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Antimafia senza divisa

Luca Rinaldi scrive un libro di storie di antimafia civile. Nell’introduzione si legge: «gli arresti e la repressione sono lo stadio finale del contrasto, quando ormai la cosiddetta frittata è stata fatta. Occorre oggi inoculare nella società il virus della legalità, non sempre facile da far girare in periodi di crisi economica, ma quanto mai necessaria per uscire da questa» Qui trovate la presentazione e una bella intervista al resistente Don Aniello Manganiello.

Vincenzino Rispoli finisce confiscato

Lui che diceva di non essere mafioso. Adesso dirà di essere nullatenente.

Milano. I Carabinieri del Comando Provinciale di Varese, con il supporto dei Carabinieri della sezione di P.G. del Tribunale di Milano e dei Comandi territorialmente competenti, hanno dato esecuzione, nelle Province di Varese, Milano e Crotone, a un decreto di confisca di beni adottato dal Tribunale di Milano su richiesta della Dda di Milano nei confronti di Vincenzo Rispoli, elemento a capo della compagine criminale di stampo mafioso riconducibile alla ‘ndrangheta denominata ‘Locale di Lonate Pozzolo’, affiliata alla cosca Farao-Marinicola della provincia di Crotone, nonchè a un decreto di sequestro dei beni propedeutico alla confisca emesso dal Tribunale di Varese su richiesta della Dda di Milano nei confronti di Giulio Baracchi, individuato quale ‘commercialista’ del sodalizio. I provvedimenti emessi sono frutto delle indagini patrimoniali condotte nell’ambito di attività investigativa denominata dalla ‘Bad Boys’, avviata dal Reparto Operativo di Varese nel 2005 e coordinata dal pm Mario Venditti, che ha portato alla individuazione dell’organizzazione criminale radicatasi nel territorio della Provincia denominata ‘Locale di Legnano – Lonate Pozzolo’. Il sodalizio, grazie alla forza derivante dal vincolo associativo con la cosca madre Farao-Marinicola di Cirò Marina, e attraversodiverse azioni di intimidazione e ritorsione, ha posto in essere il controllo di attività criminose nella zona e il condizionamento di soggetti imprenditoriali, acquisendo – direttamente o indirettamente – la gestione di attività economiche afferenti i settori del commercio, dell’edilizia e del mercato immobiliare. L’operazione si inserisce, evidenziano i Carabinieri, nella strategia di contrasto alle infiltrazioni della ‘ndrangheta’ in Lombardia con particolare riferimento alla aggressione dei patrimoni risultanti da attività di estorsione e usura, predisposta dalla Dda di Milano e che ha visto in prima linea il Comando Provinciale di Varese collegare e approfondire alcuni filoni investigativi insorgenti da altre indagini condotte con le Procure di Varese e Busto Arsizio.
I patrimoni oggetto di confisca, che erano stati preventivamente sequestrati l’11 dicembre 2009 a carico di Vincenzo Rispoli, consistono in una unità abitativa situata in Legnano (Monza-Brianza), un terreno agricolo situato in Cirò Marina (Crotone), diversi rapporti di credito con vari istituti bancari e postali nonchè due autovetture, stimati in un valore complessivo di circa un milione di euro. A Giulio Baracchi, invece, i Carabinieri di Varese hanno sequestrato due fabbricati con relativo arredamento, due terreni, una abitazione in villini e un box, tutti siti in Portovaltravaglia (Varese), le quote di una società operante nel settore della gestione del personale e vari titoli bancari (uno dei quali, in particolare, attivo presso un istituto di credito ticinese, avente un saldo attivo di 1.300.000,00 euro) valenti complessivamente, secondo una stima preliminare, circa 3 milioni di euro. Nel corso dell’intera operazione sono stati già sequestrati beni per circa 33 milioni di euro a carico dei componenti del citato sodalizio criminale. A Vincenzo Rispoli, inoltre, attualmente detenuto poichè condannato con sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Busto Arsizio lo scorso 4 luglio alla pena di anni 11 di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso e altro, è stata notificata anche la misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza o di abituale dimora per la durata di anni 4.

Adnkronos

Bilancio Lombardia 2012: tutto come previsto

“Che in Lombardia la corsa fosse finita, era ormai chiaro da tempo. E ora c’è anche il bilancio 2012 a confermarlo inequivocabilmente, con la forza dei numeri.

Tutte le previsioni delle finanziarie regionali dal 2010 a oggi si sono rivelate scritte sulla sabbia, cancellate, ogni anno di più, certamente anche da tagli e ricadute nazionali, ma soprattutto dall’incapacità di Formigoni e della sua Giunta di cambiare passo, di costruire un nuovo modello.

Occorrono politiche industriali lungimiranti, a partire dal sostegno ai settori più innovativi. E invece non se ne vede traccia. La Jabil, per fare un solo ma significativo esempio, fa banda larga ed è occupata dagli operai licenziati via fax. Va bene garantire per l’anno a venire gli ammortizzatori, ma dalla Regione ci si aspetterebbe interventi ben più strutturali sulla crisi, sul rilancio produttivo e sullo sviluppo.

Occorre un investimento di peso sulla scuola pubblica, perché gli studenti sono il futuro del Paese. E invece Formigoni di nuovo regala milioni di euro – per la prima volta in calo da 51 a 33, ma comunque ancora tantissimi – ai pochi che frequentano le private, consueto bacino elettorale. Respingendo le nostre richieste di spostarne almeno 22 sul potenziamento dei servizi socio-educativi per l’infanzia, sull’acquisto di strumenti tecnologici per disabili, sui contributi per lavori socialmente utili.

Occorrono politiche sociali attente, capaci di difendere la dignità della vita delle persone disabili. E invece si promettono 70 milioni in campagna elettorale perché torna utile, si mantengono per un anno, ma per il 2012 si riducono di 30 milioni, mettendo a rischio il finanziamento dei servizi sociali essenziali da parte dei Comuni e persino sottraendosi al confronto con le associazioni, a partire dalla Ledha, che da mesi lo chiedono.

Occorre salvaguardare il territorio e migliorare la qualità della vita dei lombardi. E invece Regione Lombardia è schiacciata da pesanti inchieste giudiziarie che raccontano di tangenti, rifiuti pericolosi nascosti sotto l’asfalto e improponibili discariche di amianto, in barba alla salute dei cittadini e all’integrità dell’ambiente. Mostrandosi completamente sorda, in questa previsione per il 2012, anche alle nostre richieste di restituire indipendenza e funzioni di polizia giudiziaria all’Arpa nonché di rifare la brutta legge sui servizi idrici dello scorso dicembre, accogliendo l’esito referendario di giugno sull’acqua pubblica”.

Milano, 21 dicembre 2011

Abrogata la caccia in deroga. Siamo alle solite.

“In questi mesi, ancora una volta, in Lombardia si è potuto sparare a peppole e fringuelli in deroga alle normative, grazie al solito bel regalo per la lobby dei cacciatori confezionato a fine luglio da Lega e Pdl con l’aiuto dei filo-doppiette di Pd e Udc. Il provvedimento, che avevamo pesantemente contestato perché come ben noto a tutti avrebbe causato l’avvio di una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea, era stato addirittura votato dalla maggioranza a scrutinio segreto per evitare responsabilità personali e scaricare le sanzioni sull’intera collettività. Oggi, di fronte alla certezza e alla consistenza della multa, i sostenitori della caccia in deroga si sono visti costretti alla marcia indietro e all’abrogazione di alcune parti della legge. Ma è tardi per gli uccellini abbattuti di fatto illegalmente. E resta anche il silenzio assordante delle mancate scuse ai cittadini lombardi per l’inutile spreco di tempo e di risorse. Ora ci auguriamo che ci si rimetta definitivamente in regola con le direttive europee e che a nessuno in Consiglio torni in mente di riproporre, la prossima estate, lo stesso irresponsabile e vigliacco teatrino”.

Riina: Rostagno l’abbiamo ammazzato noi

“Con Riina abbiamo parlato del delitto Rostagno, e io gli chiesi se lui ne sapeva parlare, lui mi ha detto si, si sono “tolti questa rogna”, questa rottura di scatole, Rostagno era un problema per il territorio di Trapani, i mazaresi avevano tolto quella persona (Rostagno)”. Brusca ricorda che il colloquio avvenne a Palermo, sui non ricordo si giustifica dicendo che oggi “ha un po’ di mal di testa”. Il pm legge il verbale di interrogatorio risalente al 1997 e al 1999 reso da Brusca sul delitto Rostagno. Il pm ricorda la frase di Riina detta a Brusca, “si levarono sta camurria”, come emerge da un verbale di interrogatorio. Il pm annota l’uso del plurale da parte di Riina, “quando io parlavo con lui – dice Brusca – non c’era bisogno di ricostruire i fatti, li conoscevamo, il plurale era perchè il delitto interesava a più persone, e interessava a Trapani”… (proseguono disguidi tecnici durante la videoconferenza, ndr). “Pur non essendo Agate il capo provincia,  Riina teneva particolarmente al mandamento di Mazara (Tp). Il “si levarono” fa riferimento a Trapani in generale e Riina si riferiva essenzialmente a Mazara perchè erano loro che gestivano Cosa nostra trrapanese. Riina mi confermò che fu Cosa nostra a uccidere Rostagno perchè questo dava fastidio”. “Non conosco i dettagli, ricordo che Rostagno lavorava in una tv di un certo Puccio, un imprenditore che ho conosciuto tramite Siino ….Questo Puccio l’ho conosciuto personalmente, con lui siamo stati insieme una settimana nell’89 per chiudere degli appalti, una volta gli chiesi di sponsorizzare un politico, credo fosse Salvatore Cintola”. Il pm rilegge un verbale: “Gli posso dire che Puccio Bulgarella è amico di Angelo Siino”, e allora chiede se lui ha parlato della stessa persona indicata nel verbale del 1997 e del 1999: “Confermo” risponde Brusca, “sto parlando di Puccio Bulgarella (editore di Rtc la tv dove lavorava Rostagno, ndr).”Apprendendo del delitto seppi del fucile scoppiato (in mano al killer) e Riina mi ricordo con me commentò anche questa cosa”. “In quel momento non sapevo se era un fatto di Cosa Nostra, chiesi a Riina e con la sua risposta mi confermò che era un delitto di mafia….qualunque cosa facevano i trapanesi, Riina ne era a conoscenza, non dico che era il mandante ma lui per i rapporti che avava con i trapanesi veniva informato di tutto e per tutto”. Movente? “Dava disturbo al territorio come giornalista, il “camurria” di Riina credo che si riferisca a questo, io non conosco i dettagli, ma il delitto lo conosco per sintesi, per via di quella risposta di Riina”. Per seguire il processo Rostagno potete andare sulla pagina facebook che dal primo giorno segue il processo.

Morire di amianto

È di questi giorni la notizia del riconoscimento da parte del Tribunale di Brescia della correlazione tra le lavorazioni fatte sulle navi della Marina militare e la patologia del tumore derivata da esposizione all’amianto. La Corte di Appello bresciana ha infatti riconosciuto come malattia professionale il tumore che causò la morte di un operaio che per trent’anni lavorò per il gruppo aziendale impegnato in manutenzioni navali militari.
Una piccola vittoria per le associazioni che da anni lottano per tante cause come questa che però negli ultimi giorni hanno assistito alla rinuncia da parte del Comune di Casale Monferrato a partecipare in qualità di parte civile al processo contro la multinazionale Eternit.  L’amministrazione comunale ha deciso di accettare l’offerta di 18 milioni di euro di risarcimento da parte di Stephan Schmidheiny,  titolare della multinazionale e imputato nel processo.
Il sindaco della cittadina piemontese ha dichiarato che “questa decisione non influenza in alcun modo il giudizio processuale e la condanna degli imputati. Il corso della giustizia proseguirà comunque senza modifiche nel capo di imputazione. Il resto qui.

Appello per la cultura in Lombardia. Raccolta firme

Lombardia senza cultura. Lo dimostra la drammatica riduzione dei fondi da parte della Regione al settore culturale negli ultimi anni e la previsione per l’anno prossimo: dai 51 milioni di euro del 2010, si è passati infatti ai 25,7 milioni nel 2011, e ai 7,8 previsti per il 2012.

Una voce in particolare dà la misura del crollo dei sostegni, ed è quella relativa agli “interventi regionali per lo spettacolo”, passati dai 2,5 milioni del 2011 ai 167 mila euro per il 2012. Un calo drammatico per spese correnti e anche per gli investimenti.

Una caduta in picchiata clamorosa, che mette a rischio vere e proprie imprese che redistribuiscono a migliaia di lavoratori e alle loro famiglie tutto quello che ricevono, promuovendo cultura, strumento indispensabile per contribuire a diffondere e a far crescere tra i cittadini conoscenza, consapevolezza e capacità di osservazione critica del mondo che ci circonda, proprio come chiede la Costituzione della nostra Repubblica.

In un periodo di crisi drammatica in cui i tagli si abbattono su tutto, dai trasporti al lavoro alle famiglie, è indispensabile che tutti gli sforzi che si stanno promuovendo affinché le misure siano eque e sostenibili, vengano fatti anche per tutelare e anzi rilanciare il settore culturale. Anche in Lombardia.

Perché la cultura è indispensabile e va tutelata. Come ha detto il maestro Claudio Abbado: “La cultura è un bene primario come l’acqua; i teatri, le biblioteche e i cinema sono come tanti acquedotti”.

L’azzeramento dei fondi da parte di Regione Lombardia è quindi inaccettabile, e a questo punto ci chiediamo che senso abbia ancora un assessorato che non è in grado neanche di ottenere le risorse per permettere alle convenzioni con gli enti teatrali attualmente in corso di poter proseguire nei prossimi mesi. Come avviene per il settore socio sanitario, crediamo sia indispensabile anche per il settore culturale una programmazione di più ampio respiro.

Chiediamo a tutti di sostenere e rilanciare il più possibile questo appello, anzitutto alla giunta Formigoni, affinché vengano dati da subito i necessari sostegni e l’indispensabile programmazione al settore culturale lombardo.

Giulio Cavalli
Giuseppe Civati
Gabriele Sola

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Openlombardia – Discussione bilancio 2012

dalle 10.00 liveblogging in aula per la discussione del bilancio 2012 di Regione Lombardia

In medio stat PD

Il PD, i cerchiocentristi e il PDL dialogano sulla nuova legge elettorale (linko l’Unità per essere politicamente corretto) e succede di alzarsi la mattina ed essere addirittura d’accordo con l’invito di  Parisi che chiede  ai «cantori del bel tempo antico» di «gettare la maschera»: «La costrizione della quale i capipartito vogliono liberarsi non è quella a stringere alleanze che non vogliono loro, ma la costrizione a dichiarare prima del voto quelle che non vogliono i loro elettori».

Giovane intellettuale inconsistente 2.0

Don DeLillo su Tuttolibri: “Tutti questi aggeggi che ci portiamo dietro hanno creato un obbligo di usarli e comunicare, anche quando non abbiamo nulla da dire. E’ contagioso. (…) Diciamo che mi rifiuto di moltiplicare le comunicazioni non necessarie. Non è detto che dobbiamo fare tutti certe cose, solo perché la tecnologia lo consente”. Come dice bene Crosetti “tutti questi aggeggi e magari niente da dire, poca disponibilità a capire, nessuna voglia di ascoltare. A volte parliamo tecnologicamente da soli”.