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marcello dell’utri

#lamicodeglieroi secondo Ada

wpid-dellutri1.jpgScrive Adamantia che ha deciso di produrre insieme a noi il progetto L’amico degli eroi perché:

Dunque, perché ho deciso di credere in questa produzione “sociale”. 
In ordine sparso: 
* perchè da un po’ di anni ti leggo e ti vengo a sentire e mi hai sempre convinto e informato
* perchè sei costruttivo, genuino e incazzato al punto giusto
* perchè passarci uno straccio per logorare una macchia lercia dà più soddisfazione che vederlo fare dalla platea.
Un abbraccio da una Milano piovosa.
Ada

Anche voi potete essere nostri produttori partecipando qui.

Sudore e sabbia

berlusconi-mangano-dellutriNon è propriamente sabbia perché in fondo si tratta di polvere diventata spessa ma la scrittura de L’amico degli eroi e la sua produzione “sociale” sono un letargo produttivo che mi tiene mediamente lontano dal resto. La scrittura, prima di tutto: sono anni che mi ritrovo a percorrere la corsia d’emergenza del giornalismo per non tralasciare i particolari che probabilmente mi hanno salvato più di qualsiasi altra protezione, sempre intento a scrivere i nomi e i cognomi per dare una faccia riconoscibile ad un argomento che in molti cercano tuttora di rendere fumoso e quindi non discutibile. Ma la scrittura, dicevo, la scrittura mi manca da tantissimi anni;, preso da numeri, date e incroci che mi hanno inflaccidito, forse, ma certo aumentato l’appetito. Eppure proprio oggi, provate a pensarci, scrivere diventa la professione più rischiosa e folle in un momento di informazioni e pareri a tutti i costi e certamente affrontare Dell’Utri (meglio: il dellutrismo come già avevamo fatto con l’andreottismo di Giulio) con tono narrativo mi porta a tornare al teatro, alla scrittura. A casa mia.

Per questo ritengo fondamentale il periodo di lettura collettiva del testo (che sarà il copione e cha sarà il libro) insieme a tutti i produttori (che siete voi, credo, e che comunque potete essere voi contribuendo alla pagina del crowdfunding) per capirsi fin da subito sul fine che ci proponiamo: può la letteratura essere appuntito strumento politico senza bisogno di essere giornalismo? Io credo che sì, altrimenti non sarei qui, e credo che una nuova e rivitalizzante modalità di teatro civile possa (o debba, non so) passare da una fiducia incondizionata alla parola.

Noi siamo qui, cercando di essere all’altezza delle vostre aspettative. Dateci una mano. Se potete. Se volete.

“La vera storia della vicenda Berlusconi? Mafia, mafia, mafia, soldi, mafia”

emilio-1I pm che indagano sulla trattativa Stato-mafia hanno interrogato Fede dopo che dalla procura di Monza è arrivata la registrazione di una conversazione. Un file realizzato con il telefonino da Gaetano Ferri, personal trainer di Fede, che nel luglio del 2012 registra una conversazione con l’ex direttore del Tg4, all’insaputa di quest’ultimo. Nella registrazione si sente Fede che spiega alcuni passaggi dei collegamenti tra Arcore, Dell’Utri e Cosa Nostra. “C’è stato un momento in cui c’era timore e loro avevano messo Mangano attraverso Marcello” spiega Fede al suo interlocutore. Che ribatte: “Però era tutto Dell’Utri che faceva girare”. “Si, si era tutto Dell’Utri, era Dell’Utri che investiva” risponde Fede.

Poi il giornalista si pone una domanda retorica con risposta annessa: “Chi può parlare? Solo Dell’Utri. E devo dire che in questo Mangano è stato un eroe: è morto per non parlare”. Quindi il giornalista fornisce al suo personal trainer la sua estrema sintesi di quarant’anni di potere economico e politico: “La vera storia della vicenda Berlusconi? Mafia, mafia, mafia, soldi, mafia”.

Parola di Emilio Fede.

Importante: per chi ha finanziato ‘L’amico degli eroi’

wpid-dellutri1.jpgIl sito che ospita il crowdfunding per la produzione sociale del libro e spettacolo su Marcello Dell’Utri ‘L’amico degli eroi’ ha avuto dei problemi tecnici che ci hanno costretto a rallentare per alcuni giorni la raccolta fondi. Ora, finalmente, è stato ripristinato ma purtroppo abbiamo perso alcuni sostenitori. Vi chiediamo gentilmente di controllare se apparite in questa lista e, se ci siete, dovete immettere di nuovo i vostri dati e la vostra donazione sul sito del crownfunding. Se il vostro nome non compare  non dovete fare nulla. Per noi è molto importante:



cinzia.ravizza.3 ha prenotato 4 quota/e per un valore di 100,00 €Ricompensa abbinata:

Nessuna


drfaustus ha prenotato 2 quota/e per un valore di 50,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro e Ingresso spettacolo: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro e un ingresso omaggio per uno spettacolo su Milano o su Roma entro 12 mesi dal debutto

 

RobyM ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.

 

Ringhio ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.

 

ilnebu ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.

 

lucas ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25.00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.



federiquettes ha prenotato 4 quota/e per un valore di 100,00 €

Ricompensa abbinata:

2 Libri e 2 ingressi spettacolo: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete due copie cartacee del libro e due ingressi omaggio per uno spettacolo su Milano o su Roma entro 12 mesi dal debutto.

 

Mamaines ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.

 

Erikat@ ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.



a@l@i++ ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.



FrancescaC ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.



FrancescaC ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Nessuna

 

carla92 ha prenotato 4 quota/e per un valore di 100,00 €

Ricompensa abbinata:

2 Libri e 2 ingressi spettacolo: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete due copie cartacee del libro e due ingressi omaggio per uno spettacolo su Milano o su Roma entro 12 mesi dal debutto.

 

enzamandelli1 ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.

 

Frankojann ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.



Ambra@ ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25.00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.

 

Roberto71 ha prenotato 2 quota/e per un valore di 50,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro e Ingresso spettacolo: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro e un ingresso omaggio per uno spettacolo su Milano o su Roma entro 12 mesi dal debutto.

Dell’Utri e la mafia a Canale 5

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Poichè con Giulio Andreotti abbiamo commesso l’errore di tralasciare le motivazioni della sentenza di prescrizioni in cui si dichiarava a chiare lettere che fosse stato a disposizione dei mafiosi almeno fino alla primavera del 1980 e poichè ci siamo lamentati a lungo con la generazione che ci ha preceduto per la noncuranza con cui ha “scavalcato” la questione credo che sia opportuno leggere, rileggere, fare leggere e ripetere all’infinito le motivazioni che hanno portato in carcere Marcello Dell’Utri. L’iniezione di Cosa Nostra nella nostra quotidianità è molto più diffusa di quanto si sforzino di farci credere e alcune frasi della sentenza andrebbero stampate, piegate e tenute sempre nel taschino. Anche per questo crediamo che la nostra prossima produzione teatrale e editoriale L’amico degi eroi sia importante e se la pensate come noi vi chiediamo di darci una mano qui.

«Il diniego delle circostanze attenuanti generiche e il complessivo trattamento sanzionatorio sono stati giustificati con la qualità e la natura del reato commesso, espressivo di particolare pericolosità sociale» dell’ex senatore, si legge a pagina 73 delle motivazioni «con le modalità della condotta, protrattasi per un lasso di tempo assai lungo e idonea a ledere in maniera significativa» l’ordine pubblico «con la complessità e intensità del dolo tipico del concorrente esterno in associazione mafioso, espresso dai concreti comportamenti illeciti realizzati».

La Corte d’appello di Palermo che ha condannato Marcello Dell’Utri per concorso esterno ha posto l’accento sulla «sistematicità nell’erogazione delle cospicue somme di denaro dall’imputato a Cinà, indicative della ferma volontà di Berlusconi di dare attuazione al suddetto accordo, al di là dei mutamenti degli assetti di vertice di ‘cosa nostra’, nella consapevolezza del rilievo che esso rivestiva per entrambe le parti: l’associazione mafiosa che da esso traeva un costante canale di significativo arricchimento», si legge a pagina 62 delle motivazioni.

«Il rilievo centrale, ai fini della proficua prosecuzione dell’accordo, della figura di Dell’Utri, le cui rimostranze circa il comportamento tenuto dai fratelli Pullarà, nella loro qualità di primari referenti del sodalizio mafioso subentrati nel patto di protezione dopo la scomparsa di Bontade e Teresi, determinavano la loro estromissione per ordine diretto di Salvatore Riina, capo indiscusso dell’organizzazione, che, nell’ottica della strategia complessiva perseguita, riteneva prevalente su ogni altra esigenza quella di una proficua prosecuzione del rapporto con Dell’Utri», si legge ancora.

«Il perdurante rapporto di Dell’Utri con l’associazione mafiosa, anche nel periodo in cui lavorava per Rapisarda e la sua costante proiezione verso gli interessi dell’amico imprenditore Berlusconi veniva logicamente desunto dai giudici territoriali anche dall’incontro, avvenuto nei primi mesi dell’anno 1980, a Parigi, tra l’imputato, Bontade, Teresi, incontro nel corso del quale Dell’Utri chiedeva ai due esponenti mafiosi 20 miliardi di lire per l’acquisto di film per ‘Canale 5’. Lo si legge a pagina 50 delle motivazioni della Cassazione che conferma la sentenza di condanna per Marcello Dell’Utri a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

La migliore risposta agli amici degli amici di Dell’Utri

In riferimento alla triste pagina pubblicata ieri sul Corriere della Sera in sostegno al mafioso e condannato Marcello Dell’Utri tra le tante risposte indignazioni che abbiamo letto in giro (e che sono ossigeno per la democrazia) mi ha colpito una lettera. Una lettera scritta da Antonio Vassallo. Antonio Vassallo è il fotografo giunto per primo sulla strage di Capaci quando ancora la polvere non si era abbassata ed è lo stesso fotografo a cui dei personaggi mai identificati con il distintivo in mano gli sequestrarono il rullino che non arrivò mai in Procura.

Cari “fiancheggiatori” di Marcello dell’Utri, mi chiamo Antonio Vassallo, sono un consigliere comunale di Capaci. Dopo aver letto la vostra pagina a pagamento, sul Corriere della Sera, con la quale avete sentito il dovere di esprimere vicinanza al vostro amico e capo, sento anch’io il dovere di ricordarvi che Marcello dell’Utri non è stato condannato per non avere saputo amministrare bene Publitalia o per avere falsato qualche partita della Bacigalupo calcio.

Non entro nel merito dei sentimenti di quanti di voi conoscono e vogliono mostrare la loro vicinanza a una persona detenuta, ci tengo a ricordarvi che Marcello Dell’Utri è stato messo in galera perché condannato a sette anni, a titolo definitivo, per concorso esterno in associazione mafiosa, per avere avuto rapporti con chi nel nostro Paese, dalla Sicilia alla Lombardia, ha seminato terrore e sangue, uccidendo bambini, uomini e donne.

Dite che nulla può cambiare il vostro giudizio su chi ha contribuito a far crescere il nostro Paese. Perché non lo dite ai tanti ragazzi italiani disoccupati che non hanno mai voluto vendere la propria dignità per un lavoro? Ditelo ai familiari delle vittime di Mafia. Ditelo ai familiari di tutti i giornalisti che sono stati ammazzati da Cosa Nostra.

Vi ho scritto queste righe pensando a tutti gli italiani molto diversi da voi, che ancora amano coltivare il senso dell’indignazione, che vorrebbero dire – non attraverso le pagine di un quotidiano ma guardandovi in faccia – che chi ha favorito la Mafia ricoprendo il ruolo di Senatore è due volte Colpevole e va allontanato.

Potevate fare sentire la vostra “vicinanza e affetto” al vostro Marcello privatamente e invece, da maestri della comunicazione quali siete, avete voluto scegliere di farlo così, pubblicamente, sapendo bene che certe iniziative possono trasformarsi in pericolose interferenze su indagini in corso e contribuire a creare un clima di discredito nei confronti dei magistrati e degli uomini delle forze dell’ordine impegnati contro la mafia.

L’averlo fatto in modo così plateale è davvero inquietante, imbarazzante ed offensivo, in una Italia fatta da tante persone che vorrebbero comprare dieci pagine di tutti i quotidiani d’Italia per scrivere che la mafia è una gran montagna di m****, e che uomini come Il vostro “fiancheggiato” vi hanno costruito sopra le loro fortune politiche, compromettendo il futuro di molti territori Italiani. A Marcello Dell’Utri mi sento di dire molto umilmente di scontare serenamente i sette anni di prigione e al suo rilascio, di tornare tra la belle persone (quelle che forse non ha mai frequentato) quelle pulite, quelle che credono e operano ogni giorno inneggiando alla bellezza per farsi contagiare.

La scenografia de #lamicodeglieroi

Si fa per scherzare ma nemmeno troppo. La pagina è stata comprata oggi sul Corriere della Sera per dimostrare affetto a Marcello Dell’Utri.

(Per chi invece volesse aiutare i “nemici” di Dell’Utri a produrre il nostro libro e il nostro spettacolo può farlo andando qui)

dellutri

#lamicodeglieroi su ilmegafono, produciamolo insieme

La nostra “produzione sociale”, se ne parla:

Siccome l’antimafia è una cosa seria ed è fondamentale che una parte della lotta comprenda la sfera culturale e intellettuale, noi crediamo che Giulio Cavalli in questa antimafia ci rientri di diritto e debba continuare a dare il suo prezioso contributo culturale. Il 13 giugno, dopo molti anni, ha annunciato il suo addio al teatro Nebiolo di Tavazzano (Lodi), il luogo nel quale tutto ha avuto inizio, il palco che ha ospitato le sue produzioni teatrali, piene di verità e denuncia, quelle che hanno dato fastidio a coloro che speravano nel silenzio per poter continuare indisturbati a infiltrarsi in ogni maglia del tessuto economico e sociale del nord Italia. Una scelta dolorosa e forzata, in un momento in cui forse attorno a lui si sta sviluppando un pericoloso isolamento.

Di fronte a tutto questo, ad un tipo di teatro che disturba, a una cultura che, con la scusante della crisi, non riceve adeguato sostegno dalle istituzioni preposte, ecco che si opta per un’altra forma di sostegno, ormai molto popolare in diversi ambiti artistici: una produzione sociale attraverso il crowdfunding. Una raccolta fondi per la produzione e realizzazione di uno spettacolo e di un libro ispirati liberamente alla vita e alle “opere” di Marcello Dell’Utri. Il titolo è “L’amico degli eroi”, un monologo scritto da Giulio Cavalli e con musiche di Cisco, ex leader dei Modena City Ramblers, che da tempo collabora con lui.

L’autoproduzione, dunque, una soluzione ormai diffusa per ovviare all’assenza di fondi e di impegno da parte di chi in Italia dovrebbe promuovere il teatro e la cultura in genere. L’artista propone il suo progetto, ne condivide la trama e dei passaggi (una sorta di concept), lo spiega e fissa una serie di quote differenti di contribuzione, a cui rispondono delle ricompense (ad esempio, una o più copie del libro o uno o più biglietti di ingresso allo spettacolo o entrambi, e così via). Si dà, insomma, al pubblico la possibilità di godere di un’anteprima privilegiata e scegliere se finanziarla, per poi poterne disporre concretamente.

“Fare cultura in questo tempo – scriveva tre settimane fa Giulio sul suo blog – è un lavoro terribilmente politico, inutile fingere, soprattutto se raccontando storie si decide di dichiarare la propria posizione. Fa politica ciò che dici, come lo scrivi, il pubblico a cui decidi di rivolgerti, la storia che scegli e l’editore e il produttore. […] Ora c’è la stagione da programmare: saranno due nuovi spettacoli e uno dei due è uno spettacolo (e un romanzo) su Marcello Dell’Utri. Si intitolerà L’amico degli eroi e vuole essere un lavoro diverso da L’innocenza di Giulio nell’uso più cattivo della fantasia. Ne scriverò. Però stasera pensavo che un progetto così ha bisogno di una produzione politica, un editore del libro e un produttore dello spettacolo che siano un segno e un’indipendenza chiara e per questo mi è balenata l’idea di una ‘produzione sociale’, crowdfunding semplificherebbe qualcuno, che sia partecipazione nella presa di posizione. Ci sto pensando. Voi che ne dite?”.

La risposta della gran parte degli utenti è stata positiva, anche se qualcuno si è detto contrario in linea generale al sistema della raccolta fondi, facendo notare che dovrebbero essere le istituzioni a farsi carico della cultura e finanziare i progetti di qualità, indipendentemente dalle aspettative di immediato successo. Tant’è, la situazione italiana al momento è questa (lo è da molto tempo, in verità) e bisogna trovare i rimedi. “La battaglia per una politica culturale giusta – risponde Cavalli in un altro post – è sacrosanta soprattutto in questa Italia che negli ultimi governi di tutti questi anni non ha voluto e saputo fare niente di più che tagliare in modo lineare […] ma io sono un teatrante e quindi ho l’obbligo di curare le mie produzioni per vivere e per esistere, quindi se aspettassi un’economia di settore giusta sparirei ben prima che questa avvenga come avviene per tutte le imprese del sistema italiano. Quindi produco e porto avanti una battaglia politica, contemporaneamente, e trovo lineare non modificarmi geneticamente per accedere al sistema che combatto”.

La soluzione del finanziamento dal basso, secondo l’artista lombardo, è ottima perché “garantisce trasparenza (chi paga vuole sapere esattamente i costi e il processo artistico che porta al risultato finale), assicura una libertà di manovra maggiore (avete mai avuto a che fare con assessori o commissioni?) ed è una promessa che chiede lealtà. E la lealtà è un ingrediente bellissimo per fare cultura. Per questo se qualcuno decide di acquistare un libro quando ancora non esiste e di assistere ad uno spettacolo ancora in preparazione credo che ci sia solo da essere fieri e responsabilizzati”. Insomma, quel che conta è poter realizzare spettacolo e libro e continuare a occuparsi di questioni e personaggi che hanno ancora un peso notevole nello scenario politico italiano.

Per dare ancora un contributo importante alla cultura antimafia, quella fatta bene. E allora, non possiamo che promuovere questo progetto. Per saperne di più ed eventualmente sostenerlo concretamente con una piccola quota, basta cliccare qui.

Redazione -ilmegafono.org

Marcello è molto, molto ma molto arrabbiato

Non se se influisca, certamente mi condiziona, il fatto che stia lavorando su di lui e quindi il mio libro e spettacolo L’amico degli eroi (a proposito: abbiamo bisogno di voi per riuscire a produrlo, trovate tutto qui) mi induce ad un’ossessione dellutriana, ma certo leggere che Marcello, rinchiuso come un mafioso o un politico qualsiasi nel carcere di Parma, minacci lo sciopero della fame perché ha bisogno di libri è letteratura spinta.

Ed ecco l’annuncio: “Dell’Utri sarebbe disponibile a rinunciare alla tv, all’ora di socialità diurna pur di riavere i suoi libri. Se non riesce in qualche modo a ottenerne di più (tenendo conto che già riceve poca carta, e anche le sue penne non può usarle perchè contengono alcol), per leggere, studiare e e anche scrivere, farà lo sciopero della fame. Lui lo ha annunciato alle guardie. E io lo divulgo perchè voglio che si sappia: un conto è accettare la condizione carceraria, un conto è scontare la pena, un conto è essere recluso con un caldo asfissiante anche se il reparto che lo detiene dovrebbe essere climatizzato. Ma non si capisce perchè non debba avere i libri. Non dico una biblioteca, ma un numero più adatto, almeno cinque alla volta, perchè possa fare quello che ama di più. Nelle carceri un problema grosso è la noia. Va bene espiare la pena. La tortura psicologica no, non è tollerabile”.

Capito? va bene la noia ma solo due libri alla volta no, non è tollerabile.