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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Su Bedori, Milano e M5S

bedori

Credo di non avere mai conosciuto nella mia (piccola) esperienza politica un candidato che rinunci a fare il candidato sindaco di Milano. Una persona che non accetti di stare sotto ai riflettori, apparire sui giornali, godere di un protagonismo collettivo con ricadute assolutamente personali: a me sta simpatica la Bedori che si ritira dalle elezioni milanesi. Lo trovo un gesto di umiltà e poesia. E non me ne frega niente se qualcuno mi suggerisce che la decisione sia nata da altri o cos’altro: le candidature a sindaco sono i blocchi di partenza e l’esibizionismo di tante pochezze. Lei ha rinunciato. Punto.

Bray ha detto no

roma

Massimo Bray ha detto no. Non si candiderà sindaco a Roma. Noi ci abbiamo provato, abbiamo cercato di sciogliere i nodi e le riserve che si presentavano. Mi spiace ma sono molto contento di averci provato. Roma ha bisogno di passione. Di tutti.

L’idiozia dei notabili. Secondo Tocci.

notabili
Vale sempre la pena leggere Walter Tocci:
«Chi ha ordinato di gonfiare i dati delle primarie non può passarla liscia. Ha danneggiato il partito nel modo più stupido che si possa immaginare, e ha prodotto nuovo sconcerto tra gli elettori. Il risultato non è inficiato e, tutto sommato, la partecipazione non è stata neppure bassa rispetto alla povertà di contenuti nel confronto tra i candidati. Certo, se il Pd avesse promosso una lista civica di centrosinistra aperta alle competenze più innovative, alle forze sociali e alla cittadinanza attiva, avrebbe ottenuto una partecipazione al voto superiore alla soglia dei centomila. Sarebbe stata una festa democratica, avrebbe dato al candidato lo slancio decisivo per vincere le elezioni.
Era l’occasione per far vedere un vero partito democratico, e invece ha vinto la miopia del ceto politico. Quando prevale il piccolo cabotaggio, non ci sono più strumenti politici per innalzare la partecipazione e restano solo i trucchi contabili. Nulla accade per caso; anche uno stupido episodio come questo è il sintomo di una malattia. E far finta di niente, ridimensionare, sopire e sperare che passi non è la terapia giusta. Anzi, la patologia si aggrava se i responsabili restano ignoti, se chi sbaglia rimane ai posti di comando. Mi aspetto che gli organi di garanzia prendano provvedimenti senza guardare in faccia a nessuno.
I “notabili” hanno portato alla crisi del partito romano, prima con Mafia capitale, poi con le firme dal notaio, e da tempo con la palese impreparazione nel programma di governo. Ora sappiamo che possono far male al Pd non solo per arroganza ma anche per idiozia.»
Il resto è qui.

#unafirmaperBray

«Roma non ha bisogno di un altro candidato: Roma ha bisogno di un diverso respiro, di ricominciare ad emozionarsi per le sue bellezze e intelligenze, di chiudere con i tatticismi e le zuffe di partito, di svoltare dal mafiacapitalismo per riportare la città e la politica lì all’altezza della cultura che contiene.

Queste prossime elezioni amministrative possono (e devono) essere una svolta culturale e noi riteniamo che Massimo Bray possa essere la scintilla di questo cambiamento collettivo. Per questo gli chiediamo di considerare l’entusiasmo del progetto che è pronto ad accendersi con lui.»

Inizia così l’appello lanciato per convincere Massimo Bray ad ascoltare le molte voci che lo vorrebbero candidato. Io l’ho firmato. Si può leggere e firmare qui.

Per fortuna c’è Fanpage

terrorismo

Sono fiero di lavorare con loro. E non (solo) per le primarie smascherate a Napoli (e che i potenti si arrabbino dimostra che si sta facendo bene il proprio lavoro) ma perché il presunto terrorista è stato arrestato grazie ai migranti. E loro l’hanno scritto. Loro. Qui.

Ah, non era un Imam, tra l’altro.

A proposito di Gherardo Colombo

(foto di Armando Rotolati) http://armandorotoletti.com
(foto di Armando Rotolati) http://armandorotoletti.com

Alessandro Gilioli ha centrato il punto:

«Mi pare di leggere nelle sue frasi, infatti, un certo grado di sospetto verso le pratiche di quella stessa parte politica che lo avrebbe voluto candidare. Mi riferisco a quando scrive: «Il ruolo di sindaco dovrebbe prevedere il supporto di una squadra di persone scelte con anticipo e ponderazione, competenti e fidate, con le quali condividere un percorso così importante per i cittadini». Ecco, magari sbaglio, ma ci leggo una critica alle improvvisazioni pre-elettorali della sinistra (e quante ne abbiamo viste, in questi anni, di queste improvvisazioni!). E ci vedo pure una possibile preoccupazione per quello che gli sarebbe rapidamente successo se avesse detto sì: l’assalto alla diligenza per un posto in lista o in squadra, e poi paletti, mediazioni, trattative, spartizioni. Che un po’ fanno parte della politica, certo, ma se sono troppe la inquinano, la distorcono, ne svuotano il senso.»

E sono d’accordo con lui, in pieno. Perché questa lezione sembra proprio che non si riesca ad imparare. Il suo post è qui.

Cosa succede su Roma?

campidoglio-roma

Lo scrivo qui. Al riparo. Nel mio blog. Così non si scomodano strane dietrologie, anche se devo ammettere che mi fanno volare via dal ridere le dietrologie. Ho già scritto che ritengo Massimo Bray un ottimo candidato per Roma (alcuni dei motivi lo ho elencati qui) e sono convinto che su lui potrebbe convergere questa sinistra che sembra non convergere mai (anche se ho più di un dubbio che non lo voglia davvero, ma ci torneremo). Insomma Bray potrebbe essere il candidato di Sinistra Italiana (ovviamente con Fassina al suo fianco), di Possibile e di tutto un pezzo di Roma che sicuramente non nutre grandi aspettative per Giachetti e il PD. Io Bray me lo immagino seduto in mezzo a questi due poli (Civati da una parte e Fratoianni e Fassina dall’altra) che potrebbero per una volta avere un obiettivo in comune. Poi stasera mi capita di leggere un’agenzia di stampa, questa:

« (ANSA) – ROMA, 09 MAR – Ignazio Marino, a quanto si apprende, questa sera ha incontrato Stefano Fassina, attuale candidato di Sinistra Italiana al Campidoglio, e Nicola FRATOIANNI. Obiettivo: trovare una candidatura ampia e unitaria per il Campidoglio. Slittato l’incontro con l’ex ministro Bray previsto per oggi, i due dovrebbero vedersi o sentirsi nei prossimi giorni, con lo stesso obiettivo.»

E mi sfugge qualcosa. Perché (se non ricordo male) Fratoianni fu quello che di Marino chiese le dimissioni (leggete qui) e Marino fu quello che fece fuori Sel dalla giunta capitolina per accontentare Orfini.

Insomma, mi manca un pezzo. No?