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gennaro migliore

A proposito dei voucher

C’è un video che dura meno di tre minuti e racconta perfettamente quale sia il problema di fondo di questi nuovi voucher che il governo vorrebbe fare rientrare dalla finestra dopo averli cancellati per la paura di un referendum. È un dialogo spelacchiato tra Michele De Palma, coordinatore nazionale Fiat-auto della Fiom-Cgil e Gennaro Migliore, deputato del PD.

Non c’è bisogno di acume politico e nemmeno di studiare troppo la materia per cogliere dove stia il nodo del “lavoro nero” e quanto siano balbettanti le difese d’ufficio. Qui non si tratta di essere “contro i voucher” ma di essere contro questi voucher. Eccolo qui:

Eccoli, gli svuota41bis (con aggiornamento e intervista a Gennaro Migliore)

Succede quando una posizione politica viene regalata come risarcimento. Così Gennaro Migliore (ex SEL diventato renziano con l’aspirazione di candidarsi sindaco di Napoli) finisce sottosegretario alla giustizia (a proposito di meritocrazia) e durante un’intervista gli viene la bella idea di proporre Skype per i detenuti al 41 bis. Il che, attenzione, non è un problema se fosse il risultato di un ragionamento o di un confronto di analisi e di idee ma buttato lì come se fosse un tweet ovviamente fa rizzare le antenne a molti (magistrati antimafia compresi). La politica non è un gioco e non è nemmeno un’allegra brigata di compagnucci: è una cosa seria, la politica e (fortunatamente) i limiti alla fine emergono. Meglio così, forse.

*aggiornamento 2/7/2016 11.06

mi dicono che Migliore smentisce. Peccato che la notizia l’abbia data lui stesso. Ecco la sua pagina fb:

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*aggiornamento  2/7/2016 17.06

Ho sentito Gennaro Migliore. La sua versione è molto diversa. Pur non condividendo le sue scelte politiche (e la sua conversione pro Renzi) credo che vada letta anche perché sul tema ha le idee molto chiare. L’articolo è qui.

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Quando il tempo era Migliore

“Si disconosce il luogo comune e pubblico del confronto, si disconosce la validità delle sedi collettive del partito e però si vuole mettere di fronte al fatto compiuto il partito nel suo complesso dicendo ‘siete voi che ci rendete la vita impossibile'”.

marzo 2007, Gennaro Migliore parla di Turigliatto.

I Miglioristi

migioreClaudio Fava e Gennaro Migliore si dimettono da SEL (dimostrando che la scissione dell’atomo a sinistra è sempre possibile) e dichiarano “venuta meno la fiducia”.

Hanno ragione: è venuta meno la fiducia di un congresso che ha deciso una linea politica che loro hanno finto (male) di sopportare e la maggioranza di SEL ha votato per non essere stampella del PD, ancora meno con Renzi. Hanno fatto bene. Avete fatto bene: in epoca di “veni, vidi, Renzi” si sapeva che prima o poi ci sarebbero stati anche i “miglioristi” di SEL. Ma non è propriamente Sel a perdere pezzi, sono loro che tornano a casa.

Nella terra di mezzo non c’è più quasi nessuno

Sono politicamente molto lontano dalle posizioni di Claudio Fava e in generale con tutti gli “irresistibilmente attratti” dal PD ma concordo con lui sulle critiche alla non-posizione uscita ieri dall’assemblea di SEL in cui si è deciso di non decidere. La sinistra guardinga e timida finisce sempre per essere risucchiata verso il centro o diventare malinconicamente residuale e oggi a SEL è chiesto di decidere se fare grande il germoglio delle ultime europee oppure farsi piccola ma sicura nel confortevole PD: il resto è esercizio oratorio.

Poi magari un giorno qualcuno avrà il coraggio di dire che Vendola ha esaurito la sua parabola di spinta. Poi. Magari.

In SEL è Migliore annacquarsi

“Per me l’obiettivo è combattere la destra. Se dentro al Pd c’è chi vuole interrompere le larghe intese ben venga. Renzi dicendolo si assume una responsabilità importante”. Lo ha detto Gennaro Migliore, capogruppo Sel alla Camera, ad Agorà, su Raitre. Secondo l’esponente di Sel “quello che serve è segnare chi sta pagando questa crisi, e chi va difeso. L’energia della Leopolda mi ricorda il social Forum che si fece anni fa proprio nello stesso luogo. Un’energia che vuole interrompere il flusso di quanti vogliono mantenere lo status quo”.

Ecco: il “meno peggio” o “i nemici dei miei nemici sono miei amici” sono i comportamenti intollerabili per cui si sentiva il bisogno di costruire SEL. Ma non per tutti, evidentemente.

Civati non datur

Siccome in molti hanno scritto, commentato, criticato e discusso il mio post di ieri e siccome la politica è una cosa bellissima per chi non si trova costretto a farla per sopravvivere, volevo tornare sull’argomento “congresso PD” così come lo sento, come la penso e con tanti saluti per chi teme il dialogo e lo scontro (sano e democratico) che arricchisce.

Vedo due possibilità per la “sinistra” (e qui lo so: la sinistra non esiste più, c’era una volta la sinistra, dobbiamo essere post-ideologici, sono tutti uguali e tutte queste altre cose qui a cui avevo già risposto tempo fa proprio qui) che sia SEL, che sia la “diffusissima” sinistra granulare di questi ultimi anni o che sia chi a sinistra ha preferito non votare: fregarsene del congresso PD o prendere posizione. Il resto è equilibrismo già stanco, stucchevole e timido quasi pavido.

O si decide che il Partito Democratico sia ormai irrecuperabile, troppo filoberlusconiano o schiavo dei 101 e allora ci si mette il cuore in pace e si decide di fare altro prendendosene la responsabilità (anche elettorali, senza accorpamenti dell’ultimo secondo per garantirsi posti in Parlamento con questa legge elettorale) oppure ci si dice apertamente che per cambiare la sinistra (e il centrosinistra) è necessario lavorare per un Partito Democratico che non continui a barcollare su derive centrodestrose e ritrovi il filo e il segno o piuttosto si rompa. Tertium non datur, scrivevamo al Liceo.

Per questo credo che tutte le altre interviste (e le loro smentite) come lunghissime perifrasi servano poco al dibattito e troppo all’attendismo che ha portato il M5S ai risultati recenti.

Io non ho grandi certezze anzi sono pieno di dubbi ma quello che so è che tra i candidati attuali al congresso del PD c’è qualcuno che ha portato avanti da sempre i temi (e spesso anche i modi) che stanno a cuore alla sinistra come vorrebbe essere e a molti punti di programma di SEL: Pippo Civati. Civati tra Marchionne e FIOM è sempre stato dalla parte della FIOM (al contrario di Renzi, per dire), ha avuto sempre le stesse parole sui diritti in tutte le loro declinazioni, ha una visione ambientale vicina all’ecologismo europeo e ritiene questo Governo un tradimento del patto con gli elettori. Insomma: può non piacere ma mi sembra che abbia le idee chiare. Anche Renzi ha avuto la possibilità (eccome) di chiarire le proprie posizioni e i propri orientamenti: possono piacere o no ma la sinistra è un’altra cosa, per carità.

Mi si dice che Civati non ha possibilità di vincere (ma nessuno di questi mi sa dire se SEL o il post-SEL o qualsiasi altra cosa oggi immaginabile possa raggiungere il 30%, perché vogliamo governare, spero), mi si dice che vincerà comunque Renzi (e allora dovrebbe essere un fanculo all’homo faber fortunae suae che è la molla della politica, o no?) e mi si dice che alla fine comunque sarà sempre “imbrigliato” (lui, capite, e me lo dicono quelli che parlano di PD e col PD ogni santissimo minuto) e mi si dice che le cose non cambiano.

Pochi giorni fa mentre facevamo un evento insieme ad Arzo Gianluca Grossi diceva che per cambiare il mondo bisogna essere capaci di farsi cambiare dal mondo.

Ecco, ad oggi di strade ne vedo due e non capisco perché Civati non datur.