Vai al contenuto

Teatro Nebiolo N°5: il nostro presidio

Ostinarsi a gestire un piccolo teatro oggi in Italia è votarsi ad essere kamikaze in un deserto dei tartari. Tenere in vita un piccolo teatro in un comune che sta a cavallo del lodigiano al nord e della coda sudista della periferia milanese è un orgoglio che ci teniamo stretto. Sono cinque anni che al Teatro Nebiolo abbiamo costruito una casa che non fosse solo la nostra casa ma che della casa avesse gli odori, l’emozione, l’abitabilità (il sentirsi a casa) e il gusto ordinario di masticare anche i temi straordinari: quelli declassati nel nostro tempo come la memoria, la cittadinanza e la collettività. Teatro Nebiolo è il mio nido. Il silenzio illuminato in scrittura, la molla che ci lancia ogni volta in qualche angolo d’Italia a raccontare e raccontarci. Appena un minuto dopo avere raccolto i bagagli, le scenografie e gli oggetti di scena. Questo quinto anno è la maturità del presidio culturale che continua a onorarsi di tutto il paese intorno. Ed è il risultato di chi continua a lavorarci per disegnare storie. Nonostante il mio peregrinare che sfiora la latitanza.  Per informazioni, acquisto abbonamenti e per scoprire la convenzione con il Teatro alle Vigne di Lodi: Teatro Nebiolo, Via 4 Novembre snc – Tavazzano con V. (LO). Tel 3319287538 info@teatronebiolo.org ; facebook Teatro Nebiolo.

Noi ci vediamo lì.

STAGIONE 2011 2012

Sabato 29/10/2011

Serata inaugurale: presentazione della stagione ed anteprima del nuovo spettacolo “Dorando Pietri”

di e con Giulio Cavalli-Bottega dei Mestieri Teatrali

 

Sabato 12/11/2011

Prosa “Voci del Po”

con Vittorio Vaccaro e I Cantosociale

 

Venerdì 18/11/2011

Centro di documentazione per un teatro civile

Incontro con Stefano Caserini Docente Politecnico Di Milano, “Il riscaldamento globale, questo misconosciuto…”

 

Sabato 26/11/2011

Cineforum “Earth – La nostra terra”

Film documentario sull’ ambiente

 

Sabato 10/12/2011

Musica Yo Yo Mundi “Munfrâ”

finalista Premio Tenco 2011 miglior album in dialetto

 

Domenica 18/12/2011

Cineforum “Alice in Wonderland”

Film fantastico di Tim Burton – ore 16:00

 

Venerdì 13/01/2012

Cineforum “Les choristes – I ragazzi del coro”

Film drammatico musicale

 

Venerdì 20/01/2012

Centro di documentazione per un teatro civile

Incontro con Paolo Bolognesi presidente dell’Associazione 2 agosto 1980, “La strage di Bologna”

 

Sabato 11/02/2012

Prosa “Milano 70 all’ora”

con Walter Leonardi

 

Venerdì 17/02/2012

Cineforum “Rosso come il cielo”

Film drammatico da una storia vera

 

Giovedì 23/02/2012

Cabaret “Urge”

con Alessandro Bergonzoni

Auditorium BPL, Lodi, (stagione Teatro alle Vigne)

 

Venerdì 02/03/2012

Prosa “Kohlhaas”

con Marco Baliani

 

Sabato 17/03/2012

Musica Aka Beicho “A”

presentazione del nuovo album

 

Venerdì 23/03/2012

Centro di documentazione per un teatro civile

Nando Dalla Chiesa presentazione del suo libro “La convergenza”

 

Sabato 14/04/2012

Teatro, che passione! “Il povero Piero”

compagnia Il Pioppo di Luciano Pagetti

 

Sabato 21/04/2012

Teatro, che passione! “Il malato immaginario”

compagnia Teatro Indirigibile

 

Sabato 28/04/2012

Centro di documentazione per un teatro civile

Daniele Biacchessi presentazione del suo libro “Orazione Civile per la Resistenza” – ore 18.00

durante l’incontro testimonianze dei Partigiani del lodigiano

 

Sabato 19/05/2012

Prosa “L’innocenza di Giulio – Andreotti non è stato assolto”

con Giulio Cavalli

 

Eventi culturali in collaborazione con il Comune di Tavazzano con Villavesco:

 

04/11/2011 “Le canzoni di Garibaldi” (organizzato da Ass. Cult. Amici del Nebiolo);

27/01/2012 “L’incontro” spettacolo di Claudio Caserini;

11/03/2012 Spettacolo in occasione della festa della donna.

 

Il Cineforum è organizzato in collaborazione con la Commissione Cultura e la partecipazione dell’Oratorio San Giovanni Bosco di Tavazzano.

 

Tutti gli spettacoli hanno inizio alle ore 21:00 tranne dove diversamente indicato.

 

Il congresso “porcellum”

A Varese, nella culla dei Bossi, nel congresso leghista è di scena il porcellum declinato alle sezioni di partito: un segretario non eletto, la chiusura delle iscrizioni a parlare, la negazione ostinata delle diversità e l’acclamazione per metà (mi ricorda qualcosa, già). C’è di buono che è solo il quartiere generale della stampella di governo. Forse, visto i tempi che corrono, poteva andare peggio: potevano aprire qualche nuovo ministero.

Citarsi addosso

Riuscire a superare la notte sta diventando sempre più difficile. Ieri sera ho avuto la strana sensazione che degli uomini cercassero di irrompere nella mia stanza per farmi uno shampoo. Perché? Mi sembrava di vedere delle ombre vaghe, e alle tre del mattino la canottiera che avevo messo sullo schienale di una sedia assomigliava tremendamente al Kaiser su pattini a rotelle. Quando finalmente mi sono addormentato ho avuto il solito incubo mostruoso di quella marmotta che mi vince a tombola. Disperazione.

[Woody Allen, Citarsi addosso, trad. di Cathy Berberian e Doretta Gelmini, Bompiani, 1996.]

Servizio pubblico

Può piacere o non piacere, si può essere d’accordo o meno, ma che qualcuno decida di metterci la faccia e di chiedere dieci euro per continuare a fare il proprio lavoro è lineare all’autodeterminazione di parola. E in una televisione che utilizza il “porcellum” nelle proprie scelte e nella programmazione l’esperimento di Michele Santoro è una verifica importante per lo stato di salute e di lotta della rete. Perché ogni tanto oltre che difendersi sarebbe il caso anche di prenderli in contropiede. E non riesco a non augurargli (e augurarci) che sia il primo azzardo che apra la strada a un metodo.

Milano brucia

Scendendo sabato pomeriggio dall’ultimo cavalcavia dalla Milano-Meda, lungo viale Enrico Fermi, il biglietto da visita della città erano le fiamme. Divampate dalla palestra del centro sportivo Ripamonti di via Iseo, sotto sequestro fino a luglio scorso per infiltrazioni mafiose. Fiamme alte e dolose, appiccate verso le 17.30, quando qualcuno è entrato spaccando un vetro della porta di emergenza: ha raggiunto la palestra del primo piano e, dopo aver versato combustibile in diversi punti della sala, al centro e lungo il perimetro, ha innescato l’incendio. A ulteriore prova del dolo, i vigili raccontano degli estintori svuotati e dell’impianto idrico chiuso. Succede in pieno giorno a Milano. E, per la cronaca, fino alla chiusura delle indagini e al ritrovamento di (eventuali) tracce che possano portare ai mandanti questo incendio non finirà nelle statistiche ufficiali della criminalità organizzata: quelle statistiche che qualcuno continua a sventolare per tranquillizzare (chissà poi chi, veramente). Per la cronaca, la storia recente racconta della convenzione stipulata dal Comune con la società Milano Sportiva, presieduta da Massimiliano Buonocore, figlio di Luciano uno dei fondatori del Pdl, e finita al centro dell’indagine «Redux-caposaldo» del Ros dei carabinieri. Secondo il giudice Giuseppe Gennari, infatti, «era chiaro il controllo ‘ndranghetista del centro sportivo, da parte del clan Flachi».

Come un muffoletto di pane

Era una notte che faceva spavento, veramente scantusa. Il non ancora decino Gerd Hoffer, ad una truniata più scatasciante delle altre, che fece trimoliare i vetri delle finestre, si arrisbigliò con un salto, accorgendosi, nello stesso momento, che irresistibilmente gli scappava. Era storia vecchia, questa della scappatina di pipì: i medici avevano diagnosticato che il picciliddro era lento d’incascio, cioè di reni, fin dalla nascita e che quindi era naturale che si liberasse a letto. Ma il padre, l’ingegnere minerario Fridolin Hoffer, da quell’orecchio mai aveva voluto sentirci, non si dava pace d’avere messo al mondo un figlio tedesco di scarto, e quindi sosteneva che non si trattava di cure ma di kantiana educazione della volontà, per cui ogni mattina che Dio mandava in terra si metteva a ispezionare, sollevando coperta o lenzuolo a secondo di stascione, il letto del figlio e, infilata la mano inquisitoria, al subito immancabile vagnaticcio reagiva con una potente timbulata al bambino la cui guancia colpita a vista d’occhio pigliava a gonfiarsi come un muffoletto di pane ad opera di lievito di birra.
[Andrea Camilleri, Il birraio di Preston, Sellerio di Giorgianni]

L’idiosincrasia per le donne, le macerie e il Nobel

In Parlamento invitano una deputata “a farsi scopare, B. riunisce in crocchio i suoi camerieri schiacciabottoni per raccontare l’ultima barzelletta aprisinapsi e lancia il partito della gnocca. E il timore più buio è quello di scoprirsi impermeabili alla sconcezza che non sta solo nelle parole ma nell’immoralità esibita come un vanto, è la distanza culturale che stiamo accumulando verso il basso dal resto del mondo spinta in un gorgo dove stiamo con i disadattati culturali, gli ignoranti fieri, i persecutori del bello per vendetta sui propri limiti. La sfida è politica nel senso meno istituzionale e amministrativo di questi ultimi cinquant’anni: la resistenza sta nel ricordare, studiare e tramandare i limiti della decenza e della tollerabilità come ossigeno necessario per non marcire. Forse non si tratta nemmeno più di alfabetizzare al senso comune, oggi c’è proprio da stringersi per fotografare leggi e valori e chiuderli nel cassetto della cucina per non essere complici di questi anni di dispersione.

Se fosse un gioco di segni più o di segni meno, mi terrorizza (senza iperbole, perché è proprio terrore di non essere all’altezza) l’idea di non riuscire nemmeno a ricordarci tutti i nei da correggere, i commi da ricancellare, le parole da recuperare, di non essere più capaci di ricostruire almeno quello che è Stato. Per quanto possiamo eleggerci sentinelle siamo tutti sotto il pericolo cruciale dell’ammaestramento.

E lì fuori, dove l’economia arranca come da noi ma è uno scoglio collettivo, dove le leggi ‘bucano’ come da noi ma sono opportunità in continua evoluzione, dove i governi sbagliano come da noi ma sono obbligati al tessuto democratico, lì fuori si prendono il Nobel tre donne tre “per la loro lotta non violenta per la salvezza delle donne e per i diritti di partecipazione delle donne in un processo di pace”. Mentre questi quattro stracci parlamentari starnazzano di puttane, scopabili e barzellette, Ellen Johnson-SirleaLeymah Gbowee e Tawakkul Karman vengono premiate “per il rafforzamento del ruolo delle donne, in particolare nei paesi in via di sviluppo”. Però per essere un paese in via di sviluppo bisogna essere inferiori ma responsabilmente impegnati, potenziali e volenterosi: e allora noi non siamo un paese in via di sviluppo.

pubblicato su ILFATTO QUOTIDIANO

Con la cultura non si mangia

Ma per l’ottavo anno il “circuito dei teatri della contemporaneità”, promosso da Cada Die Teatro, Bocheteatro, Rossolevante, La Maschera e Sine Nomine Theatrum, e da nove comuni dell’isola – Cagliari, Dorgali, Lanusei, Orosei, Serrammanna, Serrenti, San Sperate, Tortolì e Ulassai, ripropone il valore di un teatro che affronta e indaga il presente in 32 appuntamenti. All’appello di questa coraggiosa “rete” tessuta tra compagnie e comuni (alcuni dei quali fuori da altri circuiti) mancherà quest’anno Nuoro, che sconta non solo l’assurda penuria di risorse per il teatro – meno di 20.000 euro – ma persino la difficoltà di tenere aperto l’Eliseo. E questo nonostante “la dotazione regionale alta”, come ha sottolineato durante la presentazione di ieri Giovanni Carroni di Bocheteatro, parlando di “un rapporto disturbato con la Regione” da parte del capoluogo barbaricino (e il 15 del caso Nuoro si parlerà al Valle di Roma). Le informazioni le trovate qui, noi ci vediamo lì.

Anna Stepanovna Politkovskaja e il bavaglio nelle sue declinazioni

Sono una reietta. È questo il risultato principale del mio lavoro di giornalista in Cecenia e della pubblicazione all’estero dei miei libri sulla vita in Russia e sul conflitto ceceno. A Mosca non mi invitano alle conferenze stampa né alle iniziative in cui è prevista la partecipazione di funzionari del Cremlino: gli organizzatori non vogliono essere sospettati di avere delle simpatie per me. Eppure tutti i più alti funzionari accettano d’incontrarmi quando sto scrivendo un articolo o sto conducendo un’indagine. Ma lo fanno di nascosto, in posti dove non possono essere visti, all’aria aperta, in piazza o in luoghi segreti che raggiungiamo seguendo strade diverse, quasi fossimo delle spie. Sono felici di parlare con me. Mi danno informazioni, chiedono il mio parere e mi raccontano cosa succede ai vertici. Ma sempre in segreto. È una situazione a cui non ti abitui, ma impari a conviverci: erano queste le condizioni in cui lavoravo durante la seconda guerra in Cecenia, scoppiata nel 1999. (da Il mio lavoro a ogni costoInternazionale, 26 ottobre 2006)

Il partito senza prese per il culo

Claudio Fava oggi immenso su Il Fatto: Luca Cordero marchese di Montezemolo ci fa sapere che non vuole un partito dei padroni ma intende fondare un movimento popolare. Peccato. In un tempo in cui tutti vogliono fondare nuovi partiti rigorosamente popolari (a suo modo lo è anche “Forza Gnocca”, battezzato ieri dal Cavaliere), la notizia sarebbe stata un padrone che vuole fare il partito dei padroni. Se non altro servirebbe a prendersi un po’ meno per il culo.