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«Teatri della legalità»: la genealogia civile della scena, da Baliani, Giulio Cavalli a Emma Dante

Sette mesi di spettacoli, 65 compagnie, 170 repliche, 300 professionisti: si recita anche negli ex covi dei clan

NAPOLI – I numeri quasi non sono da teatro: sette mesi di spettacoli, da novembre a maggio, 65 compagnie coinvolte in 170 repliche che vedono impegnate 300 persone tra attori, registi ed operatori delle istituzioni, della scuola e dello spettacolo.

Parliamo di «Teatri della Legalità», il progetto presentato all’Agis e promosso nell’ambito di «Scuole Aperte» dall’assessorato al lavoro, istruzione e formazione della Regione Campania guidato da Corrado Gabriele. A dirigerlo Mario Gelardi (regista del Gomorra teatrale) col coordinamento organizzativo di Luigi Marsano de I Teatrini, mentre a corare la sezione dedicata alle scuole c’è l’attrice Rosalba De Girolamo. Si parte il 4 novembre con «La ferita. La giusta parte».
Scritto da una pattuglia di autori (Riccardo Brun, Raffaele Cantone, Rosario Esposito La Rossa, Mario Gelardi, Giuseppe Miale Di Mauro, Ciro Marino, Angelo Petrella, Peppe Ruggiero e Roberto Saviano) vede in scena Ivan Castiglione, Daria D’Antonio, Giuseppe Gaudino, Giuseppe Miale Di Mauro, Adriano Pantaleo. Drammaturgia e regia di Mario Gelardi (dopo l’esordio a Baronissi per Exposcuola, giovedì 5, alle 11, lo spettacolo si trasferisce al teatro San Ferdinando, venerdì 6 novembre, a Mondragone, teatro Ariston lunedì 9 novembre al Castel Volturno, teatro Bristol).

LA GENEALOGIA DEL TEATRO CIVILE – Nella Campania della camorra, il teatro diventa il luogo civile in cui fare prevenzione con spettacoli, ma anche incontri, laboratori.
Schierata tutta le genealogia del teatro civile italiano, dal ceppo principale di Marco Baliani a Emma Dante, passando per Nando Dalla Chiesa, Giulio Cavalli, Armando Punzo e della sua Compagnia della Fortezza e Mimmo Borrelli.
Proprio a quest’ultimo si deve uno dei progetti più originali, «Sepsa», uno spettacolo messo in scena sui vagoni della società omonima e dedicato agli avvenimenti tragici legati alla ferrovia napoletana a partire dalla morte del rumeno Petru.
In rassegna anche storie di donne coraggiose (in «Croci Rosa» di Rosario Esposito La Rossa e «Anna Politkovskaja» di Ferdinando Maddaloni), frammenti di memoria (nelle «Storie di Guerra» di Stefano Cipiciani e in «Idroscalo 93» di Ivan Castiglione), racconti di guerra, di infanzia negata e di emigrazione (in «Stupidorisiko» della fondazione Emergency, «Piccoli fiammiferai» spettacolo sul lavoro minorile di Giovanna Facciolo, «Impronte digitali» la storia dei Rom raccontata da Tina Femiano). Tante le produzioni dedicate ai ragazzi portate in scena da artisti come Fortunato Calvino, Giovanni Meola, Rosalba Di Girolamo, Stefano Jotti, Antonello Cossia, Pietro Pignatelli, Prospero Bentivegna e Mara Baronti. Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito.

BULLISMO E CAMORRA – «I temi – spiega Gabriele – sono: bullismo, conflitti e sfruttamento dei bambini-soldato, immigrazione e clandestinità, lavoro minorile e morti bianche, regole in democrazia e cittadinanza attiva, ambiente, diversità e malattia mentale. Questo teatro parla ai ragazzi in prima persona, li coinvolge nel presente, in tutto ciò che circonda le loro e le nostre esistenze. Nostro preciso dovere è offrire gli strumenti per comprendere tutto ciò e ostacolarne la pericolosa deriva».

IN VENTUNO COMUNI – Ventuno i comuni coinvolti. Oltre che a Napoli (dal San Ferdinando al Totò, passando per il Pan, il Pierrot e San Lorenzo Maggiore) gli spettacoli andranno in scena, spesso in strutture confiscate ai boss della camorra, a Marano di Napoli, Castellammare di Stabia, San Giorgio a Cremano, Ercolano, Afragola, Procida, Pompei, Santa Maria Capua Vetere, Mondragone, Piedimonte Matese, Casal di Principe, Castelvolturno, Salerno, Eboli, Pagani, Laurino, Ascea, Vibonati, Benevento, Avellino e Napoli città. «Nella costruzione del programma – commentano i curatori Mario Gelardi e Luigi Marsano – abbiamo voluto unire autori ed interpreti di primo piano nel panorama teatrale italiano, e non solo. Esponenti della nuova drammaturgia, artisti dal talento riconosciuto chiamati a pensare e proporre spettacoli per le giovani platee della nostra regione».
Info: 0810330619; www.teatrini.it e www.teatridellalegalita.it

LE GIORNATE DELLA MEMORIA – Il progetto prevede anche l’iniziativa «Le giornate della memoria», mobilitazioni culturali in date particolarmente simboliche, dal l 27 gennaio dedicata all’Olocausto al 19 marzo, anniversario della morte di Don Peppino Diana, proclamata giornata regionale di lotta alla camorra.

PROGETTI EDITORIALI – Due i progetti editoriali legati a spettacoli proposti, realizzati in collaborazione con la giovane casa editrice «ad Est dell’Equatore»: «La ferita», una raccolta di testimonianze in memoria della vittime innocenti di camorra, con la prefazione del Magistrato Raffaele Cantone ed il patrocinio di Libera. E «presente indicativo»: 18 scrittori napoletani debuttano a teatro raccontando la contemporaneità

DAL “CORRIERE DEL MEZZOGIORNO”

L’ARTICOLO QUI

“Teatri della Legalità”: in Campania con 170 spettacoli in rassegna

TEATRO | Napoli E’ stata presentata in conferenza stampa all’Agis di Napoli, la terza edizione di “Teatri della Legalità”, il progetto promosso nell’ambito di “Scuole Aperte” da Corrado Gabriele, Assessore al Lavoro, Istruzione e Formazione della Regione Campania, per la direzione artistica di Mario Gelardi ed il coordinamento organizzativo di Luigi Marsano de I Teatrini. Una programmazione di ampio respiro, che affronta e propone ai giovani una selezione di spettacoli, ma anche incontri, laboratori e mostre incentrati sui temi della lotta alla camorra e alla criminalità organizzata, del bullismo, dei conflitti e dello sfruttamento dei bambini soldato, dell’immigrazione e della clandestinità, del lavoro minorile e delle morti bianche, delle regole in democrazia e della cittadinanza attiva, dell’ambiente, della diversità e della malattia mentale. Le rappresentazioni, proposte da novembre 2009 a maggio 2010, impegnano 65 compagnie teatrali per circa 170 repliche e più di 300 persone tra attori, registi ed operatori delle istituzioni, della scuola e dello spettacolo.
“Teatri della Legalità – sottolinea Corrado Gabriele – parla ai ragazzi in prima persona, li coinvolge nel presente, in tutto ciò che circonda le loro e le nostre esistenze. Propone argomenti che irrompono nel nostro quotidiano segnando indelebilmente la vita di molti di noi. Nostro preciso dovere è offrire gli strumenti per comprendere tutto ciò e ostacolarne la pericolosa deriva”. Tutta l’attività si realizza attraverso una rete tra più di 20 amministrazioni comunali della regione, tra cui le città di Napoli, Marano di Napoli, Castellammare di Stabia, San Giorgio a Cremano, Ercolano, Afragola, Procida, Pompei, Santa Maria Capua Vetere, Mondragone, Piedimonte Matese, Casal di Principe, Castelvolturno, Salerno, Eboli, Pagani, Laurino, Ascea, Vibonati, Benevento, Avellino.
“Nella costruzione del programma – commentano i curatori Mario Gelardi e Luigi Marsano – abbiamo voluto unire autori ed interpreti di primo piano nel panorama teatrale italiano, chiamati a pensare e proporre spettacoli per le giovani platee della nostra regione”.
Il cartellone accoglie gli allestimenti, ad esempio, di Emma Dante, di Marco Baliani, di Nando Dalla Chiesa, di Giulio Cavalli, di Armando Punzo e della sua Compagnia della Fortezza, di Mimmo Borrelli con “Sepsa” un racconto degli avvenimenti tragici legati alla ferrovia napoletana ed allestito sui vagoni e sui binari della stessa. In rassegna anche storie di donne coraggiose (in “Croci Rosa” di Rosario Esposito La Rossa e “Anna Politkovskaja” di Ferdinando Maddaloni), frammenti di memoria (nelle “Storie di Guerra” di Stefano Cipiciani e in “Idroscalo 93” di Ivan Castiglione), racconti di guerra, di infanzia negata e di emigrazione (in “Stupidorisiko” della fondazione Emergency, “Piccoli fiammiferai” spettacolo sul lavoro minorile di Giovanna Facciolo, “Impronte digitali” la storia dei Rom raccontata da Tina Femiano) che si intersecano, tra le tante, con le produzioni dedicate ai ragazzi portate in scena da artisti come Fortunato Calvino, Giovanni Meola, Rosalba Di Girolamo, Stefano Jotti, Antonello Cossia, Pietro Pignatelli, Prospero Bentivegna e Mara Baronti.
Si inizia il 4 novembre all’ Exposcuola di Baronissi (Salerno), con “La Ferita – la giusta parte”, uno spettacolo di Riccardo Brun, Raffaele Cantone, Rosario Esposito La Rossa, Mario Gelardi, Giuseppe Miale Di Mauro, Ciro Marino, Angelo Petrella, Peppe Ruggiero e Roberto Saviano, per la regia di Mario Gelardi (repliche il 5 al San Ferdinando di Napoli, il 6 all’Ariston di Mondragone, il 9 al Bristol di Castelvolturno. Ad ingresso gratuito. Info: 0810330619; www.teatrini.it e www.teatridellalegalita.it

DA CASERTANEWS.IT

LIBERA. Seconda giornata di Contromafie. La parola ai gruppi tematici: lavoro, diritti umani, economia.

Oggi l’assemblea plenaria e l’approvazione del manifesto conclusivo. Il ruolo dei media per un’informazione alternativa.

Ieri seconda giornata di lavori di Contromafie, gli Stati generali dell’antimafia organizzati da Libera in corso a Roma. Un giorno di lavoro intenso sui tanti temi che affronta la rete di associazioni presieduta da don Luigi Ciotti. Il movimento è al lavoro, attraverso gruppi tematici. Diritti umani e migrazioni, cittadinanza, libertà di informazione, politica della legalità, testimoni di giustizia, economia (dai beni confiscati all’antiracket). Lavoro, riunioni, scambi di informazioni e contatti di centinaia di realtà e associazioni che operano su tutto il territorio nazionale, e non solo nelle regioni che subiscono un’alta densità di penetrazione mafiosa.

Ma il tema centrale rimane, come ha dichiarato in apertura don Ciotti, «l’istituzione di un’Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati e l’approvazione di un testo unico in materia di legislazione antimafia». Certo, ricorda il presidente di Libera, «alcune modifiche sono state introdotte, ma senza quell’organicità che è un requisito fondamentale perché la normativa sia davvero efficace ». E l’attenzione, nonostante la distanza, è anche a quello che sta avvenendo in queste ore in Calabria sulla vicenda delle navi cariche di scorie affondate nel Tirreno e nello Jonio e dopo la grande manifestazione di ieri ad Amantea. Anche su questo don Ciotti è categorico: «Continuiamo a sollecitare l’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel codice penale».

Un tema, quello dei traffici di rifiuti, che porta anche a una nuova consapevolezza. «C’è un’Italia che ha compreso come il fenomeno mafioso sia un problema nazionale, non solo: internazionale ». Ovviamente nei corridoi sono le notizie che arrivano da Palermo a tenere banco, le inchieste sulle stragi del 1992/93 e sulla presunta trattativa fra Stato e mafia. «Sono già passati diciassette anni, se perdiamo questa occasione di sapere non avremo mai la verità su quei fatti». Ma il variegato popolo di Libera che si è dato appuntamento a Roma, non si lascia distrarre dal fitto programma di lavoro. I gruppi tematici sono la vera novità, già dalla sua prima edizione, di questo evento.

È il gruppo di lavoro sull’informazione, coordinato da Roberto Morrione, ex direttore storico di Rainews24 e ora a Liberainformazione, quello più affollato. E anche quello con il dibattito più acceso. Perché sui temi dell’informazione, della comunicazione delle relazioni delle mafie con i mondi della politica e dell’economia l’allarme è generale. Il tema delle mafie, se non per fasi “spettacolarizzate”, rimane tagliato fuori soprattutto dai media televisivi. E anche la carta stampata sta peccando di sottovalutazione, se non di vera e propria amnesia collettiva. Tanti gli esperimenti di informazione alternativa, dalle free press autopro- dotte dai comitati locali, ai siti web, ormai veri e propri motori di un nuovo modo di comunicare e diffondere documentazione e inchieste. E il giornalismo?

«Da quanto non vengono contrattualizzati i giornalisti che si occupano di mafia? A quanto tempo risale l’ultimo contratto giornalistico (articolo 1), tanto per fare un esempio, a Repubblica?», si domanda Riccardo Orioles, uno della squadra de I Siciliani di Beppe Fava. La risposta che si dà il gruppo di lavoro è, in pratica, l’alternativa dai media tradizionali. Altre forme di comunicazione diventano strumenti di informazioni. Dal teatro di Giulio Cavalli ai tanti libri inchiesta che poche ma agguerrite case editrici coraggiose riescono a pubblicare. E non si tratta solo di effetto Gomorra, perché qui è evidente la consapevolezza che Saviano abbia avuto un ruolo ma che la quotidianità dell’informazione sia tutt’altro dal successo di un libro.

Pietro Orsatti

DA TERRA NEWS

L’ARTICOLO QUI

Martedì 13 ottobre Giulio Cavalli all'Università di Firenze per il quinto Forum contro la Mafia

L’aspetto più allarmante del fenomeno mafioso è la sua capacità di condizionare la vita di migliaia di persone. E’ importante non rassegnarsi ad essere elementi passivi di questo sistema degenerato.

Anche quest’anno il Forum Nazionale contro la mafia rifiuta di rimanere in silenzio, ne nascono due giorni ricchi di incontri e dibattiti, alla presenza di esponenti del mondo della giustizia, dell’informazione, e dell’ambito associativo, che hanno fatto della lotta alla mafia un impegno costante ed un’etica di vita.

Martedì 13 Ottobre

[09.30 – 13.30] Mafia, sanità ed edilizia

Molta parte dell’edilizia, soprattutto quella pubblica, è spesso invischiata in rapporti con associazioni mafiose, e questo si riscontra anche (e spesso tragicamente) nell’edilizia sanitaria, a cominciare dagli ultimi scandali che balzano all’attenzione fino alle annose questioni irrisolte che ancora continuano suscitare consistenti dubbi sulla loro legalità.

intervengono:
* Gaetano Paci Magistrato
* Enzo Ciconte Docente Università Roma 3
* Stefano Maria Bianchi Giornalista
* Rosario Cauchi Giornalista

[13.30 – 15.00] Proiezioni

[15.00 – 18.30] La mafia è morta?

Come la società risponde alla mafia? Testimonianze di associazioni, gruppi, ma anche vicende personali, dal Nord e dal Sud Italia, attraverso anche un’analisi generale sul fenomeno mafioso su come esso si presenta ai giorni d’oggi, per capire cosa è cambiato nei suoi metodi e nelle sue strategie, dove attecchisce e perché.
Ripercorreremo e approfondiremo inoltre una nera pagina del nostro paese che continua oggi a far male: fatta di stragi e indagini ancora ad oggi in parte irrisolte.

intervengono:
* Piercamillo Davigo Magistrato
* Giovanna Maggiani Chelli Associazione ‘Tra i familiari delle vittime di Via dei Georgofili’
* Libera Toscana
* Silvano Sarti Presidente provinciale ANPI
* Rino Giacalone Giornalista
* Presidio San Pietro di Rosà

[21.00] Intervento di Giulio Cavalli: letture tratte da  “A cento passi dal Duomo “

 

Mercoledì 14 Ottobre

[09.30 – 13.30] Come si arricchisce la mafia
Come la società risponde alla mafia? Testimonianze di associazioni, gruppi, ma anche vicende personali, dal Nord e dal Sud Italia, attraverso anche un’analisi generale sul fenomeno mafioso su come esso si presenta ai giorni d’oggi, per capire cosa è cambiato nei suoi metodi e nelle sue strategie, dove attecchisce e perché.
Ripercorreremo e approfondiremo inoltre una nera pagina del nostro paese che continua oggi a far male: fatta di stragi e indagini ancora ad oggi in parte irrisolte.

intervengono:
* Giovanna Maggiani Chelli Associazione ‘Tra i familiari delle vittime di via dei Georgofili’
* Fondazione Caponnetto
* Don Alessandro Santoro Comunità di base Le Piagge, Firenze
* Antonio Pergolizzi Legambiente nazionale. Rapporto Ecomafie

[13.30 – 15.00] Proiezioni

[15.00 – 18.30] Informazione, intercettazioni, politica e mafia

Partendo dall’emergenza sul provvedimento del governo sulle intercettazioni, affronteremo un’analisi dei rapporti di silenzio o di collusione con la mafia, sia da parte di esponenti dell’informazione che della politica.

intervengono:
* Antonio Ingroia Magistrato
* Peter Gomez Giornalista
* Pino Maniaci Giornalista, Direttore di Telejato
* Docente di Diritto costituzionale
* Giovanna Maggiani Chelli Associazione ‘Tra i familiari delle vittime di via dei Georgofili’

 

Per ogni informazione visita www.forumcontrolamafia.info.

Dibattiti, musica, sport e teatro domani a villa Filippina

Il Festival della legalità proseguirà domani, a partire dalle ore 10.00, con il dibattito “Dire no si può”, al quale interverranno gli imprenditori Rodolfo Guajana, Andrea Vecchio, Vincenzo Conticello e Ignazio Cutrò e con il presidente di Confindustria Agrigento Giuseppe Catanzaro, che si sono ribellati alla logica del racket e della sopraffazione mafiosa.l’incontro sarà moderato dalla giornalista Eliana Marino. A seguire, dalle ore 12.00, “Sport e legalità”, a cura dei giocatori del Palermo Rugby.

Nel pomeriggio, invece, alle 18.00, il giornalista Roberto Puglisi intervisterà Roberto Mazzarella, autore del volume “L’uomo d’onore non paga il pizzo” (Editore Città Nuova). Attraverso una ricca documentazione che riporta, tra l’altro, anche numerose interviste e ordinanze-sentenze, l’autore disegna una lucida radiografia del fenomeno “mafia”: ne evidenzia le caratteristiche, le attività di mantenimento e sviluppo; ne esplicita la cultura e i valori di cui è portatrice, mettendo in luce, di contro, le forze positive – come l’Associazione “Addiopizzo” – che operano in svariati ambienti sociali per la promozione di una cultura della legalità. Sarà presente Nino Salerno, presidente di Confindustria Palermo.

Alle 19.30 si assisterà al concerto del gruppo musicale “Zen Posse”. La band, nata all’interno dell’associazione Zen Insieme, propone un repertorio di musica rap, prevalentemente di protesta. In serata, alle 21.30, “Nomi, cognomi e infami” spettacolo teatrale di e con Giulio Cavalli, artista che vive sotto scorta in quanto minacciato dalla mafia per i suoi lavori di denuncia.

http://www.livesicilia.it/2009/10/05/dibattiti-musica-sport-e-teatro-domani-a-villa-filippina/

PALERMO – Al via il Festival della legalità

Al Festival della Legalità si rinnova l’appuntamento con quel teatro e quel cinema che sanno leggere e interpretare la società. Con molte anticipazioni per offrire al pubblico siciliano il meglio della produzione contemporanea. Come nel caso di “Mio padre non ha mai avuto un cane”, di Davide Enia, che aprirà il Festival la sera del 3 ottobre. Enia, in anteprima, porta in scena uno dei racconti tratto dal suo ultimo libro “Mio padre non ha mai avuto un cane” che uscirà a novembre per le edizioni Fandango Libri. Un racconto che parla di cani, di ammazzatine di mafia e di Palermo. Accompagnato alla chitarra da Giulio Barocchieri, Enia farà emergere i personaggi, alcuni misteriosi, di una città che spesso è invisibile. Altra anteprima, lunedì 5 ottobre, quando sul palco salirà il giornalista-scrittore Roberto Alajmo per parlare de “L’antimafia spiegata a mio figlio che la spiega a me”. Un reading per analizzare le mille contraddizioni, amare e ironiche, della lotta ai boss. Con lui, per quest’altra anteprima, sul palco ci sarà il clarinettista Dario Compagna.
“Nomi, cognomi e infami”, è invece, il titolo dello spettacolo di Giulio Cavalli in scena martedì 6 ottobre, sempre alle 21.30. Cavalli, artista che vive sotto scorta dopo essere stato minacciato dalla mafia, darà vita ad uno dei suoi spettacoli di denuncia che tanto hanno infastidito boss e picciotti.
Mercoledì 7 ottobre sarà la volta di Vincenzo Pirrotta e della sua “Ballata delle Balate”. Uno spettacolo brutale, crudele e di rara intensità. Il racconto di un latitante mafioso che nel suo covo recita un rosario, trasfigura la religione alla maniera mafiosa in un delirio nel quale s’incontrano misticismo e violenza.
Infine, sabato sera, Salvo Piparo darà vita a “Piazza delle Vergogne”. Accompagnato sul palco dal soprano Roberta Scalavino, Piparo racconterà uno spaccato di Palermo in quattro storie: quella di un killer di mafia, quella di un commesso comunale, quella del cronista Mario Francese, ucciso da Cosa Nostra, e quella di Santino, l’uomo miracolato dalla strage di Capaci. Quattro figure di uomini del nostro tempo: il killer che rimane incastrato nell’assurdità di essere stato anch’esso vittima di un sistema immorale e illegale, il commesso che interpreta il clientelismo e sprofonda nell’inerzia di un sistema corrotto, Mario Francese che rimane fedele fino all’ultimo al patto etico cucito alla sua vita di uomo e di giornalista e Santino, salvato da un fulmine mentre muore Falcone.
Al Festival non mancherà anche il grande cinema con “Fortapasc”, il film di Marco Risi inserito nella cinquina dalla quale Anica ha scelto il film che rappresenterà l’Italia agli Oscar. Un film su Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra perché con le sue inchieste saveva scoperchiato l’intreccio tra affari, mafiosi e politici.
Tutti gli spettacoli sono ad ingresso libero.


PROGRAMMA 2^ EDIZIONE DEL FESTIVAL DELLA LEGALITA’
VILLA FILIPPINA, PIAZZA SAN FRANCESCO DI PAOLA, PALERMO

3-10 OTTOBRE 2009

INGRESSO LIBERO

Sabato 3 ottobre

Ore 18.00 Inaugurazione della seconda edizione del Festival della Legalità.

Ore 18.30 Inaugurazione delle mostre:

– “Volti Colori Memoria” a cura di Gaetano Porcasi: 35 opere raccontano la storia della mafia dallo sbarco degli alleati alla cattura di Bernardo Provenzano.

– “Non tutti i pizzini sono uguali”, a cura di Amalia Patrizia Panebianco e Claudio Reale, raccoglie gli scritti di sei esponenti della criminalità organizzata e sei persone che hanno invece scelto di imboccare la strada della legalità, messi a confronto e analizzati da un esperto grafologo che ne illustrerà le personalità partendo per l’appunto dalla grafia.

– “Copertine S” a cura della Casa Editrice Novantacento: in esposizione le prime pagine del mensile più letto in Sicilia, dalla prima pubblicata nel dicembre 2007 che immortala l’arresto di Salvatore Lo Piccolo all’ultima con le indiscrezioni più recenti sulla latitanza di Gianni Nicchi.

– “Pio La Torre”, curata da Letizia Battaglia e voluta dal Centro Studi Pio La Torre, racconta le diverse tappe della vita del politico assassinato dalla mafia nel 1982.

Ore 19.30 Performance di OthelloMan, rapper, dj, producer e leader dei Combomastas’. Le creazioni musicali di OthelloMan e del team hip hop dei Combomastas’ sono caratterizzate da consapevolezza e voglia di riscatto pratico e quotidiano. Queste ultime rappresentano un’assoluta peculiarità nel panorama musicale italiano, senza retorica e con armonie sonore, spessore concettuale e immediatezza.

Ore 21.30 Prima nazionale del recital “Mio padre non ha mai avuto un cane” di e con Davide Enia. Il giornalista-scrittore-attore leggerà in anteprima alcuni passi del suo ultimo romanzo che sarà pubblicato a novembre 2009.

Domenica 4 ottobre

Ore 10.00 Spettacolo di animazione per bambini con i clown dell’associazione di volontariato ViviamoInPositivo Onlus. L’associazione fa parte della federazione VIP Italia che conta 35 sedi in Italia e 2.800 volontari clown di corsia, che svolgono il loro servizio negli ospedali, nelle case di riposo, nelle comunità di disabili, nelle case famiglia e ovunque sussistano situazioni di disagio. Per il VIP-clown il sorriso è una missione.

Ore 11.00 S. Messa nella cappella di villa Filippina, che riapre per l’occasione. I Canti sono affidati al suggestivo Coro della Cattedrale di Palermo.

Ore 12.00 Dimostrazione di autovetture e unità cinofile dell’Arma dei Carabinieri.

Lunedì 5 ottobre

Ore 10.00 “Cu nesci arriniesci?”. Dibattito con gli attori Ficarra e Picone, moderato dallo scrittore e giornalista Ugo Barbàra. Partecipa l’imprenditore Costantino Tartaglia.

Ore 12.00 “Sport e legalità”: i giocatori del Palermo Rugby, neopromosso in serie B,sono protagonisti di dimostrazioni pratiche delle tecniche di uno sport che tanto appassiona i giovani e insegna regole di legalità e rigore.

Ore 18.00 Presentazione di “Sottotraccia”, rivista di saperi e percorsi sociali (Navarra Editore), moderata dal giornalista Claudio Reale. Presenti Rosalba Romano – assistente sociale e direttrice della rivista, Gioacchino Lavanco – presidente del Consiglio di Coordinamento dei Corsi di Scienze dell’Educazione e docente di Psicologia di Comunità presso l’Università degli Studi di Palermo, Michele Di Martino, dirigente del Centro per la Giustizia Minorile per la Sicilia.

Ore 19.30 Esibizione musicale del gruppo “Quelli della Rosa Gialla a Brancaccio”. L’allegra carovana dei ragazzi dell’associazione di volontariato nata e operante a Brancaccio sbarca al Festival della Legalità per far conoscere il quartiere come un luogo in cui si combatte la mafia attraverso la cultura, l’educazione, il teatro e in particolare il musical.

Ore 21.30 Reading “L’antimafia spiegata a mio figlio che la spiega a me” di e con Roberto Alajmo, scrittore e giornalista Rai, accompagnato al clarinetto da Dario Compagna.

Martedì 6 ottobre

Ore 10.00 “Dire no si può”. Dibattito con gli imprenditori Rodolfo Guajana, Andrea Vecchio, Vincenzo Conticello e Ignazio Cutrò e con il presidente di Confindustria Agrigento Giuseppe Catanzaro, che si sono ribellati alla logica del racket e della sopraffazione mafiosa. Modera la giornalista Eliana Marino.

Ore 12.00 “Sport e legalità”: i giocatori del Palermo Rugby, neopromosso in serie B,saranno protagonisti di dimostrazioni pratiche delle tecniche di uno sport che tanto appassiona i giovani e insegna regole di legalità e rigore.

Ore 18.00 Il giornalista Roberto Puglisi intervista Roberto Mazzarella, autore del volume “L’uomo d’onore non paga il pizzo” (Editore Città Nuova). Attraverso una ricca documentazione che riporta, tra l’altro, anche numerose interviste e ordinanze-sentenze, l’autore disegna una lucida radiografia del fenomeno “mafia”: ne evidenzia le caratteristiche, le attività di mantenimento e sviluppo; ne esplicita la cultura e i valori di cui è portatrice, mettendo in luce, di contro, le forze positive – come l’Associazione “Addiopizzo” – che operano in svariati ambienti sociali per la promozione di una cultura della legalità. Presente Nino Salerno, presidente di Confindustria Palermo.

Ore 19.30 Concerto del gruppo musicale “Zen Posse”. La band, nata all’interno dell’associazione Zen Insieme, propone un repertorio di musica rap, prevalentemente di protesta.

Ore 21.30 Spettacolo teatrale “Nomi, cognomi e infami” di e con Giulio Cavalli, artista che vive sotto scorta in quanto minacciato dalla mafia per i suoi lavori di denuncia.

Mercoledì 7 ottobre

Ore 10.00 “Un patto per la Sicilia”. Dibattito, organizzato da Milano Finanza e moderato dall’editore Paolo Panerai. Politici, imprenditori, magistrati e burocrati si confronteranno sulle strade da percorrere per creare un patto tra ceto produttivo, politica, burocrazia e magistratura per uscire dalla situazione di una Sicilia bloccata e dare il via ad una fiscalità di vantaggio in grado di rendere attrattivi gli investimenti. Presenti l’assessore regionale alla Presidenza Gaetano Armao, l’assessore regionale all’Industria Marco Venturi, Pier Carmelo Russo – segretario generale della Regione Siciliana, il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, il presidente di Sviluppo Italia Sicilia Vincenzo Paradiso, Giuseppe Lumia – componente ed ex presidente della Commissione nazionale antimafia, il sindaco di Agrigento Marco Zambuto, Domenico Achille – Comandante della Guardia di Finanza e Generale di Divisione e altri protagonisti delle istituzioni e dell’imprenditoria e il procuratore aggiunto Ignazio De Francisci. In questa occasione Sviluppo Italia Sicilia proporrà agli studenti un concorso di idee e il miglior imprenditore in erba verrà premiato con un pc portatile.

Ore 12.00 “Sport e legalità”: i giocatori del Palermo Rugby, neopromosso in serie B,saranno protagonisti di dimostrazioni pratiche delle tecniche di uno sport che tanto appassiona i giovani e insegna regole di legalità e rigore.

Ore 18.00 Il sostituto procuratore Gaetano Paci e il vice presidente dei Giovani Imprenditori Europei Annibale Chiriaco presentano il libro “Le aziende siciliane contro la mafia. L’isola civile” di Serena Uccello e Nino Amadore (Einaudi). Il volume è il risultato di due anni di lavoro e racconta “le ragioni storiche ed economiche della ribellione antiracket” che ha coinvolto una parte del mondo imprenditoriale siciliano negli ultimi anni. Presente l’autore Nino Amadore. Modera il giornalista Claudio Reale.

Ore 19.30 Esibizione del cantastorie Paolo Zarcone (Associazione A Testa Alta) che ha recuperato le tradizioni popolari siciliane adattandole e aggiornandole ai tempi nostri. Zarcone compone cantate tratte da leggende e fatti storici locali, munito di chitarra e cartelloni illustrati.

Ore 21.30 Spettacolo teatrale “La ballata delle balate” con Vincenzo Pirrotta.

Giovedì 8 ottobre

Ore 10.00 “Una giornata con Marco Risi. I ragazzi di Palermo tra fiction e realtà”. Confronto sul tema delle fiction di mafia con il regista Marco Risi (autore di capolavori del genere quali “Mery per sempre”, “Ragazzi fuori”, “Muro di gomma”, “Il branco”, “Squadra Antimafia Palermo Oggi”, “L’ultimo Padrino”, “Cinque delitti imperfetti”) ed il procuratore aggiunto Antonio Ingroia. Presente lo scrittore-giornalista Claudio Fava. Modera lo scrittore e giornalista Rai Roberto Alajmo.

Ore 12.00 “Sport e legalità”: i giocatori del Palermo Rugby, neopromosso in serie B, saranno protagonisti di dimostrazioni pratiche delle tecniche di uno sport che tanto appassiona i giovani e insegna regole di legalità e rigore .

Ore 16.30 Il giornalista Alfio Sciacca presenta “I disarmati. Storia dell’antimafia: i reduci e i complici” di Claudio Fava (Sperling & Kupfer). Un viaggio che racconta i complici del silenzio e del consociativismo mafioso: nel giornalismo, nella politica, nella società civile. Per una volta, con i nomi e i cognomi al loro posto. Presente il giornalista e politico Claudio Fava. Seguirà un dibattito sul libro “Prima che vi uccidano” di Giuseppe Fava (Editore Bompiani). L’opera, pubblicata nel 1976 dallo scrittore-giornalista-sceneggiatore assassinato dalla mafia nel 1984, è un libro di denuncia della presenza mafiosa in Sicilia.

Ore 18.00 Il giornalista Salvo Toscano intervista Enrico Bellavia e Maurizio De Lucia, in libreria con il volume “Il cappio” (BUR Biblioteca Univ. Rizzoli). Un’acuta analisi a quattro mani di un sistema criminale basato su un eccezionale organizzazione sul territorio: il “pizzo”. Ripercorrendo la storia di Maurizio de Lucia, il magistrato che più di ogni altro ha indagato il fenomeno.

Ore 19.30 Concerto del gruppo “Coralmente”, coro polifonico a cappella nato nel febbraio 2003, nell’ambito delle attività riabilitative promosse dal Dipartimento di Salute Mentale dell’AUSL 6 di Palermo per combattere e sconfiggere lo stigma e il pregiudizio nei confronti della malattia mentale.

Ore 21.30 Serata cinema con Marco Risi. Proiezione della pellicola “Fortapàsc”, presentata dal giornalista Salvo Toscano che intervisterà il regista. Il film ripercorre gli ultimi quattro mesi di vita di Giancarlo Siani, il giornalista de “Il Mattino” ucciso dalla mafia nel 1985.

Venerdì 9 ottobre

Ore 10.00 Talk show “Libertà di parola” promosso dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Partecipano il presidente dell’Ordine regionale Franco Nicastro, i giornalisti Rosaria Capacchione e Alberto Spampinato, il gip di Palermo Piergiorgio Morosini.

Ore 11.00 Dimostrazioni di autovetture e unità cinofile della Guardia di Finanza.

Ore 17.00 Felice Cavallaro, inviato del Corriere della Sera, intervista il procuratore Gian Carlo Caselli, autore del libro “Le due guerre. Perché l’Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia” (Editore Melampo). Dalla Torino degli anni Settanta alla Palermo dei Novanta, il volume ripercorre trentacinque anni di storia italiana attraverso lo sguardo di un protagonista della lotta contro il terrorismo di sinistra e contro la mafia.

Ore 18.00 Il giornalista Roberto Puglisi presenta il volume “C’erano bei cani ma molto seri” di Alberto Spampinato (Ponte alle Grazie Editore). Il libro racconta la vita del fratello dell’autore, Giovanni – corrispondente da Ragusa de L’Ora, assassinato per le sue inchieste che non guardavano in faccia nessuno.

Ore 19.30 Esibizione della Compagnia di canto e musica popolare, gruppo che ha recuperato i cunti della tradizione siciliana. Spaziando dalle ballate alle sonate dei barbieri, dai canti delle zolfatare alle serenate, la Compagnia intende rivalutare il ruolo delle tradizioni popolari siciliane, i costumi, le usanze, la lingua.

Ore 21.30 Proiezione in anteprima nazionale della docu-fiction “Il mago dei soldi” ispirata alla storia di Giovanni Sucato. Sedicente avvocato, Sucato si è valso l’appellativo di “mago dei soldi” a causa di spericolati investimenti che – con l’illusorio miraggio di grandi guadagni – hanno gettato sul lastrico migliaia di piccoli risparmiatori dei quartieri popolari di Palermo e dei paesi del circondario. Una sorta di novello “Re Mida” la cui carriera, interrotta da una fuga con i soldi dei suoi clienti e da un arresto per bancarotta fraudolenta, si è conclusa su un auto in fiamme sulla Palermo-Agrigento. Presenti gli autori Giacomo Cacciatore, Raffaella Catalano e Gery Palazzotto e l’avvocato penalista Nino Caleca che fu difensore di Sucato. Modera il giornalista Claudio Reale.

Sabato 10 ottobre

Ore 10.00 “A voi nati dopo le stragi…io racconto”. Incontro con il procuratore Gian Carlo Caselli. Presente il procuratore aggiunto Antonio Ingroia. Modera il caposervizio del Tg5 Gaetano Savatteri.

Ore 11.30 Talk show dal titolo “Ti aspetto fuori” moderato dal giornalista Salvo Toscano. Partecipano Franco Nuccio, caporedattore di Ansa Palermo, l’attore palermitano Francesco Benigno – premiato al Giffoni Film Festival 2008, Silvia De Bernardis – coordinatore del progetto “In&Out” – istituti penali minorili della Sicilia, Rosalba Romano – psichiatra del Centro di Giustizia Minorile di Palermo e il Maggiore Francesco Tocci, comandante della Compagnia di Carabinieri di Bagheria.

Ore 12.30 Dimostrazioni di autovetture e unità cinofile della Polizia di Stato.

Ore 18.30 Proiezione de “I corti della legalità”

– “Benigno”, autobiografia dell’attore Francesco Benigno

– “Ti aspetto fuori”, realizzato dal centro giustizia minorile, con Nino Frassica e i ragazzi del Malaspina. Regia Alfio D’Agata.

– “Pio La Torre” a cura del Centro Studi Pio La Torre

– “Una favola, un sogno” a cura dell’associazione “Quelli della Rosa Gialla a Brancaccio”

Ore 21.30 Anteprima dello spettacolo teatrale “Piazza delle vergogne” con l’attore Salvo Piparo e il soprano Roberta Scalavino. Testi di Felice Cavallaro, Filippo D’Arpa e Gaetano Savatteri. Uno spaccato di Palermo in tre storie, quella di un killer di mafia, di un commesso comunale e quella di Mario Francese, giornalista ucciso da Cosa Nostra.

da LIVE SICILIA

Teatro civile, Cavalli fa “nomi e cognomi”

«È ora di raccontare storie e vicende che si trovano in molti atti processuali»
«Mi sono stancato di sentir parlare di propositi antimafia; è ora di fare i nomi, i cognomi e soprattutto sottolineare gli infami». Ci saranno le storie eccezionali di persone normali, che per scelta o per forza si ritrovano ad essere meno comuni di altre; ci saranno soprattutto i nomi e i cognomi di chi ha scelto di non piegarsi agli uomini d’onore, «perché l’onore quello vero è tutta un’altra cosa»; ci saranno anche loro, gli «infami». A chiamarli, uno per uno, dal palco del circolo Montecitorio di via dei Campi Sportivi a Roma, domani sera (alle 20), Giulio Cavalli, autore e drammaturgo lodigiano per l’evento-spettacolo Nomi, cognomi e infami, con la musica in scena di Davide Savarè. L’occasione è la tavola rotonda sul tema “Informazione, cittadinanza e legalità”. Tra i relatori, anche Andrea Purgatori, giornalista e autore per il cinema e la televisione, Sergio Nazzaro, giornalista e scrittore (autore di Io per fortuna c’ho la camorra), coordinati da Michele Meazza, vice direttore di Rai International. Don Peppe Diana, i magistrati Bruno Caccia e Paolo Borsellino, le storie di Piera Aiello e quella di Rita Atria, la vicenda di Giuseppe Fava riletta attraverso gli occhi del figlio Claudio; tanti i volti silenziosi a cui ha dato voce Giulio Cavalli, in questo ultimo anno di attività, con una serie di monologhi portati in giro per l’Italia. Saranno questi testi, riadattati per l’occasione, ad animare il palco del circolo Montecitorio, come luogo simbolo della politica, «perché è ora di giustificare la propria posizione facendo dei nomi che ci sono, che sono sugli atti processuali, che sono la testimonianza di una politica coinvolta tutta nella vicenda, cercando una volta per tutte di svestire i discorsi sulla mafia di quella forma che crea tantissimi eroi e che fondamentalmente fa pochissimo male a loro, agli uomini d’onore».Il grido d’allarme, è chiaro. Gli infami non sono solo loro, gli uomini “d’onore” o “disonore” sbeffeggiati da Giulio Cavalli. «Gli infami, nella storia di Bruno Caccia, magistrato ucciso a Torino, sono nella Procura in cui stavano soci in affari dei mandati del suo omicidio». Nella sua, di storia, primo attore sotto scorta d’Italia, l’infamia è un’arma sottile, «che ha una modalità mafiosa, lavora nella delazione ed è identica a quella di camorra, mafia e ‘ndrangheta solo che avviene negli aperitivi post consiglio comunale – spiega lui -; c’è una storia esterna, che è un puzzle che si compone di tutto ciò che è pubblico, e c’è una storia privata, che invece ha dentro zone grigie, persone scorrette, detrattori di professione che forse un giorno, per raggiungere la catarsi, renderò pubblici». “Milano e la memoria” saranno invece al centro della rassegna di reading, teatro e musica del prossimo sabato. Tra i partecipanti anche Giulio Cavalli, sul palco (a partire dalle 11) nella biblioteca nazionale braidense di via Brera, insieme a Daniele Biacchessi e Gaetano Liguori con «Le mani sulla città».

Rossella Mungiello

L’ARTICOLO QUI

Intervento di Giulio Cavalli – Piazza Navona "AGENDA ROSSA" manifestazione del 26.9.2009

agendaroma

http://www.youtube.com/watch?v=GVxTN1EZXCQ

Io sono preoccupato, ma non perché non sono lì, ma in realtà perché probabilmente ho lasciato il cuore in via D’Amelio il giorno che ho visto gli occhi di Salvatore e il giorno che ho avuto l’onore e il privilegio di assaggiare il suo abbraccio. Farò una telefonata breve, perché altrimenti sapete che Brunetta mi mette nell’elite dei fannulloni e quindi non voglio dare adito e cadere nelle grandi fauci del piccolo uomo.

Voglio raccontare e voglio ricordare che ogni volta che si parla di Paolo Borsellino e via D’Amelio, che fondamentalmente è un figlio attaccato ad un citofono, ecco, ogni volta penso che, per noi che dovremmo andare in scena e raccontare quelle storie, che in questo stato assolutamente impermeabile sembra che non riesca nemmeno a raccontarsi, raccontare che soprattutto diventa difficile, diventa una sfida, diventa un’eccezione, voler pretendere di essere normali nella propria nazione per qualcosa che esonda dalla legalità, per qualcosa che esonda dal diritto ma per una dignità di un popolo, di una nazione, che io mi auguro di poter regalare ai miei figli quando saranno adulti. La storia di Paolo è una storia che teatralmente non sta in piedi. Ci hanno regalato una favola, ma ci hanno regalato una favola scassata, come quelle macchinine che apri sotto l’albero di Natale e a cui manca una ruota e allora penso che sia venuto il tempo da parte anche degli uomini di cultura quelli che non dipendono dalle mestruazioni dell’amministratore di turno che decide come gestire i contributi a pioggia, agli uomini di cultura che professano su di un palcoscenico o su un libro o nelle parole che esprimono e poi dicono i propri ideali, allora è venuto il giorno di rendergliela la favola scassata, quel giocattolo che non vogliamo, di raccontare l’assurdità, quanto arlecchino c’è in una via in cui non si capisce bene quelli che sono venuti a mettere i fiori e quelli che mettono le bombe.

Raccontare uno stato che ha deciso di superare i propri dubbi, scavalcandoli senza farsene carico, e calpestando una dignità che qualsiasi forma culturale, qualsiasi espressione di bellezza, perché alla fine sarà la bellezza che dimostrerà la deriva delle associazioni criminali, della malapolitica, di tutto quel brodo schiumoso che sta li dove politica e mafie compiono i loro adulteri nelle alcove. E allora la dignità diventa, insieme alla bellezza, il boccone di un palco che decide di prendersi la responsabilità di fare il proprio lavoro. Io dico spesso che noi teatranti siamo poveri, facciamo pochi numeri, siamo ascoltati da pochi occhi, ci mettiamo la faccia e la paghiamo, io la sto pagando, ma la sto pagando con rabbia, la rabbia della coscienza di Salvatore come la rabbia di molti che in questo momento sono in piazza. Ebbene noi sul palco abbiamo un grandissimo privilegio, una grandissima fortuna, che a differenza della televisione riusciamo a far sentire assolutamente l’odore di merda che sta dietro al disonore di quattro pavidi che qualcuno ci vuol far credere che abbiano tenuto in scacco una nazione da soli, e saremo capaci, perché questo è un impegno, anche di far sentire il profumo, quel fresco profumo di libertà che è la colonna sonora di tutto il mio lavoro e del lavoro di tutti quelli che hanno deciso di rinnegare la normalità che qualcuno ci vuole vendere come eccezionale o addirittura come una sorta di brigatismo intellettuale.

E vorrei semplicemente chiudere con un pensiero, che è molto semplice, è molto banale, e cioè che quando si tratta di raccontare l’umanità delle persone alla fine è come alzare la coperta e quando si è tutti nudi si vede chi ha il cuore grande che è legato a doppio filo con una mente intellettualmente onesta e si vede invece chi sotto la giacca, la cravatta, i polsini, la ricotta oppure sotto i problemi di prostata del nostro caro Zio Binnu, la bava con quella faccia rossiccia di Riina U’ Curtu (che si permette di parlare il 19 luglio per l’ennesima volta, calpestando una memoria che non dovrebbe avere nemmeno il diritto di poter guardare in faccia) ecco, allora una volta che è stata tolta la coperta basta guardarli dall’alto e sorridere come faceva Arlecchino.

Mercoledì 7 ottobre Giulio Cavalli ospite all'Università di Pavia.

Si informa  che  il Coordinamento per il Diritto allo Studio organizza in collaborazione con l’ Osservatorio Antimafie Pavia e l’ Associazione Saveria Antiochia OMICRON Onlus la quinta edizione di “Mafie:legalità e istituzioni” , un’iniziativa realizzata con il contributo concesso dalla Commissione A.C.E.R.S.A.T.  dell’Università di Pavia nell’ambito del programma per la promozione delle attività culturali e ricreative degli studenti e con il patrocinio della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pavia e dell’EDiSU.

La settimana sarà così strutturata:

Da LUNEDI 5 Ottobre a VENERDI 9 Ottobre, dalle 8 alle 24

mostra fotografica “QUANDO LA GUERRA E’ CIVILE”
di LETIZIA BATTAGLIA
in AULA FORLANINI

MARTEDI 6 OTTOBRE ore 21.15 AULA ‘400
“Mafia e criminalità del potere”
con ROBERTO SCARPINATO
Procuratore aggiunto presso la Procura Antimafia di Palermo, dirige il Dipartimento Mafia-economia
GIUSEPPE LO BIANCO
caposervizio all’Ansa di Palermo, coautore di “L’agenda Rossa di Paolo Borsellino” con Sandra Rizza
modera VITTORIO GREVI Professore Ordinario di Procedura Penale dell’Università di Pavia

MERCOLEDI 7 OTTOBRE ore 21.15 AULA ‘400
“A cento passi dal Duomo” con GIULIO CAVALLI
Letture dallo spettacolo teatrale di Gianni Barbacetto e Giulio Cavalli

GIOVEDI 8 OTTOBRE ore 21.15 AULA ‘400
“Dai pizzini a skype: comunicazione e organizzazioni mafiose”
con GIANNI BARBACETTO Giornalista, Direttore di Omicron (l’Osservatorio Milanese sulla Criminalità Organizzata al Nord)
MICHELE PRESTIPINO Procuratore Aggiunto della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
GIOVANNI FULANTELLI Ricercatore CNR

VENERDI 9 OTTOBRE ore 21.15 AULA ‘400
“La ‘Ndrangheta e le rotte internazionali del narcotraffico”
incontro con NICOLA GRATTERI Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria
modera FRANCESCO PONZETTA Università di Pavia

Ingresso gratuito a tutte le iniziative

Coordinamento per il Diritto allo Studio

LA LOCANDINA QUI

Il 2 ottobre a Roma, Circolo Montecitorio, estratti dallo studio "Nomi, cognomi e infami"

Il 2 Ottobre alle ore 20 presso il Circolo Montecitorio in Roma – Via dei Campi Sportivi, 10 Giulio Cavalli presenterà alcuni brani dallo studio per uno spettacolo “Nomi, cognomi e infami”.

La lettura scenica di Cavalli sarà preceduta da un dibattito sul tema “Informazione, cittadinanza e legalità” al quale prenderanno parte: Andrea Purgatori, giornalista e autore per il cinema e per la televisione, nonché coordinatore del gruppo dei Cento autori, Sergio Nazzaro, giornalista e scrittore, autore di Io, per fortuna c’ho la camorra e in uscita con Dubai Confidential (Elliot Edizioni) e MafiAfrica (Fazi Editore)Giulio Cavalli.

A moderare l’incontro Michele Mezza, vice-direttore di Rai International.
Un rinfresco allieterà la serata.
In allegato l’invito per tutti i nostri autori, lettori, amici, interessati a venire.

Per motivi organizzativi saremmo lieti se chi fosse interessato potesse inviarci una email di conferma della presenza all’indirizzo redazione@agoravox.it

 


 

NOMI COGNOMI E INFAMI (scheda provvisoria)

Di e con Giulio Cavalli
Musiche in Scena Di Davide Savaré
Produzione:
Bottega Dei Mestieri Teatrali
con il sostegno di
Fondazione Cariplo-Etre
Progetto realizzato in collaborazione con Verdenero

Storie eccezionali e persone normali, almeno così dovrebbe essere. Storie che dovrebbero verificarsi di rado, eccezionali appunto, e di persone come tante, normali appunto.
Ma così non è.  Perché ci sono storie che ci raccontano fatti che accadono troppo spesso e persone che per scelta o per forza si ritrovano ad essere meno comuni di tante altre.
Allora forse sono le storie ad essere diventate normali e le persone eccezionali, perché queste storie ci raccontano di mafia e di camorra, di soprusi, di ingiustizie, di violenza. Ma ci raccontano anche di persone che hanno scelto di non piegarsi agli ‘uomini d’onore’ perché l’onore, quello vero, è tutta un’altra cosa e a non farcelo dimenticare qualcuno ci deve pur pensare.

Uno spettacolo che è racconto, cronaca e discussione per scoprire alcune di queste storie. Giulio Cavalli narra in prima persona i fatti, i nomi, le facce di una vita che non ci appartiene e che non ha né onore, né dignità, una vita che stride di fronte a quella di persone come Don Peppe Diana, il prete ucciso a Casal di Principe per il suo impegno contro la camorra. Storie, per cercare di fare chiarezza intorno ai fatti che stanno dietro ad un omicidio tristemente noto, quello di Paolo Borsellino. O ancora per riportare alla luce fatti forse meno conosciuti, ma non per questo meno carichi di significato, come quelli che hanno per protagonista il magistrato Bruno Caccia, ucciso a Torino dall’ndrangheta per le sue indagini ‘troppo concentrate’ sulle attività illegali sviluppatesi in Piemonte.
Uno spettacolo fatto di vari episodi, interviste e ricostruzioni di chi questi fatti li ha davvero vissuti, come i testimoni di giustizia con le storie di Piera Aiello e Rita Atria, o come la vicenda dell’ assassinio mafioso di Giuseppe Fava riletto attraverso gli occhi di suo figlio Claudio.
Un percorso che attraversa le tante facce della malavita, anche con l’aiuto di chi quotidianamente la combatte come il magistrato Antonio Ingroia o le associazioni di ‘comuni cittadini’, come Legambiente, che portando avanti il proprio lavoro si sono scontrati con un’illegalità sempre più dilagante e hanno deciso di rispondere attivando la reazione di una parte della società civile.

Un percorso legato da un unico filo conduttore per mantenere viva la memoria, certo, ma anche per informare con dati e nomi, per dare voce a chi quotidianamente combatte una battaglia che troppo spesso sembra persa in partenza, per non cadere nella ‘normalizzazione’, per risvegliare le coscienze di una società civile che non può permettersi di ignorare quanto accade, perché se ne parli sempre, non si dimentichi e non si volti mai la faccia dall’altra parte.  

… “Caro picciotto, o se preferisci, visto che hai imparato a pettinarti e vestirti pulito, caro estorsore, o, se preferisci, caro esattore. E poi caro al tuo capo ufficio, quello che sta seduto a contare i soldi quando alla sera raccoglie le mesate del mandamento, quei soldi che vi auguro che vi marciscano in mano. E poi cari a tutti i falliti, perché è da falliti mangiare sulla metastasi della paura degli altri, oppure, per capirsi meglio, cari a tutti gli uomini d’onore, così ci capiamo meglio, così vi prendiamo dentro tutti e entriamo subito in tema. Sono un commerciante di parole, a volte me le pagano bene, e arrotondo sempre il peso prima di chiudere la vaschetta. […] Questa sera apro la saracinesca fuori orario e vi vengo a cercare io, ma mica per i cinquecento euro così sto messo a posto, ma perché avrei, dico almeno, un paio di domande, una cosa da niente, mica per capire dove non c’è niente da capire, ma per togliermi il peso. Il peso di una curiosità che alla fine cercate sempre di farci pagare nel mercato della vigliaccheria di cui siete i detentori.”… G.C.