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Salvini

Fiano su Salvini: “Ha bloccato per giorni persone su una nave, quale sarebbe l’interesse pubblico?”


Intervista al parlamentare del Partito Democratico Emanuele Fiano sulla strategia di Matteo Salvini per evitare il processo sul caso Diciotti: “Non c’è possibilità per me che il blocco di una nave e delle persone su quella nave (vorrei ricordare che io su quella nave ci sono stato e ho visto le facce terrorizzate delle ragazze stuprate) possa avere un interesse pubblico e costituzionale”
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Tutte le persone bullizzate da Salvini. Vi sembra normale?

Il giornalista Federico Mello si è preso la briga di comporre la lista di tutte le persone che sono state attaccate sui social da Matteo Salvini da quando è ministro. Si tratta di un elenco tanto lungo quanto ridicolo per certi aspetti, che copio e incollo qui perché, scorrendolo tutto insieme, dice molto sulla strategia mediatica del vicepremier:

PERSONE ATTACCATE DA MATTEO SALVINI DAL PRIMO GIUGNO A OGGI:

1. Gad Lerner;
2. Roberto Saviano;
3. Laura Boldrini;
4. Gino Strada;
5. Padre Zanotelli;
6. don Paolo Tofani parroco di Pistoia:
7. Matteo Renzi;
8. Maria Elena Boschi;
9. Aboubakar Soumahoro;
10.  Eugenio Scalfari;
11. Elsa Fornero;
12. Alan Friedman;
13. JAx;
14. Emanuelle Macron;
15. Luigi De Magistris;
16. Enrico Rossi;
17. il settimanale Left;
18. Leoluca Orlando;
19. Maurizio Martina;
20. Claudio Baglioni;
21. Massimo Cacciari;
22. Famiglia Cristiana;
23. Luciano Canfora;
24. Mario Monti;
25. Heater Parisi;
26. Susanna Camusso;
27.  Francesca Re David;
28.  il prof. Alex Corlazzoli;
29. Fabio Fazio;
30. Morgan; Carlo Lucarelli;
31. l’Associazione Nazionale Partigiani;
32.  la Cgil;
33. l’Arci; Piero Sansonetti;
34.  Valentina Nappi;
35. Giuseppe Genna;
36. Marco Minniti;
37. Pamela Anderson;
38. Gonzalo Higuain;
39. Frankie Energy;
40. i Pearl Jam;
41. Beppe Sala;
42. Jean-Claude Juncker;
43. Tito Boeri;
44. Armando Spataro;
45. Mario Draghi;
46. monsignor Galantino;
47. l’Unicef;
48. Mimmo Lucano;
49. Virginia Raggi;
50. Roberto Fico;
51.  Mario Balotelli;
52. il rapper Gemitaiz;
53. Asia Argento;
54. Fiorella Mannoia;
55. Nina Zilli;
56. Ghali;
57. Oliviero Toscani;
58. Chef Rubio;
59. Michele Riondino;
60. Don Biancalani;
61. il sindaco di Latina Damiano Coletta;
62. Pif;
63. il rapper francese Nick Conrad;
64. l’Associazione Nazionale Magistrati;
65. il ministro del Lussemburgo Jean Asselborn;
66. Spike Lee;
67. Ugo De Siervo;
68. Pierre Moscovici;
69. Gianluigi Donnarumma;
70. Giovanni Malagò;
71. il rapper Salmo;
72. Michela Murgia;
73. la preside della scuola elementare Anita Garibaldi di Terni;
74. la Cina;
75. Avvenire;
76. Hezbollah;
77. il vescovo di Caltagirone; ,
78. il ministro francese Nathalie Loiseau;
79. Marco Damilano;
80. Vauro;
81. Yanis Varoufakis;
82. Repubblica;
83. Giampiero Mughini;
84. il sindaco di Barcellona Ada Colau;
85. Martin Schulz;
86. Federico Fubini;
87. Reinhold Messner;
88. Lello Arena;
89. Valeria Fedeli;
90. Udo Gumpel;
91. il Roma Pride;
92. Emma Bonino;
93. Fabrizio Corona;
94. la Coca-Cola.

Come potete vedere, dentro c’è un po’ di tutto: politici, giornalisti, associazioni, aziende, cantanti, presentatori, gruppi musicali, economisti, calciatori, insegnanti, preti, vignettisti, alpinisti, chef, influencer di vario tipo. Persino pornostar

Come altri prima di lui, ma in maniera mai così sistematica, Matteo Salvini e il suo team social spulciano ogni giorno giornali e siti web a caccia di qualcuno che si è permesso di esprimere una critica nei confronti del “Capitano” per poi metterlo alla berlina sulle pagine del ministro e farlo sbranare dai branchi di odiatori virtuali.

La “vittima” perfetta di solito è qualcuno che abbia visibilità e abbia raggiunto il successo, la fama o la ricchezza nel suo campo, meglio ancora se si tratta di ambiti legati alla cultura e allo spettacolo. Due settori che possono facilmente essere screditati perché “non sono lavori veri” o sono lavori “da radical chic”, da contrapporre all’italiano che invece “lavora veramente”.

Questa ricerca compulsiva di oppositori è motivata dalla necessità di fare gruppo perché niente più di un “nemico esterno” rafforza la base attorno al suo leader. L’intero storytelling intorno alla figura del Capitano esiste solo in funzione di un Salvini che lotta o fa la guerra a qualcuno: se non avesse più nemici, non sarebbe più utile. E allora, quando i nemici sono già stati sconfitti (al governo c’è già Salvini e praticamente comanda da solo), allora i nemici bisogna inventarseli, accanendosi contro chunque osi esprimere dissenso.

Ora rileggetevi la lista sopra e ditemi se tutto questo vi sembra normale.

http://munafo.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/01/30/lista-persone-bullizzate-matteo-salvini/?ref=twhe&twitter_card=20190130163904

Lo spavaldo Matteo Salvini, che ora scappa dal processo


In pratica Salvini è convinto di avere agito secondo l’interesse pubblico ma si è dimenticato di spiegarcelo, metterlo nero su bianco su qualche carta bollata e l’ha compresso in qualche bilioso tweet convinto che ora si possa fare così. Ma c’è di più: Salvini difendendosi dal processo piuttosto che nel processo dimostra che il suo sforzo di sembrare uno di noi è una mirabile farsa. Tra l’altro riporta ai fasti del berlusconismo per cui la maggioranza degli italiani (in quel caso sì la stragrande maggioranza degli italiani) si strappò i capelli, con il fior fiore di costituzionalisti pronti all’autodafé.
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A proposito del fantastico mondo di Salvini

Il ministro dell’Interno che chiede ai cantanti solo di cantare e agli scrittori solo di scrivere è la fotografia più evidente di un ego riferito incapace di fare i conti con la complessità. Etichettare una persona per limitarne la credibilità è un giochetto da asilo. Con un particolare: lui fa cose che da ministro non dovrebbe fare. Ma i moralisti spesso fanno la morale solo con il culo degli altri.

(Il mio editoriale per TPI con cui inizio la mia collaborazione, e che ringrazio)