Salvini non può proclamarsi apertamente fascista, e allora che fa? Pubblica un libro con CasaPound
Il mio editoriale per TPI
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Un ministro che sorride di fronte a un’aquila nazista e qualche altro paio di tatuaggi di quel tipo è una cosa schifosa. È un’onta per chi, il 25 aprile è appena passato, ha combattuto i periodi più bui della storia d’Europa per permettere la democrazia e la libertà. E allora la domanda sorge spontanea: perché con i fan di Salvini non si applica la legge? Perché?
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Che brutto giovedì per il ministro dell’inferno Salvini. Si è distratto un attimo e ecco che nei fantomatici porti chiusi (sì, ciao) arrivano in settanta, tra cui tunisini e libici. L’imbarcazione è stata intercettata mentre puntava sul porto di Lampedusa (quindi sbarcano, a Lampedusa, come avevamo scritto qualche buongiorno fa…) e sono stati accompagnati da un’imbarcazione della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera.
In pratica mentre il ministro era impegnato a organizzare la grigliata del 25 aprile è stato smentito sulla difesa dei confini ma soprattutto è stato smentito sul fatto che la Libia sia un porto sicuro. Talmente sicuro che ci scappano i libici stessi. Ci sarebbe da ridere se la situazione non fosse drammatica e se non ci fosse, là sotto nel Mediterraneo, tutta la carne uccisa dall’inerzia dell’Europa e dal cinismo di un ministro che è riuscito a fallire in tutti i campi (quello economico, pensionistico e lavorativo) e ora addirittura sul suo punto forte, su quella difesa della Patria che invece si sbriciola per una barchetta di migranti.
Concluso a #Lampedusa lo sbarco di 70 persone tra cui 17 libici in fuga dal paese in guerra.
Intanto, al largo di #Malta, rimangono bloccati da oltre 9 giorni i 62 naufraghi a bordo di #AlanKurdi.
Donne, uomini e bambini di cui l’Unione Europea finge di ignorare l’esistenza. pic.twitter.com/FmEZ84wIfr— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) April 11, 2019
Preso alla sprovvista il buon Salvini, a cui nemmeno la visione di Dumbo ha acceso una scintilla di umanità, ha promesso che verranno rimpatriati immediatamente. Ha detto proprio così, immediatamente. Peccato che dovrebbe sapere che anche questa è una balla colossale visto che i rimpatri (sempre che si trovino i soldi) richiedono mesi e soprattutto non è certo lui a decidere chi siano queste persone, quali siano le loro storie, da cosa scappino e cosa dicano i trattati internazionali.
Insomma. Nel complesso una gran brutta figura. Da sminuire, di sicuro, con la portata che si gusterà oggi, twittato con il colletto sporco di sugo e la bava che scende dal labbro.
Buon venerdì.
L’articolo Povero Salvini, sbarcano addirittura i libici proviene da Left.
Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2019/04/12/povero-salvini-sbarcano-addirittura-i-libici/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.
La pancia onnivora del salvinismo non è disposta a risparmiare nessuno tranne che se stesso ed è proprio questo che lo indica come il politico più inaffidabile di questi ultimi anni: questo suo essere disposto a tutto indica chiaramente che chiunque potrebbe essere la sua vittima di turno e che non esiste nessun patto e nessun contratto che possa limitarlo.
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E poi c’è il fatto reale, di cui quasi più nessuno parla dalle parti di Roma con il solito trucco di fare sparire qualcosa non accennandone: la criminalità organizzata è in ottima salute (a Milano come al sud dove si spara fuori dalle scuole) e pare che la questione sia continuamente minimizzata scivolando nelle priorità del governo.
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Insomma. Nel complesso una gran brutta figura.
Continuano a offendersi, scendendo ormai nell’attacco personale. Non sono d’accordo su niente anche se in nome del “contratto di governo” fingono di stare bene insieme. Negli ultimi giorni hanno cominciato a “menarsi” come mai prima: e allora qualcuno, da fuori, si chiede perché stiano insieme. Per il potere.
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