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restiamo umani

Vorrei

Imparare ad avere il cuore pulito. Vorrei imparare a perdonare. Vorrei imparare a trattare la paura per quel poco che conta. Vorrei riconoscermi  sempre ogni volta che mi raccontano senza assistere a proiezioni eroiche o millantatrici. Vorrei imparare a chiedere scusa sentendo anche scuse. Vorrei rispettare tutti, anche quelli più lontani da me senza dovere ogni volta cadere nella trappola del banale per forza. Vorrei avere un cuore e una testa abbastanza grandi per non incorrere nelle semplificazioni.

Vorrei restare umano: tra la resistenza e il silenzio c’è tutto quello che puoi provare ad essere.

Restiamo umani. Un anno dopo per tutti gli anni dopo.

Restiamo umani. Lo so, chiamare in questo modo lo speciale dedicato a Vittorio Arrigoni ad un anno dalla sua morte, non è originale. Avremmo potuto cercare espressioni o slogan con più effetto, forse più creativi. Ma poi ci siamo chiesti: esiste un’espressione migliore per descrivere l’impegno di Vittorio Arrigoni e, più in generale, di coloro che credono per la pace? No. Perché il “restiamo umani” rappresenta il bisogno di non perdere il senso dell’umanità mai e in nessun caso. Perché l’umanità, la difesa della dignità degli uomini è l’unica risposta all’odio, al fanatismo, all’intolleranza. Perché la pace – non siamo così ingenui da non saperlo – è spesso sedicente tale o espressione di equilibri di potere. Ma la vera pace non può che passare attraverso una reale ricoversione dei cuori. No all’odio, no al fanatismo, no all’ingiustizia. No a privare chiunque della sua umanità.

Vittorio Arrigoni è un personaggio scomodo. Difficile. Una persona a tinte forti. Che divide. Lo sappiamo e non lo nascondiamo.

E tuttavia il nostro desiderio è quello di andare oltre la semplice commemorazione, ma far nascere da questo sito nel sito (che resterà online per una settimana) un sereno dibattito, un confronto, una riflessione. Sulla pace, sul pacifismo, su Gaza, su ciò che accade in medio oriente. Un confronto senza anatemi, insulti, proprio nel rispetto dell’umanità con la quale vogliamo ricordare una tragica morte. Lasciate la vostra testimonianza, scrivete i vostri commenti, partecipate al ricordo di Vittorio Arrigoni.

Quanto a Vik abbiamo pensato che il modo migliore per raccontare la sua visione del mondo e della vita fossero proprio i suoi scritti. Li abbiamo ripubblicati senza commenti, così come li aveva fatti.

Doveroso, infine, ringraziare Egidia Beretta Arrigoni e Maria Elena Delia. Se oggi questo sito è online è anche grazie alla loro disponibilità.

Lo scrive Gianni Cipriani presentando lo speciale che trovate qui.

 

Il gusto dolce dell’umanità e delle prigioni

«Spero che qualcuno tornando a casa dopo aver visto Cesare deve morire pensi che anche un detenuto, su cui sovrasta una terribile pena, è e resta e un uomo. E questo grazie alle parole sublimi di Shakespeare». Sono le parole con cui Vittorio Taviani ha ritirato l’orso d’oro del 62 Festival del cinema di Berlino riferendosi alla situazione delle carceri italiane. Ha ringraziato: «Voglio fare alcuni dei loro nomi: a loro infatti va il nostro pensiero, mentre noi siamo qui tra le luci sono nella solitudine delle loro celle. E quindi dico grazie a Cosimo, Salvatore, Giovanni, Antonio, Francesco e Fabione». E come tutte le frasi profondamente umane mi hanno illuminato il lunedì e acceso il sorriso. Perché restare umani sarà l’inizio della rivoluzione di questo Paese.

SEL: a Vittorio Arrigoni il Premio Pace 2011 Lombardia

COMUNICATO STAMPA

SEL: A VITTORIO ARRIGONI IL PREMIO PACE 2011 DI REGIONE LOMBARDIA

Dichiarazione di Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi, consiglieri regionali Sinistra Ecologia Libertà

“Per il premio pace 2011 di Regione Lombardia abbiamo proposto la candidatura di Vittorio Arrigoni, l’attivista lecchese barbaramente ucciso cinque mesi fa a Gaza da un gruppo salafita. Un omicidio che ha suscitato sdegno e proteste in tutto il mondo ed è stato condannato unanimemente dalle Nazioni Unite e da vari capi di Stato.

Vittorio, che aveva 36 anni, ha interamente dedicato la propria vita in difesa dei più deboli. Prima nell’Europa dell’Est, poi in Africa e infine in Palestina, dove si è speso instancabilmente in soccorso di una popolazione in ginocchio.

Era un portatore di pace laddove pace non c’è, sempre a fianco degli ultimi. Né eroe né martire, come ha ricordato sua madre Egidia Beretta. Semplicemente un ragazzo convinto che i diritti umani siano da rispettare e difendere. E l’ingiustizia da raccontare.

Molto attivo nella comunicazione via Internet, non ha mai interrotto, nemmeno nei momenti più difficili, la sua preziosa attività di informazione dalla Striscia di Gaza. Durante l’Operazione Piombo fuso, il suo blog Guerrilla Radio e i suoi reportage hanno ottenuto notorietà internazionale in quanto unico cronista sul campo. Il suo “Restiamo umani”, con cui chiudeva ogni corrispondenza, è oggi simbolo di speranza, di giustizia e di solidarietà.

Vittorio è nato cittadino lombardo, è diventato cittadino del mondo. Ai suoi funerali non hanno partecipato né autorità né istituzioni del nostro Paese, solo i sindaci del territorio. Sarebbe bello che ora la sua Regione gli assegnasse questo riconoscimento.

Perché è giusto. E perché rappresenterebbe un segnale importante anche in considerazione del ruolo che la Lombardia può e deve svolgere nel processo di costruzione di più avanzate, stabili e pacifiche relazioni nel Mediterraneo. A partire da soluzioni che in Israele e Palestina garantiscano tutela del diritto e della dignità e convivenza pacifica. Per due popoli, in due Stati”.

Milano, 28 settembre 2011

15 luglio, Giulio Cavalli a Boves per RESTIAMO UMANI

Per volere e saper costruire un mondo più giusto servono persone umane: capaci di sentire l’altro dentro di se’. Capaci di comprenderlo senza ridurlo. Capaci di simpatia.

Che cosa è questa “Simpatica umanità”? Cosa ha prodotto di buono nella storia? Come ci si educa?

Su questo i giovani di ACMOS rifletteranno, incontreranno, manifesteranno

Giovedì 14

ore 21 serata di apertura con la mamma di Vittorio Arrigoni (Presso il teatro Borelli. Aperta al pubblico)

Venerdì 15

mattina:

lavoro a gruppi a partire dalla questione: “Io-simpa. Cosa nella mia vita mi provoca la risonanza umana? Perchè? Come si traduce?

Il lavoro potrebbe prendere la mosse da un’ora di riflessione personale, animata da un dossier consegnato ad ognuno, contenente spunti giornalistici/narrativi che sollecitino la riflessione sul mondo (fame, guerra, migrazioni, precarietà, malattia, solitudini…).

Pomeriggio:

Cosa ha prodotto di buono la “Simpatia Umana”? Lo chiediamo a Cesare Damiano mettendo al centro la storia del lavoro. Il lavoro inteso come paradigma della umanità culturale di una certa società in un certo periodo storico. Intervento suo + gruppi + dibattito. Incontro pubblico

Sera:

Giulio Cavalli. (Al Borelli. Pubblico)

Sabato 16

Mattina:

Cosa ha prodotto di buono e come è stata negata la “Simpatia Umana”. Proposta dal CSS: ancora sul versante positivo, per dare continuità al contributo di Cesare Daniano (non c’è solo il lavoro come paradigma…) e poi sul versante negativo (quali idee e progetti politici hanno negato la Simpatia Umana: dal nazismo al reato di clandestinità). Immagini… spunti.. lavoro a gruppi..

Pomeriggio:

Simpatici non si nasce… ma si diventa” ne parliamo con Fabio Geda che ci propone riflessioni e laboratori. (incontro pubblico)

Sera:

Fiaccolata conclusiva per Boves…

Domenica 17

Mattina:

la prossima Campagna per la Cittadinanza

IL MODULO PER ISCRIVERSI SULLA PAGINA DI ACMOS