consiglio regionale
Toglieteci le sedie
Perché ho la sinistra sensazione che non si saprà facilmente in giro. E perché sarebbe positivo vedere degli insoliti noti che ne usufruiscono tra i tanti che volontariamente stanno cercando di tenere a galla questa regione: gli uffici del Consiglio Regionale si stanno trasferendo al Palazzo Pirelli dal palazzo di via Filzi (dicono per un’ottimizzazione dei costi che stiamo spulciando) e gli arredamenti e le attrezzature vengono dismessi a favore di enti pubblici, associazioni di volontariato, Onlus e scuole (non si potevano riutilizzare? Risposta ovvia: certo). Qui trovate l’avviso e qui trovate il modulo per la richiesta. Fate girare la voce e tenetemi informato sulle richieste. Le seguiremo passo dopo passo.
Interrogazione: discarica a Rezzato (BS)
INTERROGAZIONE CON RISPOSTA IN COMMISSIONE EX ART. 116 DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE
Al Signor Presidente del Consiglio regionale
Oggetto: progetto di una discarica di rifiuti speciali a Rezzato (BS)
I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI
PREMESSO CHE
nella zona di San Polo (BS), in cui è presente una discarica di amianto di ottantamila metri cubi, il livello di mortalità per cancro, secondo le analisi dell’ASL di Brescia, è allarmante e decisamente superiore alla media nazionale;
PREMESSO INOLTRE CHE
l’apertura di una nuova discarica di rifiuti speciali all’interno della cava Castella a 3 Km dal centro di Rezzato (BS) conterrà due milioni di metri cubi di rifiuti speciali come scarti alimentari, carcasse animali, derivati del petrolio e del carbone, rifiuti dell’industria chimica, inchiostri, pitture e vernici, fanghi di fognatura e terreno contaminato;
CONSIDERATO CHE
il conferimento della discarica continuerà per almeno otto anni secondo il progetto approvato a fine agosto 2011 da Comune, Provincia e Regione Lombardia;
ATTESO CHE
nella zona sud- est di Brescia in cui sorgeranno due discariche la salute pubblica dei cittadini, già ampiamente contaminata dalla discarica di amianto, subirà un netto peggioramento
INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE, L’ASSESSORE REGIONALE ALL’AMBIENTE, ENERGIA E RETI, MARCELLO RAIMONDI, NONCHE’ L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUCIANO BRESCIANI PER CONOSCERE:
- Se Regione Lombardia sia a conoscenza delle indagini effettuate dall’Asl di Brescia sul livello di mortalità per cancro in prossimità della discarica di San Polo;
- Se Regione Lombardia abbia effettuato le dovute indagini sul possibile peggioramento della salute pubblica dei cittadini nella zona sud- est di Brescia; se sì, per quale motivo non si sia provveduto a diffondere le informazioni ottenute; se no, per quale ragione le indagini siano state ritenute superflue;
- Se Regione Lombardia abbia considerato altre zone in cui collocare la discarica di rifiuti speciali.
Milano, 5 settembre 2011
Giulio Cavalli (SEL)
Chiara Cremonesi (SEL)
Discarica di Bollate: il nostro ordine del giorno
Sulla cava di Bollate sto tenendo gli occhi da tempo. Ne abbiamo già parlato senza mezzi termini dopo averci messo anche il naso per toccare con mano. La Regione Lombardia ci aveva dato una risposta che ci aveva lasciato più che insoddisfatti e per questo oggi abbiamo preparato l’ordine del giorno che presenteremo durante la prossima seduta. Perché le ombre alimentano la criminalità e hanno concimato questa regione già abbastanza. E perché, anche all’opposizione, possiamo pretendere che sia fatta luce.
ORDINE DEL GIORNO
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA
PREMESSO CHE
il 26 luglio 2010 in Regione Lombardia è stata depositata l’interrogazione n.3010, che riferendosi agli arresti della maxi- operazione contro la ‘ndrangheta del 13 luglio 2010 e ad un’intercettazione del boss Vincenzo Mandalari, che indicava l’ex cava Bossi di Bollate come un luogo di scarico di rifiuti tossici, chiedeva di effettuarvi controlli ispettivi;
PRESO ATTO CHE
gli assessori Marcello Raimondi e Romano La Russa avevano sì risposto all’interrogazione ma trascurando la richiesta di conoscere se vi fossero state eventuali indagini sull’impatto inquinante e contaminante della cava;
CONSIDERATO CHE
secondo quanto dichiarato dall’assessore Raimondi l’ex cava Bossi è ancora soggetta ad attività di discarica e deposito;
PRESO ATTO CHE
fino dal 27 luglio 2010 la Polizia provinciale aveva effettuato un sopralluogo, unitamente alla Polizia locale di Bollate, e che dal verbale risulterebbero violazioni in merito alla qualità del materiale stoccato, alla pavimentazione dell’area, alla separazione dei rifiuti e all’accettazione di rifiuti senza il prescritto formulario;
IMPEGNA IL PRESIDENTE E LA GIUNTA REGIONALE
- a realizzare un protocollo d’intesa tra Regione Lombardia e le Province e in base al quale Arpa, Asl e Provincia, in qualità di ente responsabile delle autorizzazioni, d’intesa con i comuni man mano interessati, si impegnano ad effettuare controlli preventivi – e certamente in caso di denuncia o segnalazione comunque pervenuta alle autorità pubbliche – dei luoghi che si prestano a sversamenti, depositi, scarico di materiali;
- ad attivarsi perché, durante i suddetti controlli, si verifichino anche le condizioni giuridiche e materiali delle condizioni di lavoro degli addetti;
- a verificare con il Ministero degli Interni e le Prefetture le modalità con le quali recepire i risultati di questi controlli nell’ambito della costituzione delle cosiddette white/black lists.
Milano, 14 luglio 2011
Giulio Cavalli (SEL)
Chiara Cremonesi (SEL)
Regione Lombardia risponde su Green Hill
Nel piccolo Comune di Montichiari in provincia di Brescia si trova Green Hill, l’unico allevamento da cani di laboratorio in Italia e uno dei più grandi in Europa. Ogni mese finiscono negli stabulari tra mani di vivisettori e su tavoli operatori 250 cani Beagle di questo stabilimento.
I cani di Green Hill vengono utilizzati nei laboratori farmaceutici, universitari, privati e militari e vengono sottoposti ad esperimenti di ogni genere e costretti a ingerire o inalare ogni tipo di sostanza che, poi, li porta alla morte. Questi animali indifesi vengono utilizzati senza scrupoli, uccisi, sezionati e poi gettati nei cestini come oggetti inutili.
Uno dei laboratori che si rifornisce da Green Hill è l’Huntingdon Life Sciences (http://it.wikipedia.org/wiki/Huntingdon_Life_Sciences), l’unico centro di tossicologia in Europa a cui siano mai state tolte le licenze per sevizie verso gli animali.
Inoltre, Green Hill da alcuni anni è stata acquistata da un’azienda americana, la Marshall Farm Inc. (http://en.wikipedia.org/wiki/Marshall_Farms) nota come la più grande fabbrica di cani da laboratorio del mondo.
All’interno dello stabilimento di Montichiari sono rinchiusi 2500 cani adulti più le relative cucciolate in capannoni chiusi, asettici, senza spazi all’aperto e senza aria o luce naturale; vi sono file di gabbie con luci artificiali e un sistema di aerazione necessario per la breve sopravvivenza dei Beagle ivi segregati.
Green Hill ha anche manifestato l’intenzione di ampliare lo stabilimento attraverso la costruzione di altri capannoni per arrivare ad oltre 5000 cani nell’allevamento che, di fatto, lo renderebbe il più grande allevamento di cani Beagle in Europa ed il fulcro della vivisezione canina europea.
Insieme al gruppo Italia dei Valori ho proposto un’interrogazione scritta ex art.117 Regolamento del Consiglio Regionale al fine di conoscere la situazione dei cani Beagle a Green Hill, poiché le informazioni sull’allevamento di Montechiari sono assolutamente allarmanti e indegne di un paese civile.
L’interrogazione chiedeva di conoscere le azioni e le misure adottate da Regione Lombardia, a fronte della situazione sopra descritta, al fine di far rispettare a Green Hill il disposto di cui all’art. 7 comma 2 del Regolamento Regionale 2/2008 che prima dell’abrogazione della legge 16/2006 (Lotta al randagismo e tutela degli animali di affezione), normando tutti gli allevamenti di cani sul territorio regionale, decretava che sia le strutture pubbliche che quelle private non dovessero avere più di 200 cani; se la Regione Lombardia fosse a conoscenza del progetto di ampliamento dello stabilimento; quali intendimenti la Giunta regionale fosse in procinto di adottare a fronte dell’entrata in vigore della legge regionale 33/2009 (Testo Unico delle leggi regionali in materia di sanità) e del relativo regolamento regionale di attuazione; infine, quali azioni e misure Regione Lombardia intendesse adottare in relazione all’ampliamento di Green Hill.
L’assessore alla sanità Luciano Bresciani ha risposto affermando che “la potestà autorizzativa” (art. 10 d.lgs. 116/1992 per stabilimento di allevamento) “è in capo al Comune ove è sito lo stabilimento di allevamento. Nel caso di specie, il Comune di Montichiari, acquisito il parere favorevole della Asl di Brescia:
a. Con atto prot. n. 14889 del 20.06.2001 ha autorizzato la Green Hill s.r.l. ad attivare e gestire un allevamento di cani di razza “Beagle” da utilizzare a fini sperimentali;
b. Con atto prot. n. 36451 del 13.11.2008 ha provveduto all’aggiornamento dell’autorizzazione suddetta.
L’allevamento consta di 5 capannoni, in cui sono presenti 2718 cani di razza Beagle allevati allo scopo di essere successivamente utilizzati in esperimenti. La struttura dispone di un responsabile sanitario.”
Bresciani non ci comunica molto di più di quello che già sapevamo, se non indicare nella Asl di Brescia l’unica responsabile del rilascio dell’autorizzazione a Green Hill e specificare l’esatto numero di cani presenti nello stabilimento.
L’assessore alla sanità lombardo afferma che sono stati effettuate verifiche da parte dell’Asl di Brescia e che tutti i controlli hanno avuto esito favorevole. Inoltre, la stessa Asl ha effettuato due controlli straordinari (svolti in data 21.05.2010 e 31.05.2010) che “non hanno rilevato ipotesi di non conformità tali da richiedere provvedimenti di revoca o sospensione dell’autorizzazione.” Personalmente avrei voluto conoscere le motivazioni che hanno portato la Asl bresciana ad effettuare dei controlli straordinari ovvero se siano arrivate segnalazione di cattiva gestione dello stabilimento, ma a quanto pare Bresciani non ha ritenuto doveroso inserire queste informazioni aggiuntive nella sua risposta.
Per quanto riguarda l’ampliamento dei capannoni di Green Hill Bresciani ci comunica che “la U.O. Veterinaria della Direzione Generale Sanità ha incontrato l’Amministratore Delegato della Green Hill, che ha manifestato la volontà di sospendere l’ampliamento dello stabilimento di allevamento di Montichiari.”
L’assessore risponde alla violazione dell’art. 7 comma 2 del Regolamento Regionale 2/2008 affermando che vi è un contrasto con la normativa nazionale che, di conseguenza, va applicata. Bresciani ha inviato una nota al Sottosegretario alla Salute evidenziando il contrasto citato. Ci auguriamo che arrivi una risposta il prima possibile perché, intanto, ci sono ancora 2718 cani reclusi in cinque capannoni.
Vorrei, però, fare delle considerazioni di carattere più generale. Nonostante le risposte dell’assessore Bresciani, mi sembra che la Regione Lombardia non si sia mai posta il problema di avere sul suo territorio un allevamento numericamente importante di cani destinati alla ricerca ed alla vivisezione. Ne è dimostrazione il fatto che solo dopo la nostra interrogazione Bresciani si sia accorto del contrasto normativo.
Del resto, al di là dei controlli della Asl ai fini della autorizzazione, la Regione Lombardia non ha mai effettuato dei sopralluoghi e non si capisce il motivo dal momento che, almeno di questo si deve dare atto, un allevamento di cani da laboratorio non è fortunatamente un’attività imprenditoriale così diffusa. Ancora di più, poi, sarebbe da monitorare lo stabilimento dal momento che Green Hill è stata acquistata da un’azienda come la Marshall Farm Inc. ed è in affari con l’Huntingdon Life Sciences, aziende spesso al centro di scandali per il trattamento nei confronti degli animali.
Ritengo che una politica attenta e rispettosa non possa relegare la questione Green Hill come un problema marginale, ma debba impegnarsi affinché vengano rispettati i diritti degli animali che meritano di essere trattati come esseri viventi e non come oggetti.
Il contrasto normativo segnalato giustamente dall’assessore deve essere risolto il prima possibile e deve essere data piena attuazione alla normativa regionale. Continuerò a lavorare affinché questo accada.
Acqua pubblica: Formigoni prepara il blitz di ferragosto
Agosto non è mese per stare tranquilli. E’ la politica che vive sulla distrazione del popolo per infilarsi in legiferazioni che altrimenti rischierebbero di alzare un polverone, o perlomeno quella che in democrazia si chiamerebbe discussione. Sull’onda (è il caso di dirlo) di una straordinaria mobilitazione popolare che ha visto un milione e quattrocento mila firme del Forum italiano dei movimenti per l’acqua e settecentocinquantamila dell’Italia dei Valori, oggi una politica responsabile dovrebbe fermarsi e costruire le basi di un serio dibattito sulla gestione dell’acqua come prezioso bene comune da sottrarre ad affaristi e grumi di potere. Proprio ieri (il 28 luglio) è stata approvata (122 a favore; 41 astenuti; 0 contrari) all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite una risoluzione intitolata “Il Diritto Umano all’Acqua e all’igiene”.
Il “celeste” Formigoni invece, dalle segrete stanze della Giunta lombarda, prepara la liberalizzazione secondo i dettami del decreto Ronchi (con il servizio di erogazione dell’acqua nelle mani di tante società miste controllate al 60% dalle Province e per il restante 40% in mano ai privati con appetiti per il business dell’acqua pubblica) proprio in questi ultimi scampoli prevacanzieri. Con l’Aula del Consiglio Regionale “dimenticata” nella discussione e impegnata a discorrere di merli e richiami vivi. Tutto secondo copione, con i luoghi di discussione e i canali di informazione narcotizzati mentre una delicata fase politica decide di assoggettare un diritto universale alle regole della domanda e dell’offerta. Come merce o privilegio piuttosto che un diritto. In una politica per accordicchi o decreti sulla fiducia che svuota, ogni giorno di più, le istituzioni dal proprio senso di luogo di dibattito e democrazia e, in Lombardia, si prepara a svuotare anche il bicchiere.
E allora bisogna parlarne, scriverne, farne parlare. Perchè almeno sappiano che sappiamo. E che faremo tutte le domande e le azioni alla riapertura delle attività. Per una responsabilità che, in questo momento di desolazione politica, non va proprio in vacanza.
‘Ndrangheta: una valanga di merda in Lombardia
Scrivo questo pezzo con rabbia. Che non sarà certo un sentimento nobile e sicuramente non è elegante per il mio ruolo (che ancora qualcuno dovrebbe spiegarmi in un gioco di rimbalzi e delazioni che mi hanno trascinato su tavoli diversi da giullare scarso a politicante interessato). Non è elegante, mi dicono, lasciarmi prendere dalla pancia che è una zona molle. Eppure oggi provo rabbia. Forse perché mentre scrivo sono di fianco ai nomi di questo Consiglio Regionale che vengono “segnalati” nell’ordinanza e nemmeno troppo preoccupati stanno preparando la strategia difensiva tutta di comunicazione e per niente sui fatti, i riscontri e la realtà. Come al solito. Però scrivo con il sorriso. Il sorriso nel leggere le intercettazioni dove queste merde criminali trapiantate anche qui si sentono braccati come topi di fogna mentre si dicono “questa volta non ce la scampiamo”, con la Boccassini sulle carte a tenere la barra diritta in un’operazione che comunque passerà alla storia. E allora mi si accende il sorriso ad immaginarmeli Alessandro Manno e Emanuel De Castro che scodinzolano desolati sotto gli stipiti. Mi si apre il sorriso a pensare che la mafia che in Lombardia non esiste ha deciso in Lombardia di chiamarsi proprio “Lombardia”, mentre il boss Pino Neri veniva eletto a Paderno Dugnano in un Centro intitolato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sorrido perché non potranno rimanere impuniti: impuniti loro e impuniti tutti quelli che non sentono e non vogliono sentire, in una palude di immobile e latente inciviltà dove informare è un atto di coraggio. Non si potrà stare a lungo impuniti a forza di giocare a fare i sordi: magari mangiati, comprati, giudicati, annessi o complici. Perché il silenzio è complice. E allora mi sia giustificata la rabbia davanti ad un silenzio gelatinoso e interessato che oggi sanguina come di certo non si può nascondere. Lasciando per un secondo il tempo delle analisi, delle considerazioni, dei risvolti politici o criminali. Mi si lasci la rabbia e il sorriso di guardare oggi negli occhi chi gioca a sommergersi tenendomi la testa sott’acqua.
Inceneritore: salvo il Parco Sud, cos’è successo e cosa può succedere
Cronaca di un mattone piccolo ma significativo di una Lombardia molto meno sopita di come si potrebbe pensare.
Ieri in Consiglio Regionale si è discussa la mozione del PD (primo firmatario Penati) che diceva no all’inceneritore all’interno dell’area Parco Sud. Un’ottima notizia se vista nell’ottica del Palazzo che ascolta e riesce a farsi carico di un malessere civilmente manifestato da sindaci e cittadini attivi riuniti in un consistente movimento di opinione. Certo, e questo lo sappiamo in tanti, l’inceneritore è “ben voluto” da molti. Semplicemente in aree diverse (e per un fiuto sinistro immagino anche dove e perché, ma ci sarà tempo per parlarne…).
Nella mozione del PD, condivisibile e meritoria in larga parte, si chiude con un “fulmen in clausola” degno delle migliori sceneggiature: no al Parco Sud ma urgentemente sì ad un luogo altro per “evitare l’emergenza rifiuti”. Nel video i passaggi:
http://www.youtube.com/watch?v=SshsE0XSoKw
La mozione “corretta” è stata votata all’unanimità.
Il segnale incoraggiante è la voce delle piazze, dei cortei, dei sindaci che è stata interpretata (in modo assolutamente bipartisan e con sfumature diverse) dentro l’istituzione. Ora è il momento di compattarsi e riuscire a portarla ancora più forte. Perché la “cittadinanza attiva” non sia ascoltabile solo nei momenti di protesta ma anche, e soprattutto, nella fase della progettazione.
Restiamo uniti.
Prima seduta del Consiglio: un appunto e qualche riflessione
Ieri si è insediato ufficialmente la IX Legislatura del Consiglio Regionale della Lombardia. Tre ore di liturgia scenica di nomine ed elezioni decise a tavolino che, inevitabilmente, diventano una passerella (forse dovuta) per aprire le danze. Il Consiglio è il luogo designato per l’esercizio democratico dei delegati regionali, un “monumento” alla responsabilità della Politica e della rappresentanza delle istanze civili: proprio per questo mi auguro che passi presto questa ventata di “costume” che ha intriso la prima giornata con Renzo Bossi e la Minetti in prima fila per sfamare la pancia molle e gossipara del primo giorno di scuola.
Le nomine ci dicono qualcosa: Davide Boni (Lega) è il nuovo Presidente del Consiglio Regionale. Nel suo discorso di insediamento ha rivendicato il ruolo fondamentale dell’Assemblea Consiliare che non può e non deve essere snobbata dalla Giunta, così come il prezioso lavoro delle commissioni. Tutti d’accordo. Se non fosse che proprio Boni è stato nella scorsa legislatura assessore della squadra di governo regionale che ha “dimenticato” di ricordarselo. Aspettiamo con fiducia. Personalmente non mi piace per niente l’idea di trasferire in tourné una delle prossime sedute a Malpensa per dare un segnale di vicinanza. Per tre motivi: la politica che “occupa” fisicamente un problema che non riesce a risolvere con i mezzi che le sono propri ha l’aria di un circo nomade e imbarazzato, la “messinscena” avrebbe costi che potrebbero essere utilizzati per azioni più concrete di sostegno e, ultimo ma non ultimo, la desertificazione di Malpensa è figlia di una miopia di un Governo dello stesso colore politico di questa Giunta lombarda. Forse sarebbe meglio una telefonata tra compari piuttosto che organizzare armi e bagagli per una dispendiosa gita fuori porta.
Vicepresidenti sono Filippo Penati (Pd) e Franco Nicoli Cristiani (Pdl). Consiglieri segretari sono Carlo Spreafico (Pd) e mister preferenze Massimo Ponzoni. Massimo Ponzoni non è un caso di omonimia: è lo stesso Ponzoni che risulta indagato per bancarotta per distrazione, bancarotta documentale e fatturazioni per operazioni inesistenti dalla procura di Monza. E’ lo stesso Ponzoni di cui avevano scritto Gianni Barbacetto e Davide Milosa circa voci su strane frequentazioni con uomini del clan Iamonte. E’ lo stesso Massimo Ponzoni con una villetta bifamiliare abusiva intestata alla moglie e abbattuta il 20 marzo del 2009. Io sono un garantista, per questo seguirò con particolare affetto l’evolversi della vicenda.
A proposito di curiosità, in attesa della formazione delle commissioni, sono stato indicato (ed eletto) nella “tana” della curiosità che è la Giunta delle elezioni. La Giunta delle elezioni della IX legislatura è composta da Paolo Valentini (PdL), Arianna Cavicchioli (PD), Alessandro Marelli (LN), Giulio Cavalli (IdV), Enrico Marcora (UDC), Elisabetta Fatuzzo (Pensionati) e Chiara Cremonesi (SEL). Secondo l’articolo 8 del regolamento generale la Giunta delle elezioni: a) esamina le cause di ineleggibilità e di incompatibilità dei consiglieri regionali, iniziando dalla verifica della posizione dei propri componenti;b) riferisce al Consiglio regionale in ordine alla valutazione di insindacabilità dei consiglieri regionali sulla base della normativa vigente;c) si esprime circa i requisiti, previsti dallo Statuto o dalla legge, che debbono possedere gli assessori o i sottosegretari nominati al di fuori del Consiglio regionale;d) esercita ogni altra funzione ad essa attribuita dalla normativa vigente.2. Entro la prima seduta del Consiglio regionale i consiglieri comunicano in forma scritta alla Giunta delle elezioni gli uffici e le cariche da essi ricoperti.3. La Giunta delle elezioni sente gli interessati, assume informazioni, chiede e riceve l’esibizione di documenti relativi all’oggetto della sua verifica.4. Le sedute della Giunta delle elezioni sono valide con la presenza della maggioranza dei suoi componenti; le deliberazioni sono assunte a maggioranza semplice; i componenti della Giunta esprimono il proprio voto a titolo individuale, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 7, comma 5.5. Le sedute della Giunta delle elezioni non sono pubbliche.6. Fino alla conclusione del procedimento gli atti della Giunta delle elezioni sono riservati ai suoi componenti, fatti salvi i diritti degli interessati e dei controinteressati.7. Dopo la conclusione del procedimento copia delle deliberazioni e dei verbali sono rilasciati dalle strutture preposte a chiunque ne abbia un interesse qualificato.
Art.9 1. Se nei riguardi di un consigliere regionale si configurano cause di ineleggibilità o di incompatibilità, la Giunta delle elezioni gli notifica le contestazioni relative; il consigliere, entro dieci giorni dalla notificazione, può presentare in forma scritta le sue deduzioni. 2. Se le contestazioni riguardano cause di incompatibilità, diverse da quelle originarie derivanti da cumulo di cariche elettive, il Consiglio regionale, con deliberazione da adottarsi entro dieci giorni dalla scadenza del termine precedente, su motivata relazione presentata dalla Giunta delle elezioni, accerta se sussiste la contestata incompatibilità; in caso affermativo, il Presidente del Consiglio regionale invita il consigliere ad esprimere in forma scritta la sua opzione, entro il termine di dieci giorni. 3. La Giunta delle elezioni deve esaurire entro sessanta giorni dalla sua costituzione i propri adempimenti; entro il termine ulteriore di trenta giorni, il Consiglio regionale, su motivate relazioni della Giunta delle elezioni, convalida l’elezione dei consiglieri per i quali non sussistano cause di incompatibilità; annulla l’elezione dei consiglieri per i quali sussistano cause di ineleggibilità; dichiara la decadenza dei consiglieri ritenuti incompatibili che non abbiano optato per il mandato regionale. 4. Tali deliberazioni sono immediatamente pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione; le deliberazioni di annullamento e di decadenza sono inoltre notificate entro cinque giorni ai consiglieri interessati.
Art. 10 (Ineleggibilità e incompatibilità sopravvenute) 1. Spettano alla Giunta delle elezioni anche l’esame delle cause sopravvenute di ineleggibilità e di incompatibilità e la verifica per la convalida dell’elezione dei consiglieri regionali subentrati. 2. In caso di assunzione di nuovi incarichi nel corso del mandato, i consiglieri devono darne comunicazione entro dieci giorni alla Giunta delle elezioni; in caso di inottemperanza la Giunta delle elezioni può procedere d’ufficio. La Giunta delle elezioni provvede comunque, con cadenza annuale, a una verifica delle posizioni di tutti i consiglieri in carica. 3. I consiglieri subentrati nel corso della legislatura devono comunicare in forma scritta, entro quindici giorni dalla proclamazione, gli uffici e le cariche da essi ricoperti. 4. Il procedimento, le deliberazioni del Consiglio regionale e gli adempimenti conseguenziali sono regolati dalle disposizioni dell’articolo 9. La Giunta delle elezioni riferisce al Consiglio regionale entro trenta giorni dall’avvio del procedimento.
Art. 11 (Esame della posizione degli assessori e dei sottosegretari nominati al di fuori del Consiglio regionale) 1. Entro quindici giorni dalla nomina gli assessori e i sottosegretari nominati al di fuori del Consiglio regionale comunicano alla Giunta delle elezioni gli uffici e le cariche da essi ricoperti. 2. Se nei riguardi di un assessore o di un sottosegretario, nominato dal Presidente della Regione al di fuori del Consiglio regionale, si configura l’insussistenza dei requisiti necessari per ricoprire la carica, la Giunta delle elezioni, entro venti giorni dall’avvio del procedimento, gli notifica le contestazioni relative, dandone contestuale comunicazione al Presidente della Regione e al Presidente del Consiglio; l’interessato, entro dieci giorni dalla notificazione, può presentare in forma scritta le sue deduzioni. 3. Entro i successivi dieci giorni la Giunta delle elezioni comunica le risultanze dell’istruttoria al Presidente della Regione per le determinazioni di sua competenza. 1. Se nei riguardi di un consigliere regionale si configurano cause di ineleggibilità o di incompatibilità, la Giunta delle elezioni gli notifica le contestazioni relative; il consigliere, entro dieci giorni dalla notificazione, può presentare in forma scritta le sue deduzioni.2. Se le contestazioni riguardano cause di incompatibilità, diverse da quelle originarie derivanti da cumulo di cariche elettive, il Consiglio regionale, con deliberazione da adottarsi entro dieci giorni dalla scadenza del termine precedente, su motivata relazione presentata dalla Giunta delle elezioni, accerta se sussiste la contestata incompatibilità; in caso affermativo, il Presidente del Consiglio regionale invita il consigliere ad esprimere in forma scritta la sua opzione, entro il termine di dieci giorni.3. La Giunta delle elezioni deve esaurire entro sessanta giorni dalla sua costituzione i propri adempimenti; entro il termine ulteriore di trenta giorni, il Consiglio regionale, su motivate relazioni della Giunta delle elezioni, convalida l’elezione dei consiglieri per i quali non sussistano cause di incompatibilità; annulla l’elezione dei consiglieri per i quali sussistano cause di ineleggibilità; dichiara la decadenza dei consiglieri ritenuti incompatibili che non abbiano optato per il mandato regionale.4. Tali deliberazioni sono immediatamente pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione; le deliberazioni di annullamento e di decadenza sono inoltre notificate entro cinque giorni ai consiglieri interessati.
Art. 10 (Ineleggibilità e incompatibilità sopravvenute)1. Spettano alla Giunta delle elezioni anche l’esame delle cause sopravvenute di ineleggibilità e di incompatibilità e la verifica per la convalida dell’elezione dei consiglieri regionali subentrati.2. In caso di assunzione di nuovi incarichi nel corso del mandato, i consiglieri devono darne comunicazione entro dieci giorni alla Giunta delle elezioni; in caso di inottemperanza la Giunta delle elezioni può procedere d’ufficio. La Giunta delle elezioni provvede comunque, con cadenza annuale, a una verifica delle posizioni di tutti i consiglieri in carica.3. I consiglieri subentrati nel corso della legislatura devono comunicare in forma scritta, entro quindici giorni dalla proclamazione, gli uffici e le cariche da essi ricoperti.4. Il procedimento, le deliberazioni del Consiglio regionale e gli adempimenti conseguenziali sono regolati dalle disposizioni dell’articolo 9. La Giunta delle elezioni riferisce al Consiglio regionale entro trenta giorni dall’avvio del procedimento.Art. 11(Esame della posizione degli assessori e dei sottosegretari nominati al di fuori del Consiglio regionale)1. Entro quindici giorni dalla nomina gli assessori e i sottosegretari nominati al di fuori del Consiglio regionale comunicano alla Giunta delle elezioni gli uffici e le cariche da essi ricoperti.2. Se nei riguardi di un assessore o di un sottosegretario, nominato dal Presidente della Regione al di fuori del Consiglio regionale, si configura l’insussistenza dei requisiti necessari per ricoprire la carica, la Giunta delle elezioni, entro venti giorni dall’avvio del procedimento, gli notifica le contestazioni relative, dandone contestuale comunicazione al Presidente della Regione e al Presidente del Consiglio; l’interessato, entro dieci giorni dalla notificazione, può presentare in forma scritta le sue deduzioni.3. Entro i successivi dieci giorni la Giunta delle elezioni comunica le risultanze dell’istruttoria al Presidente della Regione per le determinazioni di sua competenza.
Credo che sia uno dei luoghi più adatti per esercitare quella curiosità sana che può essere un antidoto al privatismo e l’impunità sotto traccia: un ottimo posto per rispettare il mandato dei miei elettori. La Giunta delle elezioni si riunirà prossimamente e eleggerà durante la prima seduta il proprio Presidente, Vice Presidente e Consigliere Segretario.
Volutamente tralascio la muffa del chiacchericcio su figli e veline. Non credo ci interessino e in giro ci si sfama abbastanza.
Nel prossimo consiglio il presidente Formigoni illustrerà il proprio programma. I consiglieri hanno diritto di intervenire. Ne sentiremo delle belle.
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