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Giuliano Pisapia

La bussola di Pisapia

«Potrei votare Renzi se ha superato, come mi sembra abbia fatto, il concetto della rottamazione cercando invece di arrivare a una sintesi dell’utilità e della ricchezza delle persone che hanno esperienza» sono le parole di Giuliano Pisapia sulla probabile candidatura di Matteo Renzi al prossimo congresso del Partito Democratico. Aggiungendo, poi: «Non ho mai pensato che fosse troppo di destra. Penso che sulla giustizia lui abbia una visione come quella che ho io – ha detto Pisapia – e cioè che non ci deve essere un pregiudizio ma un giudizio. Sul altri temi ci sono differenze forti, ma è il bello di una coalizione unita e unitaria».

Il fatto è che le differenze forti sono il bello di una coalizione unita e unitaria se risultano comuni i valori di fondo. Gli stessi valori che non sono sopravvissuti al piano Bersani e che difficilmente sembrano compatibili al piano Renzi. Lo diceva SEL, oggi lo nega Pisapia. Sempre meglio, davvero.

Ma pensa

I protocolli antimafia servono solo se vengono rispettati e fatti rispettare oltre che essere presentati in conferenza stampa. I controlli di EXPO stanno nella lingua molto lunga di una politica che è oratoria pura e sparisce nei fatti. La chiusura degli uffici della DIA di Malpensa è uno schiaffo in faccia all’antimafia e EXPO e gli incendi dell’ultimo anno non hanno bisogno di professionisti per risultare allarmanti.

L’abbiamo ripetuto per mesi dappertutto. Ora lo scrivono anche i “saggi” della Commissione Antimafia del Comune di Milano. E vale la pena ripeterlo.

 

Expo 2015 e la società abusiva che controlla gli abusivi

Villa-campaaAbbiamo detto che il controllo degli accessi nei cantieri Expo è un nodo cruciale per evitare le infiltrazioni. Dico: ce lo siamo detti in tutte le salse, in tutte le serate di campagna elettorale, in tutti i convegni, in tutti i libri senza bisogno di essere saggi o ex ministri degli interni o professori.

Ogni tanto mi viene il dubbio che a qualcuno basti avere la soddisfazione di esprimere la propria analisi più o meno autoreferenziale (quando almeno è un’analisi e non solo una declamata masturbazione), che a qualcuno basti potere dire “l’avevo detto”, “vi avevo avvisato”, “era prevedibile” e ci si dimentichi del pezzo del “fare”.

Perché il “fare” oggi dovrebbe essere (correggetemi, vi prego, se sbaglio) quel potente signore ex ministro con gli occhialini che siede nel piano alto di Palazzo Lombardia e i garanti (a tutti i livelli politici, Comune incluso) delle varie commissioni e delle centinaia di protocolli “per la legalità” che ci propinano tutti i giorni con una santa conferenza stampa, tutti i giorni.

Perché non si capisce se il nodo degli accessi ai cantieri è un punto nevralgico per l’antimafia in Expo, ecco, non si capisce come possa succedere che la cooperativa CMC (che non è proprio di destra, diciamo) affidi la sicurezza dei cantieri alla Pegaso srl che da una denuncia per mancati pagamenti scopriamo non avere nemmeno le carte in regola per svolgere quel lavoro.

Come dice bene MilanoX “sono insomma degli abusivi che controllano che non ci siano abusivi nel cantiere.” 

O in fondo sono abusivi gli “esperti dell’antimafia” che qui hanno raccolto qualche briciola di troppo di credibilità.

 

Su Boeri

l43-pisapia-boeri-milano-130317222803_mediumNon ho mai particolarmente condiviso alcune scelte di Stefano Boeri. Non ne ho appoggiato la partecipazione alle primarie e non ho apprezzato alcune sue uscite ma c’è un ma: forse sarebbe il caso di sbrogliare la matassa della situazione politica milanese e su Milano città una volta per tutte. E’ ora, ad esempio, di capire attraverso quali canali passi la “partecipazione” che è stata a lungo sventolata nella linea (sempre più sottile) della primavera arancione: se passa attraverso i partiti allora ci venga detto attraverso quali partiti (perché, escluso un “pezzo” del PD, non sembra che ci siano particolari coinvolgimenti per tutti gli altri) o se passa attraverso altri canali forse sarebbe il caso che ci vengano svelati.

Aspetteremo oggi di conoscere le motivazioni ma sicuramente come scrive bene Marina Terragni nevica, in tutti i sensi, sulla primavera arancione.

 

Civismi e antipolitica. E politica.

Lo scrive bene Pippo Civati:

Diciamoci la verità: a cominciare dal sindaco di Milano e da molti esponenti che sono intervenuti in queste ore, siamo tutti un po’ civici e un po’ politici (e per me quest’ultimo è un complimento, sia chiaro). Ora, prima di perderci e di perdere, ritroviamo la misura che sembriamo avere smarrito.

Anche perché a volte ciò che appare civico è più politico di quanto possa sembrare. E viceversa. E non è bello prendere lezioni di civismo da personalità, che spesso sono ex-politici del tempo che fu. E magari di altri schieramenti. Civici incursori, terzisti da sempre, che si sorprendono del fatto che poi a vincere sia stata per anni la destra, in questa regione. Che poi sono civici, ma non vogliono le primarie. Chi li capisce è bravo.

L’appello è semplice: dopo esserci lungamente preoccupati di noi ed aver parlato solo a noi stessi, rivolgiamoci ai cittadini, che sono civici di sicuro. E che si aspettano primarie vere e candidati di prestigio. Saranno i cittadini a valutare il tasso di civismo e la qualità politica che questi sanno esprimere. E lo faranno attraverso il loro voto. A volte vince Pisapia, a volte Fassino, a volte Doria, a volte Merola. Dipende. Dalla scelta dei cittadini, appunto.

La mossa del cavallo

Sì, lo so, bisognerebbe parlare di contenuti, di programmi, e degli obiettivi che ci proponiamo. Lo so bene che tutto questo questionare su alleanza e candidati sta diventato un solletico fastidioso come sono fastidiosi i solletichi fastidiosi ma le criticità rischiano di diventare una farsa e forse bisogna tenere il punto.

Abbiamo chiesto con forza le primarie (io e Pippo Civati di sicuro, gli altri non so), le abbiamo ottenute (regolamento, garanti e il resto sono qui), qualcuno è già partito (Alessandra Kustermann oggi tiene la conferenza stampa per presentare la propria candidatura, in bocca al lupo), qualcuno sta decidendo e ci si organizza per la raccolta firme.

Poi Giuliano Pisapia dice che le primarie sono importanti e indispensabili, poi che sono superabili con una candidatura forte. Poi il segretario lombardo del PD Maurizio Martina dice che le primarie sono partite, ma che si può trovare una candidatura unitaria.

Tutto, il contrario di tutto e se possibile contemporaneamente: fa sorridere che quando sommessamente avevamo detto che l’aria su queste primarie sapeva un po’ di ombra ci avevano accusato di essere complottisti.

Bene: noi, per quanto ci riguarda, ci siamo. Abbiamo scavalcato la finestra del punto di non ritorno. E lavoriamo. E siamo in viaggio.

Metti un martedì sera a parlare di mafie su Milano

E in giro per il mondo. Con Francesco Forgione, Raffaella Calandra, Giuseppe Gennari, Giuliano Pisapia e ci sono anch’io. Alle 20 al Carroponte di Sesto San Giovanni per la festa provinciale di SEL Milano.

Qui il programma della festa.

Non ci fermiamo, eh.

La svolta, i confini, le idee. Appunto.

Giuliano Pisapia cassa l’idea del listone nazionalpopolare dei sindaci (Io la penso così: il compito dei sindaci è portare a termine il mandato che hanno ricevuto, dunque governare le città. Non esistono gli uomini della provvidenza, nemmeno gli unti del Signore, dice) e segna il confine. Molto bene, tra l’altro. Così, mentre qualcuno raglia, in fondo da Milano (e in Lombardia) si lavora. Con le idee chiare e non interpretabili.

Questa idea sembra condivisa oggi da Pd e Sel. Vede la possibilità che possa coinvolgere anche i centristi?
«Questo progetto non passa e non può passare con l`ingresso dell`Udc nella nostra coalizione. Il centrosinistra deve essere capace di rinnovarsi, di aprirsi alla cittadinanza, ai delusi e disillusi della politica. È necessario un cambiamento interno alla coalizione come
svolta, con le elezioni, rispetto all`attuale governo. Un`alleanza capace di governare ma profondamente alternativa al centrodestra e che faccia scelte di politica economica e sociale diverse da quelle del governo Monti, che comunque dobbiamo ringraziare per averci restituito credibilità internazionale ed averci evitato un collasso definitivo».

Però anche Casini sta all`opposizione e potrebbe essere importante per una futura maggioranza…
«Basta leggere la carta di intenti del Pd e le proposte di Sel per comprendere che Casini non è parte di questa coalizione. La sua posizione su temi sensibili e fondanti – non solo su temi eticamente sensibili, ma anche su temi economici e sociali – è diversa. Anche Casini, però, fa una proposta alternativa a quella di Berlusconi. Bene, questo significa che il centrosinistra in Parlamento potrà confrontarsi con il centro e cercare convergenze. Così come potrà avvenire con altre forze presenti in Parlamento non di destra. È indispensabile però che ci sia un denominatore comune condiviso tra chi vuol far parte della coalizione progressista che si candida al governo».

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Il bigino antimafioso per Milano (e non solo)

Il Comitato per lo studio e la promozione di attivita’ finalizzate al contrasto dei fenomeni di stampo mafioso e della criminalita’ organizzata sul territorio milanese anche in funzione della manifestazione expo 2015 del Comune di Milano pubblica la sua prima relazione sulla situazione cittadina (e non solo). Qui trovate la relazione completa e, soprattutto, le proposte.

Proposte vere, fattibili, subito operativa. Un decalogo che in fondo farebbe bene a tutte le amministrazioni:

1. Sviluppare un concerto più stretto tra le autorità di riferimento competenti per l’evento Expo 2015 (Prefetto, Questore, Sindaco di Milano e Sindaci degli altri Comuni interessati) al fine di rafforzare in via di fatto il sistema di intervento basato sui poteri di accesso ai cantieri del Prefetto di Milano e del relativo Gruppo Interforze. Mirare cioè alla massima valorizzazione degli spazi di intervento offerti dalle leggi esistenti, proponendo un ruolo più attivo dell’Amministrazione, che d’altronde è la principale destinataria delle domande dei cittadini in tema di tutela della qualità delle relazioni civili ed economiche.

2. In particolare adottare un meccanismo, anche transitorio (dal 1°agosto 2012 al 1° agosto 2015), che preveda un contingente di ufficiali e agenti di polizia giudiziaria selezionati con criteri di affidabilità e competenza, che possa affiancare quotidianamente il Gruppo Interforze della Prefettura ed effettuare accessi e controlli nei cantieri, sia diurni che notturni, con apprezzabile frequenza. Negli accessi sui cantieri, come già detto nel Cap. 4, agli uomini delle forze dell’ordine (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale) sarebbe opportuno affiancare un Ispettore del Lavoro, un Ispettore ARPA e un Ispettore ASL.

3. Per quel che riguarda le competenze comunali, avviare un processo di selezione e formazione di contingenti scelti per qualità morali e professionali con cui garantire l’esercizio dei controlli di Polizia Locale, evitando che si possa accedere a questa funzione cruciale anche per effetto (come il Comitato ha appreso) di raccomandazioni politiche o sindacali, in almeno un caso dimostratesi il cavallo di Troia degli interessi ‘ndranghetisti.

4. Ridurre in ogni campo le distanze tra gli obiettivi (buoni) fissati da regole e strutture e i mezzi effettivamente disponibili. Ogni distanza sensibile provoca infatti, alla fine, solo uno spreco di risorse più utilmente impiegabili in altre forme.

5. Introdurre nell’Ortomercato controlli sul posto anche di notte, ponendo pubblicamente (e in tutta la sua gravità) il problema della indisponibilità di personale di controllo adeguato in una struttura storicamente piegata agli interessi dei clan. Porre anche in tutta la sua gravità il problema della sicurezza fisica di chi, rappresentando la Sogemi e dunque la città, intenda garantire in uno spazio comunale il rispetto delle leggi. Introdurre forme di controllo casuale dei mezzi in ingresso e in uscita.

6. Sviluppare in ogni caso la pratica del controllo interforze, da intendersi come garanzia di completezza degli strumenti operativi e come antidoto a comportamenti collusivi nello svolgimento dei controlli. Questi non devono consentire alcuna prevedibilità circa l’orario di realizzazione, e devono coprire le 24 ore, visto che molti dei reati contestati o sanzionati in sede giudiziaria vengono consumati di notte (trasporto abusivo di terra e di materiale da discarica).

7. Si prospetta poi, insieme all’importanza prioritaria dei controlli, l’importanza strategica delle persone preposte a guidare, in qualsiasi luogo della pubblica amministrazione, le strutture che hanno competenza su gare, appalti e licenze. Un’alta qualità delle persone vale a volte più di interi pacchetti di leggi e regolamenti per tutelare l’interesse cittadino. Lo stesso processo di selezione auspicato per le funzioni di controllo viene dunque auspicato anche per questa classe di funzioni, così da sottrarle alle sapienti strategie dei clan per piazzarvi, attraverso le proprie reti di influenza, di favori e di scambio, le classiche persone “avvicinabili”. Con specifico riferimento alla necessità di approntare criteri di trasparenza in grado di prevenire la formazione di zone opache nell’amministrazione (per definizione funzionali ai clan e ai loro alleati):

8. Si propone in ogni caso che in tutte le commissioni aggiudicatrici di gare e appalti sia presente, oltre a personale interno specchiato e competente da nominare a rotazione, un membro esterno da sorteggiare in appositi albi predisposti dagli ordini professionali.

9. Si propone altresì di istituire una finestra telematica che renda immediatamente visibili al pubblico, in modo sollecito e automatico, i pagamenti effettuati dal committente pubblico alle singole imprese.

10. Sempre per ragioni di trasparenza e ai fini di un efficace controllo delle attività di cantiere si propone che sia obbligatoria la tracciabilità dei pagamenti in salari e acquisto di beni e servizi compiuti dalle ditte che operano nei cantieri e per i cantieri dedicati alla realizzazioni di opere pubbliche.

11. Per quel che riguarda poi il settore commerciale, alberghiero e della ristorazione si ritiene che i passaggi delle licenze tra operatori debbano essere sottoposti a una disciplina più rigorosa, dovendo essere l’amministrazione a dettare indirizzi generali sulle tipologie commerciali da privilegiare in relazione alle dinamiche economiche, culturali, sociali e demografiche della città. L’autorizzazione comunale di ogni passaggio di licenza appare dunque da inquadrare in una visione proattiva e non passiva della funzione del Sindaco, fondata sulle responsabilità istituzionali che fanno capo a quest’ultimo in virtù della diretta investitura popolare. Sulla necessità di riflettere meglio sui poteri dei Comuni e dei Sindaci per meglio affrontare e risolvere i problemi in oggetto il Comitato ha più volte discusso, propendendo per l’opportunità-necessità di un loro organico ampliamento.

12. Anche per questo si propone un’adesione del Comune di Milano all’associazione di Avviso Pubblico, già sollecitata peraltro dalla Commissione Antimafia del Consiglio Comunale.

13. Per tutte le licenze e gare, la Commissione ritiene comunque che esse debbano essere precluse (da qui vedi anche le ragioni della proposta n. 11) a tutte le società residenti in paradisi fiscali o non riconducibili a una persona fisica. In tal caso vengono meno infatti le condizioni di trasparenza su cui un’amministrazione comunale deve sempre potere contare nei rapporti con i suoi interlocutori, specialmente se beneficiari di risorse pubbliche. Ugualmente si propone che le stesse licenze e gare debbano essere precluse là dove la persona fisica intestataria della società interessata non presenti una chiara coerenza tra la sua identità (anagrafica, professionale), la attività che nominalmente svolge e la sua dichiarazione dei redditi.

14. In tema di antimafia sociale si propone infine che il Comune promuova alcune significative esperienze di imprese no profit su beni confiscati alle organizzazioni mafiose perseguendo i valori simbolici, competitivi (con il modello mafioso) e partecipativi che tali esperienze sono in grado di generare. Restando a disposizione per lo svolgimento delle funzioni assegnate secondo gli obiettivi che l’Amministrazione riterrà più urgenti, e ringraziando per l’attenzione,

Umberto Ambrosoli, Luca Beltrami Gadola, Nando dalla Chiesa (presidente), Giuliano Turone.