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anna maria cancellieri

La Cancellieri ci ha raccontato una bugia

Non so se ci rendiamo conto del significato che ha un ex Ministro della Giustizia indagata per false dichiarazioni a Pubblico Ministero. E non tanto per l’indagine in sé ma perché l’ex Ministra è già stata sconfessata dai tabulati telefonici che ci dicono che fu lei a chiamare i Ligresti e non fu chiamata come dichiarò anche ai giornali. E ancora una volta paghiamo lo scotto di una credibilità delle istituzioni che sarebbe da ricostruire e invece si sbriciola tra bugie e amicizie particolari.

Cancellieri: due domande e una risposta

Può un Ministro della Repubblica “attivarsi” per un parente, amico, conoscente, amico dell’amico? No, non può, in nessun caso.

Può un Ministro della Repubblica occuparsi di segnalazioni di casi particolarmente gravi ed urgenti agli uffici competenti? No, non può. Il Ministro ha altro di cui occuparsi: se la struttura organizzativa di segnalazione e presa in carico di simili problemi non funziona si dovrebbe occupare di migliorarla, non di sostituirsi ad essa.

La risposta alla prima domanda è condizione sufficiente per le dimissioni di Cancellieri. La risposta alla seconda è l’ammissione spicciola della propria inadeguatezza di Ministro.

Massimo Mantellini prova a fare sintesi senza banalizzare.

Cancellieri, fate i seri

Ora che sappiamo che un Ministro ha chiamato i famigliari di un condannato (con cui ha spartito interessi tramite alcuni suoi diretti famigliari) e ha promesso di fare tutto il possibile, ora che sappiamo che per difendersi ha parlato a sproposito di umanità (in un Paese disumano nelle carceri, nei diritti mica solo per la figlia di Ligresti), ora che sappiamo che un Ministro pensa che sia giusto risolvere una questione fondamentale come quella dell’insalubrità delle patrie galere affrontando (fingendo di crederci) un caso alla volta cominciando guarda caso proprio dalla figlia di Ligresti, mi piacerebbe sapere:

– cosa ne pensano i segretari dei partiti.

– cosa ne pensa Letta.

– cosa ne pensano i candidati al Congresso del PD.

Senza prese in giro, senza giri di parole. Così la politica sarebbe più appassionante e appassionata.