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non mi fermo

#nonmifermo i documenti, adesso abbiamo bisogno di voi

Dopo l’agorà del 3 marzo siamo alla definizione degli ultimi particolare per il prossimo incontro. Non Mi Fermo non si ferma e continua a lavorare per seminare buona politica e buone pratiche. Senza troppi clamori, con il lavoro serio e costante dalle idee che ci sono state e nella costruzione di quelle che ci saranno.

Sono finalmente online i documenti pronti, cucinati e da servire nei consigli comunali, provinciali e regionali. Il bugiardino delle istruzioni è semplice e da fare circolare: 1. scaricare i documenti dalla pagina del sito. 2. citofonare, telefonare o offrire un caffè al vostro consigliere di fiducia (che avete votato esprimendo quella preferenza che chiediamo a gran voce per le elezioni nazionale e che dobbiamo “sfruttare” democraticamente ai livelli locali). 3. Farsene carico: seguire la proposta come un figlio mentre viene calendarizzata in commissione, discussa in consiglio e votata (preferibilmente a maggioranza). 4. Farci sapere com’è andata: mandarci il risultato e la discussione (e gli emendamenti) alla mail info@nonmifermo.it

Intanto stiamo preparando il prossimo appuntamento su integrazione e interazione a Bergamo (patria leghista di disintegrazione di pancia, appunto). Chiunque volesse collaborare, ecco, noi siamo qua. Per seguire il sito di #nonmifermo potete iscrivervi alla newsletter (che vi tiene informati, è semplice e pure ecologica).

Qui il materiale:

MATERIALI AGORA’ DEL  3 MARZO 2012: ETICA E POLITICA

ORDINE DEL GIORNO:

  • Campagna di diffusione e sensibilizzazione ai cittadini sulle funzioni, finalità e servizi del Comitato Regionale per le Comunicazioni:  ODG CoReCom
  • Istituzione dello scaffale della legalità nelle biblioteche cittadine: ODG Scaffale della legalità
  • Sul divieto di ricostituzione del partito fascista attuato dalla XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione. Esame, approvazione e determinazioni:odgric.partitofascista

MOZIONE:

  • Contro i tagli alla cultura e per il rispetto del dettato costituzionale sull’obbligo per la Repubblica di promuovere lo sviluppo della cultura: Mozione Contro Tagli Cultura

  • Intervento sanitario e sociale nel campo della salute mentale: MOZ-302

PROGETTO DI LEGGE

  • Riconoscimento e valorizzazione del consumo critico,consapevole e responsabile:PDL GAS
  • Disposizioni in materia di accesso, pubblicazione e riutilizzo dei documenti e dei dati pubblici dell’amministrazione regionale in formato aperto tramite software libero e la rete internet: Progetto di legge Open Data
SLIDES INFORMATIVE

 

 

La dittatura e le sue lezioni

Ho voluto fortemente che Matteo Pascoletti fosse dei nostri per Non Mi Fermo. Perché Matteo non ha analisi mediate: scrive e sputa, alla De André. Il suo pezzo di oggi su dittature e i suoi figli ne è un esempio. La stagione berlusconiana ha imposto nel paese un leaderismo allergico al confronto, e quindi debolissimo sul versante della democraticità. Un leaderismo che ha sdoganato, nella comunicazione pubblica, l’insulto, la denigrazione, l’oscenità sfoggiata, indebolendo dunque ulteriormente gli anticorpi offerti dalla logica e dal pensiero critico. Indebolendosi quest’ultimi, la tendenza a delegare di volta in volta al leader la soluzione a un problema percepito soprattutto sul piano emotivo, e la cui complessità non si è in grado di sviscerare, è diventata prassi sociale. Non è un caso, sospetto, che sia alta la fiducia a Monti e bassissima la sfiducia nei partiti, come se il dato non tenesse conto che il Presidente del Consiglio, per far passare i provvedimenti, deve passare proprio per quei partiti. Del resto, come si può vedere in questo articolo di la Repubblica, la maggior parte degli italiani non percepisce il Governo Monti come governo di centrodestra o di centrosinistra. Quindi l’opinione pubblica italiana è culturalmente predisposta a un leader forte, ed è portata dallo stato di crisi e dai valori trasmessi dalla politica di questi ultimi anni ad essere emotivamente indisposta verso dialogo e confronto, o quanto meno disabituata. Ma questo leader forte non può essere Monti, perché la dipendenza dagli attuali partiti segna, a mio avviso, il limite invalicabile e la natura temporanea della narrazione dei “tecnici estranei alla politica”. Il resto qui.

Le convenzioni dell’amore

In un periodo di forte crisi economica, in Italia non c’è spazio per interrogarsi sui sentimenti e sui modelli di famiglia emergenti, mentre un legislatore ed un politico attento ai cambiamenti sociali partirebbe proprio da quei dati, perché la trasformazione economica investe anche il profilo culturale e sociale di un paese. Non si può modificare, infatti, ciò che ci circonda, se non si parte da un processo di cambiamento che coinvolge sé stessi, le proprie convinzioni e la modifica dei clichè tramandati dalle generazioni precedenti, tutti protesi alla criminalizzazione delle condotte che ledevano “la moralità pubblica e il buon costume”.
La Cassazione, con la sentenza n. 4184, si è espressa in tema di matrimoni tra omosessuali, con una soluzione che tenta di accontentare sia il mondo cattolico, arroccato su una posizione che vieta l’amore tra soggetti dello stesso sesso (che pure si annida sempre più negli ordini sacerdotali) e le richieste incalzanti di riconoscimento che arrivano dal mondo gay.
La Suprema Corte evidenzia come non sia possibile, per gli omosessuali, con l’attuale legislazione, «far valere il diritto a contrarre matrimonio, né il diritto alla trascrizione del matrimonio celebrato all’estero», specificando però che questa «intrascrivibilità delle unioni omosessuali dipende non più dalla loro ‘inesistenza’, e neppure dalla loro invalidità, ma dalla loro inidoneità a produrre quali atti di matrimonio, appunto, qualsiasi effetto giuridico nell’ordinamento italiano». Un’ escamotage, dunque, che riconosce le unioni omosessuali, non consentendone esplicitamente, tuttavia, l’applicazione nel nostro ordinamento. 

Ne scrive Manila sul sito di Non Mi Fermo.

I bambini invisibili, nella rete

Joseph Kony è un nome sconosciuto ai più. Attualmente, nella lista della Corte Penale Internazionale dell’Aia che elenca i ricercati per crimini contro l’umanità, è al numero uno. Un bel primato, che si è guadagnato con 20 anni di persecuzioni, rapimenti, stragi, schiavitù sessuale e stupri. Francesco racconta sul sito di Non Mi Fermo di KONY2012 per mantenere alta l’attenzione su quello che è attualmente il criminale di guerra con più capi d’imputazione al mondo. E un impegno: farsene carico.

C’è sempre qualche vecchia signora che affronta i bambini facendo delle smorfie da far paura e dicendo delle stupidaggini con un linguaggio informale pieno di ciccì e di coccò e di piciupaciù. Di solito i bambini guardano con molta severità queste persone che sono invecchiate invano; non capiscono cosa vogliono e tornano ai loro giochi, giochi semplici e molto seri. (Bruno Munari)

Se la Lega riempie le carceri

E non risolve i problemi, il problema non è solo normativo ma culturale. Lo scrive Manila Filella sul sito di Non Mi Fermo (la prossima agorà sarà proprio sull’immigrazione, a Bergamo, terra leghista). Tutta la normativa sull’immigrazione, voluta fortemente dalla Lega Nord, presenta profili di illegittimità costituzionale ed incompatibilità con la normativa europea ed internazionale, oltre a porsi in contrasto con i diritti fondamentali della persona umana e l’intolleranza e la continua criminalizzazione tout court dello straniero, ed oltre ad essere discriminatoria, distoglie tempo, uomini e risorse economiche che dovrebbero essere impiegate per contrastare i fenomeni di criminalità organizzata, quelli sì, reati di maggior rilievo, non collegati ad un’etnia, e ad oggi il vero vulnus della Lombardia. Il resto qui.

Una proposta semplice per esercitare legalità tra i libri

Leonardo Salerno propone al Consiglio Comunale di Bollate l’istituzione di uno scaffale della legalità all’interno della biblioteca. Il segnale è semplice ma importante perché Bollate ha vissuto tempi difficili in occasione dell’ultima operazione Infinito (a Bollate ha pascolato indisturbato per anni il boss Vincenzino Mandalari che tirava le fila della ‘ndrangheta in quella zona) e perché i libri hanno un potere ‘sconsiderato’ se messi in bella mostra. La Scuola di formazione politica Antonino Caponnetto da tempo offre le proprie competenze perché si costruisca e si diffonda, anche attraverso i Libri e l’attenzione ad essi, sul territorio (Scuole, Associazioni, Città piccole e grandi,Distretti) e nell’immaginario dei cittadini, una Rete salda di Regole e Principi.Perché torni ad essere Centrale e Peculiare, nella Vita di ognuno e collettivamente, la Conoscenza e il Rispetto delle Regole. L’idea ci è piaciuta e con Non Mi Fermo abbiamo deciso di farcene carico. Bollate e Leonardo sono il primo passo. Ora dobbiamo chiedere che venga fatto dappertutto.

La multiutility del Nord non convince

Nella nostra prima agorà di Milano di Non Mi Fermo Diego Parassole e Emilio Molinari ci hanno raccontato dei dubbi sulla ‘multiutility del nord’ che fonderebbe tutte le società per azioni private con la partecipazione dei comuni di Genova, Milano, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Mantova, Padova, Trieste, Brescia che si occupano di acqua, energia e rifiuti.

Una riflessione sulle parole di Molinari è dovuta. L’appello (che personalmente ho sottoscritto) è chiaro nelle richieste:

Facciamo parte dei 27 milioni di cittadine e cittadini che si sono espressi contro la privatizzazione dell’acqua e per la difesa dei beni comuni. Viviamo con forte preoccupazione i ripetuti tentativi di cancellazione del risultato referendario, che colpiscono al cuore la partecipazione democratica e la credibilità delle istituzioni. 

Con l’abrogazione dell’art. 23 bis, il referendum ha restituito alla sfera pubblica non solo l’acqua, ma anche gli altri servizi pubblici, compresi i rifiuti e il trasporto pubblico locale. Decenni di liberalizzazioni e privatizzazioni mostrano oggi il fallimento di questo disegno che ha visto il pubblico ritirarsi dai propri compiti e i Comuni trasformarsi da aranti dei servizi pubblici in azionisti. Ci lasciano aziende con miliardi di debito, aumento dei costi dei servizi per i cittadini, peggioramento delle condizione dei lavoratori del settore, azzeramento degli  investimenti in nuove reti, impianti e tecnologie, spreco di ingenti risorse naturali, finite e irriproducibili, e una drastica riduzione degli spazi di democrazia, di partecipazione e di trasparenza. 

La proposta di creare una grande multiutility del nord si inserisce in questo quadro desolante. Ripercorre la strada dei fallimenti testimoniati dai bilanci in debito di A2A, Iren, Hera, ecc.; ci ripropone l’idea di vendere servizi essenziali per coprire buchi di bilancio; punta a superare i debiti delle aziende attraverso economie di scala. E’ un’operazione lobbistica e verticistica di istituzioni, managers e correnti di partiti, estranea alle città interessate, che espropria i consigli comunali dei loro poteri e allontana le decisioni dal controllo democratico. Oggi serve una gestione dell’acqua, dei rifiuti, del TPL, dell’energia, prossima ai cittadini e alle amministrazioni locali, per garantirne la trasparenza e la partecipazione nella gestione dei servizi.

Oggi più che mai una scelta del genere non deve essere perseguita. Al contrario è necessario aprire un ampio dibattito pubblico che coinvolga le amministrazioni locali, le assemblee elettive, coloro che hanno promosso e vinto i referendum, le associazioni, i comitati, tutti coloro che vogliono preservare l’universalità dei diritti fondamentali, come l’acqua, e tutelare i diritti dei lavoratori. Riteniamo indispensabili modalità nuove ed etiche per garantire ai Comuni investimenti pubblici necessari a realizzare politiche ambientali di risparmio idrico ed energetico e di riduzione, recupero e riuso dei rifiuti – obiettivi previsti dalla Direttiva Europea sulla promozione delle fonti rinnovabili. Non accettiamo di farci espropriare delle condizioni minime per esercitare i diritti di cittadinanza, di riproducibilità della nostra vita associata, in armonia con l’ambiente.

Per queste ragioni, pensiamo sia interesse di tutta la società civile fermare questo progetto che si presenta come un ulteriore attacco alla democrazia e ai beni comuni. Chiediamo a tutte le forze politiche, sociali e sindacali, in particolare quelle che hanno sostenuto i referendum, di prendere una posizione chiara opponendosi con decisione a questo progetto e portandolo alla discussione e al pubblico dibattito. Ci impegniamo a favorire tutti i possibili momenti informativi, di dibattito e di sensibilizzazione.

Perché non ci fermiamo

La preparazione è stata lunga e faticosa (e devo ringraziare tutti quelli che stanno lavorando) e la decisione non è stata facile ma ormai ci siamo: domani alle 14.30 al Teatro della Cooperativa in via Hermada 8 a Milano, Non Mi Fermo smette di essere un’idea e diventa l’etica che vogliamo nelle nostre città: ‘politica’ si direbbe se non fosse che la parola oggi suona così poco luminosa. Perché rispetto all’anti politica preferiamo l’altra politica, lo scrive bene Stefano RodotàE i partiti? Silenziosi o diffidenti, timorosi della loro ombra. Si pensi a quel che è avvenuto a Milano, dove una meritoria iniziativa del sindaco riguardante le coppie di persone dello stesso sesso ha provocato sconcertanti reazioni di rigetto all´interno dello stesso Pd, dove evidentemente si ignora che una sentenza della Corte costituzionale ha affermato che queste persone hanno un diritto fondamentale a veder riconosciuta la loro condizione. La questione non può essere considerata minore o locale, poiché rivela come all´interno di quel partito non vi sia una elaborazione programmatica riconoscibile, si è paralizzati dall´irrisolto rapporto tra le diverse forze che hanno dato origine al Pd e che troppe volte fanno emergere tentazioni integraliste e incapacità di altri settori del partito di definire una posizione netta proprio sui diritti fondamentali delle persone. Non diversa è la condizione del Pdl, prigioniero di fondamentalismi figli soprattutto d´una stagione d´un collateralismo strumentale, quando il partito si presentava come il portavoce della gerarchia vaticana.  Stanno così nascendo due circuiti: quello, talora discutibile ma dinamico, dellaltra politica e quello congelato del sistema dei partiti. Questultimo si chiude sempre più in se stesso, rifiuta il dialogo, e ne paga i prezzi. Quando le condizioni istituzionali rendono inevitabile il contatto tra i due circuiti, infatti, è quasi sempre quello dell´altra politica a prevalere. Lo dimostra, per il Pd, l´esperienza negativa di primarie e elezioni, da Milano a Cagliari, da Napoli all’ultimo episodio di Genova. 

Non ci fermiamo perché abbiamo il dovere di rivendicare il Paese migliore che abbiamo in mente e vogliamo costruirne la direzione senza esclusioni, vogliamo essere dentro al cambiamento ‘amando le differenze’ e perché vogliamo essere adeguati al nostro tempo e soprattutto che il nostro tempo sia adeguato ai nostri diritti (e renda ineludibili i doveri). Domani parleranno gli amici e i compagni con cui abbiamo già fatto tanta strada insieme (penso a Sonia, a Luigi) insieme agli incroci di questo ultimo anno (Chiara e il nostro lavorare insieme in Regione, Daniele e il suo profumatissimo PGT a Desio) e con quelli che verranno. E’ solo l’inizio, domani, di qualcosa che non ci facciamo scappare.

Il programma degli interventi:

  1. Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi
  2. Sonia Alfano – la commissione antimafia europea
  3. Luigi De Magistris – intervento video: beni comuni
  4. Alessio Baù – politica e internet
  5. Chiara Pracchi – le contraddizioni della Lega
  6. Giovanni Giovannetti – territorio
  7. Daniele Cassanmagnago – territorio e pgt
  8. Patrizia Quartieri – psichiatria e competenze del Comune
  9. Federico Cimini – cantautore
  10. Loris Mazzetti– informazioni Co.re.com.
  11. Claudio Messora – opena data, agenda digitale
  12. Vladimiro Boselli – antimafia
  13. Diego Parassole – acqua pubblica
  14. Iolanda Nanni – pendolari, trasporti, class action
  15. Corrado Del Bo’ – reddito di cittadinanza
  16. Edda Pando – immigrazione e diritto cittadinanza
  17. Nicoletta Riboldi – scaffale della legalità nelle biblioteche lombarde
  18. Rodolfo Serianni – G.A.S.
  19. Jole Garuti – legalità costituzione scuole
  20. Piero Ricca – diritto audizione
  21. Daniele Biacchessi – resistenza e antifascismo
  22. Renato Sarti – cultura
  23. Marco Fraceti – osservatorio antimafia Monza e Brianza
  24. Federico Cimini – cantautore
  25. conclusioni
Gli interventi saranno declinati in ordini del giorno, mozioni, proposte di legge che saranno disponibili (con i video degli interventi) sul sito www.nonmifermo.it
Diretta twitter #nonmifermo

I carati di Lucio

Quando muore un artista tutti corrono a cercare le ultime foto scattate insieme a lui, recuperano i coccodrilli pronti e ripartono gli speciali. Che, forse, non è nemmeno un male: un tentativo un po’ bulimico di non perdere il posto nella giostra del lutto. Federico Cimini è un giovane cantautore bolognese e racconta come a Bologna Lucio Dalla avesse anche qualcos’altro di diverso:  Se sei cantautore, “emergente”, e vivi a Bologna, non potevi non tener conto di Lucio Dalla. Magari per spedirgli un tuo demo, oppure avere la speranza di incontrarlo per strada, per parlargli e spiegargli quello che fai, per avere un aiuto. Nell’ambiente musicale bolognese si sapeva: lui, potendo, aiutava tutti. Esistono numerose testimonianze di musicisti che sono riusciti a contattarlo e hanno ottenuto una collaborazione, qualche consiglio, o il semplice interesse (sempre concreto) da parte sua. Esistono, addirittura,  testimonianze da parte di gruppi che si esibivano sotto il portone di casa sua, o suonavano al campanello di via d’Azeglio con la speranza di trovarlo in casa, e che alla fine sono riusciti ad incidere un cd in cui era presente anche lui, al clarinetto e facendo qualche coro. Sembra una cosa da niente, ma per i gruppi e per i cantautori emergenti è davvero tanto: di fronte alle misere scuse di chissà quante etichette discografiche, grandi e piccole, pronte a chiudere la porta in faccia senza nemmeno aver ascoltato il prodotto, fare un cd con l’aiuto disinteressato di Dalla è un gesto immenso, di quelli che non si possono dimenticare e di cui bisogna tenerne per forza conto nel momento in cui si ricorda una persona come lui. Federico sarà con le sue parole e la sua chitarra alla nostra agorà su etica e politica domani con noi a Milano, Teatro della Cooperativa, dalle 14.30 per Non Mi Fermo. Perché le parole (e l’umanità per niente epica) sono importanti.