Vai al contenuto

Malpensa

Il buonsenso della crisi

Mi chiedo se serva per forza una crisi che accentui il disagio sociale e la povertà per illuminare e smutandare le deliranti manie di grandezza di qualche governante aspirante faraone. Sulla terza pista di Malpensa in Regione Lombardia eravamo in pochi a chiedere che prevalesse il buonsenso, decisi che fosse opportuno rilanciare uno scalo già nato “in crisi” nonostante i proclami formigoniani e leghisti piuttosto che ampliare un aeroporto sempre troppo deserto. E forse vale la pena ricordare come buona parte del centrosinistra (non c’è nemmeno bisogno di nominarla, indovinate chi…) non riuscisse a prendere una posizione netta come al solito convinta  che lo sviluppo passi sempre e solo per il cemento.

Oggi arriva la notizia che l’Enac ha ritirato il progetto di costruzione della terza pista perché la crisi avrebbe reso inattuale il piano di sviluppo ma i vertici dell’ente ci tengono a chiarire che sia solo una pausa. In attesa di tempi migliori, del prossimo governatore cementizio e confidando nella ciclica smemoratezza dei lombardi. Al solito.

La DIA in Lombardia alza la voce

Mi arriva un comunicato che è un urlo. Un urlo:

Sindacato Italiano Lavoratori Polizia per la CGIL – Segreteria Regionale Lombardia

NO AL RIDIMENSIONAMENTO DELLA DIA IL DOVERE DI DIFENDERE LA DIVISIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA

Con atto dispositivo del 7 maggio 2013 il capo centro della Dia di Milano ha disposto la chiusura del Nucleo Informativo DIA presso l’aeroporto di Malpensa. Tale ufficio era stato aperto nel 2000 con il compito di “raccogliere notizie utili per l’attività di prevenzione ed analisi dei fenomeni criminali correlati alla malavita organizzata, garantendo nel contempo una funzione di appoggio e di assistenza con particolare riguardo alle iniziative di maggior complessità e/o indagini di polizia giudiziaria”. Il 17 gennaio 2012, il direttore della DIA ribadiva l’importanza dell’ufficio “tenuto conto anche degli imminenti impegni connessi all’EXPO 2015 che determineranno un aumento della gravitazione, presso l’aeroscalo, sia di persone che di merci, rendendo preferibile la presenza, in loco, di un presidio fisso che possa soddisfare, con tempestività ed aderenza, le necessità di monitoraggio e di informazione anche a supporto delle altre Articolazione della DIA.. ” Sempre in tale nota il Direttore della Dia sosteneva che “le spese di missione per i servizi da svolgere per il soddisfacimento delle esigenze emergenti, risulterebbero sensibilmente maggiori rispetto ai risparmi conseguibili”. Oggi invece, si ritiene tale ufficio non più importante e il citato Atto dispositivo evidenzia la necessità di recuperare personale “da destinare alle preminenti attività istituzionale” traendo soddisfazione delle “conseguenti, possibili (ma non certe ndr) economie di gestione, alla luce della necessità di uniformarsi al generale indirizzo di contenimento della spesa pubblica”. Il SILP CGIL respinge con forza questo modo di fare, assolutamente privo di motivazioni logiche e di coerenza, privo di rispetto per i professionisti che lavorano alla Dia e che non è altro che uno dei tanti tentativi di ridimensionare di questa struttura investigativa. Riteniamo che la lotta alla mafia ed a tutte le forme di criminalità organizzata debba essere una delle priorita’ di questo Paese. Riteniamo che la Lombardia, terra di infiltrazioni mafiose e di insediamenti della criminalità organizzata, non possa permettersi un ulteriore riduzione degli apparati posti a tutela della legalità. Le grandi trasformazioni in atto nella regione, le grandi opere come Brebemi e Tav, Expo 2015 costituiscono solo un esempio dei grandi fattori che muovono una regione nella quale va assolutamente rinforzata la capacita’ di combattere le forme piu’ agguerrite di criminalita’. Riteniamo non solo che nessun ufficio debba essere chiuso, ma che anzi la DIA debba essere munita di maggiori risorse istituendo, per esempio, nella nostra regione, una sede a Brescia con competenza sulle province di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova.

Milano, 14 maggio 2013.

LA SEGRETERIA REGIONALE www.silplombardia.it – E mail:lombardia@silp.cgil.it – rec. tel. 3313745831-3313782576

L’antimafia che chiude in Lombardia

Ma perché in Lombardia hanno chiuso il Nucleo Informativo della DIA a Malpensa (dico: Malpensa, mica San Martino in Strada) e nessuno dice niente? Nessuno ne scrive? Nessuno si indigna?
Ma Maroni non ha nulla da dire? Ma tutte le Commissioni antimafia che imperversano non hanno ma parola dico una?

Dalla mafia che non esiste all’antimafia che chiude. Di bene in meglio.

Viva Via Gaggio domanda su Malpensa: ecco le risposte

viva-via-gaggio-tra-terra-e-poesia-lo-spot-L-_8V71RIl comitato Viva Via Gaggio pone alcune domande ai candidati. Ecco le mie risposte:

  • Sapreste descrivere brevemente in cosa consiste il Masterplan?

E’ il “piano di espansione” dell’aeroporto di Malpensa per l’ampliamento della struttura aeroportuale con la costruzione, tra le altre cose, di una terza pista e del relativo terminal, oltre a nuovi capannoni, collegamenti ferroviari e strutture turistiche (es. hotel). Il tutto “invadendo” un’area esterna all’attuale sedime dell’aeroporto, quella brughiera “bene comune”, ambiente unico da tutelare e salvaguardare.

Io, il Masterplan, l’ho definito “l’Expo dei Filippelli”. Non è un caso che il progetto della terza pista comprenda in gran parte una fetta del territorio di Lonate. Ci sono le indagini che lo provano, con tanto di intercettazioni: gli affari li faranno soprattutto gli ‘ndranghetisti.

  • In merito al Masterplan di SEA, come intenderete procedere se eletti?

Da sempre ho dichiarato la mia assoluta contrarietà, un NO chiaro, ostinato, “senza se e senza ma”, che si è tradotto, in questi due anni e mezzo da consigliere SEL, in diverse interrogazioni e osservazioni sull’argomento.

E’ mia intenzione continuare su questa strada.

Sono convinto che la Regione soffra di mancanza di pianificazione e di disegno strategico. Attualmente siamo di fronte ad una crescita dell’aeroporto di Bergamo, mentre quello di Brescia è sottoutilizzato e le stime sul traffico (36 milioni di passeggeri effettivi a fronte di 60 milioni di capacità massima) rendono del tutto ingiustificato l’ampliamento di Malpensa, il cui traffico, tra l’altro, è in calo.

E’ quindi necessario che la Lombardia si doti di un piano di sviluppo del sistema aeroportuale basato sui dati effettivi e non sulla smania di cementificazione e sul “costruire per costruire” che ha caratterizzato tutta l’“era Formigoni”. Occorre concentrare l’attenzione sull’ottimizzazione dei movimenti a terra e in volo, sulla riduzione del rumore, sull’uso dei pontili per evitare eccessive movimentazioni di bus e rullaggi, sull’uso di mezzi elettrici per i movimenti a terra.

  • L’alta densità di popolazione nei pressi dell’aeroporto è un fattore da non sottovalutare: sapete quali rischi corrono i cittadini in termini di salute e qualità della vita?

So che il livello di inquinamento – dell’aria, acustico e luminoso – nel territorio intorno all’aeroporto è preoccupante, com’è stato accertato anche da numerosi studi dei Comuni e del Parco del Ticino e dallo studio HYNEA. E’ un dato molto grave, che colpisce l’ambiente e la salute dei cittadini.

Parliamo, per quanto riguarda della salute, di aumento dell’insorgenza di malattie respiratorie, cardiovascolari, forme tumorali, e dell’aumento del numero di decessi da queste causati: dal 1997 al 2009 – secondo Andrea Bagaglio, medico del lavoro ex funzionario Asl – i decessi per malattie respiratorie in tutti i comuni dell’Asl di Varese sono aumentati del 14%, e nei comuni del Cuv lo stesso parametro è salito del 54%.

La Regione Lombardia aveva affermato la necessità di procedere in modo coordinato tra Valutazione di impatto ambientale e Valutazione ambientale strategica. Nei fatti, è stato avviato esclusivamente il primo dei due iter. E invece il punto è che soltanto la Vas permette di valutare se la zona sia in grado di sopportare un aumento del sedime aeroportuale e un incremento dei voli per passeggeri e merci, ed è l’unico mezzo che ci permetta di  valutare  l’impatto della terza pista su tutto il territorio, brughiera e popolazione.

  • Malpensa viene spesso descritta come principale – quando non unica – fonte di lavoro per i cittadini dei Comuni circostanti: sapete descrivere le condizioni e la qualità del lavoro all’interno dell’aeroporto?

Quando su una “grande opera” iniziano ad alzarsi le voci contrarie, arriva sempre alle nostre orecchie la frase “Ma non si può impedire, perché crea occupazione”.  Ma è la verità? E qual è prezzo?

Se anche fosse vero che Malpensa assicura l’occupazione ai cittadini dei Comuni circostanti, cosa tutta da dimostrare, è sicuramente vero che le condizioni di lavoro sono inconfessabili.

Lavoro nero, aumento della precarietà, appalti e subappalti tra cooperative che sfruttano la manodopera (pagata con salari sempre più bassi, come in una “guerra tra poveri”) e che, a forza di “passare l’incarico” creano un sistema di sfruttamento a catena. E i diritti dei lavoratori diventano un’utopia, mentre aumentano, da parte della Dirigenza, le ritorsioni e le discriminazioni verso i lavoratori più sindacalizzati.

Non manca la cassa integrazione, visto il calo del traffico (ma a cosa serve, allora, costruire la Terza pista?) e il fallimento – o la riduzione del numero dei voli – di molte compagnie.

Tra le iniziative che SEL proporrà nei primi sei mesi di nuovo governo regionale, ci sono leggi per la sperimentazione del reddito minimo di cittadinanza e per il contrasto al lavoro nero e la destinazione di risorse per situazioni di crisi e politica attiva del lavoro.

  • Ad oggi, credete possibile che un territorio come il nostro abbia bisogno di un ulteriore Polo Logistico di 200.000 mq in pieno Parco del Ticino?

Non credo proprio. Non ne vedo l’utilità ma, soprattutto, sono convinto che l’area sia assolutamente da tutelare.

La realizzazione del Polo Logistico comporterebbe la scomparsa di un’ampia fetta di territorio di brughiera e un’ulteriore delocalizzazione dei cittadini del Comune di Lonate Pozzolo.

C’è bisogno, invece, di tutelare l’area del Parco del Ticino, che ha caratteristiche da proteggere secondo la direttiva habitat e secondo la direttiva uccelli. La scomparsa di questo habitat sarebbe una perdita immensa, visto che non potrà rigenerarsi spontaneamente altrove né essere ricostruito artificialmente in altro luogo per le particolari caratteristiche del suolo, come studi del Parco del Ticino in collaborazione all’Università di Pavia hanno sottolineato.

Con SEL, abbiamo in programma la promozione di provvedimenti di legge sulla tutela ambientale e l’inquinamento (riduzione delle sostanze inquinanti).

  • Il nostro territorio si trova all’interno del Parco Naturale della Valle del Ticino, il più grande parco fluviale europeo. Quali sono le vostre ricette per realizzare il giusto equilibrio tra Aeroporto e Parco?

Come sottolineavo prima, le previsioni sull’utenza non sono affatto in “forte crescita”, anzi.

Credo quindi che sia doveroso pensare ad un tavolo con gli enti locali e le associazioni per studiare insieme le soluzioni per il futuro.

Punto molto sulla discontinuità rispetto alla precedente amministrazione regionale: se con Formigoni la programmazione era basata sul “costruire per costruire”, io invece voglio impegnarmi per una programmazione reale degli interventi, una programmazione che sia basata sulle reali necessità del territorio, dei suoi abitanti e dell’ambiente. La Regione quindi dovrà interfacciarsi con le realtà territoriali locali e con le associazioni e i cittadini, invece che con i “soliti noti” interessati unicamente al profitto. Per una più sana gestione dei fondi pubblici e dell’ambiente.

  • Sulla pagina di Expo2015 – il cui tema è logicamente in contrasto con il consumo di suolo – si legge: “All’Expo in mostra la frontiera della scienza e della tecnologia: preservare la bio-diversità, rispettare l’ambiente in quanto eco-sistema dell’agricoltura, tutelare la qualità e la sicurezza del cibo, educare alla nutrizione per la salute e il benessere della Persona […].” Come credete si possano supportare tali tesi, quando il Masterplan è finalizzato a supportare i milioni – e perchè non miliardi – di visitatori in arrivo per Expo2015? [ricordiamo che nei primi 10 mesi del 2012 Malpensa ha registrato un traffico che sfiora i 16 milioni di passeggeri. Le previsioni per il 2030 sono di 50/70 milioni di passeggeri]

Sono convinto che Expo vada ripensata, proprio nell’ottica di poter accogliere un gran numero di visitatori mantenendo un profilo di sostenibilità. Non può mascherarsi da evento “buono” e poi calpestare la legalità,  i diritti delle persone e l’ambiente.

Parlando di EXPO, ma anche in generale di politiche ambientali, credo fortemente che vadano incentivate, promosse e supportate tutte quelle pratiche che sono oggi possibili e imprescindibili per un ambiente che sia davvero “bene comune”. Penso alle energie rinnovabili, alla mobilità “sostenibile” (veicoli  innovativi con motori e combustibili a minimo impatto per il trasporto pubblico e collettivo), alla forestazione compensativa per pareggiare il consumo di suolo, all’estensione dell’agricoltura invece che della cementificazione, e ad un’edilizia che prediliga il risparmio energetico e delle risorse idriche e la riduzione delle emissioni.

La tutela ambientale è strettamente collegata alla lotta alle mafie. Pensiamo alla presenza della criminalità organizzata nel settore degli appalti e del trattamento e smaltimento dei rifiuti: salvaguardando l’ambiente, rifiutando la cementificazione selvaggia e sostenendo le politiche del riciclo e riuso, si “tagliano le gambe” alla catena di illegalità che da sempre va a braccetto con le grandi opere e i grandi eventi.

E’ possibile prevedere un EXPO che sia davvero “Nutrire il pianeta”, se lo si ripensa in chiave sostenibile, come terreno di sperimentazione di nuove politiche che sappiano coniugare l’aspetto di “attrattiva” per i visitatori con quello etico e sostenibile per l’ambiente e il territorio.

n.b.: nel 2010, insieme a Chiara Cremonesi (SEL) e Pippo Civati (PD) ho promosso “EXPO No Crime”, il primo intergruppo interistituzionale che vuole coagulare i rappresentati della Regione Lombardia, Provincia di Milano e Comune di Milano in un percorso di vigilanza, dibattito e confronto nella realizzazione di EXPO 2015. Un luogo di partecipazione di politici, associazioni, movimenti, giornalisti, liberi cittadini dove fare domande ma soprattutto provare a costruire risposte. Un segnale chiaro per chi oggi infila il malaffare nelle pieghe della sonnolenza lombarda. Per dire che sappiamo chi sono “le famiglie” e quali sono “i modi” al banchetto dell’Expo ma adesso ci siamo anche noi. Adesso tocca a noi. Ognuno con il proprio ruolo e la propria storia siamo chiamati ad assumerci la responsabilità di un’azione politica e civile che diventa sempre più urgente.

La bellezza e Peppino

Peppino Impastato: Sai cosa penso? Che quest’aeroporto in fondo non è brutto, anzi…

Salvo Vitale: Ma che cosa esce?

Peppino Impastato: No ma… Visto così dall’alto, uno sale qua sopra e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre,che è ancora più forte dell’uomo e invece non è così! In fondo tutte le cose, anche le peggiori, una volta fatte poi si trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere: fanno ‘ste case schifose con le finestre in alluminio e i muri di mattoni finti… Mi stai seguendo?…

Salvo Vitale: Eeh, ti sto seguendo!

Peppino Impastato: …I balconcini, ‘a gente ci va a abitare e ci mette… le tendine, i gerani, la televisione e dopo un po’ tutto fa parte del paesaggio, c’è, esiste, nessuno si ricorda più di com’era prima, non ci vuole niente a distruggere la bellezza.

Salvo Vitale: Ah bè ho capito, ma allora?

Peppino Impastato: E allora… E allora invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutte le manifestazioni e ‘ste fissarie, bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza, aiutarla a riconoscela, a difenderla.

Salvo Vitale: La bellezza?

Peppino Impastato: La bellezza, è importante la bellezza, da quella scende giù tutto il resto.

Malpensa: non ci fermiamo, vogliamo sapere

(ANSA) – MILANO, 21 NOV – Da quale ”ricollocazione degli abitanti della frazione di Tornavento nel comune di Lonate Pozzolo” alla protezione della fauna della brughiera che ”verra’ distrutta dalla costruzione della terza pista”. Da ”quali misure saranno adottate per evitare un ulteriore incremento dell’inquinamento acustico e luminoso dell’area” alla possibilita’ di ”collocare la torre di controllo in un altro luogo”. Sono questi i principali quesiti sollevati dai consiglieri regionali di Sel, Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi, in un’interrogazione sull’ampliamento dell’aeroporto di Malpensa alla quale sono chiamati a rispondere in Commissione Territorio gli assessori all’Ambiente, Marcello Raimondi; alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo e al Territorio, Daniele Belotti. Gli esponenti di Sinistra Ecologia Liberta’ chiedono inoltre di sapere ”in quali tempi la Regione intende iniziare l’iter della Valutazione Ambientale Strategica sull’ampliamento di Malpensa”. Cosi’ come vogliono sapere ”se sia prevista una ristrutturazione o un adeguamento dell’impianto di depurazione di Sant’Antonino”, che sorge vicino all’aeroporto.

Terza pista Malpensa: ora vogliamo qualche risposta

La questione della terza pista di Malpensa è una battaglia cruciale per fermare l’onnivoro lombardismo che costruisce in mezzo alla desolazione. Costruire per costruire è la mania della Giunta Formigoni che prova un irresistibile bisogno di “far girare il cemento” per distribuire regalie e rivendercelo come sviluppo. Mentre Malpensa si svuota (e i lavoratori perdono il proprio stipendio) qualcuno riesce a raccontarci che si deve fare. Perché fra qualche anno sarà inevitabile, ci dicono. ‘Inevitabile’ è diventata l’unica giustificazione politica su qualsiasi compromesso. Siamo pieni di amministratori a forma di cicuta. Eppure rimango convinto che possa essere possibile fermare lo scempio. Stiamo preparando un percorso di iniziative politiche che possano smascherare i favorevoli di centrodestra e i (sottovoce) favorevoli dall’altra parte.  Intanto cominciamo a pretendere un paio di risposte.

Noi non ereditiamo la terra dai nostri padri. Prendiamo in prestito dai nostri figli. (David Bower)

INTERROGAZIONE CON RISPOSTA IN COMMISSIONE EX ART. 116 DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE

Al Signor Presidente del Consiglio regionale

Oggetto: chiarimenti sul nuovo Master Plan SEA dell’Aeroporto di Milano Malpensa

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI

PREMESSO CHE

SEA ed ENAC hanno avviato la V.I.A. (valutazione di impatto ambientale) con il consenso di Regione Lombardia sull’area di futuro ampliamento dell’aeroporto di Malpensa;

PREMESSO INOLTRE CHE

Regione Lombardia, con delibera del 28/7/2010 ha affermato la necessità di procedere in modo coordinato fra la V.I.A. sull’ampliamento di Malpensa e la V.A.S. (valutazione ambientale strategica) del Piano d’Area, per poter valutare meglio le ricadute sulle aree interessate, disattendendo, però, la stessa delibera, e facendo proseguire solo l’iter riguardante la V.I.A.;

CONSIDERATO CHE

il Master Plan di SEA comporterà delle variazioni nei documenti di programmazione territoriale dei Comuni e del PTC del Parco Ticino e sostituirà il Piano Regolatore Aeroportuale del 1985 e, quindi, va considerato come un atto di Pianificazione Territoriale, da sottoporre come tale a Valutazione Ambientale Strategica;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

solo la V.A.S. permette di valutare compiutamente se il territorio è in grado di sopportare l’ulteriore ampliamento del sedime e l’incremento di voli per passeggeri e merci;

ATTESO CHE

il territorio intorno all’aeroporto presenta livelli di inquinamento accertati e numerosi studi dei Comuni e del Parco del Ticino evidenziano questo grave dato che colpisce sia l’ambiente sia la salute dei cittadini; inoltre, lo studio HYENA ha evidenziato un alto tasso di inquinamento della’aria, acustico e luminoso con tutte le conseguenze che ne derivano per la salute umana;

ATTESO INOLTRE CHE

il rumore derivante dal traffico veicolare e il traffico aereo notturno ha effetti significativi sul rischio di insorgenza di malattie;

CONSTATATO CHE

l’ampliamento del sedime aeroportuale di oltre 400 ettari, finalizzato alla costruzione della Terza Pista di 2400 metri nella zona sud-ovest, l’ampliamento della’area cargo, la realizzazione del Polo Logistico su una superficie di 200.000 mq comporterà la scomparsa di un’ampia fetta di territorio di brughiera e di un’ulteriore delocalizzazione dei cittadini del comune di Lonate Pozzolo, dal momento che la frazione di Tornavento del predetto comune è destinata a svanire;

CONSTATATO INOLTRE CHE

il luogo prescelto per l’ampliamento è un’area del Parco del Ticino che possiede caratteristiche da proteggere secondo la direttiva habitat e secondo la direttiva uccelli, un’area di autentica brughiera che non potrà né rigenerarsi spontaneamente altrove né essere ricostruita artificialmente in altro luogo per le particolari caratteristiche del suolo, come studi del Parco del Ticino in collaborazione all’Università di Pavia hanno sottolineato;

RITENUTO CHE

lo studio MITRE segnala che la collocazione e l’altezza della torre di controllo potrebbero non essere compatibili con gli standard e potrebbe essere necessario situarla altrove, che la struttura a sud del viadotto che conduce all’entrata principale del terminal passeggeri è troppo alta e dovrebbe essere ridotta in altezza in base alle norme di sicurezza ICAO;

RITENUTO INOLTRE CHE

l’impianto di depurazione di Sant’Antonino, identificato come ricettore delle acque per il trattamento delle acque di scarico derivanti dall’infrastruttura, venne realizzato alla fine degli anni Ottanta per servire un carico antropico di 600.000 abitanti, senza neppure prevedere la realizzazione del progetto di Malpensa 2000 e fino a poco tempo fa è stato sotto sequestro per ordine del Tribunale di Busto Arsizio per il superamento dei limiti previsti dalla normativa vigente e che le opere di adeguamento del Tribunale sono ancora in corso

 

INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 

LOMBARDA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA, L’ASSESSORE REGIONALE ALL’AMBIENTE, ENERGIA E RETI, MARCELLO RAIMONDI, L’ASSESSORE ALLE INFRASTRUTTURE E ALLA MOBILITA’, RAFFAELE CATTANEO E L’ASSESSORE AL TERRITORIO E URBANISTICA, DANIELE BELOTTI, PER CONOSCERE:

 

  1. in quali tempi Regione Lombardia intenda iniziare l’iter della Valutazione Ambientale Strategica sull’ampliamento dell’aeroporto di Malpensa   ;
  2. quali misure si intendano adottare per evitare un ulteriore incremento  dell’inquinamento dell’area, acustico e luminoso nell’area interessata dall’ampliamento dello scalo;
  3. in che modo si provvederà alla ricollocazione degli abitanti della frazione di Tornavento di Lonate Pozzolo;
  4. come si proteggerà la fauna dell’area della brughiera che verrà distrutta dalla creazione del terzo scalo della pista;
  5. se la collocazione della torre di controllo sia compatibile con gli standard e se sia possibile situarla in altro luogo;
  6. se sia prevista una ristrutturazione o un adeguamento dell’impianto di depurazione di Sant’Antonino

 

 Milano, 2 novembre 2011

Giulio Cavalli (SEL)

Chiara Cremonesi (SEL)

 

 

Lombardia, Malpensa, un museo e una bolla di sapone

Scrivo questo post dall’onirica seduta consigliare della Regione Lombardia in quel di Malpensa. L’ennesima trovata pubblicitaria che più volte ho contestato e che costa come qualche buona borsa di studio per i figli dei disoccupati dello scalo varesino che vorrebbe fare il milanese. A dire il vero non abbiamo nemmeno la soddisfazione di essere dentro lo scalo (eppure ci sono passati in tanti: passeggeri al di sotto delle previsioni, lavoratori in inesorabile e costante calo e alcuni uomini della cosca Farao-Marincola come ha perfettamente illustrato il PM Venditti), il Consiglio è stato accampato nel museo Volandia. Ecco, in trasferta non si poteva che atterrare in un museo con il nome di un parco dei divertimenti (museo, tra l’altro da vedere, ma con i propri figli e non con Formigoni e la Giunta al seguito).
Sfilano le ovvietà su danni o benefici (dipende solamente dal colore politico dell’oratore ma i fatti raccontati magicamente sono identici) di un aeroporto che voleva essere una rivoluzione ed è stato un goffo harakiri. Intanto fuori hanno appena condannato Dell’Utri (o forse sarebbe meglio dire questa nostra Seconda Repubblica), e già sulle agenzie si legge il solito ring. La sensazione è di essersi rinchiusi in una bolla di sapone nemmeno troppo divertente mentre saremmo chiamati per rispetto ad essere fuori. Non qui.