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GIULIO CAVALLI LASCIA IL GRUPPO ITALIA DEI VALORI: “SI DIVIDONO LE STRADE, NON I VALORI COMUNI”

Milano, 1 luglio 2011 – “Abbiamo fatto un percorso insieme all’interno del Consiglio Regionale in un anno lungo, faticoso e ricco di soddisfazioni. Oggi le diverse sensibilità ci spingono ad un gesto di chiarezza, dividendo le nostre strade ma non i valori che ancora ci accomunano”. Con queste parole Giulio Cavalli annuncia di lasciare il Gruppo Italia dei Valori del Consiglio regionale lombardo.

“Rispettiamo la scelta di Giulio Cavalli di indirizzare il suo impegno all’interno di un altro partito, consapevoli che continueremo a ritrovarci dalla stessa parte nelle future battaglie”, è il commento del Capogruppo regionale dell’Italia dei Valori, Stefano Zamponi.

“La stima e il rispetto reciproci – sottolinea il consigliere IdV Francesco Patitucci non vengono e non verranno meno anche nel prosieguo del lavoro”.

“Giulio Cavalli ha rappresentato e rappresenterà una risorsa, a prescindere dalla collocazione all’interno dell’aula consiliare – aggiunge il consigliere IdV Gabriele Sola -. La sua generosità nel combattere battaglie vitali per la legalità e contro tutte le mafie ne fa un alleato di riferimento, oggi come ieri”.

 

Gruppo Italia dei Valori

Consiglio regionale della Lombardia

 

Io non sono d’accordo

Io non sono d’accordo sulla svolta centrista di Antonio Di Pietro di questi ultimi giorni. Lo scrivo qui perché mi sono stancato di dovermi giustificare di una posizione (o meglio di una nuova ‘direzione’) che non condivido. Non sono d’accordo perché come ha detto Luigi De Magistris “non ha senso, perché il centro è già fin troppo ingolfato, e soprattutto non è lì che vogliono andare i nostri sostenitori” ma soprattutto perché con il mio lavoro, con la mia candidatura (e allo stesso modo molti altri) ho parlato a gente che mi ha dato fiducia per costruire la credibilità del centro sinistra e non l’alveo più a destra della coalizione di centro sinistra.

Questa idea che la gente vada tranquillizzata con nuovi atteggiamenti moderati mi sembra quanto di più lontano dallo spirito di queste ultime  elezioni e sento contraddizioni che dovrebbero essere almeno discusse. Sento parlare di stabilità in difesa delle legge porcellum, leggo che le primarie sono un rischio se corre e rischia di vincere qualche candidato sgradito (quante volte ho discusso con alcuni amici del Pd su questo tema sottolineando come fosse una chiusura che la gente non è disposta più a perdonare), vedo una nuova disponibilità alle riforme di B. mentre invece ci sarebbe da preparare programma, coalizione e candidato per il dopo B.

Ma non credo di essere migliore di chi sta costruendo con il lavoro questa svolta: quando si sceglie di spostarsi si accetta anche il rischio di non avere tutti concordi. E io, per il mio compleanno, dissento. Con tutto il rispetto per le decisioni e gli atteggiamenti addottati. Ma dissento. Non perché penso di avere verità in tasca ma perché so bene da cosa sono diverso. Buona domenica.

I giovani pro porcellum

Su questa battaglia abbiamo molti dubbi – spiega Rudi Russo, coordinatore nazionale del movimento – perché secondo me l’obiettivo primario, cioè quello di reintrodurre le preferenze, è difficile da ottenere con un referendum abrogativo. Come ha ricordato anche Segni nei giorni scorsi, corriamo il rischio tornare al proporzionale proprio in un momento in cui l’Europa ci chiede stabilità”. Lo scrive qui Il Fatto. Se così fosse Rudi (che rappresenta i giovani di IDV) dimostra di continuare nell’incredibile linea ultima di dire tutto ciò che contraddice le recenti battaglie. Presidenti di partito (e servetti) di tutti i partiti che vogliono le nomine in Parlamento è da aspettarsi. Leggerlo dai giovani è uno sconforto a forma di burrone. Mi auguro una smentita. Io intanto vi invito a partecipare e firmare qui con gli amici di Valigia Blu.

Distanze

Come si chiamava suo padre?
«Di Pietro Giuseppe, contadino. Morto a 72 anni cadendo dal trattore. Nel suo portafoglio non c’era mai una lira, ma un’immagine della Madonna di Bisaccia. E due sole tessere. Lui le chiamava “il fascio di grano” e “la Libertàs”. Erano della Coldiretti e della Dc. Non era proprio iscritto al partito: le davano insieme, d’ufficio. Io comunque vengo da lì. Dai cattolici, dai moderati. Ho studiato in seminario. Non sono un uomo di sinistra». «Oggi in Europa i miei parlamentari siedono a destra dei socialisti. Con i liberaldemocratici. Quella è la mia ispirazione ideale». Distanze

Lo chiamano IDV2

Ma è (soprattutto) uno spostamento di posizioni politiche. Non me ne frega niente del colloquio tra B. e Di Pietro (anche perché per la proprietà transitiva persino Obama allora potrebbe essere un inciucio) anche se mi sembra una distrazione non da poco e vedo gente urlare al complotto per gli attacchi ad Antonio (ma prima lapidavano Renzi); il punto sostanziale di questi ultimi giorni (e nelle parole usate) è un partito che sa che a sinistra c’è poco spazio e che vuole giocarsi la sua partita nell’ala più centrista e moderata (credo molto meno al ventilato profumo di “destra”) della coalizione. Soprattutto con il terzo polo che decide di andare da solo. E senza dietrologie mi sento di dire che la scelta politica forse in questo momento è la ‘migliore’ per questo partito (per il partito). Ma è un cambio di rotta, non un cambio di atteggiamento. E non è questione di scelte giuste o sbagliate perché in politica si prendono le scelte che riflettono la dirigenza e se si è bravi e fortunati anche la base (più allineata). Ma riconoscersi o no nella nuova rotta è una questione di coerenza e decidere se farne parte o no. Piuttosto che perdersi nelle foto sgranate rubate ieri alla Camera.

Senza polemica

Oggi pomeriggio scrivevo questo post e poche ore dopo Antonio diceva: e io non ci sto più a sentir dire ogni volta che si parla dell’opposizione “la sinistra”. L’opposizione a questo governo è fatta non solo dalla sinistra. E’ fatta da forze politiche che mettono insieme e devono mettere insieme con grande responsabilità la solidarietà, della sinistra, la difesa delle fasce più deboli, della sinistra, la legalità della destra sociale, la capacità di mettere insieme solidarietà e libero mercato in modo che anche la meritocrazia sia un valore e non diventi mero assistenzialismo. Per il certificato di abitabilità oggi mancherebbero le altezze.

Fatevi una telefonata

Si parla del ponte tra Castelvetro e Cremona, Luigi (De Magistris) in Europa ha presentato diverse interrogazioni e ha preso posizione con i comitati che ne raccontano l’inutilità, Sabrina Freda (consigliera regionale idv) in Regione ha votato a favore. Per favore, sentitevi. Ne guadagnamo tutti.

Due pesi due misure

In politica però vale la responsabilità delle proprie azioni e dei rapporti che si stringono. Non si possono usare due pesi e due misure: inflessibili con il centrodestra e tolleranti con il centrosinistra. E non lo riscrivo io. Lo dice Gianni Barbacetto nel suo pezzo. Chissà che non cominci a passare sul serio, il concetto.

Un tranquillo pomeriggio di paura

Sarà il caldo o sarà la voglia di polemizzare solo per meritarsi un ritaglio in penultima pagina. O forse perché un giorno qualcuno mi rimproverava che non si può mica fare politica con la poesia, solo Vendola ci riesce e anche male, ma questo pomeriggio mette i brividi di freddo. Perché la discussione su Tabacci e il doppio incarico (che trovo anche giusta di fondo) viene rimarcata da chi ha mantenuto il doppio incarico per vedere come finivano i ricorsi (parlo anche di colleghi bresciani in Regione) e oggi sale sull’altare degli inquisitori. Intanto Penati si dimette (con qualche anno di ritardo) dalla Provincia per un senso di realtà improvvisa. Pensavo fosse finita, poi alle 15 è uscito il pezzo che ci dice che IDV svolta e dice sì all’alleanza con Casini.