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nomi cognomi e infami

Giulio Cavalli, così un “giullare” va contro la mafia

La mafia, la camorra e la ‘ndrangheta sono tra noi, fanno affari nei capannoni dismessi, nei centri commerciali dove non ci va nessuno, nel bar sotto casa che ti chiedi come possa tirare avanti, vuoto com’è dalla mattina alla sera. Sono arrivate al Nord negli anni Sessanta cominciando a fare i primi soldi con i sequestri di persona e poi con lo spaccio di eroina e cocaina. Da qualche anno, con l’avvento dei “picciotti” di terza generazione che girano con il suv nero in giacca, cravatta e Rolex d’ordinanza al polso, si sono riciclate con attività apparentemente lecite come l’edilizia, il movimento terra, il mercato dell’ortofrutta.
Sotto la patina rispettabile sopravvivono i criminali di sempre, cinici, crudeli, pericolosissimi. Il loro brodo di coltura è il silenzio ottenuto con le intimidazioni. Chi alza la voce viene avvisato, minacciato, impaurito. Ne sa qualcosa Giulio Cavalli, attore, scrittore e uomo politico lombardo (è consigliere regionale nel gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà dopo aver lasciato l’Italia dei Valori a seguito di un’indagine dell’Antimafia che ha coinvolto alcuni esponenti del partito di Di Pietro).
Da cinque anni Cavalli vive sotto scorta, proprio per avuto il coraggio di denunciare pubblicamente l’infiltrazione delle mafie nelle nostre pacifiche e laboriose contrade. Il suo ultimo monologo, Nomi, cognomi e infami, è stato presentato al teatro Astra in collaborazione con “Libera”, associazione che dal 1995 promuove l’impegno civile contro tutte le mafie. Prima dell’avvio della recita il coordinatore regionale don Luigi Tellatin ha ringraziato per l’ospitalità La Piccionaia, da tempo iscritta a “Libera”, e ha ricordato che l’attività criminale non si combatte solo con le indagini e gli arresti ma anche con la trasparenza e la collaborazione tra gli onesti.
Giulio Cavalli si definisce un giullare, un erede di quei buffoni di corte che usavano lo sberleffo per dire che il re è nudo e che, se esageravano con questo uso della libertà di espressione, finivano appesi alla forca. In tempi meno cruenti (ma simili per quanto riguarda la suscettibilità dei bersagli), i suoi ispiratori sono Dario Fo e Paolo Rossi, maestri dai quali ha appreso l’arte dell’affabulazione solitaria, dell’ammiccamento complice, della digressione irriverente, dell’indignazione controllata ma puntuale e puntuta.
Il suo status di sorvegliato speciale gli provoca qualche scompenso, come quando deve spiegare ai figli piccoli chi sono quei signori in divisa che non lo lasciano mai solo un momento, oppure quando pensa di fare di necessità virtù portando la scorta sul palco per allestire un musical con i carabinieri. La sua narrazione è serrata e partecipe, si capisce che l’argomento lo appassiona e che ne conosce profondamente ogni aspetto. Descrive con sdegno la miseria morale e intellettuale di capi mafia come Totò Riina e Bernardo Provenzano, personaggi di bassissimo profilo che però – e questo resta un mistero – sono riusciti per decenni a dirigere un colossale giro d’affari e a terrorizzare tutta la nazione.
Rende omaggio al sacrificio di chi questi mostri li ha combattuti e ha pagato il suo coraggio con la vita come l’avvocato Giorgio Ambrosoli, fatto uccidere nel 1979 da Michele Sindona, il giudice Bruno Caccia, ammazzato dai killer della ‘ndrangeta mentre portava a spasso il cane, Giuseppe Impastato e Pippo Fava, fatti fuori per aver osato colpire la mafia con l’arma docile ma appuntita dell’ironia e del disprezzo.
A tutti l’attore dedica un monologo, un ricordo, una poesia che recita con vigore e passione convincendo il pubblico a condividere la sua battaglia contro un nemico invisibile e spietato e ricevendo in cambio lunghi applausi convinti.

Lino Zonin VICENZA

Da Il Giornale di Vicenza

Zagaria: quando si dice il caso

Pagina 141 del mio libro NOMI COGNOMI E INFAMI: Io mi vergogno delle orecchie e gli occhi che latitano, leggono e ascoltano di Michele Zagaria forse da Casapesenna.

Oggi hanno arrestato Michele Zagaria a Casapesenna. Quando si dice il caso.

Venerdì a Modena, sabato a Casalpusterlengo e poi Yo Yo Mundi al nostro piccolo Nebiolo

Calendario del fine settimana per una buona ecologica circolazione: venerdì 9 dicembre ore 21.30 a Modena per presentare il mio libro NOMI COGNOMI E INFAMI alle 21.30 presso lo spazio Tenda, organizza l’associazione L’asino che vola. Sabato 10 dicembre alle 17.30 a Casalpusterlengo (LO) presso ALL CINEMA via Gramsci 63 per presentare 2 LIBRI GIUSTI,  poi alle 21, nel nostro piccolo Teatro Nebiolo, ci ascoltiamo fil Yo Yo Mundi con Munfrâ Canzoni di festa e d’amore, musica selvatica, racconti di Monferrato. Tutte le informazioni qui.

Giulio Cavalli e LIBERA a Casale Monferrato


Sabato al Municipale “Nomi, Cognomi e Infami”, di e con Giulio Cavalli
 14/10/11

CASALE MONFERRATO – Il Presidio di Libera “Totò Speranza” di Casale Monferrato e l’Associazione La Mongolfiera, con la collaborazione di Novacoop, presentano lo spettacolo “Nomi, Cognomi e Infami”, di e con Giulio Cavalli, che si terrà sabato 15 ottobre, ore 21.00, al Teatro Municipale di Casale Monferrato.

Cavalli, da anni attivamente impegnato, attraverso i suoi spettacoli, nella lotta alle mafie e costretto a vivere da due anni sotto scorta a causa delle minacce ricevute, racconter&agr ave; storie di mafia, di ‘ndrangheta e di chi ha scelto di non arrendersi agli “uomini d’onore”.

Sul palco nessuna scenografia, solo Giulio Cavalli e la sua sedia, per lasciare spazio ai veri protagonisti dello spettacolo: alcuni già conosciuti, come Paolo Borsellino e Peppino Impastato, altri da scoprire nel corso della serata.

L’arma di Cavalli è la risata: “ridere di mafia è una ribellione incontrollabile!” e nel suo spettacolo i boss vengono presentati per come sono davvero, non uomini affascinanti che cavalcano bianchi cavalli, ma anziani ignoranti, incapaci di mettere il congiuntivo al posto giusto, nascosti in lugubri tuguri circondati da santini e cassette dei Puffi.

Le storie toccano anche il nord Italia, dalla Lodi dove Cavalli vive, al nostro Piemonte, in special modo quando si parla di Bruno Caccia, magistrato cuneese ucciso a Torino dalla ‘ndrangheta nel 1983: oggi portano il suo nome il PalaGiustizia di Torino (dove si svolge il Processo Eternit) e la Cascina di San Sebastiano da Po, confiscata alla famiglia mafiosa che aveva ordinato l’esecuzione del magistrato, dove Libera produce miele e nocciole.

Uno spettacolo aperto a tutta la cittadinanza, organizzato dai ragazzi del presidio con l’obiettivo e la convinzione di riuscire a riempire il teatro Municipale puntando soprattutto sulla partecipazione giovanile: per chi ha meno di 25 anni lo spettacolo costerà solo 5 euro, contro i 10 del biglietto intero.

Nel pomeriggio, alle 15.00, si segnala la biciclettata contro le mafie organizzata da Libera, alla conclusione previsto l’intervento di Giulio Cavalli.

Un’Italia già bella, che si restaurerebbe anche da sola

Oggi sono a Montescaglioso, un paese arrampicato in mezzo alla provincia di Matera, per una serata con Pino Maniaci su legalità e giustizia. Accolto come se da sempre fossi stato di famiglia mi hanno portato a visitare l’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo: due chiostri e una torre che scrivono bellezza con quasi mille anni di storia. Un ragazzo giovanissimo, con appena gli anni di avere studiato abbastanza, si è alzato da una scrivania tra i libri con un contratto a progetto e il solito futuro da precario nonostante la laurea e ci ha aperto un portone con le stanze della biblioteca e dell’archivio. Ha aperto quelle porte con l’amore di chi ancora una volta aveva il privilegio di raccontarle e in poco tempo mi ha disegnato le stanze, i segni e i quasi mille anni di Storia. L’ha fatto con l’amore di chi crede che tanta bellezza possa sopravvivere comunque ai cantieri fermi da anni e ai soldi che mancano. Passando per l’uscita ha picchiato la nocca sul muro grattando degli affreschi che sono nascosti sotto la calce. C’è già tutto sotto. Basta avere voglia di riscoprirlo. Ha detto con gli occhi di chi è sicuro di esserci e riuscirci. Questa sera recito nel suo chiostro provando a rispettare quel suo modo civilissimo e affettuoso di buon padre di famiglia. Perché siamo un paese e una generazione che c’è già tutta sotto. Basta avere la voglia di riscoprirci.

STAMPO ANTIMAFIOSO sul libro Nomi, Cognomi e Infami

 Alla festa di Sinistra Ecologia e Libertà di Brugherio del 26 luglio scorso, relatori d’eccezione parlano di mafia e antimafia nel nord Italia. Giulio Cavalli –consigliere regionale di SEL– presenta il suo ultimo libro “Nomi, cognomi e infami”, soffermandosi sull’importanza della risata e dell’impegno civile collettivo e quotidiano nella lotta alle organizzazioni criminali.  Daniele Cassanmagnago -assessore all’urbanistica del ben noto alle cronache comune di Desio- dà piena voce alla sua denuncia e alle sue speranze di una rinascita civile nella sua città.  Alfredo Luis Somoza –Presidente ICEI e studioso dei fenomeni criminali in Sud America- dipinge un quadro dei rapporti di forza malavitosi a livello internazionale, non senza sottolineare come l’antimafia sia una scelta al contempo individuale e di popolo. Relatori d’eccezione, dunque, con storie diverse ma legati da un unico fil rouge: contro l’indifferenza ed il silenzio complice, la parola al potere.

Di Federico Beltrami e Martina Mazzeo da STAMPO ANTIMAFIOSO

Una risata contro l’indifferenza

Una risata per combattere la mafia. Una risata che, mettendo a nudo tutte le contraddizioni e le debolezze del potere criminale, sia in grado di liberare la società dai tentacoli mafiosi, diradando quella fitta coltre fatta di paura, indifferenza e complicità entro cui la criminalità organizzata sguazza.

Ad auspicarla e stimolarla, durante la presentazione del suo ultimo libro “Nomi cognomi e infami”, Giulio Cavalli, consigliere regionale della Lombardia in quota Sinistra Ecologia e Libertà.

“La risata funziona. Lo diceva Peppino Impastato” e lo ripete l’autore teatrale che da anni diffonde messaggi di impegno civile e culturale antimafioso con i suoi spettacoli e che, per questo, è stato minacciato dal potere mafioso.
Guai, però, a ricordarglielo. “Io sono un arlecchino, mi hanno pure detto che non ho la faccia da minacciato: è stato il più bel complimento che potevo ricevere”. E da Arlecchino Cavalli ha girato le piazze e i teatri di tutta Italia aiutando la cittadinanza a esorcizzare la paura e a rivitalizzare la propria pulsione antimafiosa: “Solo in questo modo la società civile può riuscire a confiscare ai mafiosi l’onore, parola da troppi anni espropriata del suo significato puro, autentico e positivo poiché inglobata nel gergo criminale”.

In effetti molti degli aneddoti citati da Cavalli nel corso della presentazione, più di un sorriso -anche se amaro- te lo strappano. Il Provenzano latitante nel casolare diroccato di Corleone che custodisce gelosamente una collezione di coppole, mangia biscotti senza glutine e ascolta la colonna sonora del Padrino e dei Puffi. Il capo-locale di Bollate Vincenzo Mandalari che, intercettato, rivela a suo nipote come essere “di destra o di sinistra non sia importante a livello locale”. L’ex direttore sanitario della ASL di Pavia Carlo Chiriaco, arrestato  nell’ambito dell’operazione Crimine e considerato parte attiva della locale pavese della ‘Ndrangheta, che nega di essere un boss ma ammette che si atteggiava in quel modo poiché nella sanità lombarda funzionava.

La risata però – ammonisce Cavalli – deve essere l’input, la scintilla in grado di far scattare la reazione di quella società civile che, soprattutto al nord, è stata troppo poco vigile. “Mi incazzo – tuona l’esponente di SEL – quando sento dire che in Lombardia l’operazione Infinito ha svelato un quadro inaspettato: Barbacetto e le carte dei processi Parco Sud e Bad Boys queste cose le spiegavano benissimo da anni. Bastava leggerli”.
Cavalli è un fiume in piena: “Su alcuni temi non si può non sapere: come diceva Gramsci, bisogna essere partigiani. La nostra indifferenza, invece, ha permesso al Presidente della Lombardia Formigoni di nominare una figura come quella di Pietrogino Pezzano come sostituto del destituito Chiriaco alla direzione della ASL di Pavia”. A chi gli fa notare che Pezzano, pur essendo stato “pizzicato” al telefono e fotografato in compagnia di alcuni boss, non sia stato condannato, Cavalli ribatte che “Nomi, cognomi e infami” ha come obiettivo anche quello di sottolineare come alcune persone siano “inopportune” a ricoprire determinati ruoli indipendentemente dal fatto che siano o meno penalmente responsabili.

La risata, dunque, anche per combattere egoismo e indifferenza, le due facce di una stessa medaglia. “Il federalismo più pericoloso è quello delle responsabilità, che porta a preoccuparsi unicamente dei problemi vicini a se stessi e non a quelli realmente più gravi”. La lotta al potere mafioso, che si fonda sull’egoismo e sulla prevaricazione di pochi ai danni di molti, deve invece basare le proprie fondamenta sulla solidarietà e sull’altruismo. Per questo “andrebbe riscoperto l’articolo 4 della nostra Costituzione, una sorta di monito contro l’indifferenza che non ci sprona tanto ad essere eroi, quanto a fare il nostro lavoro in modo onesto e funzionale all’affermazione di una società migliore”.  “Del resto, lo diceva anche Falcone: ciò che serve non è l’impegno straordinario di qualcuno, ma l’impegno ordinario di tutti”.

Un inno alla semplicità, “elemento sempre più rivoluzionario in un paese alla deriva”.

Settimana in movimento: senza fermarsi

Tre giorni di sedute di Consiglio importanti per il bilancio, la vergognosa legge sui parchi e i nostri ordini del giorno (tutti gli argomenti scaricabili qui). E poi:

martedì 26 luglio, ore 21 alla Festa Provinciale Sinistra Ecologia Libertà di Monza e Brianza Area feste via Aldo Moro Brugherio (MB): presento il mio libro “Nomi, cognomi e infami”, intervengono:Valerio D’ Ippolito, referente LIBERA Monza/Brianza, Daniele Cassanmagnago, Assessore all’urbanistica comune di Desio e Alfredo Luis Somoza, presidente ong ICE.

giovedì 28  ore 19 “Antimafia a Milano: Commissione o Comitato?” Intervengono: NANDO DALLA CHIESA Professore di Sociologia della Criminalità Organizzata, Università Statale di Milano,  GIULIO CAVALLI Scrittore, Politico, Consigliere Regionale di SEL, MIRKO MAZZALI Avvocato, Consigliere Comunale, Presidente della Commissione Sicurezza di Palazzo Marino. Libreria del Mondo Offeso Corso Garibaldi 50Milano.

giovedì 28 ore 21  “Chi paga la crisi?”con Alfonso Gianni (nazionale SEL), Giulio Cavalli (consigliere regionale SEL), Damiano Galletti (segretario provinciale SEL), Donatella Albini (consigliere comunale SEL). Festa Provinciale Sinistra Ecologia e Libertà, Centro Civico Collebeato Via San Francesco 1 Collebeato (BS).

venerdì 29 ore 21 “La linea della palma” con Antonio Ingroia, Salvatore Borsellino e Giulio Cavalli, moderatore Pierluigi Senatore. Piazza Spallanzani Porto Venere (SP).

sabato 30 ore 20.30 in scena con lo spettacolo “Nomi, cognomi e infami”, organizza l’ Associazione Antiracket  1° chiostro abbazia benedettina S.M.Arcangelo – Montescaglioso (MT).

LA PROVINCIA di Varese intervista Giulio Cavalli

La Provincia di Varese

L’intervista: Giulio Cavalli

attore-politico anti mafia

«Piazza blindata per uno spettacolo Che impressione»

LONATE POZZOLO Un giullare che sbeffeggia i mafiosi nei loro territori, perché «di fronte a una piazza che ride la mafia si sgretola». Giulio Cavalli, attore sotto scorta per i suoi spettacoli antimafia, consigliere regionale da poco passato dall’Idv a SeI, era sabato sera nella tana del lupo, a Lonate. Sul palco ha raccontato la mafiopoli lombarda, dalla Bollate di VlIlcenzino Mandalari alla Lonate di Vincenzo Rispoli, il principe nero della ‘ndrangheta varesotta.

Ecco l’intervista fatta all’attore-politica poco prima dell’inizio del monologo.

Come legge gli arresti degli ultimi due anni? Un successo delle forze dell’ ordine o una mafia che cambia i propri vertici?

Non penso che la mafia stia cambiando pelle. Credo che le procure abbiano iniziato a destinare tempo e risorse a questo tema. Le varie operazioni determinano poi un effetto catena, con l’indagine «il Crimine» che sconfina in «Infinito». Penso anche che l’informazione abbia un ruolo importante, assieme al coinvolgimento e all’impegno della società civile. C’è una maggiore attenzione da parte della società civile.

Qual è il senso di essere in piazza a Lonate?

Questa è una dimostrazione della forza del teatro, che riesce ad andare sui territori. Il mio lavoro, però, ha senso solo se è elemento di un lavoro collettivo. Certo, fa colpo vedere una piazza così militarizzata per uno spettacolo teatrale.

In consiglio regionale ha proposto l’istituzione di una commissione regionale antimafia. Pensa sia un risultato raggiungibile?

Già il fatto di essere riusciti a portare il tema della Mafia in consiglio regionale è stata una grande vittoria. Penso che la legge sull’educazione alla legalità all’interno delle scuole lombarde, approvata lo scorso febbraio, sia una buona legge. La scelta di Giuliano Pisapia di istituire una commissione antimafia a Milano ci darà una grandissima mano. Difficilmente il presidente Formigoni potrà fare a meno di creare la commissione anche a livello regionale.

Cavalli, parla anche del progetto di legge «interventi regionali per la prevenzione e il contrasto della criminalità»?

Sì, si tratta di un provvedimento che fissa punti innovativi per quanto riguarda l’usura, l’assistenza alle vittime ed altri aspetti di fondamentale importanza.

Lo spettacolo inizia. Dopo Gela, Corleone, Plati, Buccinasco, tocca a Lonate Pozzolo.

T.Sco.

Data 14-07 -2011

Pagina 43

Settimana in viaggio

Mercoledì 13 luglio, a Pontremoli (MS) alle ore 17 per il premio Bancarella presento il libro NOMI COGNOMI E INFAMI in p.zza Duomo.

Mercoledì 13 Luglio, a Marina di Massa (MS) alle 21.30 al Circolo Culturale Endas “Kakao” Via Casola  presento il libro NOMI COGNOMI E INFAMI per l’associazione INMOVIMENTO.

Venerdì 15 luglio, a Boves (CN) alle 21.00 al Teatro Borelli in p.zza Borelli Restiamo umani XII Campo scuola di Acmos.

Domenica 17 luglio, a Cazzago San Martino (BS) alle 10 “I servizi alla persona alla luce delle politiche di Regione Lombardia e del Governo nazionale. Festa di SEL della zona Franciacorta – Lago d’Iseo Parco comunale “Stazione arcobaleno” Via Giuseppe Verdi

Lonatesi più liberi, però silenziosi

Lonatesi più liberi, però silenziosi

Dopo la sentenza Bad Boys sabato arriva in piazza Cavalli. Verderio: c’è ancora omertà

LONATE POZZOLO – Arriverà sabato sera in piazza Sant’Ambrogio l’attore Giulio Cavalli E nel suo spettacolo «Nomi, cognomi ed infami» parlerà anche della sentenza «Bad Boys». Quella emanata dal Tribunale di Busto Arsizio che ha condannato la cosca ndranghetista Farao Marincola e che vuole dare nuova speranza e segno di riscossa civile-sociale alla comunità. «Il paese sta reagendo, i giovani sono la speranza», afferma Cavalli. E dello stesso tenore è il sindaco Piergiulio Gelosa per il quale «Lonate è già cambiata» e che vuole rafforzere la cooperazione con Ammazzateci Tutti. Associazione alla quale l’esecutivo sta pensando di dare uno spazio. Anche se ancora qualche motivo di preoccupazione è presente tra i lonatesi. Infatti, il primo che ha denunciato l’infiltrazione criminale in paese, ovvero l’ex consigliere comunale Modesto Verderio’ (Lega Nord), non fatica a dire di «vedere tra la gente ancora troppa omertà». Paese nel quale quello di ieri sembrava un giorno come un altro tra chi manifestava gioia per le condanne e chi non era nemmeno a conoscenza di un verdetto che potrebbe diventare storico. Nuova resistenza – «Quando ci sono emergenze bisogna scegliere da che parte stare», dice il consigliere regionale Giulio Cavalli (Sel). E i ragazzi di Ammazzateci Tutti, guidati da Massimo Brugnone, e i giovani lonatesi che si stanno mobilitando sul problema sono l’esempio di un paese vivo. «O – come dice Cavalli – di una nuova resistenza». Alla luce della coesione che una comunità deve mostrare. Cosa che l’intero consiglio comunale ha fatto costituendo all’unanimità il gruppo per la legalità. Così, Cavalli lancia il suo messaggio: «Dobbiamo creare una coscienza civile, non servono sparuti eroi, ma un’ ordinaria resistenza». La speranza, dunque, è di avere sabato una piazza gremita: «Più vedo manifestazioni come quella di Lonate e più la paura diminuisce, mi tutela molto di più vedere una piazza gremita piuttosto che la scorta». Ora bisogna costruire una Lombardia che studia e combatte il crimine organizzato. La svolta – «Il nostro primo obiettivo è ribellarci contro soprusi e ingiustizie, dobbiamo essere insieme e più incisivi a stimolare le denunce e ripudiare omertà e omissioni», scandisce Gelosa. Il quale tiene subito a ribadire l’unità assoluta della politica locale nel fronte aperto a difesa del principio di legalità. A questo proposito anticipa che in occasione del tavolo per l’accordo quadro convocato in regione 1’11 luglio prossimo «formalizzeremo e ratificheremo la nostra richiesta per destinare ad Ammazzateci Tutti un ambito delocalizzato in via XXIV Maggio». Auspicando un altro passo che va in questa direzione: l’ipotesi di offrire ulteriori spazi delocalizzati per le associazioni delle forze dell’ordine. Si parla a oggi soprattutto dell’educazione stradale. Locri -Ma c’è chi ritiene che il paese sia ancora troppo indietro e poco coraggioso contro la criminalità. Ossia, il leghi sta Verderio. Che quando era consigliere comunale denunciò per primo le infiltrazioni criminali sul telTitorio e contro i commercianti. «A quanto mi risulta c’è ancora qualche sacca di resistenza criminale», sostiene. Poi lancia un appello: «Bisogna svegliarsi dal torpore. I lonatesi devono fare molto di più, prendere esempio dall’impegno di Massimo Brugnone e dal coraggio dei giovani di Locri». La meglio gioventù – Il vero segnale di rinascita e di risveglio morale lo hanno dato i ragazzi di Ammazzateci Tutti. Che per la prima volta, venerdì scorso al mercato, hanno volantinato promuovendo l’iniziativa del 9 luglio con Giulio Cavalli. Dai cittadini, per una volta distanti dai banchi della frutta e della verdura, poche parole, ma almeno l’attenzione per questi ragazzi e le loro battaglie per la legalità. Volte a liberare finalmente Lonate Pozzolo. E tra questi giovani la diciottenne lonatese Etienne Piantanida. Segno che le associazioni antimafia si radicano in un paese pronta e deciso a tagliare i ponti con il passato. La normalità – Un pomeriggio solito quello visssuto ieri dai lonatesi. Tra pochi che parlano e tanti che scelgono ancora una volta il silenzio. Addirittura dicendo di non conoscere la notizia. «Abbiamo perso serenità», spiega il commerciante ed ex vicesindaco Donato Brognara (Pd). «Prevale la voglia di dimenticare ciò che è stato. Ma potrebbe anche essere timore di parlarne. Comunque, la passione dei giovani è il nostro domani». Mentre il salumiere Gianni Ferrario aggiunge: «Speriamo che li tengano dentro e che sia l’inizio di una nuova era».

Matteo Bertolli

DA LA PREALPINA 06/07/2011