Vai al contenuto

Giulio Cavalli

Cultura: per non morire di fame

con la cultura non si mangiaFederculture con altre associazioni nei giorni scorsi ha lanciato un appello che in realtà come ha dichiarato il presidente Roberto Grossi è “una richiesta di precise assunzioni di responsabilità su alcuni punti qualificanti – centralità delle competenze e della formazione, modernizzazione della gestione di beni e attività culturali, valorizzazione del lavoro giovanile, investimenti su creatività e innovazione, riforma della fiscalità per il settore culturale – che rivolgiamo a coloro che si candidano a guidare lo sviluppo del paese. Perché, al di là della retorica, senza cultura non c’è sviluppo e per questo è ora di passare dalle parole ai fatti.”

Ecco l’appello, partito da MAB Musei Archivi Biblioteche, AIB – Associazione Italiana Biblioteche, ANAI – Associazione Nazionale Archivistica Italiana, ICOM Italia- International Council of Museums, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, FAI – Fondo Ambientale Italiano, Federculture, Italia Nostra, Legambiente, Comitato per la bellezza e che ha tra i primi firmatari, Tullio De Mauro, Luciano Canfora, Giuliano Montaldo, Tomaso Montanari, Salvatore Settis

I promotori e i firmatari del presente appello chiedono a chi si candida a governare l’Italia impegni programmatici per il rilancio della cultura intesa come promozione della produzione creativa e della fruizione culturale, tutela e valorizzazione del patrimonio, sostegno all’istruzione, all’educazione permanente, alla ricerca scientifica, centralità della conoscenza, valorizzazione delle capacità e delle competenze.
La crisi economica e la conseguente riduzione dei finanziamenti stanno mettendo a dura prova l’esistenza di molte istituzioni culturali, con gravi conseguenze sui servizi resi ai cittadini, sulle condizioni di lavoro e sul futuro di molti giovani specificamente preparati ma senza possibilità di riconoscimento professionale. Questa situazione congiunturale è aggravata dalla crisi di consenso che colpisce la cultura, che una parte notevole della classe dirigente – pur dichiarando il contrario – di fatto considera un orpello inattuale, non elemento essenziale di una coscienza civica fondata sui valori della partecipazione informata, dell’approfondimento, del pensiero critico.
Noi rifiutiamo l’idea che la cultura sia un costo improduttivo da tagliare in nome di un malinteso concetto di risparmio. Al contrario, crediamo fermamente che il futuro dell’Italia dipenda dalla centralità accordata all’investimento culturale, da concretizzare attraverso strategie di ampio respiro accompagnate da interventi di modernizzazione e semplificazione burocratica. La nostra identità nazionale si fonda indissolubilmente su un’eredità culturale unica al mondo, che non appartiene a un passato da celebrare ma è un elemento essenziale per vivere il presente e preparare un futuro di prosperità economica e sociale, fondato sulla capacità di produrre nuova conoscenza e innovazione più che sullo sfruttamento del turismo culturale.
Ripartire dalla cultura significa creare le condizioni per una reale sussidiarietà fra stato e autonomie locali, fra settore pubblico e terzo settore, fra investimento pubblico e intervento privato. Guardare al futuro significa credere nel valore pubblico della cultura, nella sua capacità di produrre senso e comprensione del presente per l’avvio di un radicale disegno di modernizzazione del nostro Paese.
Per queste ragioni chiediamo che l’azione del Governo e del Parlamento nella prossima legislatura, quale che sia la maggioranza decisa dagli elettori, si orienti all’attuazione delle seguenti priorità.

  • Puntare sulla centralità delle competenze
  • Promuovere e riconoscere il lavoro giovanile nella cultura
  • Investire sugli istituti culturali, sulla creatività e sull’innovazione
  • Modernizzare la gestione dei beni culturali
  • Avviare politiche fiscali a sostegno dell’attività culturale

I promotori e i firmatari del presente appello chiedono di accogliere nei programmi elettorali queste priorità e di sottoscrivere i dieci obiettivi seguenti, che dovranno caratterizzare il lavoro del prossimo Parlamento e l’azione del prossimo Governo. Il nostro sostegno, durante e dopo la campagna elettorale, dipenderà dall’adesione ad essi e dalla loro realizzazione.

Riportare i finanziamenti per le attività e per gli istituti culturali, per il sistema dell’educazione e della ricerca ai livelli della media comunitaria in rapporto al PIL.
Dare vita a una strategia nazionale per la lettura che valorizzi il ruolo della produzione editoriale di qualità, della scuola, delle biblioteche, delle librerie indipendenti, sviluppando azioni specifiche per ridurre il divario fra nord e sud d’Italia.
Incrementare i processi di valutazione della qualità della ricerca e della didattica in ogni ordine scolastico, riconoscendo il merito e sanzionando l’incompetenza, l’inefficienza e le pratiche clientelari.
Promuovere sgravi fiscali per le assunzioni di giovani laureati in ambito culturale e creare un sistema di accreditamento e di qualificazione professionale che eviti l’immissione nei ruoli di personale non in possesso di specifici requisiti di competenza. Salvaguardare la competenza scientifica nei diversi ambiti di intervento, garantendo organici adeguati allo svolgimento delle attività delle istituzioni culturali, come nei paesi europei più avanzati.
Promuovere la creazione di istituzioni culturali permanenti anche nelle aree del paese che ne sono prive – in particolare nelle regioni meridionali, dove permane un grave svantaggio di opportunità – attraverso programmi strutturali di finanziamento che mettano pienamente a frutto le risorse comunitarie; incentivare formule innovative per la loro gestione attraverso il sostegno all’imprenditoria giovanile.
Realizzare la cooperazione, favorire il coordinamento funzionale e la progettualità integrata fra livelli istituzionali che hanno giurisdizione sui beni culturali, riportando le attività culturali fra le funzioni fondamentali dei Comuni e inserendo fra le funzioni proprie delle Province la competenza sulle reti culturali di area vasta.
Ripensare le funzioni del MiBAC individuando quelle realmente “nazionali”, cioè indispensabili al funzionamento del complesso sistema della produzione, della tutela e della valorizzazione dei beni culturali, per concentrare su di esse le risorse disponibili. Riorganizzare e snellire la struttura burocratica del ministero, rafforzando le funzioni di indirizzo scientifico-metodologico e gli organi di tutela e conservazione, garantendone l’efficienza, l’efficacia e una più razionale distribuzione territoriale.
Inserire la digitalizzazione del patrimonio culturale fra gli obiettivi dell’agenda digitale italiana e promuovere la diffusione del patrimonio culturale in rete e l’accesso libero dei risultati della ricerca finanziata con risorse pubbliche.
Riconoscere l’insegnamento delle discipline artistiche e musicali tra le materie curriculari dell’insegnamento scolastico nelle primarie e secondarie e sviluppare un sistema nazionale di orchestre e cori giovanili e infantili.
Prevedere una fiscalità di vantaggio, compreso forme di tax credit, per l’investimento privato e per l’attività del volontariato organizzato e del settore non profit a sostegno della cultura, con norme di particolare favore per il sostegno al funzionamento ordinario degli istituti culturali. Sostenere la fruizione culturale attraverso la detraibilità delle spese per alcuni consumi (acquisto di libri, visite a musei e partecipazione a concerti, corsi di avviamento alla pratica artistica); uniformare l’aliquota IVA sui libri elettronici a quella per l’editoria libraria (4%); prevedere forme di tutela e di sostegno per le librerie indipendenti.

 

Manca poco

“La danza è santa, sensuale, ed è un modo per essere molto potente e un po’ pericoloso, senza essere violento.”

Eve Ensler

Trovate tutto qui

Schermata 2013-02-13 alle 11.37.49

I capi della banda

Formigoni è indagato. Associazione a delinquere. Lui e la classe dirigente della Lombardia: quelli che sostengono Maroni alla presidenza della regione. Maroni che “faceva pressioni” per la nomina di Orsi in Finmeccanica. Maroni si difende dicendo che la decisione è stata presa dal Consiglio dei Ministri. Di cui faceva parte come Ministro dell’Interno.

Poi mi dicono che insisto troppo con la discontinuità. Per dire.

maroni_e_formigoni

Vedo, sento, parlo #davvero

Una cartolina da scaricare, fare girare e soprattutto su cui riflettere. Perché sarebbe ora di volere essere fortissimamente differenti, in Lombardia. #davvero

MAFIA2

Un impegno: odontoiatria nel programma sanitario regionale in Lombardia

odontoiatria2Sono le cose semplici che si possono fare e si devono fare: inserire l’odontoiatria nel programma sanitario regionale significa bilanciare un campo dove solo il 5% è pubblico e soprattutto elaborare una una proposta che contenga questo settore che parta dalla prevenzione fino alla impiantologia sarebbe di grande importanza, considerando il fatto che i notevoli costi dei privati fanno sì che molti abbandonano l’idea di iniziare un percorso sanitario in questo settore.

Un impegno preciso. Un mio impegno.

Azzardare sul gioco d’azzardo

scritto per Il Fatto Quotidiano

The GamblerSecondo le statistiche pubblicata da Agicos per il periodo compreso tra il gennaio e l’ottobre del 2012, cresce in Italia il volume del gioco d’azzardo. Maggiore la ricchezza ridistribuita ai giocatori, passata da 62 a 70,2 miliardi di euro, mentre scendono di quattro punti percentuali i guadagni dello Stato, ma in aumento anche il numero delle giocate. Un incremento del 450% che porta l’Italia ad essere la seconda Nazione in Europa, seconda solo all’Inghilterra, per la diffusione del gioco d’azzardo: 80 miliardi di euro il giro d’affari, praticamente il 4% del Pil del nostro paese.

In tempo di campagna elettorale e di recessione, la cifra non può fare che gola ai politici, che intendono rendere il gioco d’azzardo, a quanto pare, la nuova ricetta per salvare l’Italia dalla crisi. Così le proposte sono delle più varie, soprattutto per l’apertura di nuovi casinò terrestri, che dovrebbero recuperare interi territori dal degrado economico e creare nuovi posti di lavoro. Tra questi vi è Doriana Licata, la candidata che vuole in casinò in Sicilia, esponente del “Partito dei Siciliani” che va in giro per i comizi elettorali discutendo di questa proposta, già bella che confezionata, punto per punto. Ma la Licata non è l’unica, anche la giunta comunale di Taormina è da settimane che ragiona sulla possibilità di aprire una casa da gioco in città, e prima ancora erano stati tre membri della Lega, in piena estate 2012, a proporre la riapertura dello storico Casino di San Pellegrino Terme.

Questa politica è quindi apartitica, spinta sia della destra che dalla sinistra, e sopratutto anche dal governo Monti, che proprio poco prima di rimandare gli italiani alle urne, ha deciso bene di provvedere al rilascio di 1000 nuove licenze per l’apertura di nuove agenzie di scommesse. Ora c’è da chiedersi se il nostro Paese non abbia alcuna altra specificità da sfruttare per rinascere, e se il gioco d’azzardo sia davvero l’ultima possibilità che ci resta. Soprattutto a fronte del pericolo che queste attività possono ingenerare sul territorio, considerando che sono nel mirino della criminalità organizzata. In questo senso le criticità del territorio siciliano, dovrebbero forse spingere a riflettere di più su questo tipo di proposte.

Che ne è poi della ludopatia? La nuova piaga sociale che fiacca il nostro paese e che addirittura il ministro Renato Balduzzi ha inserito nella lista delle malattie curabili presso le Asl? I dati sono sempre più allarmanti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che il 3% della popolazione sarebbe ludopatica. Solo di recente la Caritas di Milano ha condotto un’indagine in merito: il 58% degli addetti ai centri d’ascolto ha avvertito la sensazione si aver parlato con un ludopatico, mentre il 48% ne ha avuto la piena certezza. Il comune in questi giorni ha deciso, per provare a limitare i danni, di chiudere le case da gioco entro l’una di notte.

Ancora i dati sono allarmanti un po’ ovunque in Italia. In Liguria per esempio si aprono al gioco d’azzardo i giovanissimi: nella fascia d’età tra i 10 e i 19 anni almeno 4 su 10 hanno provato una vota. In Piemonte, invece, si è scelti i casi più documentati, i ludopatici curati presso i Sert della Regione sono passati da 250 a più di 1000, tra il 2004 e il 2012. Basterà pubblicizzare il gioco d’azzardo in televisione, facendo seguire velocemente la frase “giocate responsabilmente”?

Attaccare bottone: la campagna cardiaca d’inverno in Lombardia

E’ uno spostamento di battiti, una campagna elettorale. Uno spostamento di fibre e sensibilità attraverso le storie che chiedono di essere abbracciate in un progetto che possa essere credibile, potabile e che profumi di speranza. Giro molto in questi giorni, inauguro le sezioni di SEL che in tempi di apolitica, antipolitica e sofisticati civismi suonano come avamposti fatti di persone e cose, terminali tattili di una voglia di concretizzare.

Ieri ho partecipato all’inaugurazione della sede SEL di Novate: l’apprensione di un varo preparato con il garbo antico delle vecchie sezioni di partito coccolate come la stanza in più della casa di tutti. Ogni volta che mi capita di stare in mezzo alla voglia di tenere le redini di un ideale mi commuovo. Sarò uno stupido idealista, anch’io, o forse uno spericolato sognatore che non riesce a sostenere l’umanità di quelle persone che ieri hanno speso il pomeriggio a rendere quella stanza (finalmente diventata sede) apparecchiata e pettinata per la festa. Ogni volta che vengo indicato come padrino di un battesimo del genere sento la responsabilità di essere all’altezza dei nostri e dei loro sogni e di questa faticosa costruzione di una chiave di lettura collettiva della Lombardia che in fondo ci immaginiamo così forte da farci sanguinare il naso. C’erano anche dei ragazzi che suonavano, ieri, ranicchiati in un angolo della stanza e ascoltati con la riverenza che si riserva alla musica delle celebrazioni. Io non so se sono troppo fortunato o ingenuo ma in un momento esatto del pomeriggio ho pensato che non possa essere irrealizzabile una volontà così fiera di essere così umana. Nonostante i proclami della Lega, i calcoli da scrivania delle segreterie e i balbettamenti di questo inverno che stringe sulla campagna elettorale. Ci siamo augurati tutti che si riesca a farsi carico del significato dietro quell’apertura. Di questo lavorare capillare. Di questi circoli, sedi e compagni che sono i capillari che chiedono a noi eletti (e eleggibili) di essere le arterie che li tengano in flusso costante con il cuore di una politica che tenga la barra diritta e che nei nostri valori fondamentali accetti solo mediazioni al rialzo. Ci siamo augurati che non fosse una sede con l’aria greve e museale ma fosse un ambulatori di caos vitale e virale che spezzi le catene di questo ripetere continuo che “non c’è alternativa”, che sono tempi di cicuta necessaria e amara. Pensiamo ad una Sinistra che sia la sentinella che veglia con impegno, serietà e professionalità sui valori che non sono storia ma programma.

E’ una campagna cardiaca, quella che si srotola in questi giorni in Lombardia. Fatta con il cuore di chi osa per davvero nel pensare ad una regione che parta dall’eccellenza dei lombardi, questa sì, che è stata tarpata da una classe dirigente nemmeno all’altezza dell’etica e della responsabilità del buon padre di famiglia richiesta ai politici nella nostra Costituzione. Una Lombardia che non dica sempre no ma che ponga le domande giuste: quante tangenziali e autostrade avremmo costruito vietando il cambio di destinazione dei terreni circostanti e immaginando piuttosto l’obbligo di zone boschive per abbattere l’inquinamento, sarebbero le stesse? Quanto dobbiamo aspettare ancora per avere risposte chiare su ipermercati costruiti troppo vicini per avere abbastanza clienti da sostenersi, a chi giovano? Quanto impegno dovremo mettere per raccontare che l’eccellenza degli ospedali privati è tutta nel personale medico e nei contributi a disposizione piuttosto che negli sciagurati consigli di amministrazione? Quanto abbiamo chiarito che la dignità passa per forza dal lavoro, lavoro, lavoro?

C’è già una Lombardia che fa bene. Facciamola insieme.

 

 

 

Alberto, i libri e “LePubblicAzioni”

560286_502221086473537_459028606_nQuesta è una comunicazione di servizio, forse parapubblicitaria, di amichevole informazione e di letteratura. Per questo mi ci applico.

Alberto Ibba è un amico ma, soprattutto, è la prima persona che ha cresciuto insieme a me il mio primo libro: quando Nomi Cognomi e Infami era solo un’idea che stava ferma in gola ad una penna, Alberto, Maddalena e gli altri (che ai tempi erano la spina dorsale di Verdenero) hanno preso gli arnesi del mestiere e l’hanno fatto diventare libro.

Oggi Alberto (e Maddalena e altri) ha aperto un network editoriale, Le Pubblicazioni, che è il volo spericolato di chi crede che la crisi delle parole e dell’editoria sia un male curabile e da sfidare con cuore, lavoro, professionismo e fantasia. Oggi Le Pubblicazioni e Alberto sono la mia agenzia letteraria che mi ha caricato sulla loro scialuppa. Ho sempre amato perseguire sogni con coerenza e cuore, e oggi sono lì con loro. Se volete seguirli qui c’è la loro pagina facebook oppure dal vivo c’è la nuova Libreria Shake-Interno4 in Vicolo Calusca 10/f a Milano.

Fateci un salto. Ne vale la pena.

Maroni? Da vent’anni dice anche che la Padania è realizzabile

Schermata 2013-02-09 alle 00.46.47Per la corsa al Pirellone è testa a testa tra Maroni ed Ambrosoli. Almeno secondo Giulio Cavalli, consigliere regionale in Lombardia con Sel e candidato con la coalizione di centrosinistra. Sulla campagna elettorale si dice ottimista e deciso a puntare su temi concreti: “Dobbiamo segnare una discontinuità dal formigonismo”. La proposta di Maroni di trattenere il 75% delle tasse in Lombardia? “Un paradosso – dice Cavalli -, in altre parole propone di trasformarci in una Regione a statuto speciale, proprio la Lega che ha sempre mal sopportato le Regioni a statuto speciale”. E sull’inchiesta della magistratura relativa ai rimborsi elettorali, che nelle ultime settimane, dopo Pdl e Lega, ha visto coinvolti anche esponenti del Pd, Idv e Sel si dice però sereno: “Io non sono indagato e mi risulta difficile pensare che quei fondi siano stati utilizzati per scopi non politici da parte del mio gruppo consiliare. Esiste, però, una questione giuridica e una questione di opportunità. E il centrosinistra in Lombardia è stato certamente inopportuno”.