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matteo renzi

L’umido e il secco

“Vogliamo lavorare alla costruzione  di un nuovo centrosinistra, per questo alle primarie dell’8 dicembre chiediamo ai nostri iscritti di votare Renzi”

Antonio Di Pietro

Cosa mi ero perso

Stefano Pedica (Roma, 13 ottobre 1957) è un politico italiano. Dopo la Dc transita nel Ccd, poi passa nell’Udr di Cossiga, quindi ricompare in Democrazia europea con Andreotti e D’Antoni, poi fonda i Cristiani democratici europei con Meluzzi, dopo confluisce in Alleanza popolare di Martinazzoli e Mastella, quindi passa con Mario Segni, poi segue la Nuova Dc di Rotondi, poi approda all’Idv. Dal 2013 sostiene Matteo Renzi all’interno del Partito Democratico.

(da wikipedia)

In SEL è Migliore annacquarsi

“Per me l’obiettivo è combattere la destra. Se dentro al Pd c’è chi vuole interrompere le larghe intese ben venga. Renzi dicendolo si assume una responsabilità importante”. Lo ha detto Gennaro Migliore, capogruppo Sel alla Camera, ad Agorà, su Raitre. Secondo l’esponente di Sel “quello che serve è segnare chi sta pagando questa crisi, e chi va difeso. L’energia della Leopolda mi ricorda il social Forum che si fece anni fa proprio nello stesso luogo. Un’energia che vuole interrompere il flusso di quanti vogliono mantenere lo status quo”.

Ecco: il “meno peggio” o “i nemici dei miei nemici sono miei amici” sono i comportamenti intollerabili per cui si sentiva il bisogno di costruire SEL. Ma non per tutti, evidentemente.

I trapezisti della sinistra

Sinistra Ecologia Libertà celebrerà tra qualche mese il suo Congresso su una linea politica che discuteremo insieme, ma di cui conosciamo già i sommi capi: rafforzamento di una sinistra di governo in Italia, nel solco del socialismo europeo che si cimenti con la (ri)costruzione di una coalizione di centrosinistra e che sappia coniugare le ragioni del lavoro, dei diritti per tutte e tutti e della conversione ecologica. Tutto questo si può fare prescindendo dal Partito democratico o da quello che succede al suo interno? Ovviamente no. Chiunque si dica di sinistra non può essere indifferente a quanto accade nel più grande partito del centrosinistra. Personalmente, non mi sfugge la carica innovativa, a cui ogni tanto corrispondono contenuti non proprio nuovi, di Renzi, la fresca radicalità di Civati, che ad esempio è il meno vicino alle larghe intese, o la profondità di riflessione sull’Europa e sulla prospettiva di Cuperlo. Non mi sottraggo al punto decisivo[…]

Cioè? (il post di Sergio è qui)

Civati non datur

Siccome in molti hanno scritto, commentato, criticato e discusso il mio post di ieri e siccome la politica è una cosa bellissima per chi non si trova costretto a farla per sopravvivere, volevo tornare sull’argomento “congresso PD” così come lo sento, come la penso e con tanti saluti per chi teme il dialogo e lo scontro (sano e democratico) che arricchisce.

Vedo due possibilità per la “sinistra” (e qui lo so: la sinistra non esiste più, c’era una volta la sinistra, dobbiamo essere post-ideologici, sono tutti uguali e tutte queste altre cose qui a cui avevo già risposto tempo fa proprio qui) che sia SEL, che sia la “diffusissima” sinistra granulare di questi ultimi anni o che sia chi a sinistra ha preferito non votare: fregarsene del congresso PD o prendere posizione. Il resto è equilibrismo già stanco, stucchevole e timido quasi pavido.

O si decide che il Partito Democratico sia ormai irrecuperabile, troppo filoberlusconiano o schiavo dei 101 e allora ci si mette il cuore in pace e si decide di fare altro prendendosene la responsabilità (anche elettorali, senza accorpamenti dell’ultimo secondo per garantirsi posti in Parlamento con questa legge elettorale) oppure ci si dice apertamente che per cambiare la sinistra (e il centrosinistra) è necessario lavorare per un Partito Democratico che non continui a barcollare su derive centrodestrose e ritrovi il filo e il segno o piuttosto si rompa. Tertium non datur, scrivevamo al Liceo.

Per questo credo che tutte le altre interviste (e le loro smentite) come lunghissime perifrasi servano poco al dibattito e troppo all’attendismo che ha portato il M5S ai risultati recenti.

Io non ho grandi certezze anzi sono pieno di dubbi ma quello che so è che tra i candidati attuali al congresso del PD c’è qualcuno che ha portato avanti da sempre i temi (e spesso anche i modi) che stanno a cuore alla sinistra come vorrebbe essere e a molti punti di programma di SEL: Pippo Civati. Civati tra Marchionne e FIOM è sempre stato dalla parte della FIOM (al contrario di Renzi, per dire), ha avuto sempre le stesse parole sui diritti in tutte le loro declinazioni, ha una visione ambientale vicina all’ecologismo europeo e ritiene questo Governo un tradimento del patto con gli elettori. Insomma: può non piacere ma mi sembra che abbia le idee chiare. Anche Renzi ha avuto la possibilità (eccome) di chiarire le proprie posizioni e i propri orientamenti: possono piacere o no ma la sinistra è un’altra cosa, per carità.

Mi si dice che Civati non ha possibilità di vincere (ma nessuno di questi mi sa dire se SEL o il post-SEL o qualsiasi altra cosa oggi immaginabile possa raggiungere il 30%, perché vogliamo governare, spero), mi si dice che vincerà comunque Renzi (e allora dovrebbe essere un fanculo all’homo faber fortunae suae che è la molla della politica, o no?) e mi si dice che alla fine comunque sarà sempre “imbrigliato” (lui, capite, e me lo dicono quelli che parlano di PD e col PD ogni santissimo minuto) e mi si dice che le cose non cambiano.

Pochi giorni fa mentre facevamo un evento insieme ad Arzo Gianluca Grossi diceva che per cambiare il mondo bisogna essere capaci di farsi cambiare dal mondo.

Ecco, ad oggi di strade ne vedo due e non capisco perché Civati non datur.

Io non capisco

Non capisco e non ci voglio credere a questo vento in SEL (nella persona di Gennaro Migliore) che vorrebbe legittimare se non addirittura “appoggiare” Matteo Renzi alla segreteria del PD. Non capisco allora se ho frainteso io in questo ultimo anno una campagna alle primarie che giustamente da Renzi prendeva le distanze e non capisco se l’obbiettivo sia quello di essere una forza filogovernativa infiltrata nell’opposizione. Perche quando sento Civati dire che la differenza tra lui e Renzi è che tra Marchionne e la FIOM sceglierà sempre la FIOM allora significa che Civati è più a sinistra di SEL e sta cercando di “condizionare” il PD a “fare qualcosa di sinistra” che era uno degli obiettivi proprio di SEL. E mi chiedo a cosa serva SEL allora. Perché allora Civati è SEL, Migliore è la pinna sinistra di Renzi e io sono mio zio.

(Per farsi un’idea si può leggere qui.)

La bussola di Pisapia

«Potrei votare Renzi se ha superato, come mi sembra abbia fatto, il concetto della rottamazione cercando invece di arrivare a una sintesi dell’utilità e della ricchezza delle persone che hanno esperienza» sono le parole di Giuliano Pisapia sulla probabile candidatura di Matteo Renzi al prossimo congresso del Partito Democratico. Aggiungendo, poi: «Non ho mai pensato che fosse troppo di destra. Penso che sulla giustizia lui abbia una visione come quella che ho io – ha detto Pisapia – e cioè che non ci deve essere un pregiudizio ma un giudizio. Sul altri temi ci sono differenze forti, ma è il bello di una coalizione unita e unitaria».

Il fatto è che le differenze forti sono il bello di una coalizione unita e unitaria se risultano comuni i valori di fondo. Gli stessi valori che non sono sopravvissuti al piano Bersani e che difficilmente sembrano compatibili al piano Renzi. Lo diceva SEL, oggi lo nega Pisapia. Sempre meglio, davvero.

Il centrosinistra secondo Ken Loach

“In Gran Bretagna si prepara a vincere, ma non credo che il centrosinistra esista: se si è a favore del mercato e della deregulation si è di destra, se si crede nell’economia pianificata e nella proprietà comune si è di sinistra, chi rimane al centro della strada di solito viene investito. Non so in Italia, ma da noi il centrosinistra si dice d’accordo a mantenere le misure di austerità e a proseguire le privatizzazioni, solo più lentamente. Ma se dovete essere comunque strangolati, il tempo non fa la differenza”. (Ken Loach)

Due pensieri sulle primarie

da cadoinpiedi.it

Il segnale positivo di queste è la partecipazione. Diciamo la verità, le primarie funzionano quando vince la partecipazione, questo al di là del vincitore che uscirà poi dal secondo turno.
Io credo che forse i cittadini si sono accorti che c’è la responsabilità di farsi sentire, cioè al di là dell’eventuale vittoria di Bersani o Renzi, quello che emerge è che comunque i temi della Puppato siano entrati nel dibattito politico, i temi di Vendola sono temi che ancora sono considerati importanti. Poi ovviamente, in base alla vittoria, ognuno li declinerà a suo modo. Però penso che da questo punto di vista il meccanismo della polemica, quella buona, costruttiva, si è innescato.

Partecipazione alta, nonostante questa disaffezione dei cittadini verso la politica.

Beh, questa storia della disaffezione alla politica a me sembra una bufala spaventosa. Io considero anche il Movimento 5 Stelle un luogo di attivismo politico, quindi su questo sono in disaccordo anche con molti miei compagni di coalizione.
La gente, secondo me, ha invece voglia di partecipare, però ha voglia di frequentare canali che siano di vera partecipazione. Le primarie lo sono, se poi invece non lo sono i tesseramenti ai partiti allora è questo il tema che dobbiamo proporci. Quando la gente sa di avere un peso reale nella scelta dei temi e delle persone mi sembra che partecipi.

Ballottaggio fra Bersani e Renzi. Giulio Cavalli cosa farà?

Guarda, io in realtà ho alcuni temi che sono difficilmente conciliabili con i modi di Renzi e quindi penso che Bersani sia la persona più rappresentativa, teniamo conto che però oggi al secondo turno sono anche molto curioso di sapere quanto adotteranno del dibattito che è stato aperto dagli altri candidati sia Bersani che Renzi. Alla eventuale vittoria di Renzi marcherebbe una distanza difficilmente conciliabile tra chi, come me, viene da una sinistra di centro e chi invece ha delle modalità di centro, centro, centro, centro… sinistra.

Dato il tuo impegno civile contro le mafie, la domanda è d’obbligo: non ti pare che abbiano un po’ tutti dimenticato la lotta alla mafia?

In realtà io ho seguito ovviamente il lavoro di Sinistra, Ecologia e Libertà e su questo abbiamo costruito e mi ci sono messo anche io, un programma. E’ vero che è rimasto sempre troppo nell’ombra del dibattito delle primarie, e questo mi sembra che sia innegabile. C’è una fortuna e anche una sfortuna, sul tema antimafia. Devi per forza avere una preparazione e quindi a differenza di molti altri temi in cui si fa filosofia o poesia o semplicemente brigantaggio elettorale, in questo caso bisogna saperne qualcosa. E quindi speriamo che questo accenda più che una meritocrazia sul tema mafie e legalità, una meritofilia, cioè che iniziamo ad addentrarci nel merito del problema senza rimanere fermi alle parole che ci girano intorno.