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Trova le differenze

Castelli su Renzo Bossi: ”Non c’è stato nessun trattamento di favore – assicura Castelli – capirei che si dicesse questo se fosse stato candidato nel listino ma invece viene scaraventato nell’arena delle elezioni e dovrà metterci la facciaper cercare i voti e vi assicuro che non è facile. C’è una grande differenza tra il suo caso e altre situazioni simili perché non è stato inserito in nessuna lista bloccata ma dovrà andare per strada a cercare i voti”.

Tonino su Cristiano Di Pietro: “Non va nel listino o nella lista bloccata. E’ stato trattato come tutti. Ha fatto la trafila come tutti.  Va avanti chiedendo il consenso degli elettori, non gli si può negare il diritto di partecipare.”

Domani candido mio figlio al consiglio di classe.

Luigi De Magistris dixit

“Se fossi stato al posto di Di Pietro, il giorno dopo la vittoria alle europee, avrei proposto a me la carica di vice suo. Sarebbe stata una mossa intelligente” – “A volte sceglie persone impresentabili o modeste, che nulla hanno in comune con l’Idv (…) Bastava andare dal fruttivendolo o dal giornalaio per sapere chi era De Gregorio. L’Italia dei Valori è a un bivio: può veramente diventare un grande partito ma deve evitare questi errori ”. – “Ci sono persone che hanno avvertito come troppo forte l’asse tra me e Di Pietro. Vorrei evitare di personalizzare, ma credo che la resistenza maggiore sia quella di Donadi, di Messina, di Rota. Sono i colonnelli del partito. Quelli che temono che un domani io ne diventi il presidente. Che, in caso di un governo della sinistra, io possa diventare ministro”. – È un po’ brutto vedere che nell’Idv siamo considerati inaffidabili come se fossimo degli ospiti. Vorrei ricordare che io ho portato mezzo milione di voti. Ho portato il partito dal 4 all’8 per cento. Ho portato quattro milioni di euro in rimborsi elettorali, senza che il partito mi abbia dato nemmeno una scheda telefonica prepagata”.

Il prossimo che mi dice che non è vero che su queste questioni Cavalli e De Magistris siano allineati gli stringo la mano, giuro.

Tonino antiPuglia

Antonio parla di manovra finanziaria e trova il tempo di parlare (con l’aria come se c’entrasse qualcosa) di una manifestazione degli ulivi della Puglia al Parlamento Europeo. Parlando nemmeno di fatti ma di continui se dovesse. Questo antivendolismo travestito da metaforico antipuglismo sta diventando una simpatica consuetudine, gli consiglio al più presto di decidere chi sono gli amici e chi sono i nemici. Per una questione di igiene intellettuale. E a Luigi di non starci troppo a questo giochetto da discount del consenso.

(Antipatico anche confondere l’open source con un fantomatico “pagare per accedere alla rete”. Si vede che non c’è più Casaleggio)

Poche idee ma confuse

Antonio Di Pietro sulla manovra. Nel giro di poche ore.
Prima: Si dissocia in parte l’Idv. “Finalmente il Governo – ha detto Antonio Di Pietro – ha mostrato le carte. Carte piene sia di ombre sia di luci. Vista la situazione disastrosa in cui versa il sistema economico-finanziario del nostro paese, l’Italia dei Valori ha il dovere di fare la sua parte, affrontando il provvedimento nel merito. Siamo consapevoli che non possiamo comportarci come l’asino di Buridano che, continuando a dire sempre no, alla fine è morto di fame”.
Dopo: Dopo una giornata di risse all’interno della maggioranza il governo ha partorito una manovra che per il 90% pesa sulle spalle dei cittadini e della povera gente, dei ceti medi e medio bassi. […] Quanto al fare cassa, a pagare sono i soliti noti e da questo punto di vista la manovra è di insopportabile iniquità.

Il cambiamento preconfezionato: Leoluca Orlando sindaco di Palermo

Sarà che la Storia se non si impara si è condannati a riviverla, sarà che tutti parlano di cambiamento e vogliono farci l’ultimo giro possibilmente senza cambiare ma la notizia di Leoluca Orlando che si propone sindaco di Palermo è la sostituzione della politica del cambiamento con la politica cangiante. Che non sono proprio la stessa cosa. E tra il PD che appoggia la giunta Lombardo in Sicilia, Genchi che ne è consulente e un’orda di indagati tra gli eletti, rischierebbe anche di sembrare una buona notizia. Cambiare significa farsi da parte. Almeno a 64 anni dopo avere già dato e già preso. Per favore.

Cimadoro dixit

Parla Cimadoro: “De Magistris è sempre stato uno che ha cantato fuori dal coro, e a me non piacciono questo tipo di figure nel partito”. “Sono convinto che attualmente ci siano le condizioni per stare con il Partito Democratico quando si andrà al voto, tenendosi però lontani dai movimenti di piazza e senza dimenticare la lezione del governo Prodi. Ecco, credo che a queste condizioni anche Casini potrebbe firmare un programma condiviso”. “Noi al nord gli inceneritori ce li siamo fatti da soli, in città. Se Napoli vuole vivere nella continua emergenza a questo punto che si arrangi da sola”. Sipario.

Senza commento

“La Tav è un’opera strategica e come tale si deve fare e si farà”. Lo afferma in una nota il capogruppo IdV alla Camera, Donadi, che esorta “tutte le forze politiche” a mostrare “senso di responsabilità e, ciacuna per propria parte, collabori perché si possa dialogare in maniera costruttiva”. Donadi rivolge anche un “incondizionato plauso” alle forse del’ordine per aver impedito “con straordinario senso di responsabilità” che “una giornata “di ordinaria follia degenerasse in qualcosa di ben peggiore”. Almeno sulla TAV escono le posizioni.

Mi spiego. Ancora.

Rispetto tutte le opinioni. Tutte. Quelle che mi arrivano via mail, che stanno nei commenti del blog o di fb. Per amore dell’equilibrio taglio (personalmente, nel mio metro di giudizio) quelle troppo entusiastiche e le critiche tardive di chi mi ha sempre boicottato e mi richiama alla fedeltà (ma a chi? a cosa?). Sto cercando anche di rispondere a tutti. Intanto qui provo a raccontare la mia posizione. Che non è oggettivamente giusta e non è obbligatoriamente condivisibile. Ma è mia, in un posto dove le opinioni proprie sono una rarità.