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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Il buco fuori legge e senza senso di AGCOM

Perché poi vi diranno che è colpa dell’antipolitica. Sicuro. Milena Gabanelli mette in fila lo scempio delle nomine AGCOM:

Più delle parole contano i fatti. E i fatti dimostrano ogni giorno che i vertici di questa classe politica sono da archiviare, perché perseverano nel prendere decisioni contrarie all’interesse generale. Mercoledì il Parlamento ha scelto i nuovi commissari per l’Agcom. La legge richiede indipendenza e riconosciuta competenza nel settore, poiché senza indipendenza la competenza può essere utilizzata per favorire una parte contro l’altra, e senza competenza l’indipendenza è inutile e fonte di decisioni casuali.
Da mercoledì un settore strategico per il nostro futuro come quello delle comunicazioni è nelle mani di Decina, Martusciello, Posteraro e Preto. L’indipendenza di Martusciello è dubbia, considerata la sua storia di ex dipendente Mediaset ed ex deputato Forza Italia, mentre la sua incompetenza specifica nel settore delle comunicazioni (sia sulle questioni tecniche che in quelle di prodotto) è pressoché certa. Idem per Preto (Pdl) e Posteraro (Udc). Decina (indicato dal Pd), pur essendo competente, è stato consigliere di amministrazione di Telecom Italia ed è, con le aziende di sua proprietà, consulente di moltissimi operatori soggetti alla vigilanza dell’Agcom. In sostanza 4 nomine che violano i requisiti di legge, e che danno vita ad un Consiglio pure squilibrato. È infatti ragionevole attendersi che su tutti i temi di interesse per Mediaset (la gara delle frequenze, le nuoveregole sul diritto d’autore, il destino della rete Telecom) i commissari espressi dal Pdl abbiano un punto di vista favorevole all’azienda da cui proviene il commissario Martusciello. Quindi la maggioranza sarà saldamente nelle mani del commissario Posteraro scelto dall’Udc, indipendentemente dall’opinione del presidente (che deve ancora essere indicato dal Premier Monti) e del commissario indicato dal Pd.

In sostanza il commissario Posteraro, con competenze limitate o assenti, deciderà sul futuro delle comunicazioni italiane. E questo dipenderà da dove si posizionerà Casini. Poteva andare diversamente se il Pd, dopo aver sbraitato per mesi su competenza e curricula, avesse indicato e preteso due tecnici autorevoli, indipendenti e competenti. Avremmo ora la garanzia di affrontare nel merito ogni singola questione, e con un importante ruolo “super partes” del Presidente in caso di parità tra i membri di nomina parlamentare. Purtroppo non sarà così e ce ne accorgeremo molto presto.

Comprarsi Dio con un libro, un partito e la moneta

Formigoni impazza. Nel senso di impazzimento.

Ci sono le riunioni segrete nelle stanze del nuovo palazzo di regione Lombardia, insieme con il sottosegretario Paolo Alli e i suoi fedelissimi memores domini. Poi i tweet e i comunicati stampa più che mai criptici («Tra poco uscirà il mio libro, ma non in libreria..»). E infine c’è un’agenda fitta di impegni, tra future conferenze stampa e nuove iniziative per l’estate, ma tutto rimane rigorosamente top secret. Cosa sta tramando il governatore Roberto Formigoni?

Dopo aver incassato la fiducia in consiglio regionale, il Celeste sta cercando di trovare una strada per tornare protagonista sulla scena politica. «Sarò ancora protagonista» avrebbe confidato ai suoi. Concetto ribadito pure durante l’intervento nell’aula consigliare di via Fabio Filzi: «Sono più forte non solo di un bufalo, ma di un’intera mandria».

Nelle scorse settimane era circolata l’indiscrezione che volesse lanciare un nuovo partito. Poi però la storia fu snobbata da tutti e poi smentita dallo stesso Formigoni, quando lo associarono al sindaco di Milano Giuliano Pisapia e al presidente del Pd in Emilia Romagna Vasco Errani. Ma la pentola formigoniana continua a ribollire. Mentre dalla procura di Milano si attendono novità sulle indagine sulla sanità lombarda, tra vacanze pagate dal faccendiere Piero Daccò e nuovi scandali.

Tra le fila dell’opposizione, ad esempio, sono certi che prima o poi salterà fuori l’avviso di garanzia. Fino a questo momento, però, nulla si è mosso. Anzi, la figura del capogruppo del Pd Luca Gaffuri, primo firmatario della mozione di sfiducia e in vacanza in Grecia, ha rafforzato tutta la maggioranza di centrodestra: la stampa di vicina al Pdl sta preparando i fuochi d’artificio. Restano i dubbi della Lega Nord di Roberto Maroni. Ma i barbari sognanti sono impegnati in vista del congresso del 30 maggio e al momento, di mollare il Pirellone non ne hanno voglia: non vogliono rischiare.

Incassata la fiducia, il Celeste vuole quindi provare a riconquistare un elettorato che ormai l’ha sfiduciato in lungo e in largo. A dirlo sono le rilevazioni di Datamonitor sui governatori che lo danno ormai in caduta libera nel consenso, indietro persino rispetto a Renata Polverini (Lazio) e Raffaele Lombardo (Sicilia). Ma di questo non sembra interessato. Nelle prossime settimane ci sarà il lancio del nuovo libro. Il contenuto è sconosciuto, ma secondo chi lo ha seguito in questi ultimi tempi dovrebbe essere un manifesto politico in vista delle elezioni politiche del 2013.

L’idea è sempre quella di un centro moderato, nello stile del Ppe europeo, capace di dialogare con tutti gli schieramenti politici. Da ritrovare, oltre al dialogo con intere fette del centrodestra tra cui lo stesso Silvio Berlusconi, è soprattutto il contatto con gli ambienti cattolici. Per questo motivo, Formigoni vorrebbe partecipare alla nuova edizione di Todi, il raduno cattolico tra cardinali e politici che l’anno scorso tracciò la strada del nuovo governo Monti. Poi ci sarà pure il Meeting di Rimini, dove però non si sa quanto spazio potrà ritagliarsi.

In questi giorni, sui quotidiani escono iniziative qua e là del Celeste. L’ultima l’ha pubblicata Libero giovedì. Il governatore lombardo sarebbe pronto a coniare la sua moneta. A quanto, pare, però, l’idea sarebbe della Lega Nord e del vicepresidente Andrea Gibelli, mentre tra le fila pidielline sanno poco o nulla. Eppure, il quotidiano di Maurizio Belpietro ha pubblicato in prima pagina la foto del presidente. Nuove tecniche di comunicazione? Misteri? 

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/Formigoni-libro-politica-cattolici#ixzz1xBt5E2YF

Disabilità: uniti contro i tagli

Non si rendono conto di quello che stanno facendo. Non ci rendiamo conto di quanto le fragilità di questa regione (e questo Paese) stiano pagando prezzi inumani per la politica delle diverse priorità. Ecco l’appello.

Uniti contro i tagli!
LEDHA/FISH Lombardia e F.A.N.D. presentano le loro richieste al Governo, alla Regione Lombardia, alle Province ed ai Comuni. Un documento per dire No ai tagli e Sì alla Vita indipendente e all’inclusione nella società, per la difesa dei livelli essenziali di assistenza acquisiti, per promuovere la più ampia adesione e partecipazione alla mobilitazione del 13 giugno.

Per informazioni:
Giovanni Merlo – LEDHA
tel. 02/6570425 – 347/7308212
comunicazione@ledha.it

Nel 2012 i Comuni della Lombardia hanno 100 milioni di Euro in meno da destinare alle politiche sociali. Dal 2008 al 2011, il Governo nazionale ha azzerato il Fondo per laNon Autosufficienza e più che dimezzato il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali.
Quest’anno la Regione Lombardia ha stanziato per le politiche sociali 40 milioni di
 Euro al posto dei 70 del 2011. Molti Comuni stanno iniziando a tagliare i servizi fino ad ora sostenuti da questi fondi: i primi interventi sacrificati sono quelli che riguardano il sostegno alla vita indipendente delle persone con disabilità, previsti dalla Legge 162/98 e in generale quelli di assistenza domiciliare. Si tratta di attività che permettevano a migliaia di persone di condurre, pur tra mille difficoltà, una vita dignitosa e con un buon livello di inclusione sociale e, in alcuni casi, lavorativa. Anche i servizi diurni e residenziali sono seriamente a rischio di esistenza, con la previsione di incremento delle rette a carico delle famiglie e dall’altro con blocchi delle liste di attesa per i servizi rientranti nei livelli essenziali di assistenza. I diritti fondamentali delle persone con disabilità sono messi oggi in discussione. Le loro condizioni materiali di vita stanno già peggiorando e molte famiglie si stanno chiedendo come faranno ad andare avanti. LEDHA invita le persone con disabilità, i loro familiari, le associazioni, le organizzazioni di terzo settore e dei lavoratori ad aderire e partecipare alla mobilitazione

Piazza Duca d’Aosta Mercoledì 13 giugno alle ore 11 per dire:
NO AI TAGLI E SI ALLA VITA INDIPENDENTE e ALL’INCLUSIONE NELLA SOCIETÀ

per chiedere:

Al Governo di ripristinare i fondi sociali a partire da quello per la non autosufficienza perché non si tratta di costi ma di investimenti nel futuro e nella crescita della società italiana.
Al Governo, nei suoi progetti di riforma sulla partecipazione alla spesa dei servizi (Isee) di non aumentare le richieste nei confronti delle persone con disabilità.
Al Governo di definire, finalmente, i Livelli essenziali assistenziali (LEA) e quelli per l’assistenza sociale (LIVEAS).

Alla Regione Lombardia di compensare con proprie risorse i tagli ai fondi sociali e permettere ai Comuni di svolgere le proprie funzioni, ed evitare ripercussioni sul sistema dei servizi alla persona, già esposti a crescenti difficoltà.
Alla Regione Lombardia di vincolare questa aggiunta di risorse per finanziare i progetti di Vita Indipendente e per attivare la Presa in carico unitaria per i cittadini che afferiscono ai servizi socio assistenziali e socio sanitari.
Alla Regione Lombardia di incrementare il finanziamento dei servizi sociosanitari sgravando di queste spese i Comuni e le famiglie, superando la non più sostenibile divisione tra i servizi socio sanitari e quelli socio assistenziali.

Ai Comuni di garantire i servizi e le prestazioni essenziali per la vita delle persone con disabilità e di non derogare alla propria responsabilità di coordinatori delle politiche sociali nei confronti dei propri concittadini.

LEDHA – Lega per i diritti delle persone con disabilità

FISH – Federazione Italiana Superamento Handicap

F.A.N.D. – Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità

Una giornata penosa: la mozione di (s)fiducia per Formigoni

Scrivo velocemente perché c’è da mettere ordine tra il caos ma la seduta di oggi è stata significativa. Formigoni è salvo. Salvato dalla Lega. Tenetelo a mente. Qui il comunicato sul mio intervento:

“Non è una mozione contro di lei, sarebbe riduttivo” afferma il consigliere regionale SEL Giulio Cavalli in fase di dichiarazione di voto sulla mozione di sfiducia al Presidente di Regione Lombardia Roberto Formigoni.

“Formigoni non può permettersi di nascondersi dietro mancati avvisi di garanzia, dal momento che alcuni ex membri della giunta lombarda sono in carcere”.

“La sensazione che si respira in aula è che questa maggioranza non abbia assolutamente alcun legame con la situazione politica a livello nazionale ma, soprattutto, non abbia alcun contatto con il mondo fuori dal palazzo”.

“Mi trovo spesso a parlare con gli operai fuori dalle fabbriche, con gli studenti, con i pazienti delle tanto lodate strutture sanitarie lombarde, che mi raccontano una regione totalmente differente da quella che Formigoni ci vuole rivendere”.

“In aula il Presidente di Regione Lombardia ha elencato tutti i suoi presunti successi  attraverso un semplice lavoro di copia incolla, senza mai entrare nel merito delle situazioni. È per questo che pretendo che i cittadini lombardi conoscano i fatti a lui contestati, senza giri di parole e senza sterili elenchi”.

“Ad oggi deve ancora fornire tutte le risposte che mancano. È la fatica della democrazia e l’etica della responsabilità”.

“Ancora una volta, nonostante qualche attacco della maggioranza, rivendico il diritto di continuare a raccontare ciò che si evince dalle carte giudiziarie e che riguarda Regione Lombardia e i suoi rappresentanti amministrativi”.

Formigoni continui il suo lavoro, noi non ci imbarcheremo con lui”.

Su twitter la cronaca della giornata.

 

Signore e signori, buonanotte.

Signore e signori, buonanotte è un film satirico italiano del 1976 diretto a più mani.
Il tema centrale del film è una satira di una ipotetica giornata televisiva, di cui fa parte un altrettanto ipotetico tg3 (che all’epoca ancora non esisteva) che rispecchia i disastri italiani. Suddiviso in vari episodi, con il tg3 a fare da filo conduttore, è stato diretto in forma collettiva, ovvero non è stata resa nota la paternità dei singoli contributi.
Il film si iscrive nel florido filone della commedia all’italiana, in particolare si riprende il filone “cattivo” di cui fanno parte film come I mostri. Gli obiettivi della satira riguardano praticamente tutti gli aspetti della società italiana, in un momento particolarmente difficile per il nostro Paese.

#openlombardia Avere coraggio. In Lombardia.

Il mio intervento per Affaritaliani.it

Dunque domani arriva in Aula la mozione di sfiducia per il Governatore Roberto Formigoni. E, comunque vada, è un’ottima notizia: le vicende del governatore (e soprattutto degli amici dei suoi amici) hanno riempito le pagine dei giornali, intasato le agenzie di stampa ma sono sempre state fuori dall’aula. In un processo di alienazione che forse sarebbe da analizzare con responsabilità in un momento in cui lo scollegamento delle istituzioni esplode in tutta la sua gravità.

L’atto politico è importante perché il centrosinistra potrà raccontare (e ascoltare) quanto sia difficilmente sostenibile questa ridda di voci che mina l’istituzione democratica regionale alle radici: nelle fondamenta della credibilità. Non è una questione meramente giudiziaria (e il mio augurio è che non si strisci in Aula solo su quello) è molto più semplicemente una questione di opportunità. E’ opportuno che un amministratore di condominio sia in amicizia con tutti gli inquilini su cui pesano ombre? Ecco, la risposta è semplice. Qui non si tratta di avvisi di garanzia o di aspettare la giustizia sul fronte delle condanne; ogni tanto la politica (e la società “civile”) ha l’obbligo di un rinvio a giudizio morale e etico e questo, Roberto Formigon,i non può non averlo colto in queste ultime settimane.

L’occasione della mozione di sfiducia è utile anche per stanare le tiepidezze dell’UDC (si vota, sì o no, niente trapezismi politici) e, soprattutto, per vedere all’opera la Lega post congressuale: quella Lega che urla a gran voce di volere tornare alle origini e si dichiara non più disposta a tollerare inciuci. Vuoi vedere che la Lombardia così retorica e intollerante spesso contro i nemici sbagliati domani si risveglia capace di assumersi la responsabilità di non tollerare anche le prepotenze, le zone grigie e i potentati?

Ma la Lombardia del futuro non nasce sotto il cavolo di una mozione di sfiducia. Anche di questo dobbiamo prenderci la responsabilità. Perché non è pensabile (e sarebbe una triste strumentalizzazione politica) non raccontare che la Lombardia formigoniana non ha funzionato nei suoi decennali passaggi amministrativi, nell’inefficace difesa del territorio, nella gestione privatistica e privatizzata della scuola e della sanità, nel fallimento ambientale che espone intere province a situazioni di nocività insostenibili, in una politica che si sa pensare solo sistematica e sistemistica. Oggi Regione Lombardia (e chi vuole essere credibile nel governarla) deve dare risposte concrete sui temi che contano: il lavoro, i costi sociali, le opportunità da inventare e mettere in campo subito e sull’uguaglianza. L’uguaglianza che non è una bandiera da sventolare ma passa tra le stesse opportunità per tutti, senza passare da lobby antisociali, e che una volta per tutte deve rendere anche la politica più uguale ai cittadini che vorrebbe rappresentare.

Per questo la vera mozione di sfiducia a Formigoni è in un tavolo di programma serio del centrosinistra senza accorpamenti algebrici insulsi su sigle e partiti ma che passi dalle soluzioni da proporre. Perché partecipazione non significa trovare la forma più empatica e simpatica di comunicare qualcosa ma sta tutta nel praticare il cambiamento, tutti insieme. E la partecipazione e il cambiamento stanno in un programma semplice e chiaro di cosa faremo noi al governo della Regione e passa, lasciatemelo dire, da un percorso di coinvolgimento attraverso le primarie con regole e tempi certi da stabilire il prima possibile.

Con Sonia Alfano

(OMNIMILANO) Milano, 05 GIU – “Esprimo alla Presidente della Commissione antimafia europea Sonia Alfano tutta la mia solidarietà e profonda preoccupazione per le recenti intimidazioni a suo carico di cui la stampa ha dato notizia. Sono vicino a Sonia anche e soprattutto per l’amicizia che ci lega. Sappia che la sua battaglia è la battaglia di tanti cittadini, nell’augurio che le autorità competenti provvedano il prima possibile a garantirne la sicurezza”. Lo afferma Giulio Cavalli, consigliere regionale Sinistra Ecologia Libertà.

Bombe a Milano: a Binasco è il turno del panettiere

Il mondo che ci sta intorno:

Una bomba carta davanti alla saracinesca di una panetteria sa tanto di «segnale» da parte del racket. E’ accaduto la scorsa notte a Binasco, nel Milanese. Un giovane di 22 anni, che si trovava alla finestra al momento della deflagrazione, è rimasto lievemente ferito per lo choc acustico. Un’esplosione forte, poco prima delle 2 in via Matteotti. Lo scoppio ha rotto i vetri di auto e appartamenti prospicienti e ha provocato grossi danni all’esercizio commerciale, a quell’ora chiuso, il cui titolare è noto alle forze dell’ordine. Alcune famiglie sono state evacuate dalla palazzina, anche se al momento non risulterebbero appartamenti inagibili. Il ferito è stato trasportato in choc acustico alla clinica Humanitas. Sul posto sono intervenuti il 118 e i carabinieri della Compagnia di Abbiategrasso .

Chiesti sei anni per Rinaldin, il Consiglio Regionale della Lombardia continua a stupire

Dico, oltre a questo e tutto quello che è successo negli ultimi mesi, cosa serve di più per andare a casa?

Corruzione, truffa aggravata, finanziamento illecito ai partiti e falso. E’ lunga la sfilza di reati e pesante la richiesta di condanna che il pm di Milano Luca Poniz 6 anni di reclusione per il consigliere regionale lombardo del Pdl Gianluca Rinaldin, votato alle ultime elezioni con tremila voti in più rispetto alla tornata precedente. Il politico era finito sotto inchiesta nell’ambito di un’inchiesta su presunte tangenti nel settore turistico del lago di Como, nell’indagine che era stata ribattezza la “Tangentopoli lariana“. Rinaldin, finito agli arresti domiciliari nel febbraio del 2008, è uno dei dieci consiglieri lombardi finiti sotto inchiesta in diversi procedimenti che hanno coinvolto esponenti politici regionali, tra cui tra gli altri, Pier Gianni Prosperini, Filippo Penati, Franco Nicoli Cristiani, Massimo Ponzoni, Romano La Russa, Angelo Giammario, Davide Boni, Renzo Bossi.

L’inchiesta, che riguardava Rinaldin, verteva su un progetto di ristrutturazione del lido di Menaggio, sul lago di Como. Il consigliere, attualmente vice presidente della commissione regionale sport e cultura, era stato rinviato a giudizio nell’aprile del 2010 ed è ora sotto processo davanti ai giudici della quarta sezione penale di Milano. I reati contestati dalla Procura di Milano risalgono al periodo compreso tra 2005 e il 2007: avrebbe intascato una presunta tangente da 30 mila euro per favorire degli appalti. Rinaldin, stando all’accusa, avrebbe falsificato documenti per far ottenere un finanziamento regionale, agendo come “socio occulto” di una società interessata al progetto di ristrutturazione, la Lago di Como Srl. L’inchiesta era nata da una presunta truffa dell’Associazione Coordinamento Turistico del Lago di Como ai danni della Regione Lombardia. L’amministrazione regionale infatti risulta come parte offesa nel procedimento, ma non è costituita come parte civile. Si è costituita invece la Provincia di Como, rappresentata dall’avvocato Andrea Mascetti, che oggi ha chiesto 100.000 euro di risarcimento danni. 

Nel luglio del 2008 sei persone avevano patteggiato la pena, tra cui l’ex assessore provinciale comasco Giorgio Bin, assieme a tre imprenditori e al presidente dell’Associazione Coordinamento Turistico del Lago di Como. . A tirare in ballo il politico Pdl era stato proprio l’ex assessore Bin, il quale però all’inizio del 2010, nel corso di un’intervista a un quotidiano, aveva detto: “L’ho accusato di aver preso tangenti, ma non è vero”. Il processo è stato rinviato al prossimo 2 luglio, quando parlerà la difesa.