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Rischia otto anni di carcere per avere scritto un’inchiesta.

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Agostino Pantano è un giornalista di provincia. Niente flash, nessuna migliaia di seguaci sui social e nessuna ospitata importante. Ha scritto un’inchiesta sullo scioglimento per mafia del comune di Taurianova, nel reggino. Rischia otto anni di carcere. Otto. Prendetevi un minuto e leggete la sua storia. E parlatene. Ci farà bene. A tutti.

Juncker vs Renzi e la politica del “gne gne”

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Ma davvero le comunicazioni politiche tra Italia e Europa sono queste? Cioè con Juncker che dice:

“Esito sempre a esprimermi con lo stesso vigore con cui Renzi si rivolge a me, perché non aggiusta sempre le cose. Ritengo che il primo ministro italiano, che amo molto, abbia torto a vilipendere la Commissione a ogni occasione, non vedo perché lo faccia perché “l’Italia a dir la verità non dovrebbe criticarla troppo” in quanto “noi abbiamo introdotto flessibilità contro la volontà di alcuni Stati membri che molti dicono dominare l’Europa. Sono stato molto sorpreso che alla fine del semestre di presidenza italiana Renzi abbia detto davanti al Parlamento che è stato lui ad aver introdotto la flessibilità, perché sono stato io, io sono stato.  Su questo voglio che ci si attenga alla realtà. Io mi tengo il mio rancore in tasca, ma non crediate che sia ingenuo.”

E Renzi che risponde:

“L’Italia ha fatto le riforme – ha spiegato Renzi in un’intervista che andrà in onda al Tg5 delle 20 – e quindi il tempo in cui si poteva telecomandare la linea da Bruxelles a Roma è finito”. E, comunque “è finito il tempo in cui si andava con il cappello in mano”.

Don Ciotti e Catello Maresca: e se fosse una buona occasione?

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L’associazione Libera (anzi le tantissime associazioni che compongono il mondo di Libera) sono un patrimonio importante per questo Paese. E per questo Paese sono importanti anche Franco La Torre, Catello Maresca e molti altri che con Libera hanno una diversità di vedute che negli anni si è fatta sempre più consistente. Lo stesso vale per le centinaia di piccole associazioni che vengono ogni tanto accantonate per un disdicevole giochetto del “o con me o contro di me” che si addice più alle baruffe chiozzotte di petulanti bimbi dell’asilo piuttosto che ad un movimento antimafia che deve essere sempre più forte. E lo scrivo con tutta l’amicizia che mi lega a molti di Libera e anche con tutta l’amicizia che mi slega da alcuni (pochi) di loro.
Ma io credo che questo Paese abbia bisogno di tutte le forze in campo e, soprattutto, abbia bisogno di discutere apertamente, pubblicamente e intelligentemente. Il dibattito tra persone di spessore è sempre un’occasione.

Quindi sono d’accordo con Sandro Ruotolo e Isaia Sales che un pubblico dibattito tra i due, piuttosto che le querele, sia un’ottima occasione per affrontare e superare i problemi. Insieme. Appunto.

 

Democrazia diretta? Un referendum per le olimpiadi di Roma

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Mentre tutti parlano di democrazia diretta e pochi la praticano, pochissimi la sperimentano e qualcuno si sforza a innovarne le modalità c’è un metodo antico, semplice e che ha regalato grandi soddisfazioni: il referendum.

Ebbene, io credo che sarebbe un’ottima idea un referendum sulla candidatura di Roma nel 2024. Non ci sarebbe niente di meglio per aprire un dibattito e avere una volta tanto un bel quadro con costi e benefici (mentre stiamo aspettando ancora gli ingressi e gli incassi ufficiali di Expo, per dire). I Radicali hanno preparato un documento:

Al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Commissario Straordinario di Roma Capitale Francesco Paolo Tronca.

La candidatura è ufficiale, c’è il sostegno politico e finanziario del governo, insomma sembra già tutto deciso. Invece siamo ancora in tempo per aprire un dibattito sui costi e sui benefici di un progetto che costerà miliardi di euro delle nostre tasse. A Roma servono interventi efficaci, una buona amministrazione, riforme “olimpioniche”, ma abbiamo davvero bisogno di Olimpiadi?

Negli ultimi 50 anni, i budget presentati dalle città in sede di candidatura olimpica sono stati puntualmente sforati. Le spese effettive sono sempre lievitate rispetto alle previsioni iniziali, in alcuni casi anche dell’800%, con evidenti conseguenze sulle tasche dei cittadini.

Per i Giochi di Sochi si è raggiunto il picco di 50 miliardi di euro.
Per ripianare il deficit derivante dalle spese sostenute per organizzare i Giochi olimpici di Grenoble, i contribuenti francesi hanno dovuto pagare una tassa speciale per 24 anni, i canadesi del Quebec lo hanno fatto per 30 anni. I cittadini di Barcellona hanno dovuto versare negli anni 1,7 miliardi di tasse in più.
Gli economisti ormai la chiamano ‘maledizione del vincitore’ perché la città che vince i Giochi non fa che aggravare la sua situazione economica.

Grazie ai referendum e alla partecipazione attiva dei cittadini Davos, Cracovia, Oslo, Monaco e Amburgo hanno rinunciato alle Olimpiadi. A Boston è bastato il dibattito in vista del referendum per fare un passo indietro.

Per le Olimpiadi del 2024 l’Italia non ha ancora reso pubblico il suo dossier o le cifre ufficiali. Si ipotizza un budget di partenza tra gli 8 e i 10 miliardi.

Per non lasciare ad altri una decisione così importante per il futuro di Roma e per le nostre tasche lanciamo una sfida: un referendum attraverso cui i cittadini possano esprimersi e decidere”.

Intanto si può firmare qui. E arriverà presto a Roma in consiglio comunale.

Caro PD, il sindaco di Brescello è un ignorante colpevole. Avvisatelo.

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C’è questa intervista di Marcello Coffrini a Il Resto del Carlino che grida vendetta. Marcello Coffrini, per intendersi, è quel sindaco di Brescello smascherato dai bravissimi ragazzi di Cortocircuito che in un documentario ebbe la bella idea di spendere parole d’elogio per il boss Francesco Grande Aracri (trovate tutto qui) scusandosi poi dicendo che “non sapeva”, “non voleva” e ripetendo il solito mantra “il paese non è mica mafioso”.

Insomma, Marcello Coffrini è il tipico sindaco del nord che fa pagare la propria ignoranza in tema di criminalità organizzata ai propri cittadini. Per questo leggendo la sua intervista in cui si promette di non dimettersi e restare sindaco “per difendere il paese” dimentica il concetto più importante: è incapace e inetto nella difesa del suo paese. Ce l’ha dimostrato la sua storia recente. Diteglielo.

(Ah, il discorso ovviamente vale anche per Rosa Capuozzo a Quarto e per le decine di sindaci pericolosamente ingenui che infestano l’Italia)

A Torino l’ammucchiata si vuole fare partito

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In un’intervista a La Stampa l’ex UDC Michele Vietti propone a Fassino di far uscire il PD “dall’arroccamento” (giuro, dice proprio così) e allearsi senza indugi con il centrodestra. Qualche giorno fa l’ex governatore del Piemonte Enzo Ghigo (Forza Italia) ha detto che non c’è differenza tra loro e il PD.

Insomma, può sempre andare peggio di così. Ricordatelo.

Il pentito che scotta: «Attilio Manca fu ucciso da un uomo dei servizi segreti»

C’è un verbale che potrebbe (finalmente) riaprire la vicenda sulla morte di Attilio Manca, l’urologo siciliano che avrebbe operato Bernardo Provenzano e per questo sarebbe stato ucciso. Il pentito D’Amico ha rilasciato dichiarazioni (verbalizzate) in cui dichiara che “u calabresi” (detto anche “u bruttu”) era un uomo dei servizi segreti specializzato nell’inscenare finti suicidi. Attilio Manca, dice il pentito, sarebbe stato ucciso perché avrebbe curato in gran segreto il boss Bernardo Provenzano grazie alla mediazione dell’avvocato barcellonese Saro Cattafi.

Arriverà la verità. Goccia dopo goccia. Ma arriverà.

Un secolo di mafia. Con le candeline incluse.

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A 150 passi dalla casa che fu di Peppino Impastato a Cinisi il mafioso Procopio Di Maggio ha festeggiato il 6 gennaio i suoi 100 anni passati a sporcarsi le mani di sangue e baci mafiosi. Passato da Tano Badalamenti alla corte dei coleonesi Riina e Provenzano il connetto mafioso ha preparato una sontuosa festa con giochi d’artificio inclusi e parenti e amici finanche dagli Stati Uniti. Chissà cosa ha pensato Peppino, da lassù.