Vai al contenuto

Manifestazione

Questi brigatisti della FIOM

Ieri chi non c’era (o si è distinto sul titolo “personale”) ha rifiutato di stare in mezzo alle storie, le tensioni, le aspirazioni e il lavoro di queste facce qui:

Schermata 2013-05-19 alle 09.33.54

Viene il dubbio che non si tratti più solo di sinistra o centrosinistra ma che sia una differenza culturale di storia e di obiettivi. A questo punto.

Salvare Villa Adriana e Villa D’Este

Sabato 18 febbraio, alle 9,30 appuntamento davanti all’ingresso di Villa Adriana per tutti coloro che esprimono contrarietà alla localizzazione di una discarica a 700 metri dal confine della Villa di Adriano, sulla necropoli arcaica della antica città di Pedum, a trecentocento metri dalle case della borgata Capannelle ed a mille dal Villaggio Adriano. Sono ormai conosciuti i vincoli archeologici ed idrogeologici che gravano sul sito individuato per la discarica e gli interventi di importanti Archeologi italiani, del Ministero dei Beni Culturali, di importanti geologi e dei mineralologi sulla preziosità del sito. Sono noti gli articoli increduli della stampa internazionale ed i servizi delle tv estere. E’ ancora in edicola il numero di Archeo che dedica quattro pagine alla “discarica a Villa Adriana”. Solo il Prefetto, che fa filtrare ad arte notizie di accertamenti tecnici positivi, ed il Governatore della regione Lazio restano sordi ad ogni intervento e quando parlano esprimono una imbarazzante posizione che testimonia l’indifferenza rispetto al seppellimento con i rifiuti di millenni di storia e cultura. Non si curano delle prese di posizione fortemente negative del Consiglio nazionale dei Beni culturali, di rappresentanti del mondo culturale italiano ed estero, del Parlamento europeo, delle interrogazioni parlamentari, delle proteste di associazioni e cittadinanze. Neanche le audizioni in Commissione interparlamentare Ecomafie, che dimostrano ampiamente il percorso oscuro attraverso il quale si è arrivati a scegliere la cava di San Vittorino, sembrano far sorgere dubbi su una localizzazione che ci limitiamo a definire cervellotica ed assurda. NON CI STIAMO! Invitiamo tutti a partecipare alla manifestazione, con striscioni, cartelli e bandiere. Cittadini, associazioni, comitati, partiti politici, enti pubblici, sono i benvenuti!

Post a rete unificata

L’idea che accolgo e vi invito a diffondere: invitare i blogger, chi frequenta e “abita” la rete a condividere, postare (anche su facebook e su twitter), diffondere lo stesso post come segnale di protesta contro il comma 29, cosiddetto ammazza-blog.

Il post scelto è di Bruno Saetta e spiega bene COSA NON VA IN QUESTA NORMAQUIraccogliamo tutte le adesioni, inserite l’url del vostro post.
Perché abbiamo scelto proprio questo post? Perché vogliamo sottolineare che la nostra non è ‘indignazione automatica’, come per esempio MASSIMO MANTELLINI ha sottolineato, ma una protesta informata. Sulla questione della scelta di definire quella norma ‘ammazzablog’ consigliamo la lettura di QUESTO ARTICOLO sempre di Bruno Saetta.  Qui raccogliamo tutte le adesioni, inserite l’url del vostro post.

ECCO IL TESTO DA DIFFONDERE:

Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?

Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione.

Cosa è la rettifica?

La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi.

Quali sono i termini per la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di non pubblicazione?

La norma prevede che la rettifica vada pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione), e la richiesta può essere inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la multa dinanzi ad un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito.

Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto?

La rettifica prevista per i siti informatici è quella della legge sulla stampa, per la quale sono soggetti a rettifica tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni ritenute dai soggetti citati nella notizia “lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia, è quindi un criterio puramente soggettivo, ed è del tutto indifferente alla veridicità o meno della notizia pubblicata.

Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false?

E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri.

Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica?

La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi sarà il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso.

Sono soggetti a rettifica anche i commenti?

Un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento (e contenuti similari) non dovrebbe essere soggetto a rettifica.

Teatro Valle, magia in corso

Magie in corso a Roma nella pancia del Teatro Valle: dal 14 giugno il teatro è occupato da elfi, clown, ballerini, registi. Proprio mentre la politica decide di dismettere un centenario gioiello della storia del Teatro Italiano, come nelle drammaturgie più fiabesche (ma adulte) la scure si trasforma in una bacchetta e oggi il silenzio del legno e dei muri è un laboratorio di intelligenza ed azione.

Perché a profumare di ottimismo non sono solo i laboratori (sempre esauriti, un’altra fiaba) o gli eventi e gli spettacoli che accarezzano un palco mai orfano, ma sono l’intelligenza e la bellezza che hanno imbevuto le maglie che la vorrebbero soffocare. Perché la cultura può essere sfiancata, osteggiata o impoverita ma rimane indomabile. Ed è per questo che il Valle occupato è un teatro che decide di occuparsi di teatro e di arte ma senza delegare: standoci, piantandosi con le radici forti della professionalità di ognuno (che sia un ballerino, un regista, un attrezzista o un Otello non ancora struccato) perché ogni teatro è l’album fotografico di un pezzo d’Italia, è l’esercizio ostinato (e spesso contrario) di una memoria che non può fare a meno di essere collettiva e partecipata.

Il premio Gibellina Randone quest’anno è andato “al Teatro Valle occupato” per il suo essere “luogo di confronto, di dibattito e di riflessione su natura e destino del valore del teatro come bene culturale collettivo“: un teatro ‘istituzionalmente’ chiuso che viene premiato è il trofeo all’inettitudine culturale di Stato.

Occupiamoci del Valle occupato, perché gli incapaci e i presuntuosi davanti alla cultura e alla bellezza sono sempre con le spalle al muro.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/19/teatro-valle-magia-in-corso/152380/