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Giulio Cavalli

Hanno sequestrato il voto di povertà a Roberto Formigoni

Schermata 2014-04-10 alle 13.21.03Questa mattina Formigoni si è visto sequestrare tutti i propri conti in banca (meno uno, quello dove arriva il suo lauto stipendio da senatore NCD e alleato di Governo di Matteo Renzi), la villa in Sardegna ad Arzachena, frazioni di altre proprietà immobiliari condivise a Lecco con parenti, e tre autovetture sino a una concorrenza teorica di 49 milioni di euro. Un sequestro preventivo per il rinvio a giudizio nell’inchiesta San Raffaele-Maugeri. E Formigoni dice di avere fatto voto di castità e povertà, eh.

Legge 40: perserverare diabolicum

Un’intervista di Rodotà che sprizza buon senso (e laicità costituzionale) da tutti i pori:

Ora il fronte cattolico promette di aprire nuovamente la discussione sulla fecondazione artificiale per tutelare i diritti dei figli della provetta. E’ giusto?
Sono perfettamente al corrente di questo e penso che lo vogliano fare nuovamente per imporre un particolare punto di vista per via legislativa. Ma questi parlamentari devono sapere che la Corte costituzionale ha indicato numerose violazioni nella legge 40, e se dunque vorranno aprire ancora una volta una controversia che possa portare davanti ai giudici della Consulta sono liberi di farlo. Sarebbe il segno di una prepotenza ideologica e di una incapacità culturale. Sfortunatamente il ceto politico ha perso la capacità di valutare il senso della tutela dei diritti, e la necessità di usare il diritto con misura soprattutto quando interferisce nella vita delle persone. Il diritto non può mettere le mani sul corpo delle persone.

Alcune voci del Partito democratico si dicono pronte a riparlarne in Parlamento…
Se esponenti del Nuovo Centro Destra vogliono affermare una loro esistenza politica andando contro le pronunce della Corte costituzionale, possono farlo. Mi scandalizzerei invece se il Partito democratico accettasse sia pur minimamente una discussione su questa materia. I parlamentari debbono sapere che non esiste ora alcun vuoto normativo e che ci sono amplissime garanzie anche accedendo alla fecondazione eterologa. Va sottolineato con forza la capacità del sistema giudiziario italiano a garantire i principii, facendo il proprio mestiere senza sostituirsi alla politica, poiché il legislatore non è onnipotente e lo dimostra una importantissima sentenza della Corte di Giustizia europea, ieri, sulla protezione dei dati personali. Anche in quel caso un tribunale ha riconosciuto che non è possibile violare i diritti personali senza essere richiamati a tornare nel recinto del quadro costituzionale. Ecco perché parlo di scandalo quando immagino il Pd a uscire dai confini costituzionali per imbarcarsi nella riproposizione di un’avventura voluta da persone che tutto sommato non accettano la logica dell’imposizione legislativa.

 

Anche basta

Sono stato ospite della bellissima tre giorni di Legalmente organizzata dall’Associazione Legalità e Giustizia. Tre giorni belli. Intensi. Con poca partecipazione politica (a Firenze, eh) ma tante associazioni e presenze. Mi spiace che sia successo che all’organizzazione il direttivo provinciale di Libera abbia sconsigliato di invitare Giulio Cavalli e Marisa Garofalo: mi dicono che la sorella di Lea stia facendo troppe polemiche per non avere potuto partecipare al funerale della sorella e che Cavalli non vada invitato per il suo “alterco” con il Presidente Onorario, alterco  cui non ho partecipato rimanendo in religioso silenzio come suggeritomi da esponenti di Libera (ingarbugliato, eh?).

Mi chiama Salvatore Borsellino e mi dice di avere ricevuto una telefonata da un “alto” esponente di Libera in cui veniva invitato a “non dare credito” a me per un mio accordo con un pentito (sempre lui, eh, Bonaventura).

In Libera ho tanti amici e riconosco in Don Ciotti una forza vitale per questo Paese. E’ un’associazione che ha scritto le pagine migliori dell’antimafia e che coinvolge migliaia di giovani. Ha i suoi difetti, certo, come li abbiamo tutti, le sue debolezze. Ma chi si occupa (oppure “occupa”) di legalità se ha qualche informazione può denunciare con calma il tutto alla magistratura (tra l’altro le indagini proseguono, eh) e parlare chiaro. E’ il nostro pane. Per il resto anche basta. Abbiamo cose importanti di cui occuparci.

La via crucis organizzata dalla nipote del boss

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Leggete bene la notizia, perché è “dai particolari che si giudica un giocatore”:

Chissà se il Vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, avrà qualcosa da dire. E’ sempre molto attento su questi temi, e ha scritto un libro che si chiama “La Chiesa che non tace”, un po’ di tempo fa, e che parla della lotta alla mafia da parte della Chiesa.

Stiamo parlando della Via Crucis di di Mazara del Vallo. E’ giunta alla quinta edizione, e porta, nel volantino che gira in questi giorni in città, il simbolo del Comune di Mazara del Vallo, della onlus “Vita e Salute”, e del Santuario della Madonna del Paradiso, che è la seconda chiesa, per importanza della città.

La “Manifestazione con Gruppi Statuari Viventi nella Città del Satiro”, come recita in pompa magna il volantino si terrà la Domenica delle palme, il 13 Aprile 2014, alle ore 18 e 30. Partirà dal Santuario della Madonna del Paradiso e arriverà in Piazza della Repubblica.

Singolare è quanto riportato nel volantino: “La manifestazione è organizzata da Vita Agate e Giuseppe Parisi”.

Vita Agate è la  nipote  di Don Mariano Agate, boss di Mazara del Vallo.

Mariano Agate non è un boss qualsiasi. Alleato di Totò Riina, è deceduto il 3 aprile 2013 mentre scontava l’ergastolo in seguito alle condanne riportate per la strage di Capaci e per sette omicidi, tra cui quelli del giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto.

Da notare anche gli sponsor: Fantasy Video (una videoteca) e Pinta Zottolo Spa, ditta di carburanti e lubrificanti che fa capo anche all’ex Sindaco di Mazara, l’anziano Ignazio Giacalone, noto alle cronache giudiziarie della città.

 

Il marketing antimafia (falso e smentito) di Ciancimino

In via Emerico Amari, dove una squadra di operai è impegnata a montare il forno della pizzeria, Massimo Cancimino arriva su una bici rosso fiamma. Una bici a pedalata assistita. Costretto a rallentare su via Libertà e sulle traverse vicine al Politeama perché ad ogni angolo c’è qualcuno che lo saluta e lo blocca. Proprio come se non fosse un poco di buono da scansare. E di questo si fida: «Perché i palermitani non dovrebbero venire ad assaggiare le mie pizze? Sono certo che saranno incuriositi anche dai “pizzini” che farò stampare sui cartoni del takeaway con lo sfondo delle foto di mio padre accanto a Salvo Lima o a Paolino Bontate, il capomafia degli ani Settanta… Tutta roba inedita, cose mai viste…».

Senza assaggiarla sembra già nauseante, ho pensato. E invece Ciancimino mi contatta e mi spiega di non avere mai rilasciato l’intervista. E allora al di là della pizzeria diventa nauseante il gioco sporco. Vigiliamo.

L’isola dei poveri. Morti.

Certo sono in molti a volerla (e lavorano per realizzarla) per i vivi: una separazione anche fisica e non solo nei diritti tra gli abbienti e quei fastidiosissimi e costosissimi poveri. Certo la notizia di un’isola come una fossa comune per i morti poveri a New York rende efficace l’immagine non solo simbolica di una segregazione fisica oltre che culturale. Una volta, nel ‘500, si seppellivano fuori dalle mura i giullari e le prostitute perché ritenuti indegni di stare anche da cadaveri con gli altri concittadini. Oggi va molto peggio.

IMF director general Strauss-Kahn

Su TAV

Viene accolto dal Governo un Ordine del Giorno di Orellana e altri che (testualmente):

impegna il Governo ai fini dell’adozione dell’ulteriore Protocollo addizionale di cui al secondo comma dell’articolo quattro della presente legge, a valutare l’opportunità di introdurre un richiamo più diffuso ed incisivo alla legislazione italiana vigente, in materia di contrasto al fenomeno delle infiltrazioni mafiose negli appalti di opere pubbliche.

Non ha torto il Senatore Scibona del Movimento 5 Stelle nel suo intervento al Senato:

il pericolo connesso alla ratifica dell’Accordo 2012 tra Italia Francia: l’inapplicabilità del codice nazionale antimafia. Scolpitevi nella mente l’art. 6.5. capoverso 2: Agli appalti e subappalti in territorio italiano verrà applicata solo la normativa francese. E’ da tempo che ci battiamo contro la ratifica dell’accordo. E’ da tempo che si conoscono le motivazioni di questa nostra opposizione. Se conoscete l’art. 6.5 capoverso 2 dell’accordo e siete contro la mafia, voi voterete contro la ratifica di questo accordo. Se non conoscete il contenuto dell’art. 6.5. capoverso 2 e siete contro la mafia leggetelo prima di votare e voterete contro la ratifica. Ma se conoscete l’art. 6.5 capoverso 2, se siete contro la mafia e voterete a favore della ratifica, siete degli ipocriti. Caro Presidente Grasso, Lei sì conosce l’art. 6.5. capoverso 2 e lei sì è contro la mafia, spero che metta in guardia i numerosi Senatori del suo partito. E non fatevi illusioni, l’articolato in questione non può essere emendato ed il regolamento di esecuzione non può contenere disposizioni contrarie all’accordo. Tale mostruosità non verrà corretta, come molti per ignoranza o in mala fede hanno detto, dalla risoluzione del Parlamento Europeo del 23 ottobre 2013 sulla mafia e appalti pubblici: quella è solo una risoluzione, una raccomandazione politica agli stati membri di dotarsi di una normativa antimafia.

Non penso che come risposta basti basti un ordine del giorno approvato. No.

L’ignoranza dei Giovani Democratici di Bruxelles

Considerare “euroscettico” Tsipras al pari di Lega Nord e Alba Dorata. A volte i banali hanno bisogno di banalizzare per sentirsi a proprio agio.

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Aggiornamento alle 21.17. Mi scrive la “responsabile” Elisa Lironi:

In quanto GD Bruxelles, vi chiedo sinceramente scusa se questa slide ha urtato le sensibilità, causando un grande malinteso di cui mi assumo la responsabilità. Questa slide era stata presentata semplicemente per spiegare che non tutti i partiti euroscettici sono uguali. Infatti quando abbiamo menzionato Syriza, abbiamo spiegato che è parte dei partiti euroscettici che non sono completamente contrari all’UE ma vogliono semplicemente che l’UE sia diversa e migliore di quella che è adesso, e gli argomenti utilizzati sono ben diversi da quelli dei partiti come la Lega Nord o l’Alba Dorata. La presentazione era stata fatta per analizzare il motivo per il quale oggi i cittadini non si fidano più dell’UE e qual è l’alternativa che vogliamo proporre in quanto PD/PSE. Ancora una volta ci scusiamo e spero di aver chiarito il contesto in cui era stata presentata questa slide.

Grazie per la spiegazione. E per le scuse che le fanno onore nel tempo delle guerre a tutti i costi.

Quando fanno comodo i pentiti

«Storicamente ho constatato che quando i collaboratori di giustizia o i testimoni parlano di bassa macelleria criminale va tutto bene, quando arrivano dichiarazioni che attingono alla sfera politica o istituzionale cominciano le polemiche e le delegittimazioni. Fino a quando Gaspare Spatuzza si limitò a ricostruire la vicenda esecutiva della strage di via D’Amelio anche a livello di opinione pubblica e forze politiche registrammo plausi, nel momento in cui riferì le confidenze dei Graviano su rapporti con esponenti politici non solo iniziarono le polemiche ma addirittura non fu accolta la richiesta delle procure di sottoporre Spatuzza a un programma di protezione. È andata sempre così: la solita litania delle delegittimazioni gratuite e in alcuni casi delle calunnie. Il nostro compito è di andare avanti. Comunque».

Nino Di Matteo qui.