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Cavalli (SEL) LAVORATORI E CONSIGLIO: PROVE DI DIALOGO. ORA FORMIGONI CI METTA LA FACCIA

Dichiarazione di Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi, consiglieri regionali Sinistra Ecologia Libertà
“Esprimiamo soddisfazione per la scelta unanime di dedicare la seduta del Consiglio di martedì prossimo al lavoro e agli enormi problemi della situazione industriale e occupazionale della Lombardia.
La Giunta sarà chiamata a riferire in Aula sullo stato dei confronti aperti nei tavoli istituzionali, rispondendo pubblicamente di quanto fatto finora.   
Quello che ci auguriamo, peraltro, è che Formigoni non mandi avanti Gibelli o i suoi assessori. Ma che finalmente abbia il coraggio di metterci la faccia.Dichiarazione di Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi, consiglieri regionali Sinistra Ecologia Libertà
“Esprimiamo soddisfazione per la scelta unanime di dedicare la seduta del Consiglio di martedì prossimo al lavoro e agli enormi problemi della situazione industriale e occupazionale della Lombardia.
La Giunta sarà chiamata a riferire in Aula sullo stato dei confronti aperti nei tavoli istituzionali, rispondendo pubblicamente di quanto fatto finora.   
Quello che ci auguriamo, peraltro, è che Formigoni non mandi avanti Gibelli o i suoi assessori. Ma che finalmente abbia il coraggio di metterci la faccia.A fine dicembre scadranno molte procedure di cassa integrazione e i contributi di disoccupazione. Ed è evidente che una situazione così drammatica può alimentare una grave tensione sociale. Soprattutto se chi di dovere non si assume le proprie responsabilità.
La mozione unitaria del Consiglio è invece la dimostrazione che, quando il Palazzo non si arrocca in se stesso presidiato dalle forze dell’ordine, ma apre la porta ai lavoratori, il dialogo diventa possibile. Perché l’indignazione rischia di sfociare nella violenza se a qualcuno fa comodo chiuderla in un vicolo cieco”.

Ticket in Lombardia. Serve la moratoria.

CAOS ESENZIONE TICKET: REGIONE HA RESPONSABILITÀ, OCCORRE LA MORATORIA

Dichiarazione dei consiglieri regionali Giulio Cavalli (Sel) e Antonio Girelli (Pd)

“Le nuove modalità per l’esenzione dal pagamento dei ticket stanno continuando a generare pesanti disagi nelle Asl. A pagare lo scotto maggiore sono peraltro i cittadini più deboli, spesso malati e anziani, costretti a lunghe code per accedere gratuitamente, come loro spetta, alle prestazioni sanitarie.

E checché ne dica l’assessore Bresciani, che oggi in Aula ha dato una risposta del tutto insoddisfacente alle nostre sollecitazioni sulla vicenda, scaricando la colpa su Agenzia delle Entrate, medici e direttori delle Asl, la Regione ha una parte consistente di responsabilità.
Circa 60 mila lombardi che ne avevano diritto non hanno ricevuto la lettera per l’esenzione. Per esempio, chi non ha fatto il 730 o il 740, avendo soltanto il Cud. E chi ricade nella fascia tra la soglia di reddito dei 36.151 euro fissata a livello nazionale e quella lombarda di 38.500.

Per loro, giornate intere da perdere agli sportelli nel tentativo di ottenere l’agognato codice. Con la Regione che lancia sì una campagna di informazione, ma sbagliata, indicando il tetto dei 36 mila euro anziché quello dei 38.

L’unica soluzione possibile, e anche facilmente attuabile, è quella che da tempo proponiamo: una moratoria che faccia valere l’autocertificazione fino al 31 dicembre, in modo da consentire che il sistema vada a regime. Magari, fornendo ai cittadini indicazioni corrette.

Regione Lombardia deve intervenire. Anche perché al momento non c’è alcuna chiarezza da parte dell’assessore Bresciani su cosa si intenda fare da aprile in avanti, quando tutte le lettere non avranno più valore. Il tempo stringe. E per quanto ci riguarda non intendiamo demordere: torneremo a sollevare la questione nella prima seduta utile della Commissione Sanità”.

Il libro delle balle di Silvio Berlusconi

Un mio articolo pubblicato su IL FATTO QUOTIDIANO

So che ci sono argomenti più importanti, in questi giorni. Dove finalmente ognuno scopre il proprio lato peggiore. A destra e (sotto mentite spoglie) nel centrosinistra. Ma quando ho letto il nuovo libretto preparato da Berlusconi, i suoi servi e i servi dei suoi servi, ho avuto un cedimento. Non perché non siamo abituati alla propaganda becera del nostro ventennio ma perché qui si supera ogni limite. Il libretto è pubblicato per ricordare i successi del Governo Berlusconi in questi anni. Con frasi che stanno al limite della patologia. Eccone alcune:

I principali successi

  • Mediazione crisi Russia-Georgia (2008).
  • Accordo con la Libia (2008.)
  • Crisi economica mondiale: passa la linea italiana di non far fallire le banche (2008).
  • Moratoria “Pacchetto clima” Europa (2008).
  • Azione italiana per la pace in Medio Oriente(2009).
  • Scelta del Segretario generale della Nato (2009).
  • G8 2009 a L’Aquila.
  • Approvazione del piano di difesa dell’Euro dagli attacchi speculativi (2010).
  • Computo del debito privato nel calcolo del debito pubblico degli Stati europei (2011).
  • Nomina di Mario Draghi a capo della Banca Centrale Europea (2011).
  • Nomina di Lamberto Zannier a Segretario Generale dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa) (2011).
Gli ottimi rapporti personali, l’autorevolezza e l’esperienza del presidente Berlusconi hanno consentito di sviluppare una efficace azione di “diplomazia commerciale”, che ha aperto i mercati alle aziende italiane in Russia, Turchia, Egitto, Brasile, Est europeo, Cina, Arabia Saudita e in molti altri Paesi producendo nuovi contratti per 30 miliardi di euro, quasi due punti di Pil. Grazie alla riforma avviata nel 2002, le nostre ambasciate lavorano per favorire l’internazionalizzazione delle imprese italiane e per promuovere e diffondere la nostra cultura nel mondo.Oppure, sulla GiustiziaIl disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche punta ad arginare la diffusione incontrollata dei contenuti delle intercettazioni, per tutelare il diritto alla privacy di ogni cittadino, fondamentale diritto di libertà, sancito dall’articolo 15 della Costituzione.

Sul Federalismo (secondo loro già attuato):
I decreti attuativi già approvati:
• Roma capitale;
• Fabbisogni standard di Comuni e Province;
• Federalismo demaniale: saranno ceduti ai Comuni a titolo gratuito immobili, terreni e piccoli aeroporti; miniere, spiagge, laghi e fiumi passano a Regioni e Province.

La guerra ai paradisi fiscali (!): Da giugno 2009 le attività finanziarie detenute nei cosiddetti paradisi fiscali sono considerate evasione salvo prova contraria e sono perseguite come tali dalla Guardia di finanza.

Su Alitalia: Il 13 gennaio 2009 è partita la nuova Alitalia, grazie alla determinazione del governo e all’impegno della cordata di imprenditori italiani che hanno aderito all’appello del premier. Oggi l’Italia ha una compagnia di bandiera più efficiente, che non pesa più sulle spalle dei contribuenti e promuove nel mondo le nostre imprese e il turismo verso l’Italia.

Il no al nucleare (!): Il governo aveva approvato una moratoria sul nucleare, per valutare assieme all’Unione Europea le scelte migliori per tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini. La scelta degli italiani di abbandonare il nucleare, all’indomani della catastrofe di Fukushima, impone di mettere a punto una nuova strategia energetica nazionale. Il governo sta lavorando per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, per garantire la sicurezza energetica e ridurre il costo dell’energia per le famiglie e per le imprese.

L’aumento dei ticket negato: Nonostante la crisi economica, il governo non ha tagliato le prestazioni sanitarie e anzi ha investito 4 miliardi di euro in più. Inoltre sono state avviate iniziative per risparmiare tempo e denaro e dare prestazioni migliori a tutti i cittadini.

E poi “tagliati i costi della politica” (si, c’è scritto proprio così),oltre a “Il governo Berlusconi ha affrontato la crisi proteggendo i risparmi dei cittadini e sostenendo il reddito delle famiglie e dei pensionati a basso reddito” fino alle conclusioni. Fenomenali:

Desidero ricordare i cinque punti qualificanti che il Governo considera strategici per dare attuazione compiuta, da qui al 2013, al programma approvato dagli elettori: il federalismo fiscale, la riforma tributaria, la riforma della giustizia, l’immigrazione e la sicurezza dei cittadini, il piano per il Sud. Voglio ribadire la nostra ferma intenzione di completare il programma di governo, arrivando alla scadenza naturale della legislatura. I cittadini potranno giudicare complessivamente il nostro operato attraverso le elezioni politiche generali, come prescrive la Costituzione e come avviene in tutte le democrazie. (Silvio Berlusconi)

Diceva Kafka che confessione e bugia sono la stessa cosa. Per poter confessare, si mente. Ciò che si è non lo si può esprimere, appunto perché lo si è; non si può comunicare se non ciò che non siamo, la menzogna. Il libretto di Governo (che trovate a questo indirizzo) è la confessione di un metodo che nessuna più considera credibile, ma è l’unico percorribile. Leggetelo con attenzione. E mettiamo in ordine le smentite. Non ci meritiamo di essere collusi con l’impunità.

Gli appuntamenti della settimana

Domani (martedì 18 ottobre) si torna in Aula per la seduta di Consiglio. All’ordine del giorno le nostre iniziative sulle spese dell’Ufficio di Presidenza, l’elezione del Consiglio delle Pari Opportunità, il rinnovo delle tariffe di escavazione, la nostra richiesta di deroga per i nuovi ticket e la nostra mozione per il sostegno alla disabilità nelle scuole.

Mercoledì 19 ottobre in Commissione San(t)ità per il centro biomedico di Siziano, chiarire sull’Ospedale di Bergamo e la solita retorica dell’eccellenza. Nel pomeriggio Commissione Ambiente per rivedere il piano cave e studiare il piano rifiuti. Ci sarà da divertirsi.

Giovedì 20 ottobre al lavoro nel comitato ristretto per il nuovo progetto di legge su indennità ai consiglieri, vitalizio e costi della politica. Alle 18 alla Feltrinelli di p.za Duomo sono con Biagio Simonetta per la presentazione del suo libro “Faide. L’impero della ‘ndrangheta”. Con noi anche Claudio Messora e David Gentili.

Sabato 22 ottobre al congresso di Legambiente Lombardia e alle 21 in scena con “Nomi, cognomi e infami” presso L’altro Teatro, Galleria Giuseppe Carretti 2/a Cadelbosco di Sopra (Reggio Emilia)

Domenica 23 ottobre a Bologna ore 10, p.zza Maggiore per il Nostro Tempo con Pippo Civati e Debora Serracchiani e Prossima Italia. A parlare di buona politica e di futuro. Al pomeriggio, alle 16 in scena con spettacolo “Linate 8 ottobre 2001: la strage” Teatro De Andrè Piazza Roberto Ruffilli 1 Casalgrande (Reggio Emilia).

Indignati. Le domande giuste.

Perché ci tocca star sempre qui a comentare la stessa storia? Perché non si riesce MAI a evitare che succeda tutto questo? Perché in altre 850 città del mondo, di cui molte italiane (Milano inclusa) si riesce a manifestare pacificamente ed a Roma no? Non basta condannare i violenti, bisogna evitare, prevenire… se vai in manifestazione con una spranga le tue intenzioni sono chiare anche prima che tu inizi ad usarla. Alemanna sapeva da giorni che ci sarebbero stati incidenti, perché non bloccare i gruppi organizzati? Perché non intercettare i siti e le email per sapere dove si sarebbero radunati per evitare concentrazioni, bloccarli finché erano isolati e prevenire la loro fusione col corteo? Sono sempre gli stessi, possibile che da Roma ci siano stati solo 12 arresti?!? DODICI??? Non ci credo che non siano riusciti ad isolarne e arrestarne molti di più! Dice bene il ducaIl Parroco della Cattedrale di Londra ha benedetto i manifestanti perché è giusto quel che fanno, d’altronde Gesù sta dalla parte dei poveri, non dei banchieri. In Italia, è solo Draghi a dire che le ragioni della protesta (quella pacifica intendo) erano condivisibili, il parroco di San Pietro?

Un linguaggio comune

Un gran pezzo di Ugo Mattei. Almeno per tornare a parlare di cose serie e per leggere in questo momento politico persone, sigle e informazioni.Un linguaggio nuovo è ciò che riduce ad unità le battaglie politiche di dimensione globale per i beni comuni che oggi si ritrovano in piazza. In Italia di queste battaglie e della produzione di questo linguaggio il manifesto è stato in questi anni protagonista, fino ad essere riconosciuto esso stesso come un bene comune. Queste battaglie, dall’acqua all’Università, dal Valle di Roma al no Tav della Val Susa, dall’opposizione ai Cie ai Gruppi azione risveglio di Catania, sono declinate in modo diverso nei diversi contesti, ma fanno parte di uno stesso decisivo processo costituente. Muta la tattica ed il suo rapporto con la legalità costituita. Resta costante la strategia costituente che immagina la società dei beni comuni. Ovunque si confrontano paradigmi che travolgono la stessa distinzione fra destra e sinistra, consentendo vittorie clamorose come quella referendaria su acqua e nucleare. Il paradigma costituito fondato su un’idea darwinista del mondo che fa della crescita e della concorrenza fra individui o comunità gerarchiche (corporation o Stati) l’essenza del reale. La visione opposta, fondata su un’idea ecologica, comunitaria solidaristica e qualitativa dello sviluppo, può trasformarsi in diritto soltanto con un nuovo processo costituente, capace di liberarsi del positivismo scientifico, politico e giuridico che caratterizza l’ordine costituito da cinque secoli a sostegno del capitalismo che ancora colonizza le menti e i linguaggi. Il modello costituito è sostenuto dalla retorica sullo sviluppo e sui modi di uscita dalla crisi, che i media capitalistici continuano a produrre, nonostante la catastrofica situazione ecologica del nostro pianeta. L’insistenza mediatica è continua e spudorata ma progressivamente meno seducente e le forze costituenti costruiscono nella prassi quotidiana un mondo nuovo e più bello. 

Radicali liberi

Sono d’accordo con Massimo sulla sfacciata passeggiata di Pannella tra il corteo di Roma. “È molto evidente l’intento provocatorio dell’anziano politico, un misto di sfacciataggine, non violenza, pelo sullo stomaco ed aterosclerosi. Poi immediatamente dopo mi colpisce la violenza e la mancanza di freni inibitori dei suoi contendenti che fa disperare sul futuro di questo paese: che per sputare in faccia di un uomo di 80 anni ce ne vuole”.

Ora tocca a noi

Nel Castello di Rio Maggiore (SP) abbiamo messo in moto il nostro “modo”. Che non punta a diventare eclatante e fascinoso ma è costruito con le persone, le pratiche e le idee sui territori. Almeno per provare a prendere le distanze dai (troppi) movimenti che sono scendiletto di partito o comitati elettorali camuffati per il prossimo salto prima di fine mandato. Perché la richiesta che ci arriva è soprattutto di serietà, di spegnere questa arroganza di volere essere sempre parte di tutto in attesa che cada addosso una leadership e soprattutto di parlare di soluzioni. E di un pensiero che diventi collettivo piuttosto che un cognome per i prossimi santini elettorali. Perché in un momento in cui servirebbe una responsabile riflessione nel centrosinistra succede che le lepri sono già in corsa verso il traguardo e qualcuno si mette in scia per un posto buono; e così si vedono in giro gli abbracci di neoliberisti giovani e democratici con politici sulla cresta che invocano il default. In una sconnessione che accetta il dogma berlusconiano per cui la ricetta giusta è semplicemente una credibile miscela di facce. Adesso tocca a noi, ci mettiamo in marcia. Qui la cronaca della giornata:



La Spezia
. L’incontro pubblico avvenuto ieri nel Castello di Riomaggiore tra alcuni esponenti del coordinamento spezzino di SEL ed il Consigliere Regionale lombardo Giulio Cavalli, oltre a rinsaldare un forte rapporto di amicizia, ha gettato i presupposti per rilanciare un nuovo approccio culturale al problema della crisi economica, sociale e politica che affligge il nostro paese.
SEL intende parlare agli indignati, a coloro che sono stati trascesi dalla verticalizzazione dei processi sociali, scavalcati dagli apparati economici che hanno deformato e manipolato l’autonomia della politica e dei suoi contenuti. “Sottolineiamo che la nostra identità è riconducibile a ragionamenti etici, idee e programmi sviluppati attraverso la costante partecipazione dei cittadini” – spiega Nicola De Benedetto, membro del coordinamento provinciale del partito di Nichi Vendola. “Non ci sarà dunque possibile, in nessun contesto e in nessuna forma, accettare l’imposizione di dialettiche personalistiche o di sterili manovre d’apparato, poiché abbiamo sinceramente ritenuto di doverne necessariamente prescindere dal momento in cui abbiamo iniziato il nostro discorso politico, rivolto unicamente al raggiungimento del bene comune, alla costruzione di una nuova visione sociale e al futuro delle nuove generazioni”.
“Crediamo di poter esercitare all’interno della coalizione di centro-sinistra un ruolo centrale nel processo di trasformazione del linguaggio politico e di delineazione di una nuova idealità, nel convincimento che l’intransigenza con cui declineremo i presupposti della nostra alleanza possa dissuadere dal voler preservare logiche strumentali ormai chiaramente estranee alla dignità del discorso politico”.
“Siamo convinti che nel centro-sinistra ci siano sufficienti intelligenze per comprendere che occorra fermarsi un momento e riflettere. In questo momento storico alcune abitudini, stratificate per via dell’automatica cristallizzazione di meccanismi politicamente inaccettabili, vanno superate con uno slancio ideale rivolto all’esplicita richiesta di aiuto che proviene dalla società civile”.
“Ripartiamo dalle idee e dalla coerenza che si rendono oggi necessarie per governare una società resa culturalmente ed economicamente vulnerabile da un liberismo cieco, postmoderno ed incautamente relativista che la politica ha ampiamente sottovalutato.
Torniamo ai valori e alla capacità di sognare di poter cambiare le cose. Soltanto così parleremo alle piazze che stanno disperatamente chiedendo risposte”.

La poesia nelle fragilità

E’ (come spesso succede) nelle parole di Io Scorfano sul suo blog: Ci sono ragazzi silenziosi, in ogni classe. Sono persone forse timide, forse semplicemente un po’ riservate, nel loro stare in mezzo agli altri. I più sono anche studiosi: li chiami e sono preparati; svolgono test e verifiche con ordine, alcuni in modo eccellente, altri semplicemente in modo sufficiente. Fanno sempre i compiti. E se per caso, un giorno, non li hanno potuti fare, te lo dicono con grande ansia malcelata, aspettando che tu li punisca in modo definitivo e perentorio.
È difficile che questi ragazzi siano persone brillanti; è anche molto difficile che lo diventino. Non intervengono mai durante le lezioni e le discussioni, non sono capaci di fare la battuta giusta al momento giusto, non sanno nemmeno fare un po’ di polemica, neppure quando avrebbero ragione e potrebbe loro convenire; non sono mai vestiti troppo alla moda, non godono di nessun successo presso i loro coetanei, in particolare presso i coetanei dell’altro sesso.
  Hanno il loro piccolo giro di amici, sempre gli stessi due o tre, con cui si chiamano al pomeriggio, con cui a volte si incontrano per fare insieme gli esercizi di matematica. Non saranno mai rappresentanti di classe o di istituto, per il semplice motivo che nessuno li voterà mai, non tra i quattordici e i diiciotto anni.

Il pensiero condiviso della piazza?

Luca De Biase, condivisibile o meno ma sicuramente intelligentemente curioso:
Per arrivare a un pensiero condiviso, la riflessione deve essere empirica e metodologicamente corretta. Ma coraggiosa e orientata all’azione. L’impostazione è di lungo termine anche nel momento in cui è necessario – come ora – affrontare problemi urgenti. Bisogna dire che cosa si vuole ora, esprimendo con chiarezza una visione: perché ogni visione si realizza a partire da ciò che si fa ora; e tra le cose che si fanno ora, solo quelle che perseguono una visione hanno la possibilità di incidere davvero. Ihmo.