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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Monti che ringrazia Marchionne e Gelmini

E il grande partito riformista allora è pronto? “[…]Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L’abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili
(Mario Monti, Corriere della sera, 2 gennaio 2011)

Con i lavoratori di Telereporter

“Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai lavoratori del gruppo Profit, l’azienda proprietaria dei canali televisivi Odeon, Telereporter e Telecampione. Oggi sono in sciopero. E da lunedì lo riprenderanno a oltranza se  l’azienda non risponderà alle loro richieste. Dopo due anni e mezzo di crisi e una prima tornata di licenziamenti, ieri è arrivato l’annuncio della mancata approvazione del piano industriale da parte delle banche con la conferma di tutte le procedure di esubero – e addirittura la possibilità di un loro aumento –  oltre agli attuali arretrati di tre stipendi più 18 mensilità di ticket e 12 di rimborsi spesa. Già qualche mese fa avevamo interessato il presidente Davide Boni, con il quale si era riusciti a alzare l’attenzione sulla vicenda, chiedendo a Formigoni e ai suoi assessori di intervenire e dare risposte concrete. A questo punto, dobbiamo pensare che, nonostante l’impegno del Consiglio, la Giunta non riesca a essere interlocutore credibile per pretendere un piano industriale di rilancio condiviso. Per quanto ci riguarda, torneremo senz’altro a porre la questione”.

L’antimafia dei fatti del nostro Daniele a Desio

VARIANTE PGT DESIO: L’ANTIMAFIA DEI FATTI CANCELLA UN MILIONE E MEZZO DI NUOVA CEMENTIFICAZIONE
Dall’assessore Cassanmagnago e dalla Giunta di centrosinistra, passo coraggioso e importante
Dichiarazione di Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi, consiglieri regionali Sinistra Ecologia Libertà
“Ci congratuliamo con l’assessore all’urbanistica di Desio, Daniele Cassanmagnago, e con l’amministrazione comunale per la risposta chiara, pronta e decisa che hanno saputo dare contro la cementificazione selvaggia e gli appetiti della criminalità organizzata.
A pochi mesi dall’insediamento del centrosinistra alla guida del Comune brianzolo, l’approvazione di una variante al Piano di governo del territorio che cancella un milione e mezzo di metri quadrati di nuova urbanizzazione rappresenta un passo coraggioso e importante.
In una fase di presa di coscienza e di analisi dopo troppi anni di negazionismo, la declinazione in un atto pubblico delle buone pratiche di difesa del suolo dimostra che l’antimafia dei fatti esiste nelle delibere delle amministrazioni locali molto più che in tante roboanti declamazioni.
Se oggi votarsi alla legalità e all’etica dell’agire politico-amministrativo appare rivoluzionario, dichiariamo tutto il nostro sostegno a Cassanmagnago, oltre che all’intera Giunta, affinché possa proseguire in un ruolo che ha già dimostrato di saper portare avanti con onore. Quello richiamato, a proposito delle funzioni pubbliche, dall’articolo 54 della nostra Costituzione”.

La soddisfazione di essere rappresentati

E’ una bella sensazione riconoscersi nei documenti del proprio partito. La posizione del coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà che in un documento si esprime sulla crisi di governo in atto. ‘Se il ventennio fascista condusse nel baratro della guerra il Paese, il quasi ventennio del populismo berlusconiano ha prodotto macerie economiche e sociali che ci hanno condotto al disastroso rischio di default attuale. Bisogna mettere la parola fine al dominio politico di Berlusconi, ma bisogna immediatamente guardarsi dalle insidie del berlusconismo. Ogni esperienza anche quelle che intendono fronteggiare in buona fede l’evidente emergenza economico finanziaria, non possono sopportare l’ipoteca berlusconiana. Il rischio che un governo di emergenza diventi l’ancora di salvataggio del regime precedente è in campo, nonostante l’autorevolezza della figura di Mario Monti, prolungando una fase di incertezza che sarebbe dannosa per la nostra fragilissima finanza pubblica e per l’intera situazione economica del paese. Siamo consapevoli che per affrontare la crisi ci sia bisogno di responsabilità e impegni straordinari. Siamo tuttavia convinti che per affrontare i prossimi anni sia necessario chiedere ai cittadini di scegliere su quali opzioni fondare un nuovo governo, condividendo gli oneri di una fase così drammatica per il Paese. Per questo riteniamo che siano necessarie elezioni presto, per dare una prospettiva più certa e legittimata. Un governo di emergenza non puo’ che essere a tempo e con un immediato obiettivo:  fronteggiare l’emergenza dei conti con una patrimoniale vera, che non colpisca i cittadini che stanno già pagando gli effetti nefasti della recessione, e restituire la parola agli italiani con il voto. Il cambiamento è necessario, i cittadini e le cittadine italiane dovranno essere i protagonisti di questa fase. La democrazia è la più grande risorsa per la salvezza del nostro Paese’.

Se la speranza non va dai Monti

‎”Berlusconi va ringraziato, nel ’94 ci salvò dalla Sinistra di Occhetto e avviò la rivoluzione liberale in Italia.” (Mario Monti a ‘8 e mezzo’)

Diceva Bacone che la speranza è un’ottima colazione ma una pessima cena, diceva Andreotti Belzebù i miei amici che facevano sport sono morti da tempo, ho visto la prima repubblica, forse anche la seconda e mi auguro di vedere anche la terza: la terza Repubblica è un’Araba Fenice che rinasce sotto l’ala delle solite parole che rimbombano generaliste chiedendo responsabilità, urgenza e credibilità. Se Monti è il crocevia del cambiamento allora è proprio vero che la speranza è la carota con il fazzoletto arancione che sventolano sotto il naso per dirci che dobbiamo avere fede. E non mi piace per niente un Governo Monti perché non mi piace un’Europa che determina le scelte politiche sottraendole mica ai governanti irresponsabili che non sanno governare (questo in fondo ce lo siamo sempre augurati tutti) ma al voto degli elettori. E se le scelte “tecniche” sono figlie dell’economia che per ingordigia ci ha portato fin qui, allora il primato della politica lo rivendico. Anche con il rischio di essere poco attuale. E perché uno scenario con il maggiore partito del (centro)centrosinistra che per responsabilità (CIT. scilipoti) appoggia i nomi incredibili (nel senso di ‘non più credibili’) che si sentono in queste ore, non farà altro che indignare di più gli indignati, sistemare i conti e le cose prima delle persone e avere il fascino di un cambiamento sott’aceto. E viene il dubbio che alcuni democratici quando parlavano di ‘nuovo Ulivo’ pensavano a questo.
Citando Odifreddi su Mario Monti: L’altissimo merito di quest’ultimo è di essere stato commissario europeo con deleghe economiche, dal 1994 al 1999 per nomina del primo governo Berlusconi, e dal 1999 al 2004 per nomina del primo governo D’Alema. Oltre che di essere stato presidente della famigerata Commissione Trilaterale, una specie di massoneria ultraliberista statunitense, europea e nipponica ispirata da David Rockefeller e Henry Kissinger.
Ci voleva un ex sedicente comunista dell’area migliorista, per formalizzare attraverso la persona di Monti il ruolo extraparlamentare dell’economia liberista che sta condizionando l’Europa intera attraverso le politiche della Banca Centrale (oggi presieduta da Mario Draghi, ex collega di Monti come consulente della Goldman Sachs), del Fondo Monetario Internazionale e delle borse.
E’ probabile che la nomina di Monti sia un giochetto da Prima Repubblica, per poter presentare a giorni la sua promozione a primo ministro come “istituzionale”. Quando invece si tratterà di un esautoramento della volontà popolare, visto che Monti avrà anche ricevuto nomine governative e presidenziali, ma certo non è mai stato eletto dagli elettori.
Quegli stessi elettori che tutti dicono di ritenere sovrani, ma che nessuno si degna di interpellare per domandar loro come intendano superare la crisi. Se svuotando le proprie tasche, come ha già mal iniziato a fare il governo Berlusconi, e come peggio continuerà a fare il governo Monti. O se invece attingendo ai portafogli delle banche e degli industriali, alla faccia dei Monti, dei Draghi e dei Berlusconi.

E l’onda arancione è il limoncello offerto dalla casa.

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Sul crocifisso obbligatorio

“Sull’obbligo di esposizione del crocefisso nei locali della Regione, le opposizioni del centrosinistra hanno abbandonato l’Aula. E non poteva essere altrimenti di fronte a un provvedimento così imbarazzante per strumentalità e ipocrisia.

Tralasciamo il fatto che non c’è competenza regionale per legiferare in materia. E tralasciamo anche la palese lesione dei principi di laicità dello Stato e libertà di culto.

Ma non è davvero possibile accettare la pantomima del centrodestra sulla difesa della tradizione religiosa e sulla promozione dei principi del cattolicesimo.

C’è una bella differenza tra esporre e imporre. Il crocefisso insegna ad accogliere. E invece questa legge è stata proposta, argomentata e votata dagli stessi leghisti che solo ieri, in Piemonte, si sono rallegrati per lo sgombero dei rom sul lungofiume a opera del maltempo, mentre ancora si piangevano i morti di Genova, Napoli e dell’Elba. Alla faccia del rispetto per la vita umana.

Dagli stessi leghisti che hanno pesantemente e in più occasioni attaccato il cardinale Tettamanzi e, più in generale, la Chiesa.

Dallo stesso Popolo delle Libertà che tutto può fare fuorché ergersi a difesa di una morale violata nei fatti. Non sarà certo una croce inchiodata in Aula a cancellare l’utilizzo ormai noto che di questo simbolo religioso è stato fatto proprio da una consigliera del Pdl, oggi non a caso assente.

Il punto è che si nasconde dietro un feticcio il vuoto di valori. Ne passa di strada tra il simbolo, qui brandito come una clava, e la pratica. Anche nella sala operatoria della clinica Santa Rita, così, per fare un esempio. C’era un crocefisso appeso al muro. E’ mancato l’esercizio della cura”.

Milano, 8 novembre 2011

Liveblogging seduta consiglio: la via crucis e i crocifissi

Mentre si consuma lo stillicidio di un Governo blasfemo si riunisce il Consiglio Regionale (tutti con l’orecchio su Roma). In giorni di disastro ideologico, lutti, crisi politica e di lavoro all’ordine del giorno abbiamo la proposta della Lega di rendere obbligatorio il crocifisso. Questo per dire quanto essere ‘casta’ significhi spesso essere semplicemente scollegati dal mondo. Qui o su twitter #openlombardia seguiamo la cronaca di una giornata che già nelle premesse è un po’ così.


Abbiamo presentato il nostro piano-casa

(ANSA) – MILANO, 6 NOV – Sul Piano casa, in Lombardia, ”siano i consigli comunali a decidere e non solamente il sindaco e la giunta come prevede la normativa nazionale”. E’ quanto chiede Sinistra Ecologia Liberta’ al Pirellone, con un progetto di legge firmato da Chiara Cremonesi e Giulio Cavalli per ”impedire un ulteriore scempio del territorio e ridurre il rischio di possibili speculazioni”.
”Perche’, in assenza di una legge regionale, da giovedi’ – spiegano i due esponenti di Sel – entreranno in vigore le norme nazionali che attribuiscono i poteri sulle delicatissime scelte di riqualificazione edilizia e urbanistica alle Giunte comunali, sottraendoli ai Consigli. Ecco perche’ in assenza di un’iniziativa puntuale della Giunta regionale, abbiamo deciso di presentare un progetto di legge stralcio che interviene soltanto su tale questione di metodo”.
”Anche se gli orientamenti in materia di politica urbanistica ci vedono molto distanti dal centrodestra – osservano ancora Cremonesi e Cavalli -, tuttavia il confronto rimane aperto. Ma sul punto fondamentale delle competenze e’ necessario muoversi in fretta. E’ gia’ tardi e Palazzo Lombardia sta ignorando la gravita’ del passaggio”.
”Per questo chiediamo che il nostro progetto di legge sia iscritto al piu’ presto all’ordine dei lavori in Commissione, discusso e approvato – aggiungono gli esponenti di Sel -.
Lasciare la titolarita’ dell’approvazione dei piani attuativi in capo ai Consigli comunali significa garantire il controllo democratico del territorio”. (ANSA).

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