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massimo bubola

Un giornale-canzone, una ballata di cronaca e il senso di essere cantastorie

Ci ho pensato tante volte alla funzione “giornalistica” e “politica” del fare narrazione. Ci ho pensato, in fondo, perché spesso sono rimasto incastrato tra i campi dell’una e dell’altra cosa senza che per me fosse un problema eppure ricevevo richieste pressanti di chiarimenti quasi come fosse una colpa. Ricordo che con alcuni colleghi si pensava addirittura di fare una sorta di teatro-giornale che affrontasse i fatti della settimana (in fondo è la stessa evoluzione che poi ci ha portato a RadioMafiopoli) e l’idea piaceva a molti nonostante le difficoltà tecniche e di spazi.

Non so dire perché si sia spenta l’urgenza di essere contemporanei nei temi del fare il cantastorie, affidandosi piuttosto ad una memoria che se sta lontana nel tempo risulta più facile e comoda. Forse sarà che la crisi ha spento anche la voglia (e la forza) di ricamare arte su una male ultimamente misero e banale oltre che ciclico e breve all’inverosimile.

Per questo il progetto di Massimo Bubola, ‘InstantSongs‘, è un passo coraggioso e notevole: perché Massimo è stato un cantastorie già entrato nella letteratura e ha deciso di non riposare.

Il manifesto è chiaro:

Il sito ed il progetto “Instant songs” vuole ricondurre la canzone alla sua funzione originaria: cioè quella di raccontare i personaggi e i fatti salienti del nostro tempo e della nostra realtà, con particolare attenzione per quella che oggi viene definita “cronaca nera”. Prima dell’avvento della letteratura scritta, la letteratura orale di Omero ed Esiodo nella Grecia del VII-VIII secolo, era perlopiù cantata e recitata ed era uno dei principali modi per tramandare la storia che si fondeva nella mitologia. Per questo la canzone e la ballata hanno assunto nel tempo una funzione di memoria collettiva. Nel momento in cui si affronta la cronaca con una canzone, la cronaca si espande dai motivi che l’hanno ispirata e diventa epica cioè racconto condiviso, riuscendo a parlarci al di là dei fatti diretti che l’hanno ispirata. Un fatto di cronaca per quanto efferato, per quanto possa colpire e impressionare profondamente l’immaginario collettivo, si esaurisce giornalisticamente, per propria natura, nell’arco di poco tempo. Le instant songs, vorrebbero essere una cronaca in forma musicale che rimane a parlarci, così come le ballate dei cantastorie che ci hanno accompagnato fino ad oggi.

Massimo Bubola ha già scritto in 35 anni tante “instant song” che si sono protratte nel tempo da Cocis, sulla mala del Brenta, ad Alì Zazà, che narrava di un baby killer napoletano, a Don Raffaè* sul rapporti tra stato e anti-stato. Corvi sul conflitto nella ex-Jugoslavia e sui nuovi signori della guerra, Una storia Sbagliata* sulla morte di Pierpaolo Pasolini, Coda di Lupo* sugli indiani metropolitani, Cuori ribelli su un tentativo di insurrezione di indipendentisti texani e tante altre.

La canzone ‘Quante volte si può morire e vivere’ è dedicata alla storia di Federico Aldrovandi (ne abbiamo parlato molto da queste parti)  e arriva diritta alla piazza e al cuore. Come i cantastorie:

E forse vale la pena anche riguardare il docufilm sulla morte di Federico:

Questa sera

Dal Corriere Massimo Bubola e Giulio Cavalli, una coppia inedita, sul palco del Carroponte (via Granelli 1, Sesto San Giovanni, ore 21, 10 euro) «per raccontare una resistenza che è già stata scritta ma che ha bisogno di essere ricordata» . L’attore e il cantautore, saranno preziosa spalla uno dell’altro per «Si sono presi il nostro cuore» . Una serata di parole e musica con testi e ballate scritti di proprio pugno, alternate da testimonianze firmate da autori come Allan Poe e Pasolini, Virgilio e Blake, Edoardo de Filippo e Primo Levi. In apertura di serata «letture resistenti» a cura dell’Anpi Tom Benetollo di Milano. (l. gr.)

Dove sono questa settimana

La “settimana del quorum”:

domani martedì 14 a Cesate, ore 21 (Biblioteca in via Piave) per parlare di mafie e partecipazione

mercoledì 15 (ci tengo) h21.30 Giulio Cavalli (cioè io) e Massimo Bubola in “Si sono presi il nostro cuore” Carroponte via Granelli 1 Sesto San Giovanni (MI)

giovedì 16 al PREMIO ILARIA ALPI Villa Mussolini, Palacongressi Via Milano 31 Riccione (RN) 18.00Silenzio, c’è la mafia al nord! con me c’è Gianluigi Nuzzi, giornalista di Libero e scrittore, Mario Portanova, giornalista e collaboratore de L’Espresso, Piergiorgio Morosini, magistrato presso il Tribunale di Palermo e segretario di Magistratura Democratica, Marco Nebiolo, redattore di Narcomafie. Modera Antonella Mascali, giornalista de Il Fatto Quotidiano

domenica 19 a Milano per la FESTA DI NAZIONE INDIANA, ore 18 “Sapessi com’è strano, la ‘ndrangheta a Milano” Con Eleonora Bianchini, Giuseppe Catozzella, Giulio Cavalli, Marco Rovelli, Evelina Santangelo, Gianni Biondillo
“La Mafia non appartiene alla tradizione di questa città” ha detto una volta l’ormai ex-sindaco Letizia Moratti. Subito dopo, degna del proverbiale struzzo, ha ricacciato la testa sotto la sabbia. La stessa dei cantieri edili e dei movimenti terra gestiti da decenni dalle cosche della ‘Ndrangheta, che a Milano da sempre vivono un legame a doppio filo con l’affarismo e la politica. E la Lega che fa, finge di non sapere? È ora che Milano apra gli occhi, e che impari da chi, come a Palermo, fa dell’antimafia una autentica battaglia di civiltà.
circolo Arci BellezzaVia Giovanni Bellezza 16 Milano