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Matteo Salvini

La guerra del presepe

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Ieri i superiori occidentali hanno voluto lasciare un segno tangibile della propria intelligenza mettendo in mostra tutta la civiltà di cui sono capaci e che manca a quei cattivoni islamici (che prima si chiamavano Isis e poi di colpo sono Daesh). Hanno pensato, i superiori occidentali di stirpe italiana, di affrontare l’integralismo sotto l’ala di Allah con una costumata manifestazione che ha messo insieme tutte le menti migliori del Paese.

Non riesco a non pensare, con ammirata affezione, alla riunione preparatoria in cui si è convenuto giustamente di celebrare il rito pagano davanti ad una scuola: non c’è niente di meglio della lungimiranza di chi, al contrario dell’Islam, decide di star bene lontano dai giovani per evitare pericolose derive di emulazione. Avranno sicuramente scelto il cortile di una scuola per essere certi che fossero tutti dentro. Nessun punto d’osservazione migliore, si saranno detti:«se dobbiamo stare lontani da qualcuno basta tenere d’occhio la porta da cui potrebbe uscire», avranno pensato.

(continua qui)

“Sono degli stronzi”

Le-Pen-SalviniA proposito di differenze abissali tra destre e destre vale la pena riportare un passaggio dell’intervista a Wallerand de Saint-Juste, capolista del Front National per le prossime elezioni per la regione parigina, avvocato di Jean-Marie Le Pen, tesoriere del partito e cattolico tradizionalista (che però ha deciso di non schierarsi contro i matrimoni gay):

Conoscete la Lega Nord?
Poco. Siamo due partiti diversi e ognuno fa la sua campagna nel suo Paese. Noi diciamo ai musulmani: voi siete francesi come gli altri e dovete rispettare le regole della laicità, e se farete così tutto andrà meglio. Ma non dobbiamo fare alcuna confusione tra l’Islam radicale dei terroristi e la maggioranza dei musulmani. Quelli che dicono il contrario sono degli stronzi.

Il leader della Lega Nord ha detto che i pacifisti sono complici dei terroristi. Un deputato ha aggiunto: “Chi mi parla dell’Islam moderato lo prendo a calci in culo” e il giornale “Libero” il giorno dopo gli attacchi ha titolato: “Bastardi islamici”.
Dichiarazioni simili in Francia? Non sarebbero possibili. Noi politici abbiamo una responsabilità e non possiamo esprimerci così. Nemmeno di fronte agli assassini. Mai. Non vale la pena. E’ chiaro che i giovani in Francia sono pieni di rabbia e gli animi sono molto tesi. Ma la funzione dei partiti è quella di canalizzare questo tipo di sentimento. Noi permettiamo alle persone di esprimersi democraticamente.

I numeri di Salvini a Bologna. Con qualche zero in più.

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“Lo schema è collaudato: Salvini blatera 24 ore al giorno, occupa tutti gli studi televisivi, spara numeri e vomita affermazioni che sfuggono a ogni verifica, riscontro, fact-checking. Non mettendolo mai alle corde su nulla, i media ne hanno gonfiato lo status, per non dire dell’ego. Con altri mezzi di informazione, minimamente scrutinanti, il progetto politico di Salvini sarebbe morto in culla due anni fa. E invece, la resistibile crescita di una falsa opposizione – falsa opposizione pompatissima dai media, il che mostra quanto poco scomoda all’establishment essa sia – ha rafforzato il sistema.

Ha poca importanza sapere chi abbia messo in testa a Salvini l’idea che in Piazza Maggiore potessero starci centomila persone e le strade del centro cittadino potessero contenerne trecentomila (quasi il numero totale dei residenti in città!). Gliel’hanno detto i leghisti bolognesi? È Manes Bernardini quello poco ferrato in geometria? Forse è stato Alan Fabbri, che in effetti Bologna la conosce poco, dato che è di Bondeno? Indifferente. Il punto è che i media mainstream, persino quelli bolognesi, hanno ritenuto plausibile – o al massimo “un poco esagerato” – l’ordine di grandezza evocato.

Guardiamo un po’ di foto e facciamo un paio di calcoli, avvalendoci di uno strumentino molto utile, ACME Planimeter“.

I Wu Ming si mettono a fare un paio di calcoli. Il risultato lo trovate qui.

Il giornalismo impastato con la merda

falsa-notizia-il_MaleQuindi si scopre che un sito web “d’informazione” è stato denunciato per avere scritto clamorose bufale sugli immigrati. Ne scrivono un po’ tutti oggi (un link a caso qui) ma in pochi sembrano accorgersi che il giovane proprietario del sito (anzi, il “giovane italiano bianco denunciato”, come si scriverebbe lui stesso) si difende dicendo di essersi inventato patetiche iperboli sullo strapotere degli extracomunitari per fare numeri più alti.

In pratica, per logica: oggi impastare l’immigrato con la merda rende popolare una notizia. E non solo, anche un segretario di partito come Salvini, a pensarci bene. Nessuno pensa ad un paese affamato di nemici perché soggiogato dalla paura servita con spaventosa costanza e chirurgicamente dosata un po’ dappertutto.

E io ho più paura dei lettori che condividevano le bufale piuttosto che del gestore del sito.  Perché quelli sono più di uno, anzi più di tre, tu pensa se esistesse il reato di associazione al cattivismo.

Salvini, leggi qui.

guerra-successioneGrazie ad una segnalazione di Cristiana sono incappato in un pezzo sull’Eritrea. Sapete l’Eritrea? Quel paese massacrato da cui fuggono molti dei profughi che starebbero invadendo l’Italia? Ecco date un’occhiata qui a chi sono stati gli ottimi sponsor politici della tirannia. Così magari abbattete anche loro, con le ruspe.

Ah, l’articolo risale ai tempi del Governo Berlusconi. Con la Lega al Governo, insomma.

Ve lo meritate, Salvini

Un paese senza cultura facilmente si innamora dei briganti, convinto com’è che la prepotenza sia l’unica strada percorribile per affrontare tutte quelle dinamiche sociali che hanno la “lotta” come unica chiave di lettura. E così le bugie ripetute all’infinito alla fine diventano non solo vere ma addirittura veri e propri allarmi.

Andrea Colasuonno per Esse smonta le 9 balle più ascoltate sull’immigrazione:

1) “Vengono tutti in Italia” Gli stranieri in Italia sono poco più di 5 milioni e mezzo, ossia l’8% della popolazione. Solo 300 mila sono gli irregolari. Il Regno Unito è il paese europeo al primo posto per numero di nuovi immigrati con circa 560.000 arrivi ogni anno. Seguono la Germania, la Spagna e poi l’Italia. La Germania è invece il paese Ue con il maggior numero di stranieri residenti con 7,4 milioni di persone. Segue la Spagna e poi l’Italia. Siamo sesti inoltre per numero di richieste d’asilo (27.800). Da notare che il paese col più alto numero di immigrati è anche l’unico che in questo momento sta crescendo economicamente.

2) “Li manteniamo con i nostri soldi” Gli stranieri con il loro lavoro contribuisco al Pil italiano per l’11% , mentre per loro lo stato stanzia meno del 3% dell’intera spesa sociale. Inoltre gli immigrati ci pagano letteralmente le pensioni. L’età media dei lavoratori non italiani è 31 anni, mentre quella degli italiani 44 anni. Bisognerà aspettare il 2025 perché gli stranieri pensionati siano uno ogni 25, mentre gli italiani pensionati sono oggi 1 su 3. Ecco che i contributi versati dagli stranieri (circa 9 miliardi) oggi servono a pagare le pensioni degli italiani.

3) “Ci rubano il lavoro” “La crescita della presenza straniera non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani”, è la Banca d’Italia a parlare. Il lavoro straniero in Italia ha colmato un vuoto provocato da fattori demografici. Prendiamo il Veneto. Fra il 2004 e il 2008 ci sono stati 65.000 nuovi assunti all’anno, 43.000 giovani italiani e 22.000 giovani stranieri. Nel periodo in cui i nuovi assunti sono presumibilmente nati, negli anni dal 1979 al 1983, la natalità è stata di 43.000 unità all’anno. È facile vedere allora che se non ci fossero stati gli immigrati, 22.000 posti di lavoro sarebbero rimasti vacanti. Questo al Centro-Nord. La situazione è un po’ più problematica al Sud, perché in un’economia fragile e meno strutturata spesso gli stranieri accettano paghe più basse e condizioni lavorative massacranti, rubando qualche posto agli italiani. A livello nazionale, ad ogni modo, il fenomeno non è apprezzabile.

4) “Non rispettano le leggi” Negli ultimi 20 anni la presenza di stranieri in Italia è aumentata vertiginosamente, fra il 1998 e 2008 del 246% dice l’Istat. Eppure la delinquenza non è aumentata, ha avuto solo trascurabili variazioni: nel 2007 il numero dei reati è stato simile al 1991. Di solito si ha una percezione distorta del fenomeno perché si considerano fra i reati degli stranieri quelli degli irregolari che all’87% sono accusati di reato di clandestinità il quale consiste semplicemente nell’aver messo piede su territorio italiano.

5) “Portano l’Ebola” L’Africa è un continente enorme, non una nazione. Le zone in cui l’Ebola ha maggiormente colpito sono Liberia e Sierra Leone. Da queste zone non giungono immigrati in Italia dove invece arrivano da Libia, Eritrea, Egitto e Somalia. I sintomi dell’Ebola poi si manifestano in 3 o 4 giorni e un migrante contagiato non potrebbe mai viaggiare per settimane giungendo fino a noi. Infine il caso ebola è scoppiato ad aprile 2014, nei primi 8 mesi del 2014 in Italia sono arrivati circa 100 mila immigrati e neanche uno che ci abbia trasmesso l’Ebola.

6) “Aiutiamoli a casa loro” È la frase con cui i razzisti di solito si autoassolvono, come se aiutarli a casa loro non abbia dei costi e dei rischi, e come se i nostri governi non abbiano già lavorato per affossare questa possibilità. Nel 2011 il governo italiano ha operato un taglio del 45% ai fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo, stanziando effettivamente 179 milioni di euro, la cifra più bassa degli ultimi 20 anni. Destiniamo a questo ambito lo 0,2 del Pil collocandoci agli ultimi posti per stanziamenti fra i paesi occidentali. Nel 2013 il Servizio Civile ha messo a disposizione 16.373 posti di cui solo 502 all’estero, in sostanza il 19% di posti finanziati in meno rispetto al bando del 2011.

7) “Sono avvantaggiati nelle graduatorie per la casa” Ovviamente fra i criteri per l’assegnazione delle case popolari non compare la nazionalità. I parametri di cui si tiene conto sono il reddito, numero di componenti della famiglia se superiore a 5 unità, l’età, eventuali disabilità. Gli immigrati di solito sono svantaggiati perché giovani, in buona salute e con piccoli gruppi famigliari (poiché non ricongiunti). Nel bando del 2009 indetto dal comune di Torino il 45% dei richiedenti era straniero, solo il 10% di essi si è visto assegnare una casa. Nel comune di Genova, su 185 abitazioni messe a disposizione, solo 9 sono andate ad immigrati. A Monza su 100 assegnazioni solo 22 agli stranieri. A Bologna su 12.458 alloggi popolari assegnati, 1.122 agli stranieri.

8) “Prova a costruire una chiesa in un paese islamico” È l’argomento che molti usano perché non si costruiscano moschee in Occidente o perché si lasci il crocifisso nei luoghi pubblici. È un argomento davvero bislacco: per quale motivo se gli altri sono incivili dovremmo esserlo anche noi? E comunque gli altri non sono incivili. In Marocco i cattolici sono meno dello 0,1% della popolazione eppure ci sono 3 cattedrali e 78 chiese. Si contano 32 cattedrali in Indonesia, 1 cattedrale in Tunisia, 7 cattedrali in Senegal, 5 cattedrali in Egitto, 4 cattedrali e 2 basiliche in Turchia, 4 cattedrali in Bosnia, 1 cattedrale negli Emirati Arabi Uniti, 3 monasteri in Siria, 7 cattedrali in Pakistan e così via.

9) “I musulmani ci stanno invadendo” Al primo posto fra gli stranieri presenti in Italia ci sono i rumeni che sono oltre un milione. I rumeni per la maggior parte sono ortodossi. In seconda posizione ci sono gli albanesi, quasi 600 mila, per il 70% non praticanti (lascito della dominazione sovietica) e, fra i rimanenti, al 60% musulmani e al 20% ortodossi. Seguono i marocchini, quasi 500 mila, quasi totalmente musulmani, e ancora i cinesi, circa 200 mila, quasi tutti atei. Dunque in larga parte gli stranieri in Italia sono cristiani, oppure atei, solo in piccola parte professanti l’Islam.