Vai al contenuto

Dicembre 2011

La Democrazia. Di Giorgio Bocca

«La felicità della democrazia, la felicità di essere, di sentirsi uomini liberi. Tutti, liberi di vivere la vita nelle sue infinite forme, di manifestare, di realizzarsi come cittadini, di assumere diritti e doveri.

Questa felicità non è un bene astratto o uno stato ideale irrealizzabile, è qualcosa di estremamente concreto e cogente, qualcosa che ha spronato una generazione a volere e a fare la guerra partigiana, la guerra di liberazione dagli occupanti tedeschi. (…)

Siamo liberi ma la mediocrità della vita ci sta soffocando. Apro la televisione, i giornali, ascolto le radio: è una marea di falsità e di stupidità che non ci dà tregua. Seguo i dibattiti politici, un bla bla bla ripetitivo, parole elusive prive di senso, una recita che ha dell’osceno perché capisci benissimo che i buoni intenti sono una copertura, un diversivo, e che al contrario tutti pensano ai buoni affari. Da cui una sorta di nausea per la politica in generale, vissuta come un colossale inganno e presa in giro.

La democrazia è il modo migliore di vivere associati, le sue forme sono le migliori, le sue ragioni inoppugnabili, ma se lascia che gli interessi privati prevalgano sui generali può diventare oggetto di feroci critiche e di odio, come all’inizio del secolo scorso, quando l’odio per la democrazia divampava in tutta Europa e creava i mostri del fascismo».

(Giorgio Bocca, 1920-2011)

I nuovi poveri. I vecchi diritti.

Mi ha molto colpito il pezzo di Pietro sui nuovi poveri che lottano contro la segnalazione ai servizi sociali mentre dormono in auto o in soffitta, elemosinano una doccia e si ritrovano in biblioteca. Quando il sistema sociale di sopravvivenza e sussistenza minimo viene progettato e sostenuto dai bisogni e dai bisognosi qualcosa non funziona. Qualcosa si inceppa nello Stato che smette di essere collante di diritti e doveri di tutti dedicandosi ai ceti sopra la linea di galleggiamento: la chiamano uguaglianza in tempo di crisi, invece è classismo (ampio sì ma classista). E mi sfugge perché di fronte ai nuovi bisogni e ai nuovi bisognosi non ci siano di pari passo i nuovi diritti, il nuovo welfare e la nuova politica. Davvero.

Morti per giornalismo

Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto. (Horacio Verbitsky)

Nel 2011 43 giornalisti uccisi per il proprio lavoro secondo CPJ. Un esercito rimasto sul campo di una libertà che sembra impossibile senza gli stili della guerra.

Deadliest Countries in 2011

Pakistan: 7
Iraq: 5
Libya: 5
Mexico: 3
Bahrain: 2
Afghanistan: 2
Yemen: 2
Philippines: 2
Egypt: 2
Brazil: 2
Somalia: 1
Russia: 1
Nigeria: 1
Thailand: 1
Dominican Republic: 1
Vietnam: 1
Tunisia: 1
Ivory Coast: 1
Syria: 1
Azerbaijan: 1
43 Journalists Killed in 2011/Motive Confirmed
Terminology explained
Gadzhimurad Kamalov, Chernovik
December 15, 2011, in Makhachkala, Russia
Rafiq Tagi, Freelance
November 23, 2011, in Baku, Azerbaijan
Ferzat Jarban, Freelance
November 19 or 20, 2011, in Al-Qasir, Syria
Gelson Domingos da Silva, Bandeirantes TV
November 6, 2011, in Rio de Janeiro, Brazil
Javed Naseer Rind, Daily Tawar
November, in Khuzdar, Pakistan
Zakariya Isa, Nigeria Television Authority
October 22, 2011, in Maiduguri, Nigeria
Wael Mikhael, Al-Tareeq
October 9, 2011, in Cairo, Egypt
Faisal Qureshi, London Post
October 7, 2011, in Lahore, Pakistan
Maria Elizabeth Macías Castro, Freelance
September 24, 2011, in an area near Nuevo Laredo, Mexico
Phamon Phonphanit, Sue Samut Atyakam
September 24, 2011, in Yala, Thailand
Hassan al-Wadhaf, Arabic Media Agency
September 24, 2011, in Sana’a, Yemen
Farhad Taqaddosi, Press TV
September 20, 2011, in Kabul, Afghanistan
Hadi al-Mahdi, freelance
September 8, 2011, in Baghdad, Iraq
Pedro Alfonso Flores Silva, Channel 6
September 8, 2011, in Chimbote, Peru
Noramfaizul Mohd, Bernama TV
September 2, 2011, in Mogadishu, Somalia
José Agustín Silvestre de los Santos, La Voz de la Verdad, Caña TV
August 2, 2011, in La Romana, Dominican Republic
Ahmad Omaid Khpalwak, Pajhwok Afghan News, BBC
July 28, 2011, in Tarin Kot, Afghanistan
Alwan al-Ghorabi, Afaq
June 21, 2011, in Diwaniyya, Iraq
Shafiullah Khan, The News
June 17, 2011, in Wah Cantonment, Pakistan
Edinaldo Filgueira, Jornal o Serrano
June 15, 2011, in Serra do Mel, Brazil
Romeo Olea, DWEB
June 13, 2011, in Iriga City, Philippines
Asfandyar Khan, Akhbar-e-Khyber
June 11, 2011, in Peshawar, Pakistan
Saleem Shahzad, Asia Times Online
May 29 or 30, 2011, in Mandi Bahauddin, Pakistan
Nasrullah Khan Afridi, Khyber News Agency, Pakistan Television, Mashreq
May 10, 2011, in Peshawar, Pakistan
Sylvain Gagnetau Lago, Radio Yopougon
May 8, 2011, in Abidjan, Ivory Coast
Chris Hondros, Getty Images
April 20, 2011, in Misurata, Libya
Tim Hetherington, Freelance
April 20, 2011, in Misurata, Libya
Karim Fakhrawi, Al-Wasat
April 12, 2011, in Manama, Bahrain
Zakariya Rashid Hassan al-Ashiri, Freelance
April 9, 2011, in Al-Dair, Bahrain
Anton Hammerl, Freelance
April 5, 2011, in an area near Brega, Libya
Sabah al-Bazi, Al-Arabiya
March 29, 2011, in Tikrit, Iraq
Muammar Khadir Abdelwahad, Al-Ayn
March 29, 2011, in Tikrit, Iraq
Luis Emanuel Ruiz Carrillo, La Prensa
March 25, 2011, in Monterrey, Mexico
Mohammed al-Nabbous, Libya Al-Hurra TV
March 19, 2011, in Benghazi, Libya
Jamal al-Sharaabi, Al-Masdar
March 18, 2011, in Sana’a, Yemen
Ali Hassan al-Jaber, Al-Jazeera
March 13, 2011, in an area near Benghazi, Libya
Noel López Olguín, Freelance
March 2011, in Chinameca, Mexico
Mohamed al-Hamdani, Al-Itijah
February 24, 2011, in Ramadi, Iraq
Ahmad Mohamed Mahmoud, Al-Ta’awun
February 4, 2011, in Cairo, Egypt
Le Hoang Hung, Nguoi Lao Dong
January 30, 2011, in Ho Chi Minh City, Vietnam
Gerardo Ortega, DWAR
January 24, 2011, in Puerto Princesa City, Philippines
Lucas Mebrouk Dolega, European Pressphoto Agency
January 17, 2011, in Tunis, Tunisia
Wali Khan Babar, Geo TV
January 13, 2011, in Karachi, Pakistan

5 Media Workers Killed in 2011
Terminology explained
Fuad al-Shamri, Al-Saeeda TV
October 22, 2011, in Sana’a, Yemen
Farah Hassan Sahal, Radio Simba
August 4, 2011, in Mogadishu, Somalia
Mohamed Shaglouf, freelance
March 15, 2011, in Ajdabiya, Libya
Marcel Legré, La Refondation
February 28, 2011, in Koumassi, Ivory Coast
Rodolfo Ochoa Moreno, Grupo Multimedios Laguna
February 9, 2011, in Torreón, Mexico

35 Journalists Killed in 2011/Motive Unconfirmed
Terminology explained
Luz Marina Paz Villalobos, Cadena Hondureña de Noticias
December 6, 2011, in Tegucigalpa, Honduras
Charles Ingabire, Inyenyeri News
December 1, 2011, in an area near Kampala, Uganda
Roy Bagtikan Gallego, freelance
October 14, 2011, in Lianga, Philippines
Li Xiang, Luoyang TV
September 19, 2011, in Luoyang, China
José Oquendo Reyes, Radio Alas Peruanas, BTV Canal 45
September 14, 2011, in Pueblo Nuevo, Peru
Valderlei Canuto Leandro, Radio Frontera
September 1, 2011, in Tabatinga, Brazil
Humberto Millán Salazar , A Discusión, Radio Fórmula
August 24 or 25, 2011, in Culiacán, Mexico
Niel Jimena, DYRI-RMN Radio
August 22, 2011, in E.B. Magalona, Philippines
Muneer Shakir, Online News Network, Sabzbaat TV
August 14, 2011, in Khuzdar, Pakistan
Yolanda Ordaz de la Cruz, Notiver
July 2011, in Veracruz, Mexico
Auro Ida, Olhar Direto, Midianews
July 21, 2011, in Cuiabá, Brazil
Nery Geremías Orellana, Radio Joconguera, Radio Progreso
July 14, 2011, in Lempira, Honduras
Luis Eduardo Gómez, Freelance
June 30, 2011, in Arboletes, Colombia
Witness-Patchelly Kambale Musonia, freelance
June 22, 2011, in Kirumba, Democratic Republic of the Congo
Misael López Solana, Notiver
June 20, 2011, in Veracruz, Mexico
Miguel Ángel López Velasco, Notiver
June 20, 2011, in Veracruz, Mexico
Ibrahim Foday, The Exclusive
June 12, 2011, in an area near Grafton, Sierra Leone
Jyotirmoy Dey, Midday
June 11, 2011, in Powai, India
Luis Ernesto Mendoza Cerrato, Channel 24
May 19, 2011, in Danlí, Honduras
Yensi Roberto Ordoñez Galdámez, Channel 14
May 18 or 19, in Nueva Concepción, Guatemala
Wilfred Iván Ojeda, El Clarín
May 17, 2011, in La Victoria, Venezuela
Héctor Francisco Medina Polanco, Omega Visión
May 11, 2011, in San Pedro Sula, Honduras
Valério Nascimento, Panorama Geral
May 3, 2011, in Rio Claro, Brazil
Julio Castillo Narváez, Ollantay Radio
May 3, 2011, in Virú, Peru
Alfredo Antonio Hurtado, Canal 33
April 25, 2011, in Ilopango, El Salvador
David Niño de Guzmán, Agencia de Noticias Fides
April 20, 2011, in La Paz, Bolivia
Luciano Leitão Pedrosa, TV Vitória and Radio Metropolitana FM
April 9, 2011, in Vitória de Santo Antão, Brazil
Taha Hameed, Al-Massar TV
April 8, 2011, in Baghdad, Iraq
Zaman Ibrahim, Daily Extra News
April 2, 2011, in Karachi, Pakistan
Maria Len Flores Somera, DZME
March 24, 2011, in Malabon City, Philippines
Merardo Alejandro Romero Chávez, La Voz de Ytakyry
March 3, 2011, in Ytakyry, Paraguay
Umesh Rajput, Nai Dunia
February 22, 2011, in Raipur, India
Abdost Rind, freelance
February 18, 2011, in Turbat, Pakistan
Hilal al-Ahmadi, Freelance
February 17, 2011, in Mosul, Iraq
Ilyas Nizzar, Darwanth
January 3, 2011, in Pidarak, Pakistan

20111226-083343.jpg

A proposito di Giorgio Bocca: la TAV

Se vi sento dire la parola TAV sparo. Se vi sento dire che la Tav, l’alta velocita’, è indispensabile, necessaria al progresso, tiro su dal pozzo il Thompson che ci ho lasciato dalla guerra partigiana. Perché d’inevitabile in questo stolto mondo c’è solo l’incapacità della specie a controllare la suo conigliesca demografia, le sue moltiplicazioni insensate. Il progresso! Se vi capita di pecorrere la Pianura Padana che ha fama di essere luogo più ricco e civile d’Italia, date un’occhiata ai paesi e alle citta’. Quà e là riuscite ancora a vedere un campanile, ma il resto è urbanistica informe, una metastasi di casoni e casette venuti a slavina senza un piano regolatore, di materiali scadenti, di forme informi collegati da autostrade che si vergognano di essere così brutte e si nascondono dietro i tabelloni di vetrocemento o di plastica. Questa necessità del progresso è un modo osceno per definire la nostra incapacità di resistere alle speculazioni. Lo scriveva Giorgio Bocca. Qui.

Antimafia senza divisa

Luca Rinaldi scrive un libro di storie di antimafia civile. Nell’introduzione si legge: «gli arresti e la repressione sono lo stadio finale del contrasto, quando ormai la cosiddetta frittata è stata fatta. Occorre oggi inoculare nella società il virus della legalità, non sempre facile da far girare in periodi di crisi economica, ma quanto mai necessaria per uscire da questa» Qui trovate la presentazione e una bella intervista al resistente Don Aniello Manganiello.

Vincenzino Rispoli finisce confiscato

Lui che diceva di non essere mafioso. Adesso dirà di essere nullatenente.

Milano. I Carabinieri del Comando Provinciale di Varese, con il supporto dei Carabinieri della sezione di P.G. del Tribunale di Milano e dei Comandi territorialmente competenti, hanno dato esecuzione, nelle Province di Varese, Milano e Crotone, a un decreto di confisca di beni adottato dal Tribunale di Milano su richiesta della Dda di Milano nei confronti di Vincenzo Rispoli, elemento a capo della compagine criminale di stampo mafioso riconducibile alla ‘ndrangheta denominata ‘Locale di Lonate Pozzolo’, affiliata alla cosca Farao-Marinicola della provincia di Crotone, nonchè a un decreto di sequestro dei beni propedeutico alla confisca emesso dal Tribunale di Varese su richiesta della Dda di Milano nei confronti di Giulio Baracchi, individuato quale ‘commercialista’ del sodalizio. I provvedimenti emessi sono frutto delle indagini patrimoniali condotte nell’ambito di attività investigativa denominata dalla ‘Bad Boys’, avviata dal Reparto Operativo di Varese nel 2005 e coordinata dal pm Mario Venditti, che ha portato alla individuazione dell’organizzazione criminale radicatasi nel territorio della Provincia denominata ‘Locale di Legnano – Lonate Pozzolo’. Il sodalizio, grazie alla forza derivante dal vincolo associativo con la cosca madre Farao-Marinicola di Cirò Marina, e attraversodiverse azioni di intimidazione e ritorsione, ha posto in essere il controllo di attività criminose nella zona e il condizionamento di soggetti imprenditoriali, acquisendo – direttamente o indirettamente – la gestione di attività economiche afferenti i settori del commercio, dell’edilizia e del mercato immobiliare. L’operazione si inserisce, evidenziano i Carabinieri, nella strategia di contrasto alle infiltrazioni della ‘ndrangheta’ in Lombardia con particolare riferimento alla aggressione dei patrimoni risultanti da attività di estorsione e usura, predisposta dalla Dda di Milano e che ha visto in prima linea il Comando Provinciale di Varese collegare e approfondire alcuni filoni investigativi insorgenti da altre indagini condotte con le Procure di Varese e Busto Arsizio.
I patrimoni oggetto di confisca, che erano stati preventivamente sequestrati l’11 dicembre 2009 a carico di Vincenzo Rispoli, consistono in una unità abitativa situata in Legnano (Monza-Brianza), un terreno agricolo situato in Cirò Marina (Crotone), diversi rapporti di credito con vari istituti bancari e postali nonchè due autovetture, stimati in un valore complessivo di circa un milione di euro. A Giulio Baracchi, invece, i Carabinieri di Varese hanno sequestrato due fabbricati con relativo arredamento, due terreni, una abitazione in villini e un box, tutti siti in Portovaltravaglia (Varese), le quote di una società operante nel settore della gestione del personale e vari titoli bancari (uno dei quali, in particolare, attivo presso un istituto di credito ticinese, avente un saldo attivo di 1.300.000,00 euro) valenti complessivamente, secondo una stima preliminare, circa 3 milioni di euro. Nel corso dell’intera operazione sono stati già sequestrati beni per circa 33 milioni di euro a carico dei componenti del citato sodalizio criminale. A Vincenzo Rispoli, inoltre, attualmente detenuto poichè condannato con sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Busto Arsizio lo scorso 4 luglio alla pena di anni 11 di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso e altro, è stata notificata anche la misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza o di abituale dimora per la durata di anni 4.

Adnkronos

Bilancio Lombardia 2012: tutto come previsto

“Che in Lombardia la corsa fosse finita, era ormai chiaro da tempo. E ora c’è anche il bilancio 2012 a confermarlo inequivocabilmente, con la forza dei numeri.

Tutte le previsioni delle finanziarie regionali dal 2010 a oggi si sono rivelate scritte sulla sabbia, cancellate, ogni anno di più, certamente anche da tagli e ricadute nazionali, ma soprattutto dall’incapacità di Formigoni e della sua Giunta di cambiare passo, di costruire un nuovo modello.

Occorrono politiche industriali lungimiranti, a partire dal sostegno ai settori più innovativi. E invece non se ne vede traccia. La Jabil, per fare un solo ma significativo esempio, fa banda larga ed è occupata dagli operai licenziati via fax. Va bene garantire per l’anno a venire gli ammortizzatori, ma dalla Regione ci si aspetterebbe interventi ben più strutturali sulla crisi, sul rilancio produttivo e sullo sviluppo.

Occorre un investimento di peso sulla scuola pubblica, perché gli studenti sono il futuro del Paese. E invece Formigoni di nuovo regala milioni di euro – per la prima volta in calo da 51 a 33, ma comunque ancora tantissimi – ai pochi che frequentano le private, consueto bacino elettorale. Respingendo le nostre richieste di spostarne almeno 22 sul potenziamento dei servizi socio-educativi per l’infanzia, sull’acquisto di strumenti tecnologici per disabili, sui contributi per lavori socialmente utili.

Occorrono politiche sociali attente, capaci di difendere la dignità della vita delle persone disabili. E invece si promettono 70 milioni in campagna elettorale perché torna utile, si mantengono per un anno, ma per il 2012 si riducono di 30 milioni, mettendo a rischio il finanziamento dei servizi sociali essenziali da parte dei Comuni e persino sottraendosi al confronto con le associazioni, a partire dalla Ledha, che da mesi lo chiedono.

Occorre salvaguardare il territorio e migliorare la qualità della vita dei lombardi. E invece Regione Lombardia è schiacciata da pesanti inchieste giudiziarie che raccontano di tangenti, rifiuti pericolosi nascosti sotto l’asfalto e improponibili discariche di amianto, in barba alla salute dei cittadini e all’integrità dell’ambiente. Mostrandosi completamente sorda, in questa previsione per il 2012, anche alle nostre richieste di restituire indipendenza e funzioni di polizia giudiziaria all’Arpa nonché di rifare la brutta legge sui servizi idrici dello scorso dicembre, accogliendo l’esito referendario di giugno sull’acqua pubblica”.

Milano, 21 dicembre 2011

Abrogata la caccia in deroga. Siamo alle solite.

“In questi mesi, ancora una volta, in Lombardia si è potuto sparare a peppole e fringuelli in deroga alle normative, grazie al solito bel regalo per la lobby dei cacciatori confezionato a fine luglio da Lega e Pdl con l’aiuto dei filo-doppiette di Pd e Udc. Il provvedimento, che avevamo pesantemente contestato perché come ben noto a tutti avrebbe causato l’avvio di una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea, era stato addirittura votato dalla maggioranza a scrutinio segreto per evitare responsabilità personali e scaricare le sanzioni sull’intera collettività. Oggi, di fronte alla certezza e alla consistenza della multa, i sostenitori della caccia in deroga si sono visti costretti alla marcia indietro e all’abrogazione di alcune parti della legge. Ma è tardi per gli uccellini abbattuti di fatto illegalmente. E resta anche il silenzio assordante delle mancate scuse ai cittadini lombardi per l’inutile spreco di tempo e di risorse. Ora ci auguriamo che ci si rimetta definitivamente in regola con le direttive europee e che a nessuno in Consiglio torni in mente di riproporre, la prossima estate, lo stesso irresponsabile e vigliacco teatrino”.

Riina: Rostagno l’abbiamo ammazzato noi

“Con Riina abbiamo parlato del delitto Rostagno, e io gli chiesi se lui ne sapeva parlare, lui mi ha detto si, si sono “tolti questa rogna”, questa rottura di scatole, Rostagno era un problema per il territorio di Trapani, i mazaresi avevano tolto quella persona (Rostagno)”. Brusca ricorda che il colloquio avvenne a Palermo, sui non ricordo si giustifica dicendo che oggi “ha un po’ di mal di testa”. Il pm legge il verbale di interrogatorio risalente al 1997 e al 1999 reso da Brusca sul delitto Rostagno. Il pm ricorda la frase di Riina detta a Brusca, “si levarono sta camurria”, come emerge da un verbale di interrogatorio. Il pm annota l’uso del plurale da parte di Riina, “quando io parlavo con lui – dice Brusca – non c’era bisogno di ricostruire i fatti, li conoscevamo, il plurale era perchè il delitto interesava a più persone, e interessava a Trapani”… (proseguono disguidi tecnici durante la videoconferenza, ndr). “Pur non essendo Agate il capo provincia,  Riina teneva particolarmente al mandamento di Mazara (Tp). Il “si levarono” fa riferimento a Trapani in generale e Riina si riferiva essenzialmente a Mazara perchè erano loro che gestivano Cosa nostra trrapanese. Riina mi confermò che fu Cosa nostra a uccidere Rostagno perchè questo dava fastidio”. “Non conosco i dettagli, ricordo che Rostagno lavorava in una tv di un certo Puccio, un imprenditore che ho conosciuto tramite Siino ….Questo Puccio l’ho conosciuto personalmente, con lui siamo stati insieme una settimana nell’89 per chiudere degli appalti, una volta gli chiesi di sponsorizzare un politico, credo fosse Salvatore Cintola”. Il pm rilegge un verbale: “Gli posso dire che Puccio Bulgarella è amico di Angelo Siino”, e allora chiede se lui ha parlato della stessa persona indicata nel verbale del 1997 e del 1999: “Confermo” risponde Brusca, “sto parlando di Puccio Bulgarella (editore di Rtc la tv dove lavorava Rostagno, ndr).”Apprendendo del delitto seppi del fucile scoppiato (in mano al killer) e Riina mi ricordo con me commentò anche questa cosa”. “In quel momento non sapevo se era un fatto di Cosa Nostra, chiesi a Riina e con la sua risposta mi confermò che era un delitto di mafia….qualunque cosa facevano i trapanesi, Riina ne era a conoscenza, non dico che era il mandante ma lui per i rapporti che avava con i trapanesi veniva informato di tutto e per tutto”. Movente? “Dava disturbo al territorio come giornalista, il “camurria” di Riina credo che si riferisca a questo, io non conosco i dettagli, ma il delitto lo conosco per sintesi, per via di quella risposta di Riina”. Per seguire il processo Rostagno potete andare sulla pagina facebook che dal primo giorno segue il processo.