’impresa

 

Viadana. Sentito Michele Pugliese titolare della “Inerti rsl” di Isola capo Rizzuto domiciliato a Viadana. I mezzi distrutti sono intestati alla “Inerti srl”, alla “Cogetra” di Crotone e alla “Barolo” di Trezzano sul Naviglio.

 

24.8.2004 Rogo doloso: ieri summit in prefettura

 

Viadana. Si suppone che il racket operi nell’ambito dei lavori movimento terra per la costruzione della Cispadana ossia della variante all’ex Statale 62 della Cisa. Episodi analoghi registrati in provincia di Reggio.

 

26.8.2004 Viadana, attentato per la TAV

 

Viadana. Svolta nelle indagini: il racket opera nell’ambito degli appalti movimento terra per la costruzione dell’alta velocità.

 

22.9.2004 Appiccano fuoco al night club

 

Viadana. Messo a fuoco il locale notturno Agorà. Il proprietario originario di Matera risiede a Brescello. Più volte controllato dai carabinieri è sempre stato trovato in regola.

 

23.10.2004 Bruciato un camion di una ditta di rifiuti

 

San Giacomo Po. Distrutto con un incendio doloso camion di proprietà della Fincom Italia srl operante a Valdaro nello smaltimento di rifiuti industriali.

 

6.11.2004 Otto arresti per scavi abusivi nel Po

 

Felonica. Dopo mesi di denunce da parte del presidente della provincia di Mantova Maurizio Fontanili i primi risultati: arrestati cavatori abusivi che rientrano nella cosiddetta “mafia della sabbia”.

 

19.1.2005 Camorra, boss viveva a Quistello

 

Quistello. Arrestato a Napoli Domenico Andreoli di 39 anni nell’ambito di un’operazione anticamorra. Sino a poco tempo fa risiedeva a Quistello.

 

12.2.2005 Maxi processo per auto riciclate

 

Bozzolo. Iniziato il processo al tribunale di Palmi (RC) in cui sono imputati due fratelli carrozzieri di Bozzolo con altre ventisette persone per traffico illecito di auto rubate di grossa cilindrata. Tra i nomi spunta quello di Michele Molè pezzo da novanta della omonima ‘ndrina.

 

14.9.2005 Il boss racconta il sequestro Zenesini

 

Caltanisetta. Boss pentito racconta del sequestro Zenesini avvenuto a Milano nel novembre del 78, periodo in cui era presidente del Mantova calcio.

 

12.10.2005 Danno fuoco allo yacht dell’imprenditore edile

 

Mantova. Danneggiato pesantemente lo yacht di un imprenditore edile cittadino presso il rimessaggio “Punto Arno” a Pisa. Un incendio doloso appiccato all’imbarcazione ha prodotto danni anche a barche vicine. Sia l’imprenditore che i gestori del rimessaggio dichiarano di non aver mai subito intimidazioni.

 

13.10.2005 Via alle indagini sullo yacht bruciato E’ il terzo rogo nello stesso cantiere

 

Mantova. In un primo tempo si è legata la vicenda alla lottizzazione “strada Cipata” poichè l’imprenditore mantovano avrebbe ceduto la proprietà del lotto di terra in riva al lago Inferiore alla società Lagocastello titolare di una licenza per la costruzione di villette in fronte allo skyline della città gonzaghesca . Smentite da tutte le parti questa eventualità.

 

3.11.2005 Nell’auto di un detenuto pistola rubata a Marcaria

 

Marcaria. Vincenzo de Moro di Taurianova trovato in possesso di una calibro 9 rubata a Marcaria. Si ritiene che sia legato alla ‘ndrina Mazzaferro.

 

11.11.2005 Preso il braccio destro del boss

 

Marcaria (Ospitaletto). Finito in manette Pasquino Arabia, 34 anni, legale rappresentante dell’Artedile con sede a Pilastro di Marcaria. Ritenuto il braccio destro di Antonio Dragone assassinato a colpi di Bazooka il 10 maggio dell’anno scorso a Cutro. La ditta sarebbe stata utilizzata per fini estorsivi come sostiene il sostituto procuratore di Catanzaro Sandro Dolce.

 

L’auto blindata sulla quale è stato assassinato Antonio Dragone era intestata all’Artedile di Pilastro.

 

22.11.2005 Devastato dai vandali cantiere di Borgonuovo

 

Mantova. Incursione vandalica nel cantiere del “Gatto Bianco” si sospetta attività del racket.

 

23.11.2005 Vandali nel nuovo quartiere Due ipotesi: vendetta o racket

 

Mantova. La Unieco titolare del cantiere di Borgonuovo sospetta che si possa trattare di altro, e non un episodio occasionale, dato che si sono verificati episodi analoghi nel vicino cantiere del quartiere Due Pini.

 

30.11.2005 Traffico di droga Un arresto a Suzzara

 

Suzzara. Megablitz della GdF contro il narcotraffico. Arrestato un barese residente a Suzzara su iniziativa della DDA di Bari.

 

30.12.2005 Senza titolo

 

Marcaria. L’Artedile dei fratelli Arabia è implicata in attività per estorcere subappalti.

 

30.12.2005 Cantieri nel mirino delle cosche

 

Mantova. Italo Materia procuratore di Reggio Emilia traccia un quadro sull’attività edilizia e la penetrazione della ‘ndrangheta tra Reggio e Mantova.

 

30.12.2005 I primi arrivi erano soggiorni obbligati

 

Mantova. Profilo che immagina che quanto succede nella Bassa sia qualcosa di più complicato di quanto si era pensato sinora. L’area posta tra Boretto, Viadana e Brescello, quest’ultimo ribattezzato Cutrello.

 

31.12.2005 Pavesi: “Nessun infiltrazione mafiosa nel tessuto economico e sociale”

 

Viadana. Il sindaco ribadisce che l’economia viadanese è sana.

 

9.1.2006 Killer pentito

 

Brescia. Paolo Bellini, malvivente reggiano che si autoaccusa anche dell’omicidio di Alceste Campanile il militante di Lotta Continua di Reggio Emilia compiuto nel 1975, si dichiara pentito di ‘ndrangheta e confessa il duplice omicidio di Viadana.

 

11.1.2006 Delitto a Viadana il killer confessa: li ho uccisi così

 

Viadana. Una vendetta della ‘ndrangheta . Bellini fu assoldato per assassinare il cutrese, il napoletano cadde perché testimone. Conferma che gli omicidi sono collegati a quelli di Brescello e Cremona. La guerra tra ‘ndrine è finalizzata a fissare i confini d’influenza tra Reggio e Mantova.

 

23.3.2006 Delitto di Viadana, ecco i colpevoli

 

Viadana. Paolo Bellini fa i nomi dei mandanti del duplice omicidio di Viadana. Il suo compito era assassinare tutti “i dragoni” cioè gli appartenenti alle cosche Dragone-Arena in conflitto con le Grande Aracri-Nicoscia.

 

13.7.2006 Mazzate contro la pizzeria

 

Motteggiana. Atti vandalici ai danni di una pizzeria di Motteggiana, si sospettano atti di ritorsione o scoraggiamento della concorrenza perpetrati da un racket.

 

10.11.2006 Scoperto traffico internazionale di droga

 

Castelgoffredo. L’operazione “Murcia” ha portato all’arresto di numerosi componenti le ‘ndrine dei Facchineri e Bellocco di Rosarno. Tra gli arrestati un bresciano residente a Castelgoffredo.

 

25.1.2007 Delitto Viadana Altro rinvio

 

Viadana. Secondo l’ex primula nera Paolo Bellini Giulio Bonaccia, Vincenzo Vasapollo e Salvatore Ruggiero parente quest’ultimo della vittima di Brescello e sodali della ‘ndrina Grande Aracri sarebbero i mandanti degli omicidi di Viadana.

 

1.3.2007 Il pm: “A processo Bellini e i mandanti”

 

Viadana. Nell’udienza preliminare il pm ritiene attendibile Paolo Bellini e quindi si va a processo.

 

2.3.2007 Operazione antimafia, un arresto a Ostiglia

 

Ostiglia. Affiliato alla “stidda” di Niscemi arrestato a Ostiglia su iniziativa della Procura di Catania. Antonio Passaro 56enne di Gela.

 

9.3.2007 Alla mafia i soldi delle rapine: 4 anni

 

Porto Mantovano. Confessano i fratelli Giuseppe e Salvatore Russo condannati a quattro anni dal tribunale di Mantova per le numerose rapine i cui proventi servivano per finanziare la mafia catanese.

 

25.3.2007 Sei anni fa nella Bassa smantellata una gang dedita all’usura

 

Mantova. Vi parteciparono piccoli imprenditori edili le cui imprese non erano altro che paraventi per riciclare grandi somme di denaro.

 

25.3.2007 Cinque colpi di pistola contro furgone

 

Gonzaga. Preso di mira un piccolo imprenditore edile di origine siciliana.

 

27.3.2007 Maxitraffico di droga, in carcere un barista

 

Castiglione delle Siviere. Arrestato Domenico La Rocca, 43 anni, originario di Laureana di Borrello (RC) nell’ambito di un’operazione di polizia su un traffico internazionale di stupefacenti. Il traffico aveva come snodo principale la Sardegna.

 

5.4.2007 Catturato latitante, si nascondeva sotto il letto

 

Castiglione delle Siviere. Onofrio Spano barese residente a Castiglione si era dato alla latitanza dopo una condanna da 416 bis. E’ stato catturato a Ospitaletto nel bresciano a casa della sorella.

 

17.4.2007 Camorrista confessa rapina e botte al parroco di Bondeno

 

Gonzaga. E’ opera di un gruppo camorristico la rapina ai danni del 90enne parroco di Bondeno. È quanto si evince da un pentito che sta collaborando con la DDA di Napoli.

 

24.5.2007 Delitto Viadana, assolto il reo confesso Bellini

 

Viadana. L’ex primula nera Paolo Bellini non è stato ritenuto attendibile e quindi tutti assolti. Secondo le testimonianze dell’epoca sarebbero stati in quattro i killers travestiti da carabinieri ad eseguire il delitto.

 

25.5.2007 Estorsione a un artigiano: 6 anni di carcere

 

Revere. Condannati per estorsione con minacce gravi soggetti residenti a Borgofranco, Gonzaga e Matera. I primi due originari di Rosarno e Cinquefonti (RC) risultano aderenti alle ‘ndrine Pesce-Bellocco di Rosarno.

 

12.6.2007 Coca, arrestato cognato del boss

 

Suzzara. Arrestato pasticcere napoletano legato al clan di Secondigliano (NA) degli scissionisti di camorra. Ospitava in casa un amico scarcerato per l’indulto, era stato condannato per traffico di droga.

 

14.7.2007 Denaro riciclato, sequestrato un residence

 

Roverbella. Maxioperazione “Mafia sul lago” ha portato allo scoperto clan che riciclava denaro nell’area compresa tra Mantova, Brescia, Cremona e Verona attraverso una ditta di consulenza contabile con sede a Roverbella.

 

15.7.2007 Azienda in odore di mafia: sotto esame i libri contabili

 

Roverbella. La “All Stationary Tecnopaper”, AST, di Roverbella secondo i finanzieri del Gico era lo strumento per riciclare svariati milioni di euro. Sequestrati beni per 30 milioni.

 

13.9.2007 Mantova, preso un boss mafioso

 

Mantova. Emanuele Barbuscia, 43 anni domiciliato in città è stato arrestato con altri 18 presunti appartenenti ai clan mafiosi di Gela nell’ambito dell’operazione “Free car” della GdF di Caltanissetta.

 

18.9.2007 Camion bruciati, indaga il Ris

 

Castelbelforte. In ginocchio un’azienda per il trasporto di cibi freschi di Castelbelforte che ha subito l’incendio di ben due automezzi. Si sospetta il racket.

 

25.10.2007 Mafia, due imprenditori indagati

 

Mantova. Due imprenditori edili di Mantova e Poggio Rusco indagati per riciclaggio di denaro proveniente da attività criminali della mafia italo-canadese.

 

13.1.2008 Droga, spunta l’ombra della ‘ndrangheta

 

Virgilio (Pietole). 28 anni, originario di Gioia Tauro, Cosimo Bevilacqua arrestato con altre 32 persone . Mandato di cattura spiccato dalla procura di Palmi (RC).

 

30.1.2008 Furti di escavatori, a processo il clan Mazzaferro

 

Castiglione delle Siviere. Processati a Reggio Emilia per furto aggravato di escavatori componenti una banda di calabresi specializzata in furti nei cantieri TAV. Tra i rinviati a giudizio un castiglionese. Ruolo di spicco attribuito al 31enne Luca Mazzaferro di Locri (RC).

 

20.3.2008 Casa sequestrata al clan dei casalesi

 

Sermide. GdF di Rimini sequestra immobili per 7 milioni a un gruppo camorristico di casalesi nel Nord Italia. Una villetta sequestrata a Sermide.

 

21.5.2008 Traffico di droga, arrestato un impiegato

 

Castiglione delle Siviere. Camionista mantovano della ‘ndrangheta arrestato a Valeggio sul Mincio. Operava per la ‘ndrina dei Cataldo. Arrestato nell’ambito della operazione internazionale sul traffico di stupefacenti “Overland new”.

 

18.10.2009 Manager mantovano tra i primi a deporre

 

Mantova. Marino Ganzerla, manager mantovano residente in Svizzera depone al pm reggino Francesco Neri sul progetto “penetratori” riguardante l’affondamento di navi di rifiuti nel Tirreno.

 

29.10.2008 Gang riciclava soldi della droga Sequestrata una casa nel mantovano

 

Nell’ambito dell’operazione “Dominus” della GdF di Rimini sequestrati beni immobili per 7 milioni di euro. Una casa sequestrata in provincia di Mantova.

 

29.1.2009 Confiscati al boss beni per 5 milioni

 

Castel D’Ario. Fallimenti pilotati, un giro di diversi milioni di euro nell’occhio del ciclone della DDA di Vicenza. Si ritiene esistere legame con clan camorristico attivo nel casertano e nel basso Lazio. Sequestrato un capannone a Castel D’Ario in via dell’Industria.

 

14.10.2009 Rischio mafia, Dosolo alza la guardia

 

Dosolo. Sequestrata casa a 24enne, Francesco Monti, parente di un boss recentemente assassinato nel crotonese nell’ambito di un’operazione nazionale che ha visto sequestrare beni per 35 milioni di euro.

 

16.12.2009 In manette il boss del pizzo

 

Viadana. Arrestato nel suo nuovo domicilio di Viadana il 38enne Luca Caltagirone imprenditore edile di Gela. L’arresto è avvenuto nell’ambito di una operazione di polizia che ha messo le mani sul clan mafioso Emmanuello-Rinzivillo di Gela.

 

21.1.2010 In manette corriere dei clan

 

Virgilio. 86 ordinanze di cattura. 65 aziende, 210 immobili, 160 autovetture, 18 partecipazioni societarie, 59 conti correnti bancari e libretti di deposito sequestrati per un valore di 60 milioni nell’operazione “Pandora” dalla GdF e carabinieri di Napoli. Messo sotto torchio il clan camorristico composto dalle famiglie Gallo-Limelli-Vangone di Napoli. Arrestato a Cerese Giovanni Cuomo che viveva con la famiglia sotto copertura di commerciante di bestiame.

 

7.2.2010 Sequestri a Dosolo, Libiola e Bozzolo

 

Viadana. Sequestrati beni nei tre comuni della provincia tutti legati a vicende di ‘ndrangheta. Segnalata presenza di Giovanni Abramo braccio militare della ‘ndrina Grande Aracri, assolto in appello per l’omicidio di Antonio Dragone.

 

25.2.2010 Il viadanese che garantiva i voti

 

Viadana. Arrestato Martedì a Isola Capo Rizzuto Franco Pugliese, 52 anni, noto per aver raccolto voti per l’elezione del senatore Di Girolamo PdL tra gli immigrati calabresi in Germania.

 

19.3.2010 Fratelli già condannati per furto ed estorsione

 

Bergofranco Po. Arrestati i fratelli Perrone per estorsione e detenzione illegale di armi. Sono considerati vicini a cosche camorristiche di Casal di Principe, i Benedice prima e a Michele Zagaria oggi. Residenti da tempo a Borgofranco. L’iniziativa della GdF di Bologna. Tra gli arrestati un soggetto residente a Modena con proprietà a Pieve di Coriano.

 

26.3.2010 Nuovo colpo ai casalesi Tre arresti a Modena

 

Borgofranco. Arrestati due esponenti di spicco della cosca capeggiata da Francesco Schiavone, Sandokan. Risiedevano a Borgofranco Po.

 

1.5.2010 Incendio doloso distrugge un auto

 

Serravalle Po. Incendio doloso a Torriana per una Mercedes station wagon. Il proprietario, originario di Caserta, gestisce il bar Cornelio di Ostiglia. Alcuni colpi di pistola furono sparati contro la vetrina del locale nelle settimane scorse.

 

10.6.2010 Ndrangheta, preso anche uno dei boss

 

Mantova. Nell’ambito dell’operazione “Cosa mia” arrestati 7 presunti componenti di ‘ndrine calabresi tra Goito, Curtatone e San Giorgio. Tutti appartenenti alle ‘ndrine di Palmi (RC) Gallico-Mognate-Sciglitano. Operazione intesa a contrastare l’infiltrazione negli appalti per la riqualificazione della Salerno-Reggio Calabria. Quattro a Villaggio Eremo, due a San Giorgio e uno a Goito.

 

11.6.2010 Ristoranti e cantieri “così siamo sbarcati nel mantovano”

 

Mantova. Parla Francesco Fonti pentito di ‘ndrangheta che vive in un posto segreto nella nostra provincia.

 

16.6.2010 Al vaglio partite IVA e licenze Ecco il piano contro le cosche

 

Mantova. Comuni, Camera di Commercio impegnati per un controllo delle relazioni economiche sul territorio e valutare il grado di penetrazione economica della ‘ndrangheta.

 

21.7.2010 Boss della ‘ndrangheta preso a Mottella

 

San Giorgio. Latitante dal blitz dell’operazione “Cosa mia” dell’otto Giugno viene catturato a Mottella di San Giorgio alle porte di Mantova Antonio Bruzzise personaggio di spicco di una ‘ndrina di Palmi nel reggino.

 

14.8.2010 In manette un sorvegliato speciale

 

Ostiglia. Arrestato Antonio Passero nella cittadina del destra Secchia perché ha infranto il suo status di sorvegliato speciale trovandosi in compagnia di altri pregiudicati. L’arrestato è ritenuto sodale della cosca mafiosa nissena composta dalle famiglie Madonia-Emanuello.

 

14.12.2010 Così la mafia del duemila è penetrata al Nord

 

Mantova. Ospite del circolo del PD del centro di Mantova la giornalista reggiana Sara Di Antonio presenta il suo libro edito da Aliberti “Mafie. Le mani sul Nord”. Per la prima volta viene dichiarato che la ‘ndrangheta è penetrata nella città virgiliana. Quindi non solo l’hinterland, il basso e l’alto mantovano.

 

16.12.2010 Arrestati i Moietta, Ostiglia trema

 

Ostiglia. I fratelli Giancarlo e Giamberto Moietta sono stati arrestati per estorsione nei confronti due società immobiliari. Le indagini portano a Gela nel nisseno. Arrestati anche soggetti residenti rispettivamente a Pieve di Coriano e Gela.

 

23.1.2011 ‘Ndrangheta e droga il muratore finanziava la cosca

 

Castelbelforte. Nell’ambito dell’operazione “Hydra” arrestato nel comune mantovano ai confini con Verona imprenditore edile calabrese originario di Cinquefrondi (RC). Con lui arrestati in Calabria altri 11 componenti della “Locale” di Crotone composta dalle famiglie Vrenna-Corigliano-Ciampà-Bonaventura. L’accusa è quella di vari delitti tra i quali l’organizzazione di un attentato al giudice Crotonese Pierpaolo Bruni. L’operazione è stata possibile grazie al collaboratore di giustizia Giuseppe Vrenna già alla testa della potente locale crotonese. Tra gli arrestati anche Antonio Vrenna il figlio 31enne che nelle settimane scorse aveva pubblicamente ripudiato il padre assumendo contemporaneamente il ruolo di capocosca. Tra le dichiarazioni di “Pino” Vrenna una riguarda l’omicidio dell’imprenditore gonzaghese di origini cutresi Antonio Simbari avvenuto nel settembre del 1999 in provincia di Crotone. La testimonianza di Vrenna rafforza l’accusa nei confronti di Nicolino Grande Aracri quale esecutore materiale assieme ad altro dell’omicidio Simbari.

 

Giuliano Napoli, il 23enne imprenditore arrestato a Castelbelforte, si sarebbe rifugiato nel mantovano grazie a compaesani residenti nell’interland di Mantova.

 

20.2.2011 Pizzo nella Bassa, 2 arresti

 

Poggio Rusco. Un carrozziere si ribella e denuncia ai carabinieri gli estorsori. Arrestati in flagranza di reato i fratelli Modaferro di origine calabrese e residenti nella vicina San Giovanni del Dosso. Non si parla di ‘ndrangheta ma le modalità dell’azione lo fanno pensare. Estorsione con minaccia d’incendio dell’officina, la richiesta è di 10 mila euro.

 

7.4.2011 Ville con i soldi della ‘ndrangheta. Indagato un immobiliarista

 

Suzzara. Soldi del narcotraffico della ‘ndrangheta per comprare case e terreni al nord, tramite società intestate a incensurati prestanome. Il meccanismo è stato scoperto dalla direzione antimafia di Bologna che ha indagato 25 persone. Tra loro un agente immobiliare di Suzzara.

 

15.4.2011 Nella stessa casa il mercante di cocaina. Nel campanello c’è ancora il nome di un affiliato della ‘ndrangheta

 

A Sermide una delle ville di un boss dei Casalesi a giudizio per usura: ufficialmente imprenditore edile. A Gonzaga i grossisti di cocaina della ‘ndrangheta calabrese, collegati alla cosca di Cirò Marina: Alberto Filippelli e Cataldo Spataro, ufficialmente muratori, in realtà puledri di uno dei fratelli Noviello, Vincenzo, anche lui assiduo frequentatore delle lande virgiliane. A Borgofranco Alfonso e Giovanni Perrone, in cella per estorsione aggravata da metodi mafiosi, affiliati dei Casalesi. A Pieve di Coriano aveva acquistato terreni il loro socio Domenico Esposito. Villa Azzurra a Borgoforte, confiscata a Luigi Faldetta, esponente di spicco della mafia siciliana. A Mottella Antonio Bruzzise, figlio di “Spannavento”, boss storico della ‘ndrangheta calabrese. Sfuggito ad una prima retata, che nel Mantovano aveva portato in carcere sei persone, il capo della cosca di Barritteri di Seminara, era stato arrestato lunedì sera dagli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria agli ordini di Renato Cortese. Bruzzise, che viveva a Mottella con la moglie, era il pesce più grosso della faida di Palmi, mente del giro delle estorsioni per i lavori di ammodernamento del quinto macrodotto dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, accusato di decine di omicidi, minacce, lesioni, danneggiamenti.

 

15.4.2011 Maxi operazione contro i casalesi. Un arresto anche nel Mantovano

 

L’organizzazione ha taglieggiato centinaia di imprenditori di tutto il Nord Est con prestiti a tasso usuraio ed estorsioni. Tra le accuse due episodi di sequestro di persona a scopo di estorsione, 61 episodi di usura aggravata, 17 episodi di estorsione aggravata, il forzato trasferimento di intere quote societarie dalle vittime ai loro aguzzini e il diffuso ricorso a illecite operazioni di attività di intermediazione finanziaria. La Dia ha arrestato a Castelbelforte Giuseppe Zambrella, 38 anni, “l’avvocato”, uno dei personaggi di punta dell’organizzazione di usurai ed estortori che ha taglieggiato oltre cento imprenditori del Nord Est.

 

16.4. 2011 Covo fantasma di Gomorra

 

Castelbelforte. In appartamento vivevano da molti mesi, “l’avvocato” e il picchiatore della banda dei Casalesi messa al tappeto dal blitz della Dia padovana. Giuseppe Zambrella, 38 anni, secondo gli investigatori era il consulente fidato del boss Mario Crisci. Prima di loro qui abitava Giuliano Napoli, il mercante della cocaina ritenuto un affiliato alla ‘ndrangheta arrestato in gennaio.